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Autore: Holly Rosebane    26/12/2012    23 recensioni
A scuola, tutti dicevano qualcosa su di lui. Nessuno conosceva la sua vera storia. L’unico dettaglio verosimile, era che graffitava. Su muri di edifici inagibili in giro per Londra, ad essere precisi. E quindi lo chiamavano tutti con il suo nome d’arte.
Winter.
Freddo.
Come l’inverno. Come il ghiaccio delle sue iridi verde acqua. Come il gelo dei suoi sguardi.
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“125 Madison Street. Muro di sinistra”
«Non passare prima delle otto di stasera. Altrimenti non mi troverai», spiega. Lo fisso, interrogativa.
«Ma che cos’è?» Chiedo, senza capire. Lo vedo sorridere.
«A nessuno piace l’inverno» ripete, «ma a te sì».
«E questo cosa c’entra?»
Alza le spalle.
«Nessuno mi chiama mai “Harry”. Ma tu sì».
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Winter

 



«Sometimes I wanna wrap my coat around you, 
Sometimes I wanna keep you warm... 
Sometimes I wanna wrap my coat around you, 
Sometimes I wanna burn a candle for you.»

The Rolling Stones - Winter





 

Entro in classe e lo vedo. Sempre lì, seduto al suo solito posto.
Ultimo banco, spalle al muro, braccia incrociate. Il cappuccio della felpa pretenziosamente alzato, posso vedere i bianchi fili delle cuffiette spuntare da sotto i ricci e indisciplinati capelli castano scuro.
 Aveva sempre il volume al massimo. Cosa ascoltasse, quello era un mistero. Non parlava mai con nessuno. Si limitava a scrutarci tutti con i suoi occhi di ghiaccio verde acqua.
 Solo raramente apriva bocca, e quando lo faceva, si limitava a sparare battute impertinenti. Quando voleva, era a scuola sempre prima di chiunque altro, con l’aria perennemente stanca, i vestiti stropicciati e le mani imbrattate di spray colorato.
Pareva allergico allo studio, i suoi voti rasentavano la sufficienza. Non che fosse stupido. Anzi. Ricordo di avergli chiesto perché non facesse mai i compiti, nonostante capisse perfettamente tutti gli argomenti spiegati a lezione. Lui mi rispose con un sorriso indisponente e un’alzata di spalle. Combatto il sistema, mi disse. E quella fu la prima e unica volta che mi parlò.
 A scuola, tutti dicevano qualcosa su di lui. Nessuno conosceva la sua vera storia. L’unico dettaglio verosimile, era che graffitava. Su muri di edifici inagibili in giro per Londra, ad essere precisi. E quindi lo chiamavano tutti con il suo nome d’arte.
Winter.
Freddo.
Come l’inverno. Come il ghiaccio delle sue iridi verde acqua. Come il gelo dei suoi sguardi.
Ma lui un nome vero ce l’aveva. Solo che era più facile chiamarlo in quell’altro modo.
Alza lo sguardo, per una frazione di secondo i suoi occhi incontrano i miei. Stanchi. Diffidenti. Insofferenti. Sono occhi che hanno visto molte realtà ben diverse dalle mie. E, come sempre, gli sorrido.
Sono l’unica a farlo, in tutta la classe. Gli altri lo evitano. Gli parlano alle spalle. Più semplicemente, fanno finta che non esista.
Mi avvicino con passo lento, lascio scivolare lo zaino dalla spalla, poggiandolo ai piedi della sedia. Winter è il mio compagno di banco. Per quelle poche volte che viene a scuola.
 Non sono stati i professori a mettermi vicino a lui. L’ho deciso da sola. In un certo senso, ci somigliamo. Anche io non parlo quasi con nessuno. Anche io sono una tipa solitaria.
Scosto la sedia, il rumore metallico del ferro che gratta il pavimento si distingue limpido, nel silenzio mattutino della classe semivuota. Ci siamo solo lui ed io. A quell’ora, erano tutti con un piede sotto le coperte.
Come tutte le mattine, sistemo l’astuccio sul banco, poi il diario. Infine, tiro fuori il mio libro.
Leggo sempre, prima dell’inizio delle lezioni.
«Di che parla?»
Batto le palpebre e alzo lo sguardo. Winter ha spento il suo iPod e mi fissa, lievemente incuriosito.
«Dell’inverno», rispondo. Sorride. Che strano, ha le fossette. In genere non parla mai. E di sicuro non… sorride. Peccato.
«Dovresti farlo più spesso», dico.
«Cosa?»
«Sorridere».
Il suo sguardo si fa più attento. Vedo di nuovo un angolo della bocca sollevarsi, appena.
Winter è un bellissimo ragazzo. Tutti i suoi tratti sembrano dipinti da un artista divino. Grandi occhi verde acqua, penetranti e profondi. Naso dalla forma interessante. Bocca carnosa, di un rosa scuro e dai contorni ben delimitati. I riccioli castano scuro gli incorniciano il volto, coprendogli la fronte. Spesso e volentieri, li nasconde con un berretto.
Ha un bel fisico, altezza notevole, due spalle larghe, braccia forti. Le sue mani sono le più belle che abbia mai visto. Grandi. Dalle dita affusolate. Sporche qua e là di rosso, giallo, blu.
Ha moltissimi tatuaggi. Ma non ho idea di quel che significhino. È un ragazzo enigmatico.
«Perché leggi libri sull’inverno?» Chiede. Sorrido lievemente.
«Mi piace la stagione» ribatto. Lo prendo in giro.
«Ami il freddo?»
«Non particolarmente».
«E allora?» Sbotta, alzando un sopracciglio. Piego un angolo della pagina e chiudo il libro.
«Come mai tutte queste domande, oggi?» Domando, fissandolo negli occhi. Batte le palpebre e si volta bruscamente, incrociando di nuovo le braccia e guardando davanti a sé. Le sue guance si tingono di un rosa tenue. È… buffo. Sembra un bambino.
«Io… mi si è scaricato l’iPod. Detesto il silenzio», si giustifica, arrabbiato. «Ma non importa, troverò…»
«Harry» l’interrompo. Si zittisce all’improvviso, stupendosi di come non l’avessi chiamato col suo soprannome. Si volta appena, piantandomi addosso le sue iridi ghiacciate.
«Stavo solo scherzando, prima. Non mi hai infastidito, con le tue domande» rispondo, sorridendo incoraggiante. Continua a fissarmi. Non si fida ancora ad abbassare la guardia. Sospiro, prendendo in mano il libro.
 Lo rigiro, fissando la copertina. Un paesaggio innevato, messa a fuoco su un fiocco di neve. Ghiaccio. Freddo.
Proprio come lui.
«L’inverno è la mia stagione preferita», comincio. «Mi piace vedere le persone camminare a passo svelto, strette nei loro cappotti, con le sciarpe e i cappellini. Mi piace osservare la città riempirsi di luci a dicembre. Mi piace l’entusiasmo dei bambini quando giocano nella neve. Mi piace la cioccolata calda nei bar sovraffollati, quando fuori si gela».
Lui fissa il pavimento per qualche minuto, poi osserva me. Si abbassa il cappuccio della felpa, ravviandosi i riccioli con un gesto automatico.
«Allora mentivi, prima» dice, con la sua voce bassa, ruvida e vellutata allo stesso tempo.
«Quando?»
«Quando dicevi di non amare il freddo».
 Sorrido, rigirandomi nuovamente il libro fra le mani.
«Non amo il freddo. Amo l’inverno» spiego. Silenzio.
Suona la campanella di entrata. A breve, tutti i nostri compagni sarebbero entrati.
 Improvvisamente, vedo Winter tendersi verso l’astuccio, prendere un Uniposca nero e sfilarmi il libro dalle mani. Non ribatto, troppo occupata a sorprendermi di quello che è appena accaduto.
Dopo alcuni istanti, rimette il tappo all’indelebile e mi restituisce il libro, senza parlare.
Leggo ciò che ha scritto sulla prima pagina, che prima era bianca e vuota.
 

