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Autore: Matarrais    21/12/2012    3 recensioni
L'acol non aiuta a dimenticare i brutti ricordi del passato, ma con l'affetto degli amici e la passione per la musica si riesce ad affrontare problemi coma la perdita di una persona cara...
Ma l'apparenza inganna:
"-Questa volta è diverso Jim. Michelle non c’è più capisci? Sono passati più di due mesi e io non mi rassegno al fatto che non posso più averla fra le mie braccia- quelle furono le ultime parole che fu in grado di pronunciare prima di scoppiare a piangere. Jimmy strinse il suo amico fra le braccia e lo coinvolse in un abbraccio forte e rassicurante..."
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sam stava aspettando la sua cara amica Andrea che come ogni giorno era puntualmente in ritardo.
Samantha Ross, Sam per gli amici anzi per tutti,  era una ragazza molto paziente  ma bastava anche solo fare una battuta fuori posto che erano guai seri per tutti. Quei suoi occhi grandi, scuri e dannatamente espressivi e quell’imponente criniera di capelli ricci rigorosamente rossi, anche se tinti, riuscivano a far spaventare chiunque. Ma per il resto era innocua.
 Si trovava in quel bar da quasi un ora ed era lo stesso di quando erano adolescenti anche se nel corso degli anni aveva cambiato gestione parecchie volte, ma riuscivano sempre a diventare amici dei camerieri, del cassiere, e perché no anche del proprietario del bar e tutto grazie alla parlantina di Sam, tanto che i suoi genitori le ripetevano sempre che aveva iniziato a parlare più o meno quando era nata, giorno più giorno meno. La ragazza si era quasi rassegnata quando arrivò un messaggio da Andrea “lo so lo so sono in ritardo ma sto arrivando…abbi pietà di me J”. Quel messaggio le strappò un mezzo sorriso  e riprese a mangiare il dolce che aveva ordinato e che Andrea avrebbe definito una bomba calorica, ma a lei poco importava.
Mentre aspettava ormai rassegnata la sua amica, ecco che al suo fianco appare una figura inginocchiata ad esclamare  -chiedo venia mia signora, ci sono state delle complicanze durante il tragitto, ma adesso sono qui per servirla!- 
Sam scoppiò in una risata fragorosa tanto da attirare l’attenzione di quasi tutti i clienti nel bar e poi rispose  -per questa volta sei perdonata, ma che non si ripeti più!-
 Le due risero di gusto. Erano sempre state così da quando erano ragazze tanto che ormai per loro era normale scherzare in quel modo.
 Andrea Smith era una perfezionista, per quanto una cosa poteva essere fatta bene lei voleva di più.
 Si teneva sempre in linea seguendo una dieta ferrea che le aveva fatto assumere un fisico asciutto che metteva in mostra le curve giuste ma lei era sempre capace di trovare quell’imperfezione impercettibile all’occhio umano. Forse neanche un  microscopio elettronico sarebbe riuscito ad individuarlo. Curava sempre trucco e capelli che dovevano essere sempre perfettamente lisci. Agli occhi non le mancava mai quella linea di matita che le metteva in risalto quei grandi occhi neri che aveva anche se lei avrebbe preferito ereditare gli occhi chiari della madre, ma nonostante a lei non piacessero le stavano davvero bene.
 Si sedette ordinatamente di fronte alla sua amica e chiamò timidamente il cameriere al quale ordinò il suo solito caffè decaffeinato.
Ah piccolo particolare: è la manager degli Avenged  Sevenfold.
-Scusa sono di nuovo in ritardo ma ho fatto fatica ad alzarmi, sai com’è dopo il concerto di ieri…-
-Nhà tranquilla, avrei voluto dormire un po’ di più anche io se non fosse che Napo mi è saltato addosso- Napo, il suo adorato beagle tanto bello quanto scocciante. Sam lo adorava ma non quando la svegliava annusandole convulsivamente la faccia. Odiava essere svegliata all’improvviso, ma siccome si trattava del suo cane poteva anche chiudere un occhio.
-Allora queste foto?-  chiese Andrea euforica.
-Eccole qui. Alcune sono imbarazzanti, altre da ricatto, altre invece sembrano quasi sfiorare la decenza…però non so, devo vedere cosa ne pensa Jane -  disse Sam sfoggiando la sua Canon reflex 16 megapixel e la passò ad Andrea.
