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Autore: pizia    14/07/2007    3 recensioni
Crossover Angel/BTVS

Dopo uno scontro, Buffy è nel corpo di Faith…e decide di approfittarne per chiarire alcune cose…
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Angel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La conclusione dell’opera

Buffy si sentiva intorpidita e aveva la nausea.
Il sedativo che gli sbirri del Consiglio le avevano iniettato non era servito ad impedirle la fuga, ma ora i suoi effetti si facevano sentire e lei aveva solo voglia di trovare un posto in cui rifugiarsi e potersi riprendere un po’.
Era talmente intontita da non riuscire nemmeno a rendersi conto di dove l’avessero portata e così in quel momento non sarebbe stata in grado di dire se si trovasse già in Inghilterra o se fosse ancora negli Stati Uniti.
L’unica cosa di cui era certa era che non si trovava più a Sunnydale: o meglio, il suo corpo era ancora sulla bocca dell’inferno, ma era Faith che lo abitava.
Faith.
Maledetta lei e i trucchi che aveva usato per cacciarla in quella spaventosa situazione.
Era così assurdo trovarsi fuori dal proprio corpo, prigioniera di un involucro che non ci appartiene.
Buffy avrebbe voluto urlare, avrebbe voluto tornare immediatamente a Sunnydale e dare una lezione a quella pazza, e questa volta si sarebbe assicurata di ammazzarla sul serio e non di ridurla solo in coma!
Già, AVREBBE voluto…
Avrebbe voluto…ma ormai non riusciva più a muovere neanche un solo muscolo.
Si accasciò al suolo in un vicolo buio.
Poco lontano sentì gli inconfondibili rumori di una lotta ma tutto quello che riuscì a fare, un attimo prima di perdere conoscenza, fu augurarsi di riuscire ad arrivare viva fino alla mattina dopo.

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Buffy spalancò gli occhi non appena sentì un paio di mani che le frugava nelle tasche.
Si alzò di scatto, reagendo d’istinto, i sensi ormai nuovamente vigili.
Menò un paio di colpi, ma si arrestò quando si accorse che il suo aggressore era solo un barbone disperato che aveva sperato di trovare qualche spicciolo o qualche cosa da mangiare nelle sue tasche.
Gli urlò di andarsene, minacciandolo con le parole e con i gesti: non aveva intenzione di fargli del male, ma non aveva neanche voglia di farsi portar via quel poco che aveva.
L’uomo si allontanò spaventato, biascicando qualche maledizione che Buffy non riuscì a comprendere.

Buffy si guardò intorno: doveva capire dove fosse.
Non ci mise molto a riconoscere i vicoletti sporchi e maleodoranti di  quella che era stata la sua città fino a quando i suoi compiti di Cacciatrice (e soprattutto il divorzio dei suoi genitori) non l’avevano portata a Sunnydale: Los Angeles.
Perfetto: non era troppo lontana da Sunnydale. Avrebbe fatto l’autostop e qualcuno l’avrebbe portata dritta dritta dalla sua nemica.

Non avrebbe saputo dire quanto l’odiasse: quella situazione odiosamente assurda andava ad aggiungersi al suo tradimento, che l’aveva costretta a chiedere ad Angel una sceneggiata che aveva messo in crisi il loro rapporto, e al tentativo di uccidere Angel stesso solo per colpire lei.
Nonostante ormai Angel l’avesse lasciata e nonostante nella sua vita ci fosse adesso Riley, Buffy non riusciva ancora a dimenticare il folle istinto che l’aveva pervasa quando aveva visto Faith ed Angel baciarsi. Non era mai riuscita a capire fino a che punto quella di Angel fosse stata una finzione: il tarlo del dubbio che in realtà il vampiro non stesse poi fingendo le si era istillato nella mente e la gelosia l’aveva portata, più o meno volontariamente, a dare un primo colpo alla loro storia.
Adesso che ci pensava bene tuttora non sapeva cosa fosse realmente successo…
Quanto avrebbe pagato per saperlo…

