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Autore: Ashbear    19/07/2004    1 recensioni
Quando cadiamo, chi c'è a prenderci, nel buio? Rinoa perde la vista e Squall impara a vedere cosa dentro il 'suo' stesso cuore ... non possiamo credere negli altri, quando non crediamo in noi stessi.
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rinoa Heartilly, Squall Leonheart
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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CASTLES IN THE SKY
di Ashbear, tradotto da Alessia Heartilly
~ Capitolo 2: Aurora ~

Non era del tutto giusto, era come se mancasse qualcosa. Mentre Squall scrutava fuori dal finestrino, l'intera serata gli ripassava in testa come la bobina di un film. Un film per sempre inciso sulla pellicola, senza parole. Il suo comportamento parlava più chiaro di quanto potessero mai fare le parole. Rivisse mentalmente la scena, lei che stava in piedi, sorrideva, e non lo riconosceva. Arrivò a una sola conclusione. No, Rinoa non avrebbe semplicemente ignorato il suo passato.

Ma come previsto, non appena una spiegazione veniva data... veniva velocemente rovesciata.

Lo farebbe? Certo che no, abbiamo passato più di anno insieme, e lei è stata quella che mi ha lasciato. Perché dovrebbe essere arrabbiata con me? Rinoa è stata quella che ha trovato un altro, è andata avanti anche quando io non potevo. Era lui ieri sera? Forse è per questo che ha finto di non riconoscermi, che stronza, pensò. Seifer aveva ragione su di lei, è una piccola ragazzina viziata, corre da un altro uomo, e poi torna dal paparino quando le va.

Ora lei aveva raggiunto una posizione sociale con cui Squall non si poteva misurare, e nemmeno desiderava particolarmente farlo. Lascia che abbia la sua fortuna, i riconoscimenti sociali, e i suoi accompagnatori maschili... chi se ne frega. Chiuse gli occhi con risentimento, anche se stava pensando quelle parole; non poteva prenderle per vere. Perché mi sento ancora così?

Irvine si chinò verso di lui, battendogli leggermente la spalla. "Puoi sempre chiamarla, chiederle cosa è successo. Forse non è l'approccio migliore, ma almeno sapresti la verità. Certe cose devono essere dette. Non in un biglietto, ma faccia a faccia. Rinoa è ancora la ragazza che conoscevamo e che ci ha aiutato due anni fa. Fidati di lei."

Con questo ultimo amichevole consiglio, Irvine chiuse gli occhi. Il cowboy si addormentò, mentre il treno oscillava dolcemente verso Balamb.

Forse, pensò Squall, ma se vengo ferito nel frattempo? Forse la realtà farà più male che fingere che non sia mai esistita.

Con mille pensieri in testa, Squall chiuse gli occhi e si unì a Irvine nel pacifico sonno del treno.

*~*~*~*~*

Il giorno dopo continuò come al solito, la vita continua davvero. Squall stava seduto alla scrivania e controllava tutte le carte che stavano nella sua cartella 'in'. Lavorare al momento era in qualche modo fuori questione. I documenti sembravano non finire mai. Eppure, non c'era modo di mantenersi concentrato sul lavoro. Prese il plico dalla scrivania, e poi lo rimise a posto altrettanto velocemente.

"Devo uscire di qui." Detto questo, impugnò il suo gunblade, marciando verso il centro addestramento.

Fare strage di Grat era tanto divertente quanto guardare la pittura che si asciugava nel giardino, ma almeno lo teneva impegnato, più o meno. C'era una classe nell'area degli Archeosaurus. Per quanto Squall volesse affrontare qualcosa di più feroce di un'erbaccia troppo cresciuta, non voleva vedere nessuno della razza umana in quel momento. Proprio mentre stava per perdersi nei suoi più intimi pensieri, Quistis e Selphie svoltarono l'angolo.

"Hey Squall," cinguettò Selphie nella sua maniera allegra. "Non dovresti comandare o roba simile, o oggi è una festa nazionale e io non lo sapevo?"

Lo sguardo che Squall le lanciò rispose alla sua domanda.

"Selphie, voglio stare solo ora, per favore."

Fece un cenno con la testa alle due ragazze come per accomiatarsi, si voltò, ed entrò nel centro addestramento.

