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Autore: Elizabeth9    09/07/2007    14 recensioni
Ispirata al libro e all'omonimo film Memorie di una Geisha questa fanfiction parla di un amore tanto antico quanto attuale che ha saputo sfidare le rigide regole del mondo delle Geishe e non solo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Veste di Dama

Tra le foglie fluttuanti dell’Hamanaci si stagliano due occhi, figli dell’acqua, luminescenti sopra una maschera bianca con labbra rosse. Veli ,come gli smerigli del mare, creano le sue vesti, intarsiate dei colori dell’autunno e dei fiori di ciliegio. Sotto splendidi kimono si cela la sua elegante figura prigioniera di un mondo tanto antico, quanto misterioso.

Passi brevi e contenuti si dirigono verso quell’oikia che aveva ospitato grandi Geishe, in competizione tra loro,come due grandi aquile che vogliono lo stesso piccolo cielo del Giappone.
I petali di ciliegio, il dolce venticello accarezzavano e custodivano quella casa; anch’essi ospitali e delicati agli occhi dell’ospite. L’oikia profumava ancora di polvere bianca, quella stessa polvere che nasconde il volto di una giovane donna. Dopo le scale, una camera…neanche la guerra era riuscita a derubarla del suo nitido sapore: quel futon sembrava ancora caldo… quello specchio rifletteva ancora le preziose vesti decorate della Geisha che da sempre vi era abitata.
La delicata mano bianca di Kaiaco si sofferma al di sopra del cofanetto di cipria profumata, sotto la quale è riposto con cura un gioiello che racchiude in sé il passato di una madre.

***
Era ormai da tanto che Sayuri aveva lasciato il colletto rosso da Maico per diventare la più grande Geisha dell’ Hamanaci. I suoi ventagli bicolori avevano con lei danzato come un’opera d’arte in movimento, il suo obi l’aveva cinta per molto tempo, i suoi alti sandali l’avevano accompagnata sopra un tappeto di fiori di ciliegio davanti ai molti occhi degli increduli spettatori, meravigliati dalla sua tenera dolcezza. Eppure… quell’acqua ,riversata nei suoi occhi, cercava di trascinare con il suo amore un unico ricercato sguardo: quello del direttore generale….

Uccelli di metallo si erano innalzati in volo non per cercare un nido, ma per appropriarsi di una terra che non era la loro. Non scendeva silenzioso alla sera il crepuscolo, ma di fuoco il cielo si animava per le bombe che turbavano violentemente la serenità.

Sayuri si era rifugiata non più nelle sue vesti che tanto avevano condizionato la sua vita, ma in un posto sperduto dove l’orrore della guerra non era ancora giunto.
Dopo anni l’equilibrio sembrava essere ritrovato e finalmente, come le molte preghiere di Sayuri avevano desiderato, il direttore generale diventò il suo Danna. Quel giorno fu il più importante della sua vita……Sayuri si incamminava verso il giardino dell’oikia. Gli alberi muovevano le folte chiome, il cielo si proiettava sulle dolci acque del giardino, mentre Sayuri vegliava con lo sguardo sul piccolo mondo con fatica conquistato. Il vento le carezzava i capelli, senza scomporli nella loro rigida ed elegante forma, mentre il direttore generale le se avvicinava osservandola.
“Sayuri” pronunciò dolcemente il direttore generale” ora non posso più celare i miei veri sentimenti nei vostri confronti….”. Gli occhi di Sayuri cominciarono lentamente a diventare lucidi, finchè la forza delle lacrime non poteva più essere trattenuta come un fiume in piena che si libera irrorando i campi con le sue acque.
Pochi sguardi, pochi attimi….e su quelle labbra si posarono quelle del direttore generale, sciogliendo la freddezza della maschera che le nascondeva.

Da quell’attimo, da quel preciso istante Sayuri era finalmente decisa a non essere più solo una donna del crepuscolo, una moglie a metà per il suo amato….era pronta a lasciare quei kimoni, quella cipria, quel rossetto, quel carbone che le rigava gli occhi…anche se non era semplice…non lo era affatto liberarsi di quelle vesti che lei da principio aveva indossato solo per compiere un passo sempre più vicino al vero amore. Quella maschera non si era mai tolta del tutto…nell’anima ancora costituiva un ricordo…….. dopotutto la Geisha non può amare o provare sentimenti, è un’artista del mondo che fluttua….danza, balla, intrattiene, il resto è ombra…..il resto è segreto.

Eppure la pace sembrava ormai regnare nei loro cuori, per mesi e mesi il loro amore aveva potuto dichiararsi senza più segreti o maschere. La leggera brezza, costantemente presente nel giardino dell’oikia, sembrava più mite nei mesi di primavera. L’obi cominciava ad essere alleggerito, il kimono colorato di sete più sottili. Gli occhi di Sayuri sembravano più tranquilli e rilassati del solito, come quell’acqua che non più irrigidita sotto fiocchi di neve, tintinnava dalla finestra fino a bagnare le prime tenere foglie. Tutta la natura sembrava sprigionare nuovo calore: i germogli dagli alberi, il rumorio degli animali, anche il sole non più timido tra la foschia dell’inverno, si innalzava sempre più tiepido tra le montagne….quella stessa tiepidezza e quello stesso calore mai provato prima, Sayuri poteva ora percepirlo con grande stupore sfiorandosi il ventre.

