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Autore: telesette    03/01/2013    0 recensioni
Incurante delle parole di Burt, Robocop concentrò invece l'attenzione sul volto sanguinante di Peter.
Il ragazzo era poco più di un bambino, quasi dell'età di Jimmy Murphy ( figlio del defunto Alex Murphy ), e ciononostante lo avevano letteralmente "massacrato" di botte senza pietà.
L'animo sensibile di Murphy ebbe il sopravvento sulle direttive di Robocop, provocando nel cyborg una forte ondata di rabbia e disgusto, tanto che questi fu incapace di reprimere la propria collera...
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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RoboCop - Il futuro della legge ( RoboCop ) è un film del 1987 diretto da Paul Verhoeven. È una storia di fantascienza ambientata in un prossimo futuro distopico. Nella sceneggiatura sono presenti note satiriche e un feroce cinismo. Il film è stato prodotto dalla Orion Pictures.
Al film si ispirarono anche diversi fumetti, due sequel, vari videogiochi e quattro serie televisive, tutti aventi per protagonista un agente di polizia cyborg.

 

clicca qui per vedere una THEME tratta dal film originale:
http://www.youtube.com/watch?v=KmEw9O-bajE

 

Foto

 

Fa male?

Peter respirò affannosamente, mentre il sapore aspro e metallico del suo sangue gli scivolò giù per la gola facendolo tossire.
Non contento di avergli fratturato il setto, il tizio che lo aveva picchiato lo afferrò per i capelli e gli sferrò una ginocchiata in mezzo alle costole.
Peter gemette, il sangue che gli sprizzava fuori dalla bocca, e si portò istintivamente le mani al petto sconquassato. Era troppo piccolo e gracile, per poter contrastare anche uno solo di quegli energumeni che lo stavano mettendo sotto.
Costoro erano consapevoli della debolezza del ragazzo, motivo per cui intendevano colpirlo ancora più duramente, e per giunta sembravano addirittura "gratificati" dal dolore del poveretto.
Mark e Denis, stretti l'uno all'altro per la paura, non potevano fare altro che osservare impotenti il loro amico di quindici anni mentre veniva pestato da un uomo fatto ( circa cinque o sei anni più grande di lui ).
Burt e i suoi erano veramente delle carogne senza pietà.
Mentre Burt teneva Peter saldamente, con tutta l'intenzione di fargli sputare l'anima a suon di cazzotti, Art e Mad sghignazzavano soddisfatti. Dopo averne spiaccicato le lenti sotto le scarpe, Art stava ora giocherellando con la montatura degli occhiali di Peter. Mad invece si stava divertendo a strappare i suoi libri, soffiandosi disgustosamente il naso con un mucchio di pagine prese a caso.

- Allora, Peter - esclamò cinico Burt, sollevando la sua vittima per guardarla negli occhi. - T'è tornata la memoria, circa quei cinquanta dollari che mi devi dare?
- T... Ti ho già detto che... non li ho - sibilò Peter, muovendo appena la mandibola slogata.
- Risposta sbagliata, Peter - fece Burt, assestandogli un altro pugno sotto allo sterno. - Guardami bene, e smettila con le stronzate: io voglio i miei soldi, sono stato chiaro ?!?
- Aprigli il culo, Burt - suggerì Art, spaccando in due ciò che restava della montatura ritorta. - Magari è lì che nasconde la grana!
- Massì, divertiamoci un po' - fece eco Mad, sputando per terra una palla di muco verde appiccicoso.

Burt sorrise cinicamente.
Peter sbarrò gli occhi, a malapena in grado di distinguere le immagini che vorticavano davanti ai suoi occhi.
Il dolore, il sangue, l'ossigeno che quasi non arrivava più al cervello...
Il povero ragazzo era praticamente semisvenuto, niente di più di un sacco di stracci, muscoli e ossa, e ciononostante quelli avevano ancora intenzione di picchiarlo per puro sadismo.
Non era tanto per estorcere loro del denaro, non solo almeno, quanto per la soddisfazione di sentirsi forti con qualcuno molto più debole di loro. Quei mocciosi erano completamente nelle loro mani, potevano farne ciò che volevano, e questo era per loro più che un divertimento.

