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Autore: AlleyCat    31/12/2012    2 recensioni
"In passato, la Vigilia di Capodanno, erano sempre andati fuori a festeggiare con un paio di belle ragazze--- per assicurarsi di cominciare l'anno nuovo facendo la cosa che preferivano: farlo con una tipetta allegra e motivata.
Ma ora le cose erano diverse. Starsky aveva appena terminato la riabilitazione per le ferite riportate nella sparatoria ordinata da Gunther e sarebbe tornato in servizio attivo a partire dal primo di Gennaio. Voleva festeggiare, ma non come gli altri anni. Voleva solo condividere la serata con Hutch..."
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note: Questa è una traduzione. L'autrice della storia è AlleyCat. La fic in lingua originale si trova qui.




A NEW YEAR'S EVE TALE
by
AlleyCat




Vigilia di Capodanno, 1979.

"'Una nuova eccitante avventura ti aspetta'," lesse Starsky ad alta voce. Spero proprio di sì, pensò felice.

"Tornerai a lavorare tra un paio di giorni, in effetti," suggerì Hutch.

"Te l'ho detto che i biscotti della fortuna hanno sempre ragione la Vigilia di Capodanno," disse Starsky. "Che dice il tuo?"

"Un vecchio amore diventa un nuovo amore. Un po' criptico. Pensi che una vecchia fidanzata tornerà nella mia vita?" chiese Hutch con una risatina.

"Chi lo sa? Ma si avvererà, vedrai!" insisté Starsky, sperando che la sua segreta intepretazione fosse quella giusta. All'insaputa di Hutch, Starsky aveva grandi piani per la loro ultima serata degli anni Settanta.

In passato, la Vigilia di Capodanno, erano sempre andati fuori a festeggiare con un paio di belle ragazze--- per assicurarsi di cominciare l'anno nuovo facendo la cosa che preferivano: farlo con una tipetta allegra e motivata.

Ma ora le cose erano diverse. Starsky aveva appena terminato la riabilitazione per le ferite riportate nella sparatoria ordinata da Gunther e sarebbe tornato in servizio attivo a partire dal primo di Gennaio. Voleva festeggiare, ma non come gli altri anni. Voleva solo condividere la serata con Hutch, una suggestiva cena per due all' Imperial Palace. Meritavano un trattatamento da re, prima di tornare ancora una volta ad essere guerrieri, ragionò.

"Andiamo a casa mia, adesso," disse Starsky, dando un buffetto alla mano di Hutch che stava prendendo il conto dal tavolo del ristorante. Aveva insisito per offrire tutto lui. Hutch si era opposto, tanto per cambiare, ma aveva vinto Starsky, sostenento che per tutto il tempo in cui era stato assente dal lavoro aveva comunque ricevuto l'indennità di malattia, mentre Hutch aveva dovuto prendere un congedo non retribuito per stare con lui per la maggior parte del suo periodo di guarigione.

Presero la Torino per andare all'appartamento di Starsky, incontrando la gente che festeggiava per strada e ridendo alla vista dei tipi più folli.

Presto si trovarono sdraiati sui grandi cuscini del divano di Starsky, a guardare la TV e a bere champagne, invece della loro solita birra, per festeggiare l'occasione speciale.

Quando si avvicinò la mezzanotte e comiciò il conto alla rovescia, si tirarono su a sedere, in attesa. Allo scoccare delle dodici, fecero il brindisi, si augurarono "Felice Anno Nuovo!" e bevvero un sorso di vino. Guardarono alla tv Dick Clark(1) che salutava l'Anno Nuovo a Times Square, poi la folla di persone completamente impazzite, che applaudivano e gridavano, e si abbracciavano e baciavano l'un l'altre.

Starsky lanciò un'occhiata furtiva ad Hutch. Che espressione seria su un viso così bello! Allungò la mano sinistra e accarezzò la nuca di Hutch.

"Un nuovo anno! Un nuovo decennio!" disse dolcemente, con ottimismo. Sorrise e sollevò le sopracciglia quando Hutch lo guardò.

"Sono così felice che tu sia ancora qui per vederlo," disse Hutch con calore.

"Anch'io, piccolo," disse Starsky, mettendo velocemente giù il bicchiere, voltandosi di nuovo verso Hutch e baciandolo sulla bocca.

"Starsk!" esclamò Hutch, "Ma che...? Guarda cosa mi hai fatto fare!" Il movimento improvviso di Starsky aveva urtato la mano di Hutch e fatto rovesciare il vino sulle camicie di entrambi.

Non sembra davvero arrabbiato. Solo sorpreso. "Meglio togliere la camicia, Blondie," disse Starsky cominciando a sbottonarla per Hutch. "Ne è passato un po' attraverso," disse mentre la apriva, poi chinò la testa per leccare il petto di Hutch.

"Starsky! Sei ubriaco? Smettila!" disse Hutch, spingendo via Starsky per una spalla.

