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Autore: Abraxas    29/12/2012    4 recensioni
Tre momenti della vita di Nate.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
- Questa storia fa parte della serie 'Misprinting'
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Tre storie al polso

 
Il primo braccialetto glielo regala un tizio tutto sorrisi, sulla spiaggia di Eureka. A dire il vero non è che proprio glielo regali, dato che alla fine gli tocca sganciargli un dollaro, ma quell’accento monco di Tijuana non fa altro che ripetere regalo, quindi quando si trova legato al braccio quel filo multicolor anche Nate comincia a chiamarlo così. Me l’ha regalato quell’ambulante lì, per un dollaro, dice che porta fortuna. Poi, un mesetto più tardi, David gli racconta cosa sia successo nello sgabuzzino alla festa di Anne. Quando Nate perde il braccialetto nella doccia quasi non se ne accorge.

* * *

Il secondo lo trova in un pacchetto di patatine. Non è niente di che, uno di quei robi elastici che vanno tanto di moda, ed è viola. Fosse stato verde ancora ancora, ma viola... sta per buttarlo, ma poi cambia idea e lo ricicla per tenere insieme i pastelli nel cassetto, così sua madre la pianta di rompere che c’è casino. In effetti funziona benissimo, e funziona benissimo anche come antistress in quei giorni in cui avrebbe davvero voglia di fare del male a qualcuno, quei giorni in cui non bastano né l’album da disegno né le chiacchierate con Susan.

Decide di indossarlo quando Ethan, ridendo, dà del finocchio a Mark negli spogliatoi. Nate sa di non c’entrare nulla e sa pure che non è il caso di prendersela, però fa comunque male, e andare in giro con quel coso viola al polso lo fa sentire stupidamente orgoglioso – come se stesse davvero protestando contro un mondo che non lo lascia respirare. L’esaltazione dura giusto un paio d’ore, finché Susan non approfitta di un momento in cui sono soli dopo la lezione di Quileute per sussurrargli che è fierissima di lui. È abbastanza perché venga nuovamente declassato a elastico per pastelli.

* * *

Il terzo è un braccialetto di cuoio intrecciato, con una placca di metallo con su la testa di un lupo che ulula. David lo tira fuori dalla tasca dei bermuda e glielo porge, imbarazzato.
“Lo sai, sono un disastro con i regali. All’inizio pensavo di legarmi un fiocco addosso e farmi scartare” – David ammicca e Nate alza gli occhi al cielo – “ma poi... beh, Emily mi ha spiegato come fare, e Sam mi ha aiutato con la placchetta. Però l’ho fatto tutto io”, annuncia, orgoglioso. E niente, per Nate questo è il regalo di compleanno migliore che potesse mai ricevere.

A differenza degli altri, questo dura. Ce l’ha ancora su quando fanno la megafesta di diploma, con tutti quanti gasatissimi perché ehi, hanno preso il loro pezzo di carta e ora sono pronti per la Vita Vera nel mondo. Nate è un po’ meno gasato all’idea che David non possa venire con lui a San Francisco, solo che proprio non gli viene di dirgli davvero ci vediamo quando torno. Non gli viene nemmeno quando ormai sta facendo la valigia, e meno male che David è proprio bravo nel parlare senza aprir bocca, perché altrimenti non si sarebbero mai salutati veramente.

Ce l’ha su anche adesso, mentre lava i piatti della colazione. Ogni tanto pensa che forse è il caso di toglierlo, perché ormai è talmente consunto che uno di questi giorni si staccherà da solo e saranno cazzi, ma proprio non ci riesce. Fuori dalla finestra del suo appartamento si intravedono le torri del Golden Gate, e i platani assomigliano decisamente poco alla foresta di La Push. In fondo gli basta chiudere gli occhi e annusare – sì, annusare, anche se a farlo si sente un po’ ridicolo – quelle striscioline di cuoio consunto per sentirsi di nuovo in compagnia dei lupi.





****
N.d.A.: Una drabble, una double drabble e una tripla drabble. Che in effetti fa più figo che non dire "cento, duecento e trecento parole, in paragrafi da cento". Mi è venuto lo schiribizzo di provarci, così... è a questo che portano le lasagne della nonna. Scritta più o meno di getto - roba che non succedeva da anni, ormai - e poi incubata con qualche ritocco per alcuni giorni. E niente, la posto per farmi perdonare del ritardo mostruoso con AV. Se vi interessa, la scusa stavolta è Ci sono gli esami, dovrei studiare ma non lo faccio e quindi sono troppo impegnato a tenere a bada la mia coscienza e poi dai, lo sapete che sono culopeso. Comunque ci sono lo stesso Nate e David, visto? Prima e dopo AV, se non si fosse capito, 300 parole e 300 parole (sì, mi sono divertito a spezzettare tutto in base tre. No, di solito non lo faccio. L'ho detto che sono state le lasagne!)
Scommetto che avrei altre millemila robe da scrivere, qui, ma adesso non mi vengono in mente, e siccome sono in ritardo saltano. Strano, vero?

Alla prossima!
(e intanto che ci siamo, buon anno a tutti voi!)
   
 
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