"Selph, sono preoccupata per lui," disse Quistis dolcemente con un tono preoccupato, materno. "Lauren e Irvine mi hanno raccontato cosa è successo la scorsa notte. Rinoa sembrava troppo sensibile per ignorarlo. Eppure, sembrava anche troppo dolce per abbandonarlo... soprattutto per un altro uomo."

Il comandante sparì dalla loro vista, lasciando le due ragazze completamente sole. "Selphie... sei ancora brava con i computer, vero?"

La ragazza più giovane annuì.

"Andiamo a vedere cosa possiamo scoprire di Rinoa che sia successo nell'ultimo anno. Se partecipava ai balletti, ci dovrebbe essere qualcosa su di lei negli archivi della stampa. È un inizio."

Selphie sorrise mentre camminavano verso la camera di Quistis, ansiose di vedere cosa potevano scoprire sulla loro ex compagna.

*~*~*~*~*

Zell si allungò nella soffice sedia reclinabile di Irvine, mentre il cowboy raccontava gli eventi della serata precedente.

"Davvero, vi ha proprio ignorato? Nemmeno un ciao?"

Irvine cercò di spiegarsi di nuovo, "Ha detto ciao e ci ha parlato. Beh, solo con Lauren, ma Rinoa ci guardava dritto in faccia, e si comportava come se non sapesse chi diavolo fossimo. Ho detto a Squall di chiamarla oggi, ma credo che ci sia una più alta probabilità di avere come nuovo compagno di stanza un RubRumDragon."

Zell pensò per un momento. "Forse non vi ha davvero riconosciuto, magari in qualche modo ha perso tutti suoi ricordi legati alla compressione temporale."

Irvine scosse di nuovo la testa. "No, ha parlato del Garden, è sembrata davvero emotiva su questo posto. Rin non ci ha parlato direttamente."

Guardando il telefono sul suo scrittoio, Irvine decise per un'azione diretta.

"Sai che faccio, Zell? La chiamo io. Conosco Squall. Non lo farà mai. Vediamo solo se possiamo capire cosa succede nella graziosa testolina di Rin."

Irvine afferrò il telefono, "Pronto, operatore?"

*~*~*~*~*

Rinoa era seduta sul suo letto, esausta. Perché alla ragazza SeeD della scorsa sera non aveva chiesto del Garden, di Squall?

Perché se realizzasse che non puoi vedere, non sentirebbe altro che pietà per te Rinoa. Questa è l'ultima cosa che lascerò accadere. Quell'uomo non saprà mai quanto mi ha ferito. Non saprà mai nemmeno quanto mi manca.

Il telefono squillò, scacciando la sua momentanea debolezza. Rinoa cercò sul comodino, trovando finalmente il telefono. Alzò il ricevitore, ma ancora persa nei suoi pensieri, riuscì a far cadere la cornetta.

"Merda," mormorò. Scendendo dal letto, rovistò per terra alla ricerca del telefono caduto.

"Pronto, sei tu Rinoa?"

"Um sì... chi parla?"

"Sono Irvine."

La testa di Rinoa iniziò a girare, mentre i pensieri peggiori le tormentavano la mente.

Oh mio Dio è tutto a posto, Squall è ferito? Fu la sua prima reazione. Ma sarebbe stata dannata a far sapere a Irvine la sua preoccupazione. Così, fece un sorriso, parlando nel tono più dolce che poteva.

"Wow Irvine! Come stai? È quasi un anno ormai. Allora come ti va la vita al Garden? Come sta Selphie? State ancora insieme voi due?"

Quasi un anno, ma che sta dicendo? Ci siamo visti ieri sera. Ok, la faccenda si fa strana. Irvine decise di stare al gioco.

"Al Garden va tutto bene. Selphie e io siamo felici come non mai. Um... a proposito, io e lei vogliamo venire a Deling la prossima settimana, pensavo che potessimo vederci per un pranzo insieme."

"Oh Irvine, mi piacerebbe molto. Ma sarò fuori città tutta la prossima settimana. Ragazzi, vorrei davvero vedervi. Sfortunatamente il dovere chiama, il lavoro richiede la mia presenza... la nostra... Robert e io, saremo fuori città la prossima settimana."

