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Autore: SnowDra1609    31/12/2012    1 recensioni
Spin-off in storie brevi della serie principale, che svelerà vari piccoli segreti dei personaggi che si celano nel piano della Cosmic Era, svelando poco alla volta i pezzi che andranno a comporre il grande puzzle del Piano. Un tassello alla volta, queste mini-storie accompagneranno il filone principale alla scoperta di coloro che, per un motivo o per un altro, si ritrovano coinvolti nelle trame di chi vuol dominare il Destino dell'uomo.
Genere: Science-fiction, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Scandinavian Tales'
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 Fog of War


Nebbia. Io odio la nebbia. La detesto, con tutto me stesso. La nebbia è un'ingombrante presenza di nulla, assolutamente di nulla. Ho visto più volte la nebbia, alle sei di mattina, appena sveglio, la città ancora addormentata. Ho visto i lampioni diventare fari sul nulla, mentre le poche auto che già si muovevano andavano lente, i fari accesi per illuminare la via. Odio la nebbia, perché ti nasconde quello che si cela al di là di essa. Fossero i monti, le città o i mirini dei tuoi nemici. Odio la nebbia perché essa aveva coperto la distanza tra me e la ragazza che tanto ho amato, odio la nebbia perché in un giorno come questo lei era partita, li dove ancora non potevo raggiungerla.
Odio, in sintesi, la nebbia. Mi stringo nel mio giubbotto di pelle, ben felice di essermelo portato con me. Nonostante sia già Aprile, le temperature non hanno accennato ad aumentare neanche di mezzo grado e di questo, tutto sommato, non mi dispiace. Ho amato il freddo fin dall'infanzia, quando ancora piccolo mi buttavo nei verdi prati della mia casa, nel nord della Norvegia, giocando con il mio cane e buttando palle di neve alle guardie che mai mancavo. Peccato non mi rispondessero che con sorrisi, mentre continuavano la loro ronda. Mi son sempre chiesto come giochino a palle di neve i soldati.
Mentre fisso la nebbia di prima mattina, non potevo non chiedermi cosa avrei fatto quest'oggi. Avevo tanti progetti in mente, tante cose da fare e da completare. Ma nessuna voglia di farlo. Alla fine aveva ragione il detto “La volontà è tutto”, poiché effettivamente senza di essa nulla faremmo e vorremmo. Alla fine tutto si riduce all'impulso di agire. Ma … esattamente, come si fa ad agire quando anche le speranze annegano nel mare di nebbia che mi circonda? Ho osservato e vissuto il mondo molto intensamente, specie negli ultimi giorni, e quel che ho visto non mi schifa, ma mi inorridisce ancora di più. Lame velenose gli uomini usano per pugnalarsi alle spalle, per arricchirsi gli uni ai danni degli altri. Non era quello che avrei voluto ottenere.

Sospiro, perché solo sospirare mi rimane da fare. La balaustra a cui son appoggiato è fredda come solo il ferro di prima mattina può esserlo, ma resistente, come solo gli scandinavi sanno plasmare quel metallo. Stringo le mani inguantate sul bordo, sentendo i brividi dovuti alla bassa temperatura nonostante le mie protezioni. Alzo gli occhi e cerco il mare, che secondo la mia memoria dovrebbe essere poco lontano da me. Sento le onde che si infrangono contro le rocce ma non le vedo, posso sentire i gabbiani circondare i pescherecci pronti a partire ma non posso osservare il loro sbattere d'ali. Dannata, fottuta nebbia.

Devo aspettare quasi altre due ore, fermo vicino alla balaustra, perché il cielo cominci a rischiararsi e la nebbia a sparire. La città, tetto dopo tetto, compare alla mia vista. File sterminate di ciottoli stradali e di tegole rosso scuro o amaranto si distendono, infinite, dinanzi la mia vista. Distanti, i viali alberati cingono strade appena appena affollata mentre, fini ma presenti, le luci di Natale son ancora accese vicino le eleganti balconate. Mi ero quasi scordato che era Natale, anche qui. Mi chinai leggermente di più sul ferro, osservando finalmente il porto ergersi, imponente eppure così familiare, dinanzi la mia vista. Le navi stavano partendo inseguite dagli stormi di uccelli affamati di pesce, così come quegli stessi pescatori. Osservo poi due incrociatori, militari ovviamente, ancorati vicino le loro banchine. Sono fermi ed immobili, anche se dalle plance si nota qualche luce accese. I cannoni sono fermi, immobili, innanzi a loro, puntando verso un nemico che ancora non c'è. Sul ponte di volo si nascondono due mobile suit, tetri e silenti, guardiani di quell'effimera pace che presto sarà infranta, anche grazie a me. E' così strano, sapere di star per fare una cosa e delle conseguenze che da essa scaturiranno, eppure essere costretti a farlo. Perché direbbe qualcuno, perché alla fine bisogna agire, scogliere i ghiacci e spianare la strada al male per far vincere il bene.
Perché non si vince restando apatici ed attendendo qualcosa che mai arriverà. Devo attivare gli eventi, in un modo o nell'altro e spero che questa città non ne sia colpita. Ne amo ogni pezzo, ogni singolo ciottolo e morirei per lei. L'amo perché in essa la nebbia è impotente, perché so che ogni mattina, puntuale come il sole che sorge e come la Galassia che gira, che essa ci sarà. Che essa mi accoglierà, come suo figlio e suo signore, che mai mi abbandonerà. Perché le nebbie della guerra stanno per calare su questo mondo, anche e soprattutto per mia colpa e spero che la mia città sappia perdonarmi, se non ora quando saprà.

Prendo il telefono, componendo un numero molto rapidamente
« Signor Kato, dovrei aver azzeccato l'orario … è mattino, da voi? »
« Si, lo è, signor Blue. Cosa vuole? »
« Ho il contatto per le armi. Quando e dove vuole incontrarlo? »

Avevo iniziato, avevo innescato la reazione. Presto tutto sarebbe caduto e spero, per la prima volta con tutto me stesso, che questa volta il mio piano vada meglio. Perché, ora, tutto sommato, sto lavorando per il bene dell'Umanità. Posso proprio dire di star facendo il bravo Principe.  

Bien, bien, bien ^^ Hola a tutti, alla fine son tornato. Nonostante il quasi anno di assenza dalla scrittura non ho mai dimenticato le mie fanfiction, specie "Scandinavia Conflict" e seguito. Uhm, la vena "poetica" sta lentamente tornando, neanche la scuola riuscirà a sopprimerla alla fine ... però, mentre scrivevo il nuovo capitolo, mi son chiesto: e se ci mettessi un contorno? Qualcosa che io riesco a scrivere subito ma che poi non pubblico e che potrei usare per fare mezzi spoiler, svelare qualcosina lentamente? Beh, ho scelto di farlo con tale storia. Posterò, spero parecchie, one-shot, sui più svariati personaggi. Saranno sia quelli canon che quelli che ho aggiunto io (Quindi si, aspettatevi storie su Kira, Athrun, Cagalli ma anche su altri personaggi "minori" della serie, che però io sfrutterò di più). Ne approfitto anche per ringraziare Gufo_Tave per la recensione dello scorso capitolo, sperando faccia sapere insieme a qualcun altro cosa ne pensa della mia ideuzza. Ovviamente le storie non so quando saranno lunghe (questa è molto corta, come avete potuto notare. Inoltre, non sempre vi dirò di chi sto parlando, come in questo caso, a voi indovinare ^^
Ci sentiamo alla prossima storia, au revoir! ^^ 

  
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