-Si, sono a dir poco imbarazzanti-  affermò con un ghigno. Le foto sembravano scattate con l’obiettivo di immortalare i ragazzi nelle pose più assurde. In realtà quelle foto sarebbero finite su una rivista a dir poco importante, Rock Hard. L’articolo l’avrebbe scritto Ashley Harries  giornalista a dir poco fantastica capace di far passare la più misera band locale per uno dei gruppi che aveva fatto la storia.
Dopo aver bevuto il suo caffè Andrea rispose al cellulare che squillava al suono di Mr. Brightside. Era Zacky che aveva chiamato per assicurarla che Syn  era tornato a casa sano e salvo.
-Era praticamente andato e continuava a bere tutto quello che gli capitava a tiro. Alla fine ho dovuto prenderlo di peso per caricarlo in macchin…-
-Se la prossima volta prova solo a pensare di prendere in mano una birra o qualsiasi altro schifo del genere lo prendo per capelli e gli faccio una parte che non se la dimenticherà  mai più!- lo interruppe Andrea. Zacky aspettò prima di rispondere e cercando di sdrammatizzare la situazione continuò  -porto la camicia di forza la prossima volte che ne pensi?-  disse Zacky accennando una risata che fu interrotta bruscamente quando Andrea gli chiuse il telefono in faccia.
Sam guardò l’amica interdetta  e prima che potesse fulminarla con lo sguardo prese la sua fotocamera e la salutò  -ehm ok io vado c’è Jane che mi aspetta in negozio per scegliere le foto probabilmente c’è anche Matt con lei-
-Sono seriamente preoccupata per quel ragazzo…- affermò Andrea con un tono preoccupato  riferendosi alla situazione pietosa di Syn, e in fin dei conti non aveva tutti i torti.
-Ma dai lui è stato sempre così già dal liceo, si riduceva alle pezze ogni volta che c’era una festa ha sempre bevuto come una spugna- cercò  di tranquillizzarla Sam, che conosceva Brian da quando era piccola e che adesso si faceva chiamare Synyster Gates  dopo essersi infilato in un cancello, con la macchina e da ubriaco naturalmente.
-Rischia di diventare pericoloso Sam! L’altra sera per poco non rompeva la sua adorata chitarra in testa a Johnny-
-Si ma Johnny non è poi questo stinco di santo eh! C’è anche da tenere in considerazione la morte di Michelle. Lo ha praticamente sconvolto, insomma stavano insieme da anni e adesso…-
Andrea quasi trasalì come se potesse capire quello che lui provava  e l’unica cosa che fu capace di dire fu un  -già-.
-Ok dai io vado Jane mi aspetta. Ci sentiamo-  disse Sam e salutò Andrea battendo il pugno contro il suo come erano solite fare.
 
-Caspita belle queste foto. Chi le ha scattate?- chiese Matt mentre scorreva le foto del concerto
-Io- rispose Jane quasi imbarazzata  -mi sono piazzata sotto il palco per cercare di fare delle foto degne di questo nome-
-Ah allora eri tu che a fare foto da lì sotto. Non me n’ero accorto- rispose Matt beccandosi un occhiataccia da Jane che lui sembrò non notare.  Dall’alto della sua bassezza Jane osservava quell’energumeno di Matt che mentre continuava a scorrere le foto si sentì arrivare qualcosa di molto simile a un pugno sul suo braccio sinistro.
-Aia!- esclamò lui anche se in realtà non aveva sentito niente.
-Ingrato infingardo! Ti ho fatto delle foto spettacolari e tu neanche te ne accorgi?-
-Sai com’è sei così nana che in confronto a te Johnny può vantarsi di essere l’uomo più alto del mondo-
- Fottiti Sanders-
-Ma come sei scurrile Williams- e finirono per ridere come matti.
I due dicevano di essere migliori amici più o meno da sempre ma da parte di Jane c’era sempre stato qualcosa di più ma anche se lei non lo affermava esplicitamente, non ci voleva poi così tanto a capirlo. Solo Matt era così cieco da non accorgersene.