Grandioso, ora stava mentendo a uno dei suoi migliori amici. Non solo dicendo che sarebbe stata fuori città la prossima settimana, ma anche fingendo che Robert fosse qualcosa di più che suo cugino -Ick!

In cosa mi sto cacciando?

"Oh, peccato. In che campo lavori?"

Pensa... pensa a che tipo di lavoro... fuori città? Proprio in quel momento, in sottofondo sentì la televisione commerciale. "Vendo... tritatutto. Sì, sono fantastici! Tritano qualsiasi tipo di... di cibo."

Oh, andrò all'inferno per questo. Si colpì la fronte con la mano libera, tremando tutto il tempo per l'emozione.

"Tritatutto, um... sì... sono carini. Non sapevo nemmeno che tu sapessi cucinare." Irvine non se l'era bevuta fin dall'inizio, ma voleva che lei continuasse a parlare. Forse avrebbe accidentalmente lasciato cadere qualche informazione.

Rinoa tenne la mano sulla fronte; le sue bugie stavano diventando più grandi. "Beh, con il Tritautomatico 9000 anche io posso cucinare. Taglia a fette, a dadini, e fa anche le roselline per quelle occasioni speciali." Stava cercando di ascoltare la televisione parola per parola. "Se ti interessa sono solo quattro comode rate da 19.95 guil."

"Beh Rin, lascia che ci pensi su."

Zell stava disperatamente cercando di strappare la cornetta a Irvine. Da quello che sentiva, questa conversazione era la cosa più strana che fosse mai uscita dalla bocca di Irvine per molto tempo... il che era tutto dire.

"Beh, sì, è meglio che vada ora. Dì 'ciao' a tutti da parte mia. Dì loro che 'mi mancano' e che auguro a tutti tutto il bene possibile. Ciao." Detto questo, riattaccò. Ancora sul pavimento, si rannicchiò e cominciò a piangere.

"Perché è andato a finire tutto in questo modo?"

*~*~*~*~*

Irvine era più confuso che mai. "Questa è stata la chiacchierata più strana che ho mai avuto con l'altro sesso. Ma, a essere ottimisti, penso che potrei ottenere un nuovo tritatutto."

Zell rimase seduto sull'enorme sedia e fece a Irvine uno dei suoi scherzosi sorrisi. "Tritatutto... quelli che fanno anche quelle belle roselline?"

"Dobbiamo parlare con le ragazze, c'é qualcosa che non va. Lo so che non sono affari nostri, ma penso ancora che quei due abbiano bisogno l'uno dell'altro più di quanto possiamo immaginare." Si guardarono in segno di accordo, incamminandosi verso la camera di Quistis.

*~*~*~*~*

I quattro 'investigatori' erano seduti nella camera dell'insegnante, determinati a scoprire il mistero che avevano davanti.

"...e questa è stata più o meno tutta la nostra conversazione, "spiegò Irvine. "È stata molto...strana."

Quistis fece un cenno di assenso. Lei e Selphie avevano lavorato al computer tutto il pomeriggio, cercando vecchi articoli di giornale.

"Quello che abbiamo trovato per ora è che circa dieci mesi fa Rinoa è entrata nella compagnia di danza. Ci sono molte fotografie di lei in quel periodo. Sembra abbastanza contenta, considerate le circostanze. Qualche intervista, niente che sia fuori dal normale."

"Aspettate!" gridò Selphie da dietro lo schermo di computer. "Venite qui. Ho trovato un articolo che è di circa sei mesi fa, e parla di un incidente. I nomi dei feriti sono stati protetti, ma alcune fonti vicine all'ospedale dicono che si trattava della figlia di un politico di alto grado! Poi l'articolo successivo di Rinoa è di circa tre mesi dopo. È come se non avesse fatto nulla durante quel periodo."

"È rimasta ferita." disse Zell. "Era ferita e non poteva ballare. Guardate, questo articolo sul balletto si riferisce alla prima ballerina come 'sostituta' durante quei mesi. Rinoa non ha potuto ballare per un paio di mesi. Qui c'é la prima fotografia di lei dopo l'incidente. Sembra che stia bene, ma qualcosa non sembra... Beh, non Rinoa."