Quell’obi proteggeva qualcosa di molto prezioso, che non poteva essere tenuto da una Geisha. Eppure Sayuri era certa di non essere più sola e di abbracciare con sé il suo più grande dono. I suoi occhi erano sempre dolci nel fissare il proprio ventre……quell’acqua tanto impetuosa, diventava una fine pioggerella piena di freschezza….quelle mani sfioravano l’obi con la stessa delicatezza con cui i colori lo decoravano. Tuttavia Sayuri sapeva bene di appartenere ad un altro mondo, troppo antico e rigido nelle sue regole,che non avrebbe accettato la nascita di una nuova….splendida creatura. Così Sayuri ogni momento era più felice e allo stesso tempo turbata dal pensiero di dovere un giorno, non tanto lontano, confessare ciò a cui teneva di più al mondo, e probabilmente staccarsi da esso. Passava ore in preda all’ansia e alla disperazione, fin quando poi decise di chiedere consiglio ad una cara amica…..Mamea.
Sayuri si diresse da lei i primi giorni di Aprile…….Ogni cosa le ricordava l’intenso periodo di apprendistato per diventare Geisha….i primi sandali, le danze, l’accordo degli strumenti musicali…..
“Cara Mamea” disse soavemente Sayuri seguendo con lo sguardo il suo viso mentre faceva un elegante inchino verso terra.
“Sayuri……..le stelle dell’Hamanaci brillano ancora tutte per te!...Prego accomodati” Mamea delicatamente afferrò la teiera e servi un fumante tè sulla piccola tazza di porcellana a Sayuri.
Dopo qualche ora di conversazione Sayuri disse: “Mamea…voi avete mai amato il barone, il vostro Danna?” la voce di Sayuri si faceva sempre più tremolante al pensiero della sua risposta
“Mh…..”disse con aria delusa Mamea “Sayuri……non hai ancora appreso a quanto vedo, cosa sia concesso ad una Geisha…….la Geisha NON PUO AMARE!”
“Un’onda può fermarsi davanti ad una scogliera?....il fuoco può risparmiare l’albero?....la montagna può piegarsi al vento?.......L’amore……l’amore Mamea, non può fermarsi a niente….può solo generare vita…..”e qui gli occhi di Sayuri guardavano orgogliosamente il suo ventre, cominciando a lucidarsi sempre di più fino a rigare il suo volto bianco, facendo intravedere il chiarore della pelle dietro la maschera.
“Nooooo….”Mamea intese benissimo le parole di Sayuri…fece cadere le poche gocce di tè rimaste sulla tazzina.
”Non si può chiedere al sole, più sole …….o alla pioggia meno pioggia! La vita….la vita è la cosa più bella al mondo…….perchè un uccellino cerca faticosamente tanti piccoli ma robusti rametti per fare un nido,quando potrebbe benissimo ripararsi sotto un qualsiasi altro luogo?...per preservare la vita che ha dentro e che vuole a tutti i costi proteggere!!!” a quel punto Sayuri comiciò a piangere come non aveva mai fatto, non sperava più in suo consiglio ed era pronta ad andarsene, ma…”Mia cara Sayuri….l’acqua ha sempre una gran fretta, e cerca una via di fuga, quando vie di fuga non ve ne sono!”il viso di Mamea non sembrava più rigido,ma più rilassato sotto le sue rosse labbra”Non fare il mio stesso sbaglio!...Non lasciare che ti portino via il tuo più grande amore come ho dovuto fare io…..Sayuri, sono fiera di te!” Le sue labbra si distesero sempre più lentamente fino a formare un lieve sorriso che riempì di gioia l’animo di Sayuri.

Così con grande fretta Sayuri si diresse verso l’oikia, facendo ondeggiare le proprie vesti come non aveva mai fatto. La speranza di liberarsi in qualche modo da quell’aspetto di dama, che l’aveva fin da ragazzina imprigionata, sembrava finalmente rivivere con lei. Cominciava ad ondeggiare su se stessa tra i primi petali di ciliegio che odoravano il giardino…come una grande giostra che continua a roteare con le sue luci, con i suoi colori ….la brezza che le scioglieva i capelli. Sayuri si accartocciava lentamente su se stessa, fino a toccare quell’erbetta tenera del mese di Aprile, con lo sguardo rivolto verso l’alto, riflesso del cielo, e un lieve sorriso come una rosa rossa appena sbocciata…”Si può essere più felici?”