Starsky fece resistenza. "Sai che non sono ubriaco," disse, mentre cominciava a succhiare il capezzolo destro di Hutch.

"Dio, Starsk! Perché lo stai facendo?" ansimò Hutch, aggrappandosi ora alla spalla.

"Perché ti amo," rispose Starsky, mentre tracciava una scia di umidi baci fino all'altro capezzolo e, dopo avergli dato un piccolo morso, cominciava a succhiare anche quello.

"Anch'io ti amo, ma..."

Starsky poteva sentir battere il cuore di Hutch. "Ma cosa?"

"Ma non dovremmo farlo," ansimò Hutch.

"Perché no?" chiese Starsky, alzando la testa. Si spostò più vicino ad Hutch sul divano, premendosi contro di lui e strofinandosi contro il suo collo.

Hutch repirava a fatica ora. "Perché."

"Perché cosa?" Starsky alitò nell'orecchio di Hutch. Poi lo leccò attorno al bordo, strappando al biondo sotto tortura un respiro spezzato.

"Perché noi non siamo gay," rispose Hutch, quasi senza fiato.

"No." Starsky smise di leccare e si girò per guardare in faccia il suo partner. "Io non so cosa sono, Hutch. So solo che ti amo più di qualsiasi altra cosa o di qualunque altra persona, e voglio mostrarti quanto." Catturò la bocca di Hutch in un bacio appassionato, spingendo la lingua in quella cavità che ancora non la accettava del tutto.

Dopo alcuni lunghi istanti, la lingua di Hutch cominciò a rispondere al suo visitatore, dapprima con esitazione, poi con vero entusiasmo.

Nel frattempo, Starsky fece scivolare una mano sul petto di Hutch e gli pizzicò un capezzolo. Hutch strinse più forte la spalla di Starsky.

Quando infine si separarono, Starsky cominciò a sfilare la camicia di Hutch.

"No, Starsk," disse Hutch, stringendosela di nuovo addosso.

"Andiamo, Hutch, è bagnata," disse Starsky, lasciandola andare. "E anche la mia," aggiunse, e procedette a sbottonare la propria camicia e a togliersela.

Hutch lo guardava con una strana espressione. Dubbio e preoccupazione, insieme ad un inequivocabile desiderio, pensò Starsky. "Andiamo," disse, provando di nuovo a far scivolare la camicia di Hutch oltre le sue spalle. Questa volta il biondo glielo permise, poi si chinò in avanti e finì di levarla da solo.

Immediatamente, Starsky lo attirò in un abbraccio. Sapevo che sarebbe stato fantastico, pensò mentre strofinava il proprio petto nudo contro quello del suo partner. Sentì un piccolo gemito sfuggire dalla bocca di Hutch, e lo prese come un segno di incoraggiamento. Coprì il viso di Hutch di piccoli baci, finché, finalmente, Hutch prese il mento di Starsky nella sua grande mano, gli tenne ferma la faccia, e saccheggiò la sua bocca.

Quando ebbe finito, Hutch si tirò indietro e sussurrò "Mi dispiace, Starsk. Mi dispiace."

"Perché, piccolo? E' stato meraviglioso!" disse Starsky, muovendo lentamente la mano sui pettorali di Hutch.

"Smettila!" Hutch afferrò le mani di Starsky.

"Perché? Hutch, tu mi ami?" chiese Starsky, pur sapendo la risposta.

"Sì."

"Perché mi tocchi tutto il tempo?" chiese Starsky.

"Cosa?" Hutch era chiaramente preso alla sprovvista.

"Non riesci a tenere le mani lontano da me. Non hai mai potuto. Stai sempre a darmi pacche sulla schiena, a stringermi il braccio, a sederti proprio contro di me. Perché?"

"Io... Io non lo so." Hutch sembrava davvero spaventato.

Poteva non essersi mai reso conto di quel che faceva? pensò Starsky. Non ha mai riflettuto sui suoi sentimenti per me.

"Perché pensi che io guardi sempre la tua bocca?" chiese Starsky.

"La mia bocca? Non so di cosa tu stia parlando," disse Hutch, sembrando ancora più spaventato ora.

"Davvero non lo sai?" chiese Starsky con un sorriso. "Guardo la tua bocca perché voglio baciarla. Così," disse, e diede la dimostrazione di ciò che aveva in mente, baciando teneramente le labbra di Hutch.

"No!" gridò Hutch, spingendolo via.

"Hai paura, Hutch?" chiese Starsky, afferrando la sua spalla e guardando in quegli occhi azzurri pieni di lacrime.

"Sì!" rispose Hutch. "Sì." Scosse la testa.

Beh, direi che qui ci sono sentimenti contrastanti, se mai ne ho visti. "Non temere. Non pensi che ti farei mai del male, vero?"

"No, no. Certo che no."

"Beh, allora cosa? Dimmelo."