Per quanto Matt potesse scherzare però, Jane era una ragazza tanto bassa quanto simpatica e altrettanto adorabile con quei capelli mossi e quasi biondi che le davano un aspetto da bambolina di porcellana. Ma la cosa più bella erano i suoi occhi grandi che lei truccava sempre con una matita nero pece da quando Matt le aveva detto di avere degli “occhi da cucciola”, sempre da amico naturalmente. Inoltre era un’appassionata della foto sin da quando era ragazza. Luci, ombre ed effetti vari passava le giornate così ed era una cosa che la divertiva, finche da un semplice hobby è diventata la sua professione. Per non parlare di quanto si divertiva a fare foto alla sprovvista a tutti i suoi amici ricevendo qualche minaccia da parte della sua collega nonché amica storica Sam che odiava farsi fotografare quasi quanto essere svegliata improvvisamente dal suo cane.
-Sam e Ash non sono ancora arrivate. Dovrebbero aiutarmi a scegliere le foto per l’articolo- affermò Jane guardando l’orario.
-Be posso aiutarti io se vuoi- rispose Matt quasi serio.
-No grazie non ho bisogno dell’aiuto di tizio qualunque che neanche si accorge della mia presenza- disse Jane sarcastica. Matt la guardò inarcando il sopracciglio e accennando un ghigno.
-Va bene allora mi troverò un altro fotografo ufficiale-
-Allora vuol dire che non farò pubblicare queste foto ad Ash nel suo articolo per Rock Hard-  lo schernì Jane a braccia conserte. Matt ci pensò su per poi risponderle con tono di sconfitta  -sei perfida nana-
-Si grazie lo so­- disse Jane ridendo e Matt la seguì con la sua risata a dir poco inquietante.
-Sei inquietante quando ridi-
-Tu invece sei ridicola-
-Almeno io non faccio paura-
-Si ma guarda qua che fossette  da fare invidia che ho- disse Matt in tutta la sua modestia continuando  a  ridere imperterrito.
-Ok ti sei salvato in calcio d’angolo- rispose  mentre continuava a ridere. Jane adorava quella fossette ogni scusa era buona per tirargli un pizzico e in tutta risposta Matt le “accarezzava” la testa scompigliandoli tutti capelli…che simpatico!
Matt rise così tanto da arriva ad affogarsi con la propria saliva e il suo tossire fece letteralmente piegare in due dalle risate Jane che ormai non si reggeva più in piedi e si lasciò cadere sullo sgabello dietro il bancone.
-Oh riprenditi!- disse singhiozzando mentre Matt continuava a tossire. Gli porse una bottiglietta d’acqua che lui bevve tutto d’un sorso. Riuscì a calmarsi riprendendo a respirare profondamente nonostante fosse  ancora tutto rosso in faccia
-Ma solo tu riesci a fare certe cose!- esclamò lei.
-Si ridi tu…se mi andava a succedere qualcosa voglio vedere come avremmo fatto il concerto sabato prossimo-
-Ehi man, la band non gira intorno a te…e poi avrebbe potuto sostituirti Andrea o Ash che sicuramente cantano meglio di te-  gli disse Jane con aria sorniona. Matt la guardò stranito per rispondere –seh come no- più atono che mai
-Ma come sei permaloso-  lo stuzzicò la ragazza
-Ti ricordo che sono una divah!- rispose scherzoso Matt facendo schioccare le dita e ancheggiando  come una ragazzina in preda ad una tempesta ormonale. Era più forte lui non riusciva a trattenersi dal fare battute squallide alle quali Jane rideva puntualmente.
Continuarono a guardare le foto e a commentarle con battute indecenti  partorite da Matt e dal suo ingegno. Jane avrebbe dovuto lavorare ma con lui nei paraggi è praticamente impossibile e poi aspettava ancora Ash e Sam.
-Eccomiii!- urlò Ashley con la sua voce acuta. Entrò tirando la porta con un andamento a dir poco sgraziato tanto da non essersi accorta di aver sbattuto la porta in faccia a Sam che era appena dietro di lei. Ash si girò verso di lei mortificata, le andò incontro e la strinse in un abbraccio caloroso. –Scusa Sam non ti avevo vista scusami!- esclamò Ash che alta com’era sembrava più che altro stritolarla. Continuò ad abbracciarla oscillando leggermente chiedendole ancora scusa finche Sam non le fece cenno di fermarsi perché la stava strangolando.
