‘che hai?’
‘niente,solo che ho paura’
‘non riesco a sentirti parlare così,tu,tu sei troppo cazzone per essere così serio,tu dovresti farmi stare meglio’
‘allison,non ora’
‘e invece si,tu non capisci mai quando è il momento giusto per parlare o stare zitto,fino a cinque minuti fa però ridevi e mi prendevi per il culo’
‘cinque minuti fa non sapevo della tua malattia,cazzo’
‘forse è per questo che non ti ho detto nulla,non pensi?’
‘da quanto lo sai?’
‘ehm,io..’
‘allison,ti ho chiesto da quanto lo sai.’
‘non è rilevante!’
‘lo è per me.’
‘io,credo,da,qualche mese,quattordici,circa’
‘è più di un anno?come hai potuto mentirmi per così tanto tempo?’
‘non ti ho mentito.’
‘no,hai solo omesso’
‘esatto’
‘alli,senti io voglio passare ogni attimo con te e viverlo come se fosse l’ultimo’
‘per me potrebbe esserlo’
‘non dire idiozie,tu non puoi andartene prima che io..’
‘che tu?’
‘ti abbia detto quando significhi per me,come amica,si intende’
‘e quanto tieni a me?’
‘proprio tanto’

 

‘allison,ti volevo chiedere una cosa.’
‘dimmi conor’
‘sai,ehm,io volevo venire con te alla visita di controllo.’
‘è una pessima idea.’
‘sai che tu sei la mia migliore amica,voglio esserti vicino’
‘no,non in quella situazione’
‘non c’è nulla che io possa fare per convincerti?’
‘assolutamente no’
‘nemmeno il solletico?’
‘se ci provi questo sarà il tuo ultimo secondo di vita’
‘e allora?’
‘puoi venire,basta che sia un occasione più unica che rara.’
‘lo sarà,promesso’
‘fai il giuramento!’
‘alli,è imbarazzante’
‘mi farebbe stare meglio..’
‘parola di lupetto,mano sul cuore’
‘ahahah,parola di rondine,mano sul cuore’
‘ti ricordi come ci divertivamo negli scout?’
‘si,tipo quando ti sei seduto sulle ceneri di un fuoco e abbiamo dovuto rattoppare le tue mutande con la sciarpa rosa di lydia!’
‘sono momenti che segnano un uomo’
‘è li che ci siamo conosciuti’
‘e andrei in giro con un miliardo di mutande rosa pur di non rinunciare a quell’esperienza’
‘o quando hai mangiato una cacca di scoiattolo pensando che fossero goccie di cioccolato per biscotti?’
‘la smetti?’
‘la migliore,però è stata quando ci siamo persi nel bosco,ricordi conor?’
‘oh,ma quella volta eri tu ad essere bloccata dal terrore’
‘spero tu stia scherzando!’
‘assolutamente no,cagasotto’
‘oh,perché non eri tu quello che piagnucolava nel sonno?’
‘pf,era un incubo’
‘negli incubi tu chiami la tua mammina?’
‘la vuoi smettere,sei odiosa quando fai così’
‘sei,tu che sei una femminuccia’
‘anche tu lo sei,se è per questo’
‘sono certa che sul mio certificato di nascita ci sia scritto ‘donna’ quindi,si,sono una femminuccia’
‘allora,quando è la visita?’
‘oh,me ne ero dimenticata per un momento’
‘sono un pessimo amico te l’ho fatto ricordare,scusa’
‘no,tranquillo,dopodomani,alle sei del pomeriggio,ci vediamo davanti all’ambulatorio’
‘certo’
 
 
‘io non so come dirglielo,signorina.’
‘cosa,dottore,che non ci sono più speranze,su parli,aumenta solo il dolore’
‘no,signorina williams,lei ha qualche speranza’
‘se solo il cancro non avesse occupato una zona troppo grande dentro di me’
‘potremmo provare ad intervenire’
‘e allora perché non lo fate subito?! Ho diciotto anni,voglio vivere,avere una famiglia,viaggiare,tagliare l’erba,aiutare i miei,vedere mia sorella che prende il diploma,avere un figlio è chiedere tanto,dottore?’
‘faremo tutto il possibile’

Non avevo mai visto allison così determinata in quello che voleva,lei voleva solo avere una famiglia,viaggiare e vedere sua sorella mentre prendeva il diploma.
il giorno successivo fu ricoverata.
io ero con lei,volevo a tutti i costi starle vicino.
 
non mi hanno fatto entrare.
nel corridoio d’ospedale i carrelli passavano veloci,trasportavano di tutto,da una vita appena iniziata a una appena finita,alle schifose mele caramellate che davano ai poveri malati come dessert.
speravo solo che lei fosse nel carrello che la spingeva verso una nuova vita.
tenevo stretti i denti,vicino a me il signore e la signora williams,dovevo essere forte non potevo lasciare trasparire emozioni negative.
la piccola lydia si avvicina a me ‘mia sorella è li?’
‘si,piccola ma andrà tutto bene,ne uscirà più forte di prima’ come facevo a mentirle così? Ma è solo un’innocente di appena dieci anni,cosa potevo fare?
‘conor,mi prendi una cioccolata,questo corridoio mi fa paura’
‘non sei l’unica a cui fa paura piccola,andiamo,su’
 
 
Tre giorni dopo arriva una lettera su carta intestata della famiglia williams che recita ‘siamo commossi,dall’interessamento della comunità per il nostro lutto,vi ringraziamo e vi invitiamo questa domenica,in cattedrale,per l’ultimo sentito saluto al nostro angelo,allison.’
 
 
ho voglia di piangere.
in fondo ho pianto anche troppo.
sono tre giorni che non esco dalla mia camera,e che non mangiavo,ma i morsi della fame facevano meno male della mia perdita.
 
 
Ripenso a quel giorno,alla sua camera alle mie parole che stavano per svelare la verità ‘non puoi andartene prima che io..’ e mi ero bloccato.
 
 
 
Arriva la domenica,il cielo è nero,grossi nuvoloni promettono pioggia.
la signora williams mi si avvicina,una sciarpa nera le copre il viso,la riconosco a stento ‘conor,tu eri il suo più caro amico,vuoi dire qualcosa?’
‘non credo di averne la forza signora’
 
 
 
Mi avvicino all’altare,la vedo,la morte non ha potuto fare nulla contro la sua bellezza.
le sono sopra,lascio cadere una lacrima e urlo ‘non puoi andartene prima che io ti abbia detto che ti amo’
 
 
Quell’urlo strozzato rimbombò acuto nella cattedrale,dopo solo singhiozzi.