"Quindi qualsiasi cosa fosse, ha fatto in modo che non ci prestasse attenzione la scorsa notte. Eppure, mi ricordava al telefono, molto educata, piacevole, e quasi contenta di sentirmi. Non il tipo di persona che mi aveva ignorato la sera prima."

Quistis sembrò colpita da un muro di mattoni. "Irvine, hai detto che Lauren è stata l'unica a parlare effettivamente con lei, vero? Tu e Squall non siete stati presentati, non avete mai parlato. E se non vi avesse parlato perché non sapeva che foste voi?"

"Quisty, ha guardato Squall in faccia, ha guardato me in faccia. Come avrebbe potuto non sapere... a meno che non potesse 'vederci'?"

Il silenzio era assordante, in quel momento capirono il pezzo mancante del puzzle. L'unica risposta logicamente possibile.

Irvine annunciò l'ovvio. "Dannazione, quel ragazzo la stava aiutando... quell'uomo ha guidato Rinoa attraverso la folla perché non sbattesse contro qualcuno. Non ci ha visti."

Quistis e Selphie potevano a malapena trattenere la loro emozione. Gli uomini, a loro modo, cercarono di trattenere la loro.

Zell parlò per primo, "Non penso che dovremmo dire a Squall nulla di tutto questo fino a che non ne saremo sicuri. L'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è turbarlo ancora di più, o far circolare false voci. Andiamo a Deling domani."

*~*~*~*~*

Squall stava coricato a letto a fissare il soffitto, pensare troppo può a volte mettere nei guai. Doveva sapere della vita di Rinoa, doveva sapere. Per quanto cercasse di detestarla, non poteva. Di fatto, era l'opposto.

Perché non l'ho mai seguita? I pensieri erano l'eco dei suoi sentimenti. In qualche modo, tutto ritornava a lui... era sempre in torto. Sempre. Non importava cosa succedeva nella sua vita, lui la rovinava. Ad ogni modo, nulla aveva mai fatto male quanto perdere lei... nulla. Proprio in quel momento, un bussare alla porta lo risvegliò dal suo sogno ad occhi aperti... più come l'incubo che la sua vita era diventata.

"Squall, sono solo Irvine. Il preside Cid ha dato a noi cinque una missione per domani. Partiremo al sorgere del sole. Non devi alzarti. Fammi solo sapere se stai ancora respirando lì dentro."

"Chi se ne frega." Fu l'unica risposta al suo irritante amico. Almeno questo avrebbe potuto mantenerlo concentrato sul lavoro per un po'.

*~*~*~*~*

Gli altri erano rimasti alzati la maggior parte della notte lavorando su una strategia. Prima di tutto, dovevano verificare i loro sospetti. Poi, dovevano capire come informare Squall. Se fosse stato vero, sarebbe stato più convincente mostrarglielo.

Poco dopo essere arrivati a Deling City, Zell e Quistis avevano deciso di andare alla residenza di Caraway. Dopo ore di pianificazione la sera prima, avevano alla fine deciso per l'approccio semplice e diretto. Quistis suonò il campanello, dopo pochi secondi un'anziana cameriera aprì la porta.

"C'é Rin?" Il piano, seppure diretto, richiedeva che la chiamassero con un soprannome. Avevano pensato che avrebbe evitato domande dal personale di servizio. E come previsto dall'idea di Zell, funzionò. La cameriera domandò loro di aspettare, chiudendo loro la porta in faccia velocemente. Dopo circa tre minuti, la porta si aprì lentamente.

"Rinoa!" Quistis le corse vicino e abbracciò la ragazza prima che potesse chiudere la porta. Zell e Quistis si scambiarono uno sguardo. Prima che lei continuasse, "Zell, Selphie e io volevamo solo vederti. Ci manchi così tanto."

Rinoa rimase ad abbracciare Quistis, come se fosse una famiglia persa da tempo. In un certo senso lo era. "Anche voi mi mancate, ma devo andare. Quistis, ho l'influenza e non potrei sopportare che tu la prendessi. È bello vedere voi tre di nuovo."

Rinoa sciolse l'affettuoso abbraccio, voltandosi verso la residenza. La porta quasi sbatté in faccia ai SeeD.

