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Autore: Sherlock BBC First GDR    23/12/2012    1 recensioni
[Sherlock BBC]
- *... Finalmente si lasciò andare, così come Sherlock, misero da parte le loro maschere e semplicemente si divertirono come non facevano da anni. ...* -
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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6°Role - Sherlock e Blakie.

‎*Rimase a letto per tutta la giornata, aveva perso molto sangue e nonostante si fosse riposata, la spossatezza non accennava a passare. Non ce la faceva più a rimanere lì, non era affatto abituata a tutto quell'ozio. Era molto dinamica, era sempre in moto e con qualcosa da fare, quel periodo di stallo la snervava terribilmente. I punti tiravano e bruciavano meno del giorno prima, così come lividi. In quel momento era seduta sul letto, la schiena poggiata su morbidi cuscini. Accanto a lei, sopra il comodino, c'era la foto che aveva fatto al liceo. Sorrise.
In quell'istante vide alla porta la signora Hudson e, poco più indietro, Sherlock, che si apprestavano ad entrare. La padrona di casa fu dolce e prodiga di attenzione come sempre, quando poi si accorse di essere di troppo si congedò con un largo sorriso.* a dopo signora Hudson* salutò la ragazza alzando una mano* ehi! Che fai lì alla porta, forza, vieni a fare il tuo dovere di infermiere!* disse scherzando, facendo cenno a Sherlock di entrare.* credo che dovresti controllare le bende... Mi sembrava di aver visto qualche macchia rossa...* continuò la ragazza alzando l'ampia camicia da notte, scoprendo le bende e il suo corpo di fronte a lui. Non era imbarazzata, ormai quel ragazzo l'aveva vista in ogni modo: ubriaca, sotto stupefacenti, febbricitante, ferita e nuda...*


*Era rimasto sull'uscio dell'appartamento tutto il tempo, fin quando Mrs Hudson non si accorse di essere di troppo e si congedò con uno dei suoi soliti sorrisi. Blakie gli disse di entrare per completare il suo dovere da infermiere e lui inarcò un sopracciglio. Lui non era un infermiere ma un consulente detective.* Non sono un infermiere. Ma se proprio ne vuoi uno, sfrutta John quando tornerà. E' un medico lui. *disse molto ironico. La donna, seduta sul letto con la schiena appoggiata ai morbidi cuscini, si scoprì per far vedere le bende rimanendo nuda. Sherlock non s’imbarazzò per niente e, come se niente fosse, si avvicinò a Blakie e iniziò a controllarla* Bene, esce solo un po’ di sangue. Nulla di cui preoccuparsi. *le tolse la benda e iniziò a pulire la ferita dal quel po’ di sangue che era uscito. Dopo le mise delle bende pulite con molta delicatezza. Si alzò dal letto e si mise in piedi davanti a lei* Fatto. Adesso puoi anche coprirti. Ho degli antidolorifici se vuoi...*prese dalla tasca dei pantaloni un piccolo contenitore con dentro delle pillole. Le aveva comprate per Mrs Hudson nel caso il dolore all'anca, che curava, fosse stato persistente*

*Sorrise nel vedere la stizza di lui nell'essere chiamato infermiere.* ma io non voglio john! Che gusto c'è? *rispose ironica mentre si avvicinava per sedersi accanto a lei. La ragazza lo guardò sbendare, pulire e ribendare la sua ferita. Quando le sfiorò la pelle nuda per la prima volta rabbrividì, aveva le mani freddissime.* hai le mani ghiacce...*sussurrò contorcendosi leggermente. Le chiese se voleva degli antidolorifici, annuì leggermente, nonostante non volesse darlo a vedere la ferita la tormentava. Ne mise una sulla lingua e la inghiottì senza troppe difficoltà.*mi sto annoiando da morire... non sopporto di dover star chiusa qui dentro...*disse una volta che ebbe finito.*hai da fare? sennò, potresti restare qui e farmi compagnia... sto veramente impazzendo a non potermi muovere!*chiese nella speranza che accettasse e che almeno con lui il tempo passasse un po’ più veloce.*