Era giunto il momento di dare la notizia al direttore generale, così Sayuri aprì delicatamente la porta impolverata sul retro dell’oikia e proseguiva a passi frettolosi ed elettrizzati verso la stanza di lui. Sayuri con le sue piccole e graziose mani stava per aprire l’uscio della porta quando si rese conto che era in corso una conversazione tra il direttore generale e la signora madre, precedente padrona dell’oikia “Non so come poterglielo dire….” sospirò il direttore
“Sayuri è una Geisha…starà bene anche da sola, non soffre la solitudine….vi è stata già abituata tanto tempo fa….e del resto non poteva che desiderare null’ altro che la vostra protezione…..non ha bisogno di voi per sempre….non ha bisogno di creare una famiglia” disse aspramente la signora madre con in bocca una fumante pipa che aspirava, creando polvere di fumo.
“Lo so bene!Sayuri è forte, lo è sempre stata, ed una famiglia completa ora non potrebbe assolutamente esistere……”

A quelle parole gli occhi di Sayuri si fecero di ghiaccio….si appoggiò pesantemente alla porta della stanza e come una foglia che ha appena perso il ramo a cui era sempre stata unita, Sayuri si sentiva persa e sola, così cominciò a bagnare il suo candido kimono di lacrime amare.

“…..non potrei sopportare di abbandonare lei e un figlio” continuò il direttore generale, accostando la propria robusta mano in viso quasi a voler reprimere le lacrime che non cessavano di liberarsi.

Dalla stanza si sentiva uno scalpitare di sandali giù per le scale….il direttore generale aveva compreso che Sayuri era stata lì.
Sayuri aprì violentemente la porta dell’oikia, per avviarsi verso il cancello. Intanto la pioggia cominciò pesantemente a scendere, bagnando gli splendidi vestiti che Sayuri indossava. Le foglie intessute sembravano sbiadire lentamente come il suo viso sempre più tremolante e in lacrime. Cominciò a correre per il ponte, quella pioggia le pizzicava il viso così come quelle parole le avevano trafitto con mille lame il cuore. L’acqua scorreva incessante sul ponte, finchè Sayuri non scivolò battendo le proprie mani a terra. Lì …sotto la pioggia, tutto sembrava scorrere via, tutto sembrava non avere più un senso.
“Che c-cosa farò ora? N- non avrei dovuto mai permettere la nascita di questa creatura in me…” Sayuri continuava incessantemente a piangere “dovrò abbandonarla, come aveva fatto Mamea e tante altre Geishe…..VOGLIO UNA VITA CHE SIA MIA!” l’urlo di Sayuri risuonò per tutto il luogo.

In lontananza una figura si avvicinava alle vesti della dama ormai completamente bagnata dalla pioggia e dalle proprie lacrime “Sayuri, cosa fate qui sola sotto la pioggia, non vi sentite bene?” disse il direttore generale aiutandola ad alzarsi.
“E’ giunto il momento di salutarci…….io devo servire la mia patria, sembra che la guerra sia ricominciata” il volto di Sayuri si girò di scatto a quelle parole e un velo di lacrime coprì i suoi occhi.
“Non potete lasciarmi così presto!Non adesso…..non ora” lo supplicò Sayuri
“L’acqua sa sempre vincere ogni cosa…..non mi tratterrò molto….riuscirete a vivere anche in mia assenza!”il direttore generale mise una mano nella sua giacca e tirò fuori un ciondolo: argenteo, con tante foglie che si intersecavano tra loro e un diamante al centro.
Glielo pose tra le mani bianche.
“C-cos’è?” e lo strinse a sé “…..Direttore generale….” balbettò Sayuri piangendo “ io vi at-tenderò qui insieme a qualcun altro……nostro figlio” Sayuri si sfiorò delicatamente l’obi bagnato e guardò il direttore generale speranzosa
“C-cosa?” disse con stupore il direttore generale cominciando a piangere “Sayuri sappiate che io vi amo, e vi amerò per sempre, ma ora il mio cuore ha posto anche per un’altra persona…..nostro figlio! Abbiatene cura in mia assenza!” il direttore generale la strinse a sé e la baciò calorosamente…prima sfiorandole le labbra e poi il ventre.

***
Kaiaco indossa il profumato gioiello ancora perfettamente intatto e dopo essersi ripassata le labbra schiarite dalle lacrime, scese a causa del ricordo, disse “La vita è il bene più prezioso, ogni giorno acqua, aria, fuoco e terra si impegnano a mantenerla in equilibrio e a farla crescere…. Grazie mamma per tutto ciò che hai fatto!”

Per quanto un mondo possa essere pieno di ostilità e regole, per quanto il mondo sia doloroso e superficiale, le vesti di una dama vi hanno fluttuato ed hanno sfidato ciò che non doveva esserlo, fino a creare la vita.


Fine
Elizabeth9

Legenda:
Hamanaci: cittadina del Giappone
Oikia: luogo in cui abitano le Geishe
Futon: letto giapponese
Maico: apprendista Geisha
Obi: specie di larghissima cintura che tiene salde le vesti che compongono il kimono

Spero che questa one-shot vi sia piaciuta. C’ho messo proprio il cuore e ho tentato di comprendere e di immedesimarmi il più possibile nelle splendide vesti della protagonista. Tengo molto ai commenti perché non so quello che il lettore percepisce leggendo la storia, avendola scritta di persona. Commentate il più possibile e passate parola! Grazie a tutti i lettori!;))))
  
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