Fanfic su artisti musicali > Selena Gomez
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Autore: heiscodelario    30/12/2012    7 recensioni
Selena scorrazzava tra i corridoi per evitare la lezione di chimica, aveva notato una foto della sua cantante preferita appesa all’anta di un armadietto.
-Quella è Taylor, piace anche a te?- aveva detto avvicinandosi a Demi con un sorriso stampato in faccia.
La ragazza aveva farfugliato un si timidamente e da quel giorno era nata una grande amicizia.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo due.

-Mamma sono a casa- urlò Selena lanciando la borsa in un angolo del corridoio e dirigendosi in cucina.
Mandy tagliuzzava carote sul piccolo piano da cucina –Ti sembra ora di tornare?- disse senza nemmeno girarsi a guardare la figlia
-scusa mamma, lo sai che lavoro-
-non sei mai a casa-
Parlava con voce calma ma da cui traspariva rabbia, Selena lo aveva notato e sapeva che l’aspettava una bella strigliata –mamma cerco di portare soldi a casa, lo sai- disse cercando di mantenere la calma per non peggiorare
-no quei soldi li tieni per te, non li dai a nessuno, qui faccio tutto io-
Selena e Mandy abitavano da sole, il padre di Selena era andato via di casa quando lei era piccola e non l’aveva più rivisto.
-Mamma ascolta…-
-no Selena, ascolta tu- si era girata a guardare la figlia e aveva alzato la voce –sono stanca, ho bisogno di una mano, ci sono lavori da fare anche in negozio e qui, devi lasciare il lavoro-
Selena era sbiancata a quella notizia, aveva bisogno di quei soldi, ne avevano bisogno lei e Demi –mamma quei soldi servono a me e Demi, ti prego-
-niente ti prego, non ti rinchiuderai in quel ristorante sempre vuoto solo per una stupida cantante. Hai finito qua- queste furono le sue ultime parole prime di lanciare lo strofinaccio che teneva in mano e dirigersi nell’altra camera senza degnare uno sguardo alla ragazza.
Un nodo si formò nella gola di Selena, voleva urlare e piangere, gridare alla madre quanto Taylor fosse importante per lei ma le parole non le uscivano, le rimanevano incastrate in gola, spingevano per trasalire alla luce ma non ci riuscivano, erano troppe, tutte infinitamente pesanti e nella testa di Mandy non sarebbero entrate. –Tu non capisci- urlò cercando di strozzare le lacrime e serrando i pugni.
Non sapeva se la madre l’avesse sentita, non sapeva nemmeno cosa stesse per fare, prese la borsa e uscì di casa correndo. Fuori aveva iniziato a piovere e le gocce d’acqua si immischiavano alle lacrime che rigavano il suo viso, ma in quel momento se si stesse bagnando o si stesse sciogliendo per il caldo non le importava, doveva correre nel suo unico rifugio.
 
Selena aspettò di salire in camera dell’amica per abbracciare Demi e finire le sue lacrime. Demi non disse niente, lasciò che l’amica bagnasse la sua spalla di acqua e lacrime e quando ebbe finito le passò un asciugamano, le diede dei vestiti asciutti mentre una Selena singhiozzante le raccontava del litigio con la madre.
-Demi andiamocene- disse alla fine
-tu sei pazza, abbiamo pochi soldi, dove vorresti andare?-
-dei soldi non fa niente, questo è il momento Demi, andiamocene e basta, New York è là per noi-
L’amica guardò la mora perplessa, aveva voglia di libertà proprio quanto lei ma sapeva di che pazzia stessero parlando: sarebbero state due 17enni in una città enorme, senza un posto dove dormire con pochi soldi. Era una follia.
-Va bene- disse senza rendersene conto. Non sapeva da che parte di lei era uscito quel ‘va bene’ ma capì di aver detto la cosa giusta quando vide sul viso dell’amica nascere un sorriso bagnato di lacrime.
-grazie Demi, grazie- disse Selena buttandosi sull’amica e abbracciandola
-io sono qui per te e tu sei qui per me. Giusto?-
-giusto-
Le due ragazze misero in una borsa il poco che gli sarebbe potuto servire: qualche maglietta, dei jeans, della biancheria, i soldi e calarono tutto giù dalla finestra cercando di non farsi scoprire dai genitori di Demi.
 
"Treno per New York dal binario 3, ripeto, treno per New York dal binario 3"
 Il suono dell’auto parlante rimbombò sulle urla della stazione.
 Due 17enni con in tasca solo un sogno guardavano il treno su cui dovevano salire, la mente occupata solo da pensieri e paura. Paura di fallire, di mettersi nei guai o di fare una stupidaggine. La voglia di libertà, di realizzare un sogno e di essere felici.
-Fearless?- disse Demi afferrando la mano dell’amica
-Fearless-
Salirono sul treno proprio nel momento in cui stava partendo guardando la loro città sparire dietro di loro.
 
  
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