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Autore: XxXLadyBlackXxX    29/12/2012    5 recensioni
Una ragazza normale di 16 anni.
Una ragazza normale di 16 anni che ormai è pervasa dall'indifferenza verso il Mondo.
Cosa può accadere quando in una afosa giornata d'estate trova un quaderno...?
E se qual quaderno è di un assassino...?
L'indifferenza rimarrà tale fino alla fine...?
Dal Prologo:
Osservo il cielo e il mondo che c’è sotto.
Ogni tanto mi piace il sangue e le parole che ci versiamo sopra.
Le osservo perché è bello e masochista osservare la patetica inutilità dell’uomo.
Non ha senso, ma forse è per questo che lo capisco.
[Fiction Sospesa momentaneamente]
Genere: Avventura, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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On the ground I lay 
Motionless in pain 
I can see my life flashing before my eyes… 
Dead I fall asleep? 
Is this all a dream? 
Wake me up, I'm living a night mare!
Time of Dying by Three Days Grace


Capitolo I

Urli.
Semplici urli che squarciano il silenzio.
Ma questi sono urli di dolore.
Nint’altro…
Una persona al posto mio ne sarebbe stata terrificata.
Eppure io li trovo così inutili…
Così fastidiosi…
Sarò forse un pazzo….?
Sinceramente la cosa non mi sfiora.
In questo momento vorrei sbuffare.
Trovo inoltre così fastidioso il loro modo di combattere anche se sanno che la fine sta per sopraggiungere…

Plic… Plic… Plic…

Un ticchettio fastidioso anche questo…

Plic… Plic… Plic…

Per dei secondi osservo il sangue che gocciola con regolarità sul pavimento:  Rosso
Un Rosso scarlatto…
Un Rosso che sa di Morte
Un Rosso che cerca di sedurmi e lusingarmi.
 Che scivola piano sulle mani in una carezza languida, come quella di un amante

Plic… Plic… Plic…

Eppure io non ci casco nel suo tranello, non mi lascio abbindolare.
Dopo tutto ne sono stanco…
È da una vita che ormai ne sfuggo.

Mi sono semplicemente stufato…

 
 
 
 



 
 
