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Autore: Kira Kinohari    03/01/2013    1 recensioni
Kiori è una ragazza talentuosa e vitale. Per sua fortuna riesce ad andare a vivere a Tokyo, e quale altro posto è meglio della capitale per poter vivere delle avventure emozionanti con la musica e la danza? Quale altro posto è meglio della capitale per incontrare vecchi parenti e miti musicali?
Questa è Kiori, questa è la sua storia.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Nana Komatsui, Nana Osaki, Nobuo Terashima, Shinichi Okazaki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non importa quanto le persone possano discutere, quanto possano odiarsi, qualche volta, un anno di emozioni passate insieme, ogni giorno condiviso, ogni giornata passata a promuovere lo sport, ogni giornata passata a ripetere il copione della recita scolastica per riparare il tetto della scuola, le fiere, le feste, insomma, la solidarietà fra studenti riesce ad emergere nonostante tutto, soprattutto nell'ultimo giorno dell'anno scolastico.
Alla pausa pranzo ognuno portò qualcosa da mangiare, scattarono mille foto e si divertirono anche a lanciarsi qualche gavettone d'acqua, naturalmente le ragazze meno timide indossavano aderenti magliette bianche, ormai trasparenti, e tra queste ragazze c'era Sashi.
Le tre ragazze percorsero il solito pezzo di strada insieme, il ritorno era incredibilmente piacevole e triste allo stesso tempo, la maglietta bagnata concedeva un umido fresco al sole d'estate cocente, ma la consapevolezza che per l'anno successivo Kiori non sarebbe stata parte della classe le faceva sentire malinconici.
Le ragazze si diedero appuntamento alle sei alla scuola di ballo di Kiori, poi si salutarono, mentre la ballerina entrava in casa. Sul tavolo della cucina c'era un biglietto, i suoi genitori erano andati a terapia di coppia, le avevano lasciato un messaggio. Kiori sorrise, andava molto meglio da quando loro due seguivano quella terapia, i due coniugi avevano perso la passione, erano quasi finiti per separarsi definitivamente, si ricordava ancora la tensione che si respirava qualche mese prima, ora invece sembrava di essere tornati a quando erano bambini.
Aprì un mobiletto della credenza e mangiò un paio di barrette energetiche all'arancia, poi salì in camera per prepararsi alla lezione. Sdraiata sul suo letto per riposare qualche minuto pensava alla sua vecchia vita, a quando poteva cantare ogni giorno, a quando poteva suonare la chitarra alle prove, non solo alle lezioni. I Whole Hole avevano fatto successo, tanto da essere chiamati per un breve tour per tutto il Giappone, tour a cui Kiori non aveva potuto partecipare perchè doveva ancora finire la scuola. Sorrise, recuperando una foto dei quattro ragazzi, insieme a lei. Qualcuno bussò alla porta, la ragazza scese i gradini convinta che avrebbe incontrato il suo ultimo ragazzo cattivo, invece trovò quattro ragazzi, come se con il pensiero li avesse chiamati. Non riuscì a fare altro che urlare.
Dopo vari abbracci e scherzi si trovarono tutti in macchina, stavano accