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Autore: live_in_books    26/12/2012    2 recensioni
Tre ragazze devono fare una ricerca di scienze in un bosco, e decidono di dividersi. Quando inizia a piovere decidono di rifugiarsi in una casa, che però è anche un ottimo rifugio per un assassino appena evaso...
Ciao! spero che la mia storia vi piaccia! per favore, scrivetemi tanti commenti (non solo positivi)!
Genere: Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La morte in un bosco


Sylvia arrivò a casa. Lasciò la cartella per terra, davanti all’entrata e si buttò sul divano, sfinita. A scuola aveva preso un altro 5 in storia, e questa volta la prof Winter era stata chiara: voleva parlare con i suoi genitori. “E come faccio a dirglielo?” pensò “Non importa. Troverò una soluzione.” Scosse la testa, come per cancellare quel pensiero, prese il telecomando e accese la televisione. C’era il telegiornale.
< Se proprio non c’è nient’altro… > si mise ad ascoltarlo.
< …ed ecco la nostra ultima notizia: un serial killer, che corrisponde al nome di Tom Jenner è appena evaso dal carcere di massima sicurezza di Bouville, quindi raccomandiamo la massima sicurezza per chiunque abiti in quella zona. Accanto a me vedrete la sua foto- comparve la foto di un uomo sulla quarantina, con corti capelli neri, occhi verdi e uno sguardo assassino da gelarti il sangue nelle vene -…preghiamo chiunque lo veda di informare immediatamente la polizia. E con questa notizia chiudiamo l’edizione delle 14. Buona giornata a tutti >. Sylvia spense la tv, pensierosa. Bouville… era a un chilometro da dove abitava lei… e se l’assassino, quel Tom Jenner, fosse arrivato fin lì e…  “Ma no! È impossibile! Con tutti i posti che ci sono, qui deve venire?” bussarono alla porta. Sylvia aprì per ritrovarsi di fronte due delle sue più grandi amiche, Gemma e Jane.
< Allora? Sei pronta? > le chiese Jane con un sorriso a trentadue denti, sistemandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio.
< Pronta per cosa? >
< Come per cosa? Dobbiamo fare la nostra ricerca di scienze! Dobbiamo consegnarla tra due giorni e quindi è meglio se incominciamo ad andare a cercare nel bosco i vari tipi di funghi! > le rispose la bionda, indicandole il suo cestino
< Ah! Scusate, me ne ero dimenticata. Il fatto è che ero preoccupata per il votaccio in storia ed ero sovrappensiero… >
< Bè, se non vuoi un 5 anche in scienze ti conviene muoverti! > le disse spazientita Gemma, mettendo la mani sui fianchi e lanciandole un’occhiataccia. Era davvero una maestrina, le piaceva comandare tutto e tutti,e  ci riusciva anche bene: quando ti fissava con i suoi occhi color ghiaccio (in contrasto con i capelli nero pece) riusciva ad incuterti davvero molta soggezione, e all’improvviso ti veniva voglia di ubbidirle. Con Sylvia, che era una ragazza davvero timida, questa tattica funzionava il doppio che con gli altri, e così non se lo fece ripetere due volte. In meno di un secondo si era messe il giubbotto, le scarpe, aveva preso un cestino e aveva scritto un biglietto  sua madre dicendole dove andava.
< Pronta. > disse senza fiato mentre chiudeva la porta di casa. Jane trattenne a stento un risolino, mentre Gemma sorrise soddisfatta.
< Possiamo andare > disse, compiaciuta dell’effetto che facevano i suoi occhi sulle persone. Così si incamminarono verso il bosco,e una volta arrivate si fermarono sulla soglia. Sylvia guardò l’orologio. Erano già le quattro… tra un po’ sarebbe stato buio…
< Che ne dite se ci dividiamo? Così faremo più in fretta. > propose alle sue amiche.
< certo! Allora ci rivediamo qui tra un’ora. Raccogliete tutto quello che potete. > approvò Jane. E così entrarono nel bosco prendendo ognuna una direzione diversa.
Sylvia si addentrò nel bosco. Dopo circa mezz’ora aveva già riempito il suo cestino, e così decise di tornare indietro. Stava camminando da venti minuti e ancora non aveva trovato l’uscita.
“Credo di essermi persa…” pensò e ne ebbe la certezza dopo altri dieci minuti di cammino: intorno a lei non c’erano più le querce di prima, con i vari tipi di funghi ai loro piedi, ma pini altissimi che non permettevano neppure il passaggio della luce, era come se fosse salita di 100 metri. Come se non bastasse a un certo punto cominciò a piovere
< Ci mancava solo questa > disse a denti stretti, sempre più arrabbiata. Si guardò intorno in  cerca di un rifugio, una grotta, qualunque cosa che la coprisse. Stava per perdere le speranze quando qualcosa attirò la sua attenzione: poco lontano c’era una specie di casa, completamente nera e anche un po’ diroccata, a due piani e con poche finestre. Non si fermò a pensare nemmeno un secondo, e corse il più veloce possibile verso di essa. Da vicino aveva davvero un aspetto inquietante e Sylvia si fermò un attimo, impaurita.
“Sempre meglio che stare sotto la pioggia” pensò, ed entrò nella casa. L’interno era molto povero: un tavolo, una sedia e una mensola e poi un paio di porte che portavano ad altre stanze ugualmente, o ancora meno arredate. Così si diresse al piano di sopra, per cercare qualcosa con cui passare il tempo. La prima stanza era come uno sgabuzzino, vuoto, senza finestre e con un penetrante odore di muffa. Sylvia chiuse la porta e lentamente quello che vide le fece mancare il respiro: nella stanza non c’era nulla, se non uno sgabello e, appeso sopra lo sgabello, un corpo di una ragazza bionda. “Non può essere…” pensò. Si avvicinò, sperando fino all’ultimo, ma alla fine dovette fare i conti con la verità: lì appesa c’era Jane, morta, impiccata. Le lacrime le salirono agli occhi. Stava tornando indietro per andare a cercare aiuto, quando un grido la fermò. Risalì in fretta le scale, spalancò tutte le porte finché in una stanza non vide una ragazza con i boccoli neri e gli occhi color ghiaccio in una pozza di sangue.
< Gemma! > urlò, disperata. Le corse incontro, cercò di rianimarla, ma era tutto inutile, era morta pure lei. Incominciò a piangere, le lacrime salate le scendevano ininterrottamente sulle guance. Passò così un minuto, poi si riscosse. “Devo andare a cercare un’ambulanza”. Quindi, si alzò, cercò di pulirsi un po’ di sangue dalle mani e corse verso la porta. Stava per afferrare la maniglia, quando un rumore la fece sobbalzare. Si girò e davanti a lei c’era un uomo sulla quarantina, con i capelli neri e gli occhi verdi. Il cuore di Sylvia perse un battito. “Tom Jenner…” si era cacciata davvero in un brutto guaio. Tentò di scappare, ma lui era molto più robusto e più forte,e in pochi secondi già la aveva presa.
< Vedo che sei stupida quanto le tue amiche, ma penso che tu non veda l’ora di rincontrarle. Sogni d’oro ragazzina > detto questo, con il manico del coltello insanguinato, le picchiò forte sulla testa, e le fece perdere i sensi. Ora doveva solo sbarazzarsi dei corpi, “Ma come posso fa…” non finì la frase nella sua mente che gli venì un’idea. Un sorriso maligno gli si dipinse sul volto. Prese i tre corpi, compreso quello di Sylvia, che era ancora viva, si mise nello “sgabuzzino” e incominciò il suo lavoro