Mi svegliai piano, ancora avvolta nel tepore rassicurante del sonno.
Certe volte avrei dato di tutto pur di cadere addormentata una notte e non svegliarmi più il mattino seguente, ma poi pensavo ai miei genitori, due delle tre persone con cui non ero fredda, e alla fine non me la sentivo di lasciarli nel catastrofico dolore della perdita di una figlia.
Mi avevano dato molto; affetto, una famiglia, possibilità d’ istruirmi. Non gli potevo certo fare questo, sarei risultata un’ingrata e io non lo volevo, perché a loro tenevo veramente.
Per gli altri invece indossavo una maschera;  fingevo di essere una normale sedicenne allegra e piena di vita mentre in me l’indifferenza divampava, mentre giudicavo inutili i loro sentimenti o i loro dolori…
Cinico da parte mia no…?
Eppure molte volte il pensiero della morte mi aveva sfiorato la mente, ma lasciavo perdere.
Sentivo il mormorio della TV in salotto, il lieve e quasi impercettibile tintinnio di piatti e bicchieri posati sulla tavola, segno che era ora di pranzo e che avevo dormito parecchio, infine il famigliare suono attutito dello sbattere delle padelle o delle pentole. Mi concessi un piccolo stiracchiamento di labbra in quello che doveva essere un lieve sorriso. Guardai fuori; un bellissimo cielo azzurro con qualche candida nuvola disseminata qua e là, infine un sole quasi accecante: era Estate. Precisamente il 13 Giugno e la scuola era finita proprio ieri.
Osservai le nuvole.
Bianche, senza nessuna imperfezione.
“ Logico… ” mi ritrovai a pensare “ dopo tutto l’uomo non le ha ancora toccate. ”
Per questo quando dovevo riflettere guardavo il cielo, per fissare le nuvole che, con la loro candida perfezione mi avrebbero senz’altro ispirato.
Osservai ancora il panorama dalla mia finestra ora seduta sul letto con le gambe incrociate.
Trovavo l’Estate così banale…
Ogni giorno sempre lo stesso, la solita noiosa routine, l’unica parte positiva era la fine della scuola.
Preferivo di gran lunga l’Inverno. Così solitario, così freddo, così menefreghista degli altri.
Forse mi piace così tanto perché mi ricorda me.
Eppure prima l’Inverno è stato la dolce e timida Primavera, quella stagione che da il massimo di sé, che dona tutto a beneficio degli altri, ma di questa timidezza l’essere umano se ne è approfittato perché per le persone se si è buoni si è stupidi…
Ed ecco che la dolce Primavera comprendendo il vero carattere degli esseri umani ha deciso di cambiare; ferita nell’animo ha deciso di essere fredda, di essere cattiva, di far sentire alle persone come si fosse sentita umiliata dal loro tradimento. Eppure questo non è il vero carattere delle Primavera; dopo che si è vendicata si sente in colpa verso gli esseri umani, perciò decide di rimediare pensando che forse noi abbiamo imparato la lezione, ma così non è, e la Primavera si sente di nuovo abbandonata…
E il ciclo ricomincia…
-  Alexis. Oh… vedo che ti sei svegliata. Bene, forza a tavola, il pranzo è pronto.
Mi giro verso la famigliare voce di mio padre e facendo un piccolo sorriso annuisco per poi alzarmi e seguirlo in cucina.
Sono di nuovo qui…
Dopo aver mangiato con i miei chiacchierando delle notizie al TG, mi sono di nuovo rifugiata nel mio mondo: la mia camera. Sto per l’ennesima volta osservando il cielo. Non ho niente da fare, tutto è così monotono…
 Fisso le nuvole per riflettere.
Decido alla fine di fare un giro fuori, tanto per non essere intrappolata nella solita routine.
Con esasperante lentezza mi vesto in modo leggero. Prendo portafoglio, telefono e il mio fidato MP3. Non ho bisogno di altro. Saluto i miei ed esco nella calura estiva.
Sia mai che questa Monotonia alla fine si spezzi…
Nonostante il caldo mi incamminai con calma fino a un giardinetto, di quelli che verso la sera pullicano di bambini, ma ora così spoglio senza i suoi piccoli abitanti.
Mi vado a sedere all’ombra, è troppo caldo per me che adoro il freddo. Mi guardo un attimo intorno, ma subito perdo interesse così prendo il mio MP3 mettendomi le cuffie ed estraniandomi dal mondo.
La Musica...
Se potessi vivrei solo di essa...
È una delle poche cose che mi trasmette ancora delle emozioni.
Chiudo gli occhi e mi abbandono sulle note della mia musica, rilassata a pieno. Non saprei dire quanto passò, ma alla fine riaprì gli occhi ed aspettai un attimo che il mio sguardo si abituasse di nuovo alla luce per poi guardami in giro.
Nessuno.
Qualcosa però sulla panchina al lato opposto al mio mi attirò. Ridussi gli occhi a due fessure per arcuare lo sguardo e quello che vidi mi lascio per un attimo sgomenta; un quaderno.
Con le cuffie nelle orecchie e con la musica a livelli vertiginosi mi guardai intorno.
Nessuno. Neanche il più lieve spostamento di vento. Neanche il più piccolo rumore delle auto.
“ Inquietante ” mi ritrovai a pensare. Con lentezza mi tolsi le cuffie e spensi l’MP3 per poi dirigermi davanti alla panchina e prendere in mano quel quaderno infine ritornare al mio posto iniziale. Finalmente seduta fissai il quaderno: era un semplice quaderno nero. Nessuna scritta e nessun disegnino.
“ Sicuramente non sarà di un adolescente... ho visto che spesso la maggior parte ci scrive sopra ritornelli delle loro canzoni preferite oppure ci disegnano... ”
Ciò che pensai era giusto, non avevo mai visto il quaderno di una ragazza o di un ragazzo senza quelle due caratteristiche. Aprì la prima pagina.
Bianca. Immacolata.
Eccetto per tre parole: La mia Storia. In un grafia bella ed elegante.
Quindi era un diario...?
Presi a sfogliare la pagine senza leggerle però, erano tutte scritte in modo impeccabile.
Nessuna cancellatura, nessun errore, nessuna sbavatura.
Per la seconda volta pensai che non poteva essere assolutamente di un adolescente, se lo fosse stato come minimo ci sarebbero stati un mucchio di cancellature e di errori ortografici.
“ Però... ” analizzai  “ Non poteva essere nemmeno di un adulto... ”
Dei piccoli errori nella scrittura una persona li fa, invece  il proprietario del quaderno aveva scritto tutto con una maniacale mania dell’ordine.
“ Inquietante...” mi ritrovai a pensare ancora.
Ritornai alla prima pagina e la fissai per attimi interminabili, infine decisi di voltare pagina e di leggere...


Salve mio caro lettore...
Questo quaderno che hai ora tra le mani appartiene a un assassino.
Hai paura...?
Sai... non ho la più pallida idea di chi tu sia visto che in questo momento non sono in grado di sapere che fine farà questo quaderno che ho lasciato...
Ma partiamo dall’inizio...
Ho scritto questo Diario per un motivo...Ho deciso di scrivere la mia storia nel minimo dettaglio, senza tralasciare niente.
A partire persino al mio nome...
Ebbene, mi chiamo Jay Xader...

 
 







 
_Il mio Angolino_

Eccomi qua con il primo capitolo.
Allora che dire...?
Bhe... spero che piaccia visto che non sono sicura...
Passando ad altro...
Ringrazio di cuore:

Xanxus Superbi che ha recensito e messo nelle preferite questa fiction e quei 21 silenziosi lettori che hanno letto.

Se volete venire a trovarmi c’è quest’altra fiction che ho pubblicato: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1453705&i=1
Mi farebbe molto piacere avere anche là un vostro parere ^^
Bene... questo è tutto, vi saluto!

 
Kiss by LadyBlack
  
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