21/12/2012
1 recensioniFra le sue braccia
Dinah ripose il coltellino svizzero nella credenza, gli occhi ancora rossi e gonfi dal pianto.
Un modo troppo scomodo per abbandonare quel mondo, avrebbe lasciato macchie di sangue dappertutto, e lei voleva che la sua morte fosse sofferta, ma pulita.
Poi un vasetto di pillole attirò la sua attenzione. Aspirine. Una sola poteva anche farti passare il mal di testa, ma ingerirne troppe insieme ti uccideva. Sì, Dinah Burkett se ne sarebbe andata definitivamente in quel modo.
Si versò un bicchiere di cognac e si abbandonò su una sedia, svuotando metà del contenitore dalle piccole pastiglie bianche.
Prese la prima. Per sua madre, che non l’aveva mai amata quanto la primogenita, perché lei era diversa.
La seconda. Per suo padre, che era l’unico che riusciva a capirla, ma che aveva deciso di lasciarla, ma lei lo avrebbe presto raggiunto.
Bevve un sorso, prese un respiro profondo e continuò.
La terza. Per Madeleine, la primogenita. Sempre la più lodata, perché era più educata, più ordinata, più elegante. Sempre la migliore. Aveva una famiglia perfetta, un figlio bellissimo e un marito che la amava, o almeno pensava di amarla. Ma poi Dinah glielo aveva portato via, perché quell’uomo non meritava una donna gelida, meritava un abbraccio caldo e passionale, il suo abbraccio caldo e passionale.
La quarta. Per la figlia che non aveva mai conosciuto. La sua bambina, sua e di Rickie, nata morta. Il suo fantasma la torturava giorno e notte, si chiedeva come sarebbe stata la sua vita se quella neonata fosse rimasta in vita. Forse in quel momento avrebbe avuto una ragione per andare avanti.
Gli occhi le si riempirono di nuovo di lacrime, succedeva sempre quando pensava alla figlia, a quello che aveva dovuto passare. Si chiese quanto sarebbe dovuto durare quello strazio prima che il suo spirito abbandonasse definitivamente il suo corpo.
La quinta. Per lui. Rickie, che le aveva spezzato il cuore più e più volte, ma lei ancora lo amava. Cognato. Amico. Amante.
Addio. Pensò un’ultima volta. Ma qualcuno bussò alla porta.
Pensò di ignorare quel rumore, prima o poi chi era là fuori si sarebbe stancato e se ne sarebbe andato. Ma chiunque fosse, continuò e alla fine Dinah cedette ed andò ad aprire. Sulla soglia c’era Rickie che con il fiato corto la fissò senza dir niente per qualche secondo, poi lei non ce la fece più e gli gettò alle braccia al collo, bagnandogli la giacca scura.
“Va tutto bene” le sussurrò stringendola a sé e riconducendola dentro l’appartamento. “Va tutto bene”.
In quel momento Dinah Burkett capì che doveva vivere, perché il suo posto era quello, stretta a lui.
Deludente... ma in questo momento sto guardando The Heart of Me e mi sono fatta prendere la mano... il personaggio di Helena (Dinah) è semplicemente incredibile e lei è stata fantastica! E anche il film è molto bello, lo consiglio a tutti!