*Alla domanda se voleva antidolorifici lei annuì e, porgendogli una pillola la ingoiò. Dopo Blakie gli chiese se aveva da fare, sennò poteva restare lì e fargli compagnia. Voleva rispondere -si, ho molto da fare- ma poi si sarebbe dovuto sorbire le prediche di Mrs Hudson.* Va bene, ti farò compagnia ma tu non muoverti troppo. *disse sospirando* Ogni infermiere ha bisogno di una pausa dal suo lavoro! *fece un piccolo sorriso. Ogni tanto non guastava. Così si sedette accanto a lei e la fissò* Cosa vorresti fare? *chiese normalmente, come quando si parla ad un amico*

*Le disse che restava con lei a patto che non si muovesse e sorrise, la ragazza rispose portandosi una mano alla fronte come fanno i militari*agli ordini!*disse scherzosa. Le chiese poi cosa le andava di fare, sinceramente non ne aveva idea, quindi si fermò un istante a pensare. Poi, non volendo, si girò verso la finestra e vide il cielo: una spruzzata di nubi qua e la ed un sole tiepido. Un largo sorriso si aprì sul suo volto. Era incredibile quali sensazioni portasse alla mente un periodo di riposo forzato. Non aveva mai capito quanto le piacesse il cielo, anche se ogni volta che poteva, saliva sui tetti delle abitazioni di Londra, si sdraiava lì e restava a fissarlo, anche per ore... adesso invece le appariva chiaro, era un bisogno reale il suo. Quindi si voltò verso Sherlock, sapeva che molto probabilmente le avrebbe detto di no, visto che per arrivare al tetto cerano delle scale da fare e il movimento era stato bandito da lui solo pochi minuti fa, comunque, tanto valeva provare!* voglio andare sul tetto... mi ci porti?*chiese sorridendo come una bambina.*

*La vide girarsi in direzione della finestra e pensò -il tempo oggi è sereno. Non vorrà mica...-. Poi Blakie gli chiese di portarla sul tetto. La sua deduzione era esatta. Sospirò nuovamente, si alzò e la prese in braccio come se fosse una bambina* Ok. Ma ti ci porto a modo mio. Come ho già detto, non posso fare sempre l'infermiere. *uscì dall'appartamento e salì le scale portando la ragazza in terrazzo. La vista era fantastica e una leggera brezza spostò i capelli dei due giovani. Sherlock la teneva ancora in braccio e la guardava emozionarsi per via del bel panorama* C'è un'ottima vista da quassù, ho scelto il palazzo per questo motivo...

*Vide il suo volto titubante e rise sommessamente, disse che l'avrebbe portata, ma a modo suo, sorrise lasciandosi prendere in braccio come una bambina. Salirono le scale e, una volta arrivati in cima la vista la lasciò senza fiato. Possibile che non fosse ancora salita sul tetto? La vista era a dir poco meravigliosa, adorava vedere Londra illuminata dall'alba, l'aria frizzante e fresca le scompigliava i capelli e le pungeva la pelle. Sorrise. Era sempre occupata, sempre di fretta, riscoprire il piacere della semplicità ebbe un effetto rigenerante su di lei.* è stupendo vero?*disse piano, come a non voler disturbare la quiete della città. Infine si voltò verso Sherlock, lo vide con lo sguardo perso all'orizzonte e sorrise pensando che non era cambiato di una virgola.*sono pesante, mettimi giù!*disse sorridendo*

*Guardava l'orizzonte e pensava a quei milioni di persone e alla loro vita, una vita breve. A volte viene vissuta in pieno, assaporando ogni attimo che essa ci regala, altre volte ci si perde in frivolezze e non se ne è mai soddisfatti. Le parole di Blakie lo fecero ritornare al mondo reale. Era molto leggera, quasi neanche sentiva di tenerla tra le braccia. Si voltò verso di lei e, vedendola sorridere, fu colpito dalla sua bellezza* Sei leggera, invece. E poi se ti mettessi giù, ti metteresti a camminare. Non rischio per fare nuovamente l'infermierino! *disse ridendo piano*

