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Autore: PiccolaEco    30/12/2012    3 recensioni
Talvolta non tutto ciò per cui eravamo stati programmati accade.
Talvolta può succedere che la tua vita possa cambiare con un "click".
Talvolta capita che il destino si svegli e decida di mandare all'aria i tuoi piani.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: 18 | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Strange life

Quello che non si sarebbe mai aspettata era che da quell’amore così bizzarro potesse davvero nascere qualcosa. Qualcosa di piccolo, biondo, paffuto e senza naso, per di più.
A lei, che fino a qualche anno prima nemmeno sarebbe passato per l’anticamera del cervello di condurre una vita così, tra stoviglie, piatti, panni da stirare, letti da rifare e un marmocchio umano – una marmocchietta, per essere precisi - che non faceva altro che frignare e rompere i timpani a tutte le ore, ora per mangiare, ora per dormire, ora per essere cambiata il pannolino. Una vita normale, insomma.
E dire che lei, C-18, di normale aveva ben poco. Anzi, a dirla tutta, forse di normale non aveva proprio niente. Una bellezza sfolgorante, una forza disumana, un carattere ribelle e aggressivo, lontano anni luce dalla concezione di femminilità che avevano i terrestri.
Eppure, nonostante questo, c’era stato qualcuno – un umano, per giunta - capace di andare oltre la barriera di ghiaccio che lei si era faticosamente creata. Poi, come se non bastasse, come se il destino non si fosse preso abbastanza gioco di lei, piano piano aveva cominciato a sentire qualcosa per quel piccolo, buffo terrestre senza naso e dalla testa pelata, il quale non l’aveva lasciata sola nemmeno per un secondo, come a dire: “Che ti piaccia o meno io ti proteggerò”. Ne aveva corsi di pericoli, il nanerottolo: in qualunque momento aveva rischiato di farsi saltare in aria da un attacco nemico o da lei stessa a causa della bomba innescata nel suo corpo. Già, la bomba. Avrebbe potuto salvarsi la pelle semplicemente premendo un bottone e invece si era andato a incasinare ancora di più, come se la situazione non fosse già abbastanza catastrofica. E invece, aveva preferito salvare un suo nemico: ai suoi occhi di androide sembrava che per quel piccolo umano mettere a repentaglio la propria vita per quanlcuno fosse cosa ordinaria, roba da tutti i giorni. Era come se morire fosse stata per lui la cosa più naturale di questo mondo. Forse sono i terrestri, in fondo, a essere strani – pensò. O forse era quel terrestre a essere strano.
Comunque sia, erano una coppia bizzarra e questo era assodato.
Lei alta, fiera, glaciale, spietata.
Lui basso, impacciato, timido, incapace di torcere un’ala ad un moscerino.
O be’, poi c’era quel piccolo, trascurabile dettaglio che lei era un’androide e lui un umano. Ma erano dettagli, appunto.
Si chiese se, alla fin fine, ad averla accattivata non fosse stato proprio il fatto che entrambi fossero ai poli estremi l’uno rispetto all’altra, unito al fatto (non meno trascurabile) che qualcuno, per la prima volta, si fosse realmente preoccupato per lei. Giunse così alla conclusione che anche lei, la fredda e impenetrabile C-18, forse, era in grado di amare.
–Crilin, dannazione, dove diavolo sei finito!? Tua figlia sta frignando di nuovo, vedi di farla tacere!
Be’, non nel senso comune del termine, s’intende.

  
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