Attraversò New York cercando di evitare le giubbe rosse, non era nelle condizioni né fisiche né tantomeno psicologiche di combattere.
Camminò a testa bassa, tenendo il cappuccio abbassato sugli occhi.
La gente, la folla, i profili delle case, i rumori della città gli arrivavano alle orecchie e agli occhi come distanti e ovattati, come un unico e confuso rimbombare.
In quel paese devastato vedeva le laceranti ferite della guerra, interi quartieri rasi al suolo dai bombardamenti, gruppi di poveri ragazzini che tentavano di rubacchiare qualche mercante, e che spesso e volentieri si beccavano una fucilata in testa. Rivolte mozzate nel sangue, negli spari, nell'oppressione della Corona.
Connor strinse i denti.
Non poteva tollerare una tale ingiustizia, una tale offesa contro la natura.
Nessun animale sarebbe in grado di compiere simili crudeltà verso i propri simili.
Nessun animale tenterebbe di uccidere il proprio figlio.