*Le disse che non pesava affatto e che non avrebbe rischiato a metterla giù, infine rise.*wow... erano anni che non ti sentivo ridere!*disse sorridendo*dovresti farlo più spesso...* continuò per poi tornare a guardare il panorama. Era felice in quel momento, si sentiva leggera e non pensava più alla ferita. La brezza le faceva gonfiare in buffi arabeschi la camicia da notte e, essendo sollevata da terra le pareva quasi di volare. Un brivido di freddo la scosse leggermente e si strinse di più al petto di Sherlock.*grazie ancora… *sussurrò sincera.*

*A quelle parole pensò -forse dovrei ridere più spesso. Ma per cosa?-. Poi la vide nuovamente sorridere e stringersi al suo petto, il suo cuore batteva sempre più forte e non capiva il perché. Aveva sempre saputo reprimere le emozioni, così da essere distaccato da tutto e da tutti. Ma adesso, il solo averla tra le braccia e vederla sorridere, lo fece intenerire e calmare. Per qualche istante tutto, intorno a lui, si fermò come per fargli godere fino in fondo quell'attimo. Si sentiva a disagio. Non aveva mai provato simili emozioni.* Quando vuoi tornare nel tuo appartamento, dillo pure. *chiese piano, quasi dolcemente*

*Stando più vicina a lui fu come se riuscisse a sentire ciò che aveva dentro, quello che si ostinava a nascondere. Sentì tutta la confusione, le sensazioni contrastanti. Sentì il suo cuore battere più velocemente e poi tornare regolare, i suo muscoli tendersi, fremere, e poi rilassarsi. Sorrise. Quando le chiese se voleva tornare dentro alzò lo sguardo verso di lui.* ancora qualche minuto... è così bello stare qui...*disse piano, rabbrividì ancora, stava tremando, eppure non voleva andarsene, non voleva andar via da lì, non voleva che la lasciasse.*

*Rispose solo con un va bene per poi perdersi nella sua bellezza. Nella sua mente, una carrellata di ricordi, facevano riaffiorare vecchi sentimenti repressi dalla sua razionalità. Senza accorgersene la strinse forte a sé, come per non lasciarla andare. Si ricordò di tutto l'affetto che provava per lei e rimase stupito di come aveva represso tutto. Era diventato bravo ora.*

*Si sentì stringere più forte, sorrise. Ascoltò il suo cuore battere, il suo respiro. Stava bene, dimenticò il freddo, chiuse gli occhi, e assaporò ogni istante di quella perfezione. Infine, quando li riaprì vide Sherlock che la stava guardando. Sorrise.*entriamo?* chiese rabbrividendo di nuovo, quella mattina il freddo era sceso su Londra con l'alba. Si lasciò riportare giù sino al suo appartamento, ricordando divertita quando, al liceo, essendosi ubriacata, Sherlock l'aveva presa in braccio e l'aveva portata a letto. Scosse il capo e, una volta che la posò sul materasso gli prese una mano.* resta qui, non andare via..* disse piano. Non voleva che quel piccolo momento d’intimità finisse, perché sapeva che presto, quando la ferita sarebbe guarita, tutto sarebbe tornato alla normalità, e non voleva*