Buffy si arrestò di botto…
Non c’era bisogno di pagare…lei poteva saperlo…

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Cordelia era indaffarata a sistemare alcune carte dell’agenzia.
Era da poco che l’avevano aperta, ma già erano sommersi dalle scartoffie.
Poco male: quel lavoro era noioso, ma almeno la aiutava a tenere la mente occupata.
Almeno la aiutava a non pensare a Doyle e al suo sacrificio.
Di fronte a lei, Wesley leggeva un polveroso libro per cercare di scoprire qualcosa su una razza di disgustosi demoni che prosciugavano letteralmente le loro vittime, e per un attimo Cordelia si soffermò a notare quanto in fondo quell’inglese le ricordasse il signor Giles.
Anche i suoi amici di Sunnydale in fondo le mancavano un po’.
Se ne era andata a causa dei dissesti finanziari del padre quasi senza salutare nessuno. Per troppo orgoglio forse, o forse per troppa paura di soffrire…
Stranamente non ce l’aveva più con Willow e Xander, e decise che l’unico responsabile di questo era Doyle.
Non se ne era accorta prima, ma da quando lo aveva conosciuto tutto il dolore e la rabbia che aveva provato nei confronti di Xander erano spariti…non semplicemente dimenticati, ma dissolti nel nulla. Ora anche se ripensava a tutto quello che era successo non stava più così male.
O meglio: continuava a fare un male cane, ma per un motivo diverso. Ogni volta che ripensava a quella storia, ripensava anche a colui che l’aveva fatta uscire da quello stato di depressione che aveva tentato in tutti i modi di tenere nascosto. Ripensava a Doyle…e tutto tornava a farle male…

Quando vide la brunetta sulla porta, istintivamente rispose che l’agenzia non era ancora aperta, ma non fece in tempo a terminare la frase che Wesley si era già messo tra lei e la nuova venuta con fare protettivo. Quando Cordelia si rese conto del motivo di quella reazione da parte dell’amico rimase a bocca aperta: Faith, la Cacciatrice rinnegata ed entrata in coma dopo lo scontro con Buffy era ora in piedi davanti ai suoi occhi, ed era decisamente l’ultima persona che avrebbe pensato di vedere!

“Buongiorno Wesley…mettiti pure comodo: sono disarmata e l’unica intenzione che ho è quella di parlare con Angel, sapete dirmi dov’è?” disse Buffy, tentando di simulare i modi spavaldi dell’altra Cacciatrice.

“Questa è bella!” sbottò Cordelia. “L’ultima volta hai prima tentato di ammazzarlo e poi ti sei quasi ammazzata tu pur di non salvarlo e adesso ti presenti qui tranquilla e fresca come una rosa…o quasi…” si corresse notando il modo in cui era ridotta la ragazza, “e pretendi anche che ti diciamo dov’è Angel? Certo che sapremmo dirti dov’è, ma dammi un solo buon motivo per farlo!” concluse Cordelia.

“Toh, guarda! C’è anche Miss Sunnydale High School… Non ti avevo riconosciuta… Vuoi un buon motivo per dirmi dov’è Angel? Vediamo, ti basta il fatto che io ti abbia chiesto dov’è? O forse la principessa ha dimenticato le buone maniere?” replicò Buffy, alla quale, in fondo, dire quattro paroline come si deve a Cordelia no dispiaceva affatto.

Cordelia, dal canto suo, impallidì visibilmente, e Buffy non capì come avesse fatto a colpire dritto nel centro quasi senza neanche accorgersene.
Principessa…
Doyle la chiamava sempre principessa…
Sentirsi chiamare così da qualcun altro, specialmente con un simile tono dispregiativo, era stata come una pugnalata in pieno petto.
Si alzò con calma, si diresse verso la teca in cui venivano custodite le armi, estrasse la balestra e quindi si voltò verso Faith, puntandogliela dritto dritto addosso.