-Porca miseria sei un tornado! Aspetta sono rimasta incastrata con i capelli-
-Si scusa ti aiuto. Sono un danno-
-No ma perché pensi una cosa del genere?- domandò Sam retoricamente causando la risata di Ash.
Quel pericolo pubblico di Ashley aveva i capelli più ricci di quelli di Sam, ecco perché  rimanevano sempre incastrate con i capelli. Sfoggiò un sorriso a trentadue denti che misero in risalto i suoi occhi castani sempre pieni di gioia. Si rivolse poi verso i due, che avevano visto tutta la scena cercando di trattenere le risate.  Ash con tutto quello che era successo non si era neanche accorta della presenza di Matt e si precipitò a salutarlo urlandogli nell’orecchio –ehi ciao Matt non ti avevo visto- esclamò, cingendogli il petto con un braccio.
-Ce ne vuole a non vederlo- esclamò Jane in tono scherzoso.
-Sai com’è, la vecchiaia. E poi non mi sono ancora ripresa dal concerto di ieri- le rispose.
-Ah non dirlo a me. Se non mi svegliava quest’energumeno sta mattina starei ancora al terzo sonno-
-Wow Matt ti sei reso utile. Fai progressi- disse Ashley ridacchiando rivolgendosi a Matt.
-Chi l’avrebbe mai detto eh?- rispose a tono Matt.
-Ma dai lasciatelo stare poverino ha fatto un concerto con i fiocchi ieri sera sta ancora rincoglionito si vede- si intromise Sam.
-Ah qualcuno he mi capisce finalmente. Vedi Jane, prendi esempio-  e Sam gli fece l’occhiolino facendo schioccare l lingua.
-‘vedi Jane prendi esempio’…gnaa!- rispose Jane facendogli il verso e facendo a sua volta ridere le due ragazze mentre Matt si alzava dallo sgabello dirigendosi verso la porta. –ok sono di troppo me ne vado. Ci si vede iene- esordì Matt
-Ciao mostro-
-Ciao animale-
-Ciao bestia- lo salutarono in ordine Jane, Ash e Sam in una maniera che a loro sembrava più che amichevole.
Dopo che Matt uscì dal negozio le tre si girarono verso il bancone intente a lavorare iniziando a dare uno sguardo alle foto.
-Ok adesso possiamo fare almeno finta di lavorare?- domandò ironicamente Sam e alla quale Jane rispose –signorsissignora!-.
Passarono al computer le foto che Jane e Sam avevano scattato e tutto sommato non erano male. Era Ashley a dover scegliere le foto per l’articolo, e c’era l’imbarazzo della scelta. Indossò i suoi occhiali che era solita usare quando lavorava al computer e iniziò a dare un occhiata. Erano tutte foto notevoli e lei le scorgeva attentamente  una per volta fissandole con uno sguardo serio mentre i suoi occhi castani passavano da una foto all’altra e facendo qualche commento di tanto in tanto su alcune foto. Pensava intanto a cosa avrebbe potuto scrivere sull’articolo, il concerto era stato spettacolare e le foto lo confermavano ma aveva troppe idee nella testa e glielo si leggeva in faccia. Era raro che Ash avesse quello sguardo così assortito. Solitamente i suoi occhi sprizzavano gioia, e gli si addicevano a quel faccino dolce che aveva, ma quando il lavoro chiama Ashley Harries risponde…
-Non pensare troppo poi ti viene mal di testa- esclamò Sam notando l’insolita espressione seria sulla faccia di Ash. Quest’ultima sobbalzò per poi accennare qualcosa di simile a un sorriso e rispose –tranquilla sono così abituata che quando ho finito è il computer ad avere mal di testa- disse mentre si toglieva gli occhiali.
-Allora che ne pensi delle foto?- domandò Jane.
-Sono tutte belle davvero. Ho l’imbarazzo della scelta non so quale scegliere-
-Fai così: chiudi gli occhi fai scorrere le foto e cliccane su una caso, e poi la usi per l’articolo- le suggerì Sam credendo di essere simpatica.
-Se seria?- chiese Ash interdetta
-Certo! Io mi vesto così la mattina non si nota?- e finirono nuovamente per ridere. Insomma forse non erano dei gran lavoratori ma sapevano di certo come divertirsi, anche se con poco. Ma erano amici da anni qualsiasi cosa era divertente per loro.