Le parole sgorgarono fuori incontrollate. "Hai lavorato così duramente per tornare dopo la riabilitazione. Potremmo essere licenziati per questa cosa. Non per una causa tecnica, ma troverebbero un modo. O quantomeno ci renderebbero la vita così impossibile che saremmo costretti ad andarcene. Due partner non dovrebbero essere sessualmente coinvolti l'uno con l'altro. Specialmente due partner maschi. Alla fine ci dividerebbero. E che succederebbe se questo non ci piacesse? O peggio, se ad uno di noi piacesse, ma all'altro no? Che effetti avrebbe sul nostro rapporto? Non voglio che niente rovini ciò che abbiamo."

"Ah, tu rendi sempre tutto così ragionevole, Hutch. Sei sempre stato tu quello intelligente," Starsky sorrise, allentando la presa sulle spalle di Hutch e massaggiandole delicatamente. "Ma stanotte, per il Nuovo Anno, per me, non seguire la tua testa. Segui il tuo cuore. Permettimi di amarti solo per questa volta. Se non ti piacesse ce lo butteremo alle spalle come una folle bravata della Vigilia di Capodanno. Forse sono davvero ubriaco. Non succederà di nuovo. Niente cambierà tra di noi. Che ne dici?" Lentamente tracciò il profilo delle labbra di Hutch con l'indice sinistro.

Hutch baciò il dito, poi afferrò la mano e la portò giù sul suo addome. "Non lo so, Starsk. E se mi piacesse troppo?" Il suo tormento era evidente.

Starsky fissò il suo partner, domandandosi cosa ci sarebbe voluto per scioglierlo abbastanza da lasciare che si amassero l'un l'altro, in un nuovo modo. Nel silenzio, la musica del concerto in televisione si sentiva, ora, forte e chiara. C'era Olivia Newton-John che cantava:

"I'm not trying to make you feel uncomfortable.
I'm not trying to make you anything at all.
But this feeling doesn't come along every day,
And you shouldn't blow the chance, when you've got the chance to say
I love you. I love you. I honestly love you."(2)

Starsky cantò l'ultimo paio di versi insieme a lei, poi baciò teneramente la bocca di Hutch. Leccò le labbra piene del biondo e comiciò a succhiare il labbro inferiore. Hutch ricambiò il bacio altrettanto dolcemente.

Dopo qualche minuto, Starsky disse "Beh, sei pronto a festeggiare davvero la Vigilia di Capodanno?" Diede un piccolo strattone alla cintura dei jeans di Hutch.

Hutch annuì lentamente.

"Okay, allora andiamo," disse Starsky, alzandosi e spegnendo la TV. Prese Hutch per una mano e lo condusse in camera, dove si fermò ai piedi del letto e baciò Hutch di nuovo, accarezzandogli l'ampia schiena nuda per tutto il tempo. Alla fine, lasciandolo andare, disse: "Spogliati," e lui stesso lo fece.

Hutch esitò un momento, poi lo assecondò.

Starsky scostò le coperte, ci si infilò sotto, poi diede un colpetto sul materasso accanto a sé. "Andiamo, partner. Vieni al luogo cui appartieni."

Hutch salì sul letto, e fu immediatamente avvolto dalle braccia di Starsky e soffocato di baci. Si ritrovò incapace di opporre alcuna resistenza mentre la testa di riccioli bruni vagava dal suo collo al petto e poi procedeva più a sud.

Non udirono mai i fuochi d'artificio che scoppiavano nel cielo della città, troppo occupati a godere delle loro stesse esplosioni nel grande letto di Starsky. Era una Vigilia di Capodanno che non avrebbero mai dimenticato e un anniversario che avrebbero festeggiato per il resto delle loro vite.


 

Fine.

(1)Dick Clark's New Year's Rockin' Eve with Ryan Seacrest è uno speciale televisivo che va in onda ogni vigilia di Capodanno sulla ABC. La prima edizione è stata nel 1975 e lo show continua tutt'ora.

(2)La canzone è "I honestly love you" di Olivia Newton-John. Qui potete sentirla e leggere la traduzione. Ad ogni modo il pezzo riportato significa:

"Non sto cercando di farti sentire a disagio.
Non sto cercando di farti sentire in nessun modo.
Ma questo sentimento non viene tutti i giorni,
E non dovresti sprecare l'occasione, quando hai l'occasione di dire
Ti amo. Ti amo. Ti amo sinceramente."


 

Note della traduttrice: anche quest'anno è finito, e sinceramente, quando è iniziato, non avrei mai immaginato di ritrovarmi qui, ora, a postare traduzioni di Starsky e Hutch. Ma la vita è bella anche per questo, per come sa essere imprevedibile... Perciò stasera il mio brindisi andrà al Nuovo Anno, alla vita che ha ancora da venire e a questa fantastica coppia di uomini, di amici, di amanti, "cui è capitato di essere poliziotti", e che mi hanno dato- e spero continueranno a darmi- tanti momenti di gioia.

Buon Anno a tutti voi! Vi aspetto il 14 febbraio con il sequel di questa storia, "Happy Valentine's Day". Stay tuned!

  
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