“No, mia cara teppistella da quattro soldi, non mi basta come motivo… Non ho certo intenzione di ucciderti, non mi abbasso al tuo livello, ma per tua informazione ti comunico che un ginocchio rotto non sarà grave come morire ma non è una cosa piacevole da sopportare…neanche per una Cacciatrice…”.

Suo malgrado, Buffy sorrise: una Cordelia così agguerrita proprio non se la sarebbe mai aspettata. Non sarebbe mai stata in grado di mirarle ad un ginocchio (l’avrebbe probabilmente uccisa per sbaglio nel tentativo di farlo), ma di certo non era la stessa ragazza che tempo prima nn avrebbe mai neanche preso in mano quell’arma per paura di rovinarsi la manicure!!!

“Cordelia posa quell’arma”.

La voce arrivava dal fondo della stanza, dove aveva appena fatto la sua apparizione Angel.

Il cuore di Buffy perse un colpo, come sempre le capitava ogni volta che lo vedeva.
Lui la squadrò per un istante, e lei si vergognò come una ladra: stava tentando di ingannarlo un’altra volta, proprio come quando aveva tentato di violare la sua mente.
Anche il motivo era lo stesso: scoprire la vera natura dei sentimenti che lo legavano a Faith…
Sapeva che non era giusto quello che stava facendo, ma si disse che se si fosse lasciata sfuggire quell’occasione non avrebbe mai saputo la verità.
E lei voleva saperla quella verità!

Dopo un solo istante si riprese e continuò la sua recita: “Se la montagna non va a Maometto…”, disse dirigendosi verso il vampiro mentre lanciava occhiatacce di sfida in direzione di Wesley e soprattutto di Cordelia.

“Ho bisogno di parlarti Angel” gli disse quando fu faccia a faccia con lui.

Angel la fissò ancora un attimo, come per accertarsi di potersi fidare, quindi le rispose: “Ti ascolto”.

“No, non qui…”disse accennando brevemente, ma in maniera molto esplicita, a Wesley e Cordelia. “Ho bisogno di parlarti in privato…” concluse, avvicinandosi ancora di un passo e fissando gli occhi in quelli del vampiro.

“Angel…” fece per dire Wesley, preoccupato.

“Wes è tutto ok…Grazie…” lo interruppe Angel sorridendo gentilmente (e a quel sorriso il cuore di Buffy perse un altro battito). “Andiamo di là…” disse infine rivolto verso di lei, mentre con una mano teneva aperta la porta del suo appartamento per farla passare.

Wesley e Cordelia rimasero nell’ufficio, silenziosi, senza capire cosa avesse spinto Angel ad agire in quel modo e a fidarsi di una persona che aveva più volte tentato di ucciderlo.

Fu l’inglese che cercò di spezzare la tensione che l’arrivo di Faith aveva creato: “Ha quasi 250 anni e abbastanza sale in zucca da sapere quello che sta facendo…”.

“Speriamo…” fu tutto quello che rispose Cordelia, ma non sembrava molto convinta.

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“Allora, cosa devi dirmi di tanto riservato?” chiese Angel.

“Fondamentalmente due cose: la prima è chiederti scusa per quello che ti ho fatto…” disse Buffy.

“Io sono l’ultima persona a cui tu debba chiedere scusa e quindi il mio perdono, senza quello di tutti gli altri, non ti servirà a molto. Comunque… se ti può aiutare…scuse accettate” le rispose il vampiro.

“Perfetto!” disse Buffy con noncuranza. “La seconda cosa che devo dirti è in realtà una domanda: voglio sapere se c’è una speranza per noi due…come coppia intendo…”.

Buffy vide Angel irrigidirsi e, pur nella vergogna di starlo ingannando, non poté fare a meno di esultare per quella reazione. Ormai aveva iniziato il gioco e fermarsi ora non avrebbe avuto senso. Quindi decise di continuare, per trovare conferma a quella prima reazione.