*Dopo quella richiesta, la portò giù e la stese sul suo comodo letto. Ma, mentre stava per andare via, la ragazza gli prese la mano chiedendogli di non andare via e di restare. Non sapeva cosa fare. Restare, e far riaffiorare i ricordi. Andare, e lasciarsi tutto alle spalle. I tempi del liceo erano finiti, erano persone adulte ora. Eppure il vecchio Sherlock sarebbe rimasto lì, come aveva sempre fatto con lei. Poi, finalmente, decise.* Ok, resterò qui con te...*si sedette accanto a lei e, arruffandole i capelli, disse*...gattina! *Al liceo scherzava sempre con lei dandole i numerosi appellativi di un gatto per via della sua maschera. Si divertiva sempre. Ricordò di quando le lanciò un gomitolo di lana per farla andare a dormire dopo una di quelle solite feste liceali. Lei era balzata sul letto dicendo "meow" e lui la guardava ridendo. Pensando a questo non riuscì a trattenere una fragorosa risata continuando ad arruffarle i capelli*

*Lo vide indeciso sul da farsi, ma alla fine cedette e si mise a sedere accanto a lei arruffandole i capelli. Risero insieme come avevano sempre fatto.*eh dai! Smettila!*disse dimenandosi divertita.*okey, vuoi giocare? Come vuoi...* disse prendendo dal cassetto del suo comodino la maschera egizia, la mise e sorrise* maw maow...*disse piano, poi si avvicinò a lui e si struscio al suo braccio imitando le fusa di un gatto per poi scoppiare a ridere.* era una vita che non lo facevamo eh?* disse divertita prima di sdraiarsi a pancia in su con il capo poggiato sulle sue ginocchia guardandolo*

*La ragazza si mise la maschera e iniziarono a giocare come i vecchi tempi. Non si divertiva così da anni, ormai.* Esatto. Non ricordavo fosse così divertente! *aveva smesso di controllarsi e aveva lasciato libero sfogo alla sua indole adolescenziale. Poi Blakie posò il capo sulle sue ginocchia guardandolo. Si stavano divertendo e basta.* Che c'è? La vita da gatto ti piace molto...vuoi che ti faccia le coccole sul pancino? *le accarezzava la pancia come se fosse un gatto, mentre lei continuava la sua recita felina dimenando i pugni chiusi verso di lui* Ti piacciono le coccole? *disse ridendo*

*Finalmente si lasciò andare, così come Sherlock, misero da parte le loro maschere e semplicemente si divertirono come non facevano da anni. Quando lei si mise su di lui iniziò a muovere i pugni verso di lui, imitando un micio bisognoso di attenzioni. Sherlock cominciò a farle i grattini sulla pancia ridendo, anche lei rise, continuando la sua recita felina.*si! Mi piacciono le coccole! Maow maw!* disse divertita dimenandosi leggermente sotto il tocco delle sue mani*

*Continuarono così per un paio di minuti, poi Sherlock ebbe un'idea* Vuoi del latte, micina? Devi essere affamata! *e ridendo si diresse in cucina, dove verso del latte in un bicchiere, per poi portarlo alla ragazza* Ecco a te! Il latte è buono e fa crescere le ossa, e rimargina le brutte ferite. *si sedette nuovamente facendole poggiare il capo sulle sue ginocchia* Allora, come te lo facciamo bere il latte dal bicchiere? Non c'era una ciotola in cui versarlo così che potessi leccarlo...Pazienza! *disse con voce da stupido*

*Rise quando si alzò per andare a prenderle il latte. Una volta tornato, le avvicinò il bicchiere ricolmo di latte dicendo che le avrebbe fatto bene e scusandosi per non aver trovato una ciotola adatta. Blakie rise e si girò sedendosi accanto a lui in ginocchio* poco male, ma il latte lo bevo comunque!*disse passandosi la lingua sulle labbra. Prese il bicchiere e ne bevve un sorso sporcandosi leggermente di bianco. Quando si accorse che Sherlock la fissava divertito inclinò il capo* che c'è?* chiese stupita vedendolo sorridere in quel modo mentre la guardava*

*Blakie gli aveva tolto il bicchiere di mano e , sedendosi accanto a lui, ne bevve un sorso sporcandosi il labbro superiore. Vedendola non poteva trattenersi dal ridere* Hai.. hai del latte sul labbro superiore! *disse continuando a ridere mentre lei lo fissava come un gatto perplesso alle parole del padrone* Dai, su! Continua a bere...*continuava a ridere. Non era affatto cambiata, era sempre la solita e buffa ragazzina di sempre*