 
-Syn che vuoi fare?- chiese preoccupata Ashley
-Niente di che tranquilla- rispose sereno Brian
-Ecco ora mi fai preoccupare seriamente…-
-Dai su tranquilla…- disse lui cercando di rassicurarla.
-Syn non farlo!-
-Dai non dirmi che non l’hai mai fatto!-
-Non in macchina…-
-Shh..-
-No Syn no! FERMO!-
Ecco l’aveva fatto. Aveva acceso la sigaretta in macchina. Era una cosa che Ashley odiava soprattutto da quando aveva smesso di fumare. Non se ne sarebbe mai andata la puzza di fumo dalla macchina e Syn non avrebbe mai smesso di fumare. Ash aprì i finestrini, per evitare che morissero asfissiati, mentre lo guardava con una faccia schifata  –era proprio necessario? O mamma non si respira più!- lo rimproverò Ash intenta a guidare verso il locale in cui avrebbero suonato quella sera. Syn era seduto sul sedile del passeggero con il braccio appoggiato sul finestrino tenendo la sigaretta al di fuori della macchina con il busto rivolto verso Ashley e guardandola con un sorriso che la diceva lunga.
-Che c’è?- le chiese Syn come se niente fosse.
-Che c’è? Mi chiedi che c’è? Senti “Synyster Gates” se tu ci tieni così tanto a rovinarti i polmoni sono affari tuoi ma non farlo nella mia macchina, se poi vuoi che ti butti fuori per strada lo faccio volentieri e ti lascio a fare autostop qui solo come un cane finche due drogati su una decapottabile rossa in viaggio per non so dove ti danno un passaggio* ti va bene così?- quando ebbe finito di parlare si rese conto che forse aveva esagerato, allora si voltò verso di lui mostrandogli un sorriso finto e molto tirato. Syn la guardò sempre con quel ghigno in faccia e gettò la sigaretta fuori dalla macchina per poi risponderle  -ok va bene bastava dirlo- disse in tono sarcastico.
-Infatti te l’avevo detto…-
-Si ma non sei stata molto convincente-
-Si ok come vuoi- rispose Ash rassegnata all’arroganza di Syn.
-Tanto lo so che ti piaccio- disse lui schioccandole un bacio sulla guancia. Ash arrossì cercando di non darlo a vedere, mentre lui si sistemava sul sedile come se fosse un letto su cui sdraiarsi. Continuarono il tragitto in silenzio, troppo silenzio. Ash non vedeva l’ora di arrivare al locale per poter scaricare Syn giù dalla macchina e stargli il più lontano possibile, almeno per quella sera. Erano amici da anni sempre stati in buoni rapporti ma a volte per via dell’arroganza di Syn si arrivava ad avere qualche discussione che alla fine però si risolveva sempre.  Lei era forse l’unica a riuscire a tener testa a Syn, tutti gli altri finivano sempre per mandarlo a quel paese anche se amichevolmente. Arrivati nei paraggi del locale quel silenzio si interruppe per via di Ash che mise in guardia il ragazzo sulle intenzioni di Andrea nel caso in cui gli venisse la geniale idea di tracannare quantità industriali di alcol  -ehi vedi di non esagerare con l’alcol come l’ultima volta. Andrea era infuriata e non sono sicura che anche questa volta chiuderà un occhio- gli disse Ash.
-Si lo so sto cercando di contenermi il più possibile- rispose quasi scocciato.
-Meglio così.  Dai scendi siamo arrivati-
Scesero dalla macchina, Ash la chiuse col telecomando e  si diressero verso l’entrata posteriore del locale dalla quale potevano entrare solo gli artisti e il personale. Erano già tutti lì a sistemare gli strumenti: Zacky provava qualche riff, Jimmy stava finendo di montare la batteria e Johnny era alla disperata ricerca del suo basso che Zacky gli aveva gentilmente nascosto. Matt invece era con Jane e Sam per cercare una postazione adeguata per poter scattare foto.
-Ehi sei già ubriaco?- chiese in tono amichevole Jimmy al suo amico, che in tutta risposta gli mostrò il suo tatuato dito medio accennando anche un sorriso  -bene meglio così!- esclamò Jimmy ridendo.