“Quando sono stata a Sunnydale ho visto Riley, il nuovo fidanzatino di Buffy: molto carino, certo, ma che barba…”.

Buffy si fermò un attimo e cercò di capire se quelle parole che le erano venute alla bocca tanto naturalmente, fossero solo il frutto della sua recita, o se in realtà non rispecchiassero sul serio quello che lei pensava della sua relazione con il bel soldatino.
Decise però di ignorare quelle riflessioni, anche perché aveva paura della risposta che avrebbe potuto darsi, e continuò a tessere la sua tela.

“Dato che lei è a Sunnydale tra le braccia…e nel letto…di un altro e tu sei qui a Los Angeles devo dedurne che voi non siate più esattamente una coppia… Ora che finalmente la cara Buffy Summers è lontana dagli occhi e … dal cuore…” disse avvicinandosi e posando sensualmente una mano sul cuore immobile di Angel, “…mi chiedevo se finalmente avessi capito chi è che merita veramente il tuo amore…” concluse, sfiorando con l’altra mano la guancia de vampiro e facendosi sempre più vicina a lui.

Dopo un istante Angel si allontanò da lei, liberandosi dal contatto delle sue mani, e ancora una volta il cuore di Buffy esultò.

“Faith, ascoltami…” fece per dire Angel.

“Ascoltare cosa, Angel? Lo sappiamo benissimo tutti e due…cazzo, lo sapeva persino la tua Buffy… che tra noi c’è qualcosa! Guardami negli occhi, Angel, e dimmi in tutta sincerità che per noi non ci sarebbero speranze neanche se Buffy non esistesse… Guardami negli occhi e dimmelo se ne sei capace!” lo sfidò Buffy.

“Buffy esiste…” tentò di replicare il vampiro.

“Lo vedi! Lo vedi che è esattamente come dico io! Non riesci a negare che ci sia qualcosa fra noi e così continui a tirare fuori Buffy come giustificazione! Guardami negli occhi e dimmi che non mi ami!”.

Buffy si chiese se per caso non avesse esagerato, ma non fece in tempo a ragionarci troppo su che si ritrovò nell’abbraccio di Angel, mentre il vampiro la baciava disperatamente.

Era un bacio colmo di passione, quasi violento. Un bacio che Angel non le aveva mai dato…non così…
Era un bacio talmente profondo che a Buffy sembrò che il vampiro volesse rubarle l’aria dai polmoni.
Era disperata: quella era la conferma di tutte le sue peggiori paure. Neanche nei suoi peggiori incubi di innamorata ingelosita aveva immaginato un bacio simile tra Faith ed Angel.
Le sembrava di morire…voleva morire…ma al tempo stesso non riusciva a staccarsi da lui, dalla sua bocca fresca, dalle sua mani poggiate sui suoi fianchi.
Avrebbe voluto scappare, urlandogli in faccia tutto il suo odio e il suo disprezzo, ma tutto quello che riusciva a fare era rispondere a quel bacio con pari passione ed ardore. Tutto quello che voleva fare era sentire il corpo freddo ma solido del vampiro sotto le sue mani…vicino al suo…

Dopo quella che a Buffy sembrò un’eternità e un attimo nello stesso tempo, il bacio cambio: perse la sua violenza, ma non la sua passionalità. Divenne dolce e tenero, quasi una carezza, molto più simile a mille baci che lei ed Angel avevano sempre condiviso.