"Strano," spiegò Zell, "non è impressionante >vedere Selphie mentre sta facendo colazione a tre isolati da qui?"

"Lo so Zell, lo so."

*~*~*~*~*

"Irvy, puoi passarmi il sale?"

"Qualsiasi cosa per te tesoro. Vuoi qualcos'altro già che ci sono... caffè, tè, o me?"

Selphie roteò gli occhi alla battuta del tiratore. "Beh, ora sei davvero fantasioso, ma no grazie, va bene così."

In quel momento, Selphie sentì i campanelli sulla porta del ristorante suonare. Quistis e Zell entrarono nel piccolo Deling Café. Zell annuì semplicemente verso di lei.

Era inteso... era vero.

Chi lo dirà a Squall? la semplice, silenziosa domanda nelle loro menti.

Sedendosi tranquillamente, Quistis cominciò a guardare il menù. Alzò gli occhi, fissando gli altri. Ognuno cercava di nascondere il proprio nervosismo. Squall notò le espressioni che i quattro si stavano scambiando. Inoltre, il gruppo che non stava mai zitto un secondo aveva misteriosamente perso la parola.

"Perché mi avete portato qui? Non c'é nessuna missione. Una parte dell'essere comandante implica informarsi sempre su chi ci assume. Indovinate un po'... nessuno lo ha fatto. Volevo sapere che cosa diavolo stavate architettando. Perché di nuovo a Deling? Perché di nuovo qui?"

L'insegnante inalò, poi lentamente sospirò. Eccoci, ora o mai più, si preparò mentalmente prima di rispondere. "Squall, sei come un fratello per me." Si morse il labbro prima di continuare, non del tutto sicura di come dirlo. "Um... dopo che Selphie e io abbiamo sentito il racconto dell'altra sera, a nessuna di noi due è sembrato che avesse senso. Così, dovevamo scoprire la verità. Non era da Rinoa ignorarti e basta."

Tutti erano tranquilli. Il rumore di sottofondo degli altri gruppi che chiacchieravano e delle posate che tintinnavano era l'unica cosa che sentivano. La rabbia negli occhi di Squall era evidente. Non avevano nessun diritto di interferire con la sua vita, e il risentimento lo dimostrava. Quistis cercò disperatamente di spiegare prima che il comandante se ne andasse, e diavolo, sapeva che l'avrebbe fatto.

"Abbiamo trovato degli articoli di giornale. Squall, Rinoa ha avuto un grave incidente automobilistico circa sei mesi fa. Per favore, devi solo andare a parlare tu stesso."

Con l'idea della 'sua Rinoa' che soffriva in qualche modo, si alzò in piedi di scatto. 'La sua Rinoa', come se fosse un oggetto da avere.

Quando l'ho mai considerata un oggetto?

Era sempre stata più di quello, non un oggetto, ma qualcuno che portava gioia nella sua monotona vita. Dannazione, non succederà di nuovo.

Prima che qualcuno potesse dire una parola, Squall Leonhart era già fuori dalla porta.

*~*~*~*~*

Velocemente Squall corse lungo gli indaffarati viali di Deling. Era quasi le nove di mattina e la città era in piena attività. I mercanti vendevano oggetti agli angoli, dirigenti camminavano con valigette in mano, e i bambini giocavano nel cortile di fronte alla scuola.

Ma lui non vide nulla di tutto questo. Per lui c'era una sola cosa che voleva vedere.

La residenza di Caraway si stava avvicinando velocemente. Non ricordava nemmeno il tragitto dal barettino alla residenza; ora si fermò semplicemente di fronte alla porta.

Devo sapere.

Squall suonò il campanello. Mille frammenti di ricordi gli riempivano la mente. Cosa avrebbe pensato lei della sua presenza lì? L'avrebbe accolto con calore, gli avrebbe anche parlato dopo tutto quello?

Una cameriera più giovane rispose alla porta questa volta, sorridente e amichevole. Non avrebbe lasciato che Rinoa sapesse chi era; non avrebbe mai accettato di vederlo. Squall doveva comportarsi come se si trattasse di qualche affare ufficiale.

"Ho un telegramma per la figlia del Colonnello Caraway Rinoa... Caraway."