*Rise pulendosi come un gatto, finì il suo latte e poggiò il bicchiere poco distante. aveva gli addominali indolenziti per le troppe risate, poggiò la fronte sulla spalla di lui, esausta.* Mio dio... mi fanno male i muscoli della faccia!*disse per poi alzare il viso sorridendo, sciolse il filo di raso nero che tratteneva la maschera e se la rigirò fra le mani. *mi sono davvero mancati i vecchi tempi... grazie per essere rimasto padroncino mio! mew*disse scherzosa strusciandosi un ultima volta come un gatto poi si fermò e lo guardò negli occhi.* ehi! non ti ho ancora ricompensato come si deve! sai che ci tengo a queste cose, chiedimi qualunque cosa e sarà tua! forza, guardati intorno, solo in questa camera ci sono milioni di sterline in gioielli e quant'altro! hai l'imbarazzo della scelta!*disse a braccia aperte in attesa che scegliesse la sua ricompensa*

*Finirono di ridere, entrambi aveva i muscoli facciali e gli addominali indolenziti per le troppe risate* Anche io, sai! *dopo la ragazza si tolse la maschera e iniziò a parlare di ricompense. A Sherlock non piacevano queste cose, non era il tipo.* Niente ricompensa. Non voglio nulla, credimi! E poi per cosa? Per averti medicata e per aver giocato con te? Queste cose le facevo gratuitamente prima, continuerò a farlo senza ricompense! I soldi non m'importano...*la guardò serio in viso. Si era divertito anche lui e in tal caso, anche lei meritava una ricompensa*

*Declinò la sua offerta radicalmente, ma lei continuava a sentirsi in debito, se non fosse stato per lui sarebbe ancora stesa sul suo sangue. quindi sorrise enigmatica.* ma tu meriti una ricompensa... che sarà una cosa che adoravi molto al liceo... ricordi?*disse sibillina prima di scattare in avanti quanto la ferita glielo consentisse ed iniziare a fargli il solletico. Quando erano al college lo tormentava continuamente, ogni volta che la faceva arrabbiare, lo sottometteva con il solletico. Lo spinse sul letto e facendo aderire il suo corpo alla sua schiena iniziò a solleticargli l'addome e rise nel sentirlo contorcersi sotto di lei. Quando la implorò di fermarsi per la terza volta si sollevò leggermente sul di lui, mettendosi a cavalcioni all'altezza del suo pube, piegandosi in avanti e avvicinandosi al suo viso sorrise.* piaciuta la ricompensa?* chiese ridendo soddisfatta, alcune ciocche ricadevano morbide accanto al viso di lui, ondeggiando ad ogni respiro. senza accorgersene, Blakie si perse a guardare i suoi occhi, un'altra cosa di lui che le era mancata da morire...*

*Appena Blakie disse che lo avrebbe ripagato con qualcosa che amava al liceo pensò subito al solletico, e senza potersi ribellare, lei le saltò addosso iniziando a fargli il solletico. Si dimenava come un bambino sotto di lei e la implorava di fermarsi. Alla terza volta le si mise a cavalcioni all'altezza del pube. La cosa non destò alcun fastidio in lui, era normale, lei lo faceva sempre, al liceo, quando gli faceva il solletico. Dopo avvicinò il viso al suo e, parlando, lo guardò intensamente* Ah, non so. Bella perché è divertente, ma orribile perché sai che soffro il solletico! *la guardò negli occhi, perdendosi anche lui nei suoi*