Dopo aver salutato tutti prese la sua chitarra la collegò all’amplificatore e l’accordò in tempo record. Matt lo raggiunse mentre lui strimpellava la chitarra e gli dette una pacca sulla spalla dicendo  -mi raccomando a te. Iniziamo fra quindici minuti-
-Sono pronto man!-  esclamò Syn sorridendo. Matt fece un cenno con la testa per poi riunire gli altri componenti del gruppo e fare uno di quei discorsetti strappa lacrime e vecchi come il mondo cercando di far aumentare l’autostima dei ragazzi per dare il meglio sul palco. Era così ogni volta, come se fosse il loro primo concerto. Dopo aver sciolto i muscoli e allentato la tensione salirono in ordine sul palco prendendo ognuno la loro postazione. Matt si precipitò al microfono salutando il pubblico e presentandosi, poi passarono subito all’azione. Suonarono per più di un ora ininterrottamente. Inutile dirlo fu un successone; la voce potente di Matt coinvolgeva il pubblico in maniera stupenda, ma anche Syn e Zacky facevano la loro parte. Sapevano bene come muoversi sul palco e quando durante gli assoli i due suonavano spalla spalla il pubblico era in visibilio.
Andò tutto liscio come l’olio, e Sam si rivolse ad Andrea mettendole un braccio intorno al collo e dicendo  -visto? Sta andando tutto alla grande. Guarda, Syn si regge ancora in piedi e non ha steccato neanche una volta (con la chitarra ovviamente)-  Sam aveva ragione tutto sommato.
-Si in effetti è arrivato a fine concerto sano e salvo e non ha attentato alla vita Johnny come l’ultima volta- rispose Andrea accennando una risata. Andrea si sentiva sollevata dal comportamento di Syn e riuscì a godersi il concerto serenamente.
Finito il concerto i ragazzi scesero dal palco urlando come delle scimmie misero gli strumenti  al loro posto e si stravaccarono sui divanetti uno sopra l’altro facendo versi strani cosa che per loro era del tutto normale. Jane li vide ed esclamò  -come siete squallidi!- mentre rideva guardando quella scena raccapricciante.
Syn vide Andrea che gli sorrideva e le andò incontro. –Allora? Che dici mi sono comportato bene?- le domandò  allargando le braccia per abbracciarla.
-Si sei stato bravo ti meriti un biscottino- rispose lei sarcastica.
-Non sono mica un cane-
-No ma sei così sudato che si, puzzi come un cane!- risero tutti smodatamente Syn compreso.
-Bene che ne dite ora di andare a festeggiare?- urlò Jimmy euforico. Ovviamente il suo “andare a festeggiare” significava fare il giro dei locali di tutta Huntington Beach. Alla proposta di Jimmy, Andrea si allarmò mandato un occhiataccia a Jimmy che si sentì gelare il sangue. Lui la prese da parte e la rassicurò dicendole  -tranquilla te lo tengo d’occhio io-
-Ah ora si che mi sento sollevata- rispose lei parecchio sarcastica.
-Non ti fidi di me?- chiese lui guardandola con i suoi occhioni azzurri completamente spalancati e messi in risalto da un filo di matita.
Andrea lo guardò minacciosa e alla fine acconsentì. –Va bene andate. Ma tienilo d’occhio sul serio! Mi fido di te e fa che il tuo migliore amico torni a casa sano e salvo altrimenti farò il culo prima a te e poi a lui- disse Andrea con uno sguardo talmente serio da contagiare Jimmy che però cercò subito di sdrammatizzare sorridendole e dicendo  -le farò rapporto domani all’alba comandante!- Andrea sorrise per poi congedare Jimmy che si diresse verso i ragazzi. Uscirono dal locale cantando una sorta di inno rivolto a Syn  -perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo, perché è un bravo ragazzo! Nessuno lo può negar!-  Andrea  guardò i ragazzi uscire dal locale a braccia conserte e con un aria preoccupata.
Sam le si avvicinò preoccupata anch’ella e cercando di non farla agitare ancora di più  le sussurrò
-Credo che adesso ci sia da preoccuparsi-  Andrea non voleva ammetterlo, ma Sam aveva maledettamente ragione.
 
*i due tizi drogati a cui mi riferisco sono Gonzo e Duke di “Fear and Loathing in Las Vegas” film demenziale all’inverosimile al quale si sono ispirati per la canzone “Bat Country” :D
  
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