- Di' pure "addio" ai tuoi dentini, Peter - esclamò Burt, sollevando il pugno all'indietro e preparandosi a scagliarglielo addosso con tutta la sua forza. - Dicono che fa molto ma... AAAIEEEAAAHHH !!!

Con un rumore simile a quello di una pressa meccanica, Burt si sentì afferrare il braccio dietro la schiena.
Subito lasciò andare Peter, il quale si accasciò ansimante nel tentativo di riprendere fiato, mentre Art e Mad rimasero sbalorditi nel rendersi conto di cosa era realmente successo.

- Usare violenza contro un minorenne è un reato molto grave - esclamò la forte voce di Murphy, attraverso il sintetizzatore vocale di Robocop. - Siete tutti e tre in arresto!
- Arrestami questo, brutto figlio di puttana!

Ciò detto, Burt fece scattare la lama del temperino e provò a colpire Robocop con quello.
La lama ovviamente si spezzò sul rivestimento di titanio e kevlar dell'armatura, senza arrecare alcun danno, e il cyborg si limitò ad aumentare la pressione sul braccio che aveva appena afferrato.
Burt cacciò un urlo, sentendo chiaramente il sinistro scricchiolìo delle ossa in procinto di spezzarsi, e subito ruggì ad Art e Mad di aiutarlo.
Mad provò a sferrare un calcio in mezzo alle gambe di Robocop, pensando stupidamente di trovarci qualcosa di simile a dei testicoli, col solo risultato di frantumarsi le ossa del piede contro un blocco di acciaio rinforzato.
Vedendo il compagno a terra, dimenarsi selvaggiamente come un animale in calore, Art pensò bene di abbandonare lui e Burt e darsela a gambe. Tuttavia Robocop, registrando i suoi movimenti sul visore elettroscopico, sollevò il braccio per assestargli un preciso uppercut che lo spedì lungo disteso come un sacco di patate.
Mark e Denis applaudirono al loro eroe, acclamando a gran voce il suo intervento, e nel contempo aiutarono Peter a rialzarsi.

- Lasciami... Lasciami, fottuto sbirro di latta che non sei altro!

Incurante delle parole di Burt, Robocop concentrò invece l'attenzione sul volto sanguinante di Peter.
Il ragazzo era poco più di un bambino, quasi dell'età di Jimmy Murphy ( figlio del defunto Alex Murphy ), e ciononostante lo avevano letteralmente "massacrato" di botte senza pietà.
L'animo sensibile di Murphy ebbe il sopravvento sulle direttive di Robocop, provocando nel cyborg una forte ondata di rabbia e disgusto, tanto che questi fu incapace di reprimere la propria collera.

- Ehi, ma che fai... Sei pazzo ?!?

Con una semplice torsione del busto, Robocop sbatté il muso di Burt contro una grata metallica lì vicino.
Burt boccheggiò, sia per la mancanza di fiato che per il duro impatto con la recinzione, ma il cyborg gli premette contro la faccia ancora più duramente.

- Ma che cazzo fai ?!?

Il delinquente, temendo che il cyborg volesse ammazzarlo, provò ad appellarsi all'ultima cosa che era solito ricordare... se non appunto quando questa poteva fargli comodo.

- Ti ha dato di volta il cervello - ringhiò, la guancia strettamente premuta contro una rete fatta di rombi di ferro. - Sono un cittadino americano, ho dei diritti, e questo si chiama "abuso di autorità"...
- E' la stessa cosa che stavi facendo tu - sottolineò Robocop, tirandolo indietro per guardarlo direttamente negli occhi. - Fa male?
- Vaffanculo!

Di nuovo Robocop gli fece sbattere la zucca contro la recinzione, senza battere ciglio, e di nuovo lo tirò indietro per osservare la sua espressione.

- Fa male ?!? - ripeté.
- S... Sì - gemette Burt, sputando rosso dal labbro spaccato e dalla gengive sanguinante. - Sì, fa male... FA MALE !!!
- E' quello che si prova - sottolineò l'altro amaramente, pensando a tutto il dolore che già conosceva e a quello che ancora avrebbe visto in futuro. - E ora lo sai anche tu!

FINE 

   
 
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