*Sorrise alla sua affermazione, spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.* beh, diciamo che questo era una ricompensa per me!*disse sorrodendo.* mi ero dimenticata quanto mi piacessero i tuoi occhi...* continuó quasi senza pensarci, sfiorandogli il volto con un dito. Poi si sdraiò lentamente sul suo petto, chiudendo gli occhi, perché se l'avesse guardato ancora da così vicino, i suoi vecchi istinti sarebbero riemersi, dio solo sa quanto volesse baciarlo in quel momento, ma non voleva farlo. Non poteva. Restò lì, sul suo petto, gli occhi sbarrati, senza dire una parola, senza muoversi.*

*Continuava a guardarla negli occhi* Anche io avevo dimenticato quando mi...piacessero i tuoi...*dopo queste parole Blakie si sdraiò lentamente su di lui e Sherlock prese ad accarezzargli la testa divertendosi a giocare con i suoi capelli. Per un secondo pensò di volerla baciare, ma si riprese e preferì non farlo. Stavano entrambi in silenzio a ricordare quando gli mancassero i vecchi tempi*

*Stava lì, non voleva muoversi, stretta in una morsa di imbarazzo, una sensazione nuova per lei, completamente. Ricordava che neppure al liceo, quando stava a contatto con Sherlock anche per giorni interi, aveva mai provato qualcosa di simile. Lei era una che prendeva il destino a due mani e lo piegava a suo piacimento, non lasciava niente al caso, ciò che aveva lo aveva guadagnato ed era dell'idea che niente cascasse dal cielo. Restò qualche istante a seguire con la mente il movimento della mano di lui sui suoi capelli. Infine, si sollevò dal suo petto, uno sguardo non più titubante ma sereno e sicuro. Sfiorò di nuovo il volto di Sherlock, avvicinandosi, sempre più, finché non posò le sue labbra su quelle di lui, lasciandosi trasportare da un tenero bacio.* dimenticavo quanto mi fossero mancate le tue labbra...*sussurrò piano, sorridendo.*

*Quella frase sembrò riscuoterlo e le azioni appena compiute gli piombarono addosso con lo stesso effetto di una doccia fredda; -ma che diavolo sto facendo?!- pensò disgustato da se stesso, si era fatto abbindolare dalle avance di quella donna, LUI, che riteneva i sentimenti il peggiore degli handicap, ci era caduto con tutte le scarpe e per la seconda volta; la sentì rannicchiarsi ancor di più contro di lui e quel moto di disgusto gli attanagliò di nuovo le viscere; le scoccò un occhiata di sott'occhio, lei teneva gli occhi chiusi e sembrava la persona più felice del mondo... non poté far a meno di ripensare a quella notta, la notte del loro addio, quando lei gli aveva spezzato il cuore. L'unica di cui si fosse mai fidato e si era approfittata di lui, gettandolo via al momento opportuno!* Levati di dosso *la sua voce era fredda, tagliente come la lama di un rasoio; la vide aprire gli occhi e guardarlo sgomenta* Mi fai solo ribrezzo *disse ancora con tono lapidario, se la scrollò di dosso, alzandosi velocemente e ritirandosi nel suo appartamento.*

*Sentì da subito che qualcosa non andava, strinse di più gli occhi, come a voler tener chiuso dentro quel pensiero. Poi sentì la sua voce, fredda, atona. Sorrise amara, purtroppo non era cambiato niente, lui non aveva dimenticato di quando lo aveva sfruttato e se n'era andata. E adesso non voleva cascarci di nuovo, quindi se ne andò quasi correndo, lasciandola lì, da sola sul letto, i pugni stretti contro le lenzuola per trattenersi dall'urlare: -Sherlock! Apri gli occhi! Non sono più quella persona, se lo vorrai sarò sempre qui per te!- ma non lo fece, semplicemente restò in silenzio, arrabbiata, più con se stessa che con lui. Aveva tutti i motivi per poter prendere quella scelta, infondo se lo meritava. Quello, fu forse l'episodio che la convinse a calare per sempre la maschera fredda e razionale sul suo volto, questa volta con la promessa che non l'avrebbe mai più tolta.*
  
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