La cameriera sorrise all'affascinante uomo di fronte a lei, "Beh, casa giusta, cognome sbagliato ma non del tutto, aspetti qui."

Squall voleva far sembrare di non averla mai conosciuta. Un postino non avrebbe saputo della differenza; il cognome sbagliato avrebbe aiutato a dimostrarlo, no? Ora non sapeva nemmeno più cosa stava facendo o dicendo. Ogni forma di intelligenza sembrava sgusciare via da lui. Si era sentito così anche prima... confuso, frustrato, e insicuro.

Ogni volta che la guardava, e il sorriso che lo perseguitava ancora.

Minuti dopo Rinoa aprì la porta, rimanendo lì in piedi, come un angelo. I capelli raccolti in una coda morbida, jeans blu, una maglia bianca, e a piedi nudi. Non aveva mai notato che piedi piccoli avesse prima. Sembravano così perfetti, piccoli e perfetti. Eppure, poteva vedere lo stress che ballare procurava loro. Ma non importava... erano ancora perfetti per lui. Sembrava così diversa dall'ultima volta, quando l'aveva vista al ricevimento. Rinoa sembrava tale e quale a quando era la sua ragazza... no, si corresse... solo come quando viveva al Garden.

"Sono la figlia del Colonnello Caraway, mi hanno detto che ha un telegramma per me."

Squall guardò Rinoa, che stava ancora sorridendo. Dopo qualche secondo di imbarazzato silenzio, il suo sorriso cominciò a diminuire. Cercò ancora di essere gentile, come era sua abitudine. "Ha un telegramma per me o no, signore?"

Squall realizzò allora cosa c'era di sbagliato. L'incidente, il modo in cui lo guardava. O a dire il vero, il modo il cui non lo guardava.

"Oh Hyne Rinoa, non puoi vedermi, vero?"

Squall osservò il suo viso andare da leggermente irritato a completamente scioccato. La conosceva troppo bene, si sarebbe voltata e sarebbe scappata. Squall doveva fermarla; allungò una mano e afferrò il braccio dell'unica persona che aveva mai amato.

Amato?

Non ti lascerò sparire di nuovo, disse la sua mente, anche se non riusciva a dire nulla. Il suo cuore accelerò i battiti. Così tante cose voleva dire, voleva sentire, ma la voce gli mancava.

Aveva bisogno di risposte.

"Squall..." fu l'unica cosa che lei riuscì ad articolare.

Le lacrime le cadevano copiosamente dagli occhi, senza freni. Non appena lui l'aveva toccata, Rinoa aveva provato emozioni che non aveva sentito in più di un anno. Doveva fermare queste sensazioni a tutti i costi.

"Stai dannatamente lontano da me," sbottò tra le lacrime. Squall rimase fermo, tenendole il braccio. Più lei cercava di liberarsi da lui, più forte diventava la sua stretta. Poteva sentire l'incubo, il dolore di lei. Voleva prenderla tra le braccia e stringerla, senza mai lasciarla andare.

Improvvisamente, un giovane uomo aprì la porta e afferrò Squall al petto.

"Robert," gridò Rinoa. "Ti prego, non fargli del male!"

Suo cugino, e suo unico amico, si scagliò contro il petto di Squall. Robert non sapeva che rapporti quest'uomo alla porta avesse con Rinoa; era spaventato per sua cugina. Robert riuscì ad afferrarla per la maglietta, spingendola sempre, proteggendola dal pazzo alla porta.

"Vattene da qui o chiamo la polizia, pazzoide."

Con questo, la porta venne chiusa in faccia a Squall. Rimase lì in piedi prima di ripetere, "non puoi vedermi, vero?"

*****
Nota della traduttrice: come per il capitolo precedente, anche qui ci sono state alcune modifiche: corsivi in meno, frasi spezzate in maniera diversa, e basta direi. Poco aggiungono alla storia, quindi se avete letto il capitolo di recente, potete proseguire senza rileggerlo, se non per rinfrescarvi la memoria. Grazie^^
Segnalo anche che la storia è stata betata da DefenderX, quindi eventuali errorini che erano presenti sono stati eliminati^^ -Alessia Heartilly

   
 
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