Questo fece ancora più male alla Cacciatrice: aveva irrazionalmente sempre pensato che solo a lei Angel avrebbe riservato baci simili. Non si illudeva sul numero certamente molto elevato di donne che Angel aveva certamente avuto (se non altro nella sua versione umana, o in quella di vampiro senz’anima), ma si era sempre, irrazionalmente, convinta che lei fosse speciale per lui, non solo una delle tante, e che Angel non aveva mai baciato nessuna come invece baciava lei.
E invece ora Angel stava riservando quello stesso, dolce, intimissimo bacio, non ad una delle sue tante ex, ma addirittura a Faith, la sua nemica giurata.
Lei aveva fatto di tutto pur di riuscire ad ammazzarlo, e lui se ne era innamorato…
Già, perché se il primo bacio di Angel era stato quello di un disperato, il bacio che le stava dando adesso era decisamente il bacio di un innamorato…

Buffy sentì una lacrima scorrerle sulla guancia.
Quando anche Angel ne avvertì il sapore salato, si staccò dalle sue labbra, e quindi con un dito le asciugò la guancia.

“Perché stai piangendo ora?” le chiese dolcemente.

Buffy voleva urlargli in faccia tutta la verità, ma le uniche parole che, del tutto involontariamente le uscirono dalla bocca furono: “Perché sono felice…”.

Questa volta fu lei a baciarlo, e anche questa volta fu un bacio dolcissimo, mentre le lacrime, ormai non più trattenute, le rigavano abbondantemente il viso.

“Ti amo Angel…” gli sussurrò un attimo prima di allontanarsi nuovamente da lui.

“Ti amo anch’io…Faith…” le rispose il vampiro, con un filo di voce.

Buffy avrebbe voluto morire, ma si costrinse a sorridere mentre si avviava verso la porta dell’appartamento.
Doveva andarsene da lì o, nonostante tutto, non sapeva se sarebbe stata in grado di fermarsi.

“Adesso devo andare…Ci rivediamo presto…” disse Buffy, sempre sforzandosi di sorridere timidamente.

Angel lo rispose semplicemente con un cenno della testa e con un sorriso appena accennato. Quando tuttavia la ragazza si chiuse la porta dell’appartamento alle spalle, tutto quello che riuscì a fare fu di accasciarsi su una sedia, reggendosi la testa fra le mani.

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Cordelia vide passarsi davanti una Faith sconvolta.
La ragazza correva, ed aveva il volto inondato di lacrime.
Non degnò né lei né Wesley né di un saluto né di uno sguardo: infilò l’ingresso dell’ufficio come uno spettro, tanto che Cordelia provò addirittura un moto di pietà nei suoi confronti.
Wesley cercò il suo sguardo, in una muta richiesta di una spiegazione, ma tutto quello che la ragazza poté fare fu di alzare le spalle e alzare le mani in segno di resa.

Qualche minuto dopo Angel fece di nuovo apparizione in ufficio e non ci volle particolare acume per capire che il vampiro non stava poi molto meglio della Cacciatrice che era appena scappata.

“Si può sapere cosa è successo?” chiese Cordelia, quando fu chiaro che Angel, da solo, non avrebbe parlato. “Abbiamo visto Faith uscire in lacrime…sembrava sconvolta…”.

“Quella non era Faith, Cordelia…” si limitò a risponderle Angel.

La ragazza lo guardò con aria stralunata: “Ecco, lo sapevo! Lo vedi Wesley che avevo ragione io: non dovevamo lasciarli soli in quella stanza! Che cosa ti ha fatto, Angel? Ti ha tirato qualche cosa in testa che ti ha fatto impazzire? Come non era Faith? E chi era allora?”.

“Non mi chiedere come una cosa del genere sia possibile, ma anche se il corpo era quello di Faith l’anima era quella di Buffy…io…l’ho riconosciuta…La riconoscerei ovunque…” disse con u filo di voce il vampiro.

Anche Wesley adesso lo guardava a bocca aperta: “Ma allora cosa è successo?” chiese, quasi vergognandosi per la sua curiosità.
“Nulla Wes…” sospirò Angel. “Ho solo portato a termine l’opera che ho iniziato quando me ne sono andato da Sunnydale…”.

Angel, sospirando si avviò verso la scrivania, inghiottendo le lacrime che gli pungevano gli occhi.
Ho concluso la mia opera…e adesso è veramente tutto finito…”.

  
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