“125 Madison Street. Muro di sinistra”

 
«Non passare prima delle otto di stasera. Altrimenti non mi troverai», spiega. Lo fisso, interrogativa.
«Ma che cos’è?» Chiedo, senza capire. Lo vedo sorridere.
«A nessuno piace l’inverno» ripete, «ma a te sì».
«E questo cosa c’entra?»
Alza le spalle.
«Nessuno mi chiama mai “Harry”. Ma tu sì».
«S…» comincio, ma lui m’interrompe.
«Ho sempre pensato che tu fossi un tipo interessante. A quell’indirizzo c’è un graffito che ho cominciato questa notte. Vorrei che lo vedessi» spiega, sorridendo. Riecco le fossette.
«Sai che non mi è permesso girare con degli sconosciuti? Soprattutto quando si chiamano Winter», commento, richiudendo il libro e cercando di sembrare seria. Lui ride. Per la prima volta, dopo quattro anni di scuola insieme, sento il suono della sua risata. Ed è bello quasi quanto il suo sorriso.
«Allora di’ ai tuoi genitori che te l’ha chiesto Harry Styles. Il tuo compagno di banco a cui piace l’inverno».





Holls' Corner!:

Dunque, questa OS non ha né capo né coda, hahahah... mi è venuta di getto qualche ora fa, e ho dovuto scriverla.
Già, l'inverno è proprio la mia stagione preferita, niente da dire...! Beh, spero che vi sia piaciuta!

Per chiunque di voi stesse già seguendo le mie storie, keep calm! Ho il pc fisso rotto, e tutti i file delle long erano lì sopra... quindi portate solo un po' di pazienza, posterò i seguiti appena dopo le feste (perché riavrò il pc, hahahaha!)!
Chiedo immensamente scusa, ma purtroppo non è dipeso da me... ciò detto, ringrazio chiunque sia arrivato fin qui, chiunque abbia avuto la costanza e la voglia di leggere tutta la OS!!!
Mi farebbe davvero molto piacere sapere i vostri pareri in proposito, ciò che ne pensate!
Per stasera è tutto! Alla prossima, un bacione! 

   
 
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