1 mese dopo

Era ormai da tre settimane che tutti cercavano quelle tre ragazze scomparse, ma nessuno sembrava riuscire a trovarle. La signorina Winter aveva deciso di andare a cercare nel bosco, ma non di fermarsi ai primi metri, ma di inoltrarsi il più possibile per cercare Jane Gemma e Sylvia.
Quel giorno stava ormai camminando da quattro ore nel bosco, e ormai era andata molto in alto, così tornò indietro. Ma durante il viaggio di ritorno scorse una casa in lontananza. Era il posto giusto, se lo sentiva. Corse più veloce che poté e vi entrò. Al piano terra non trovò niente, e così decise di salire. Le prime due stanze erano vuote. Al terzo tentativo si ritrovò un muro davanti. “Sono là dietro, ne sono sicura”. Tornò giù e prese una pala che c’era in una stanza, e incominciò a colpire più forte che poteva quel muro. Per fortuna non era stato fatto da un esperto, e presto cedette. La signora Winter, posò la pala e guardò dentro. Quando capì cosa c’era in quella stanza, urlò per lo spavento: davanti a lei c’erano Gemma, Jane e Sylvia, le sue alunne, le tre ragazze scomparse il mese prima, morte e mummificate, ma nei loro occhi si poteva ancora leggere il terrore e l’angoscia provati quel giorno.
 
-Angolo Autrice-
che ne dite, vi piace? sinceramente, speravo in qualcosa di meglio, ma ho ancora molto da imparare... scrivetemi dei commenti!
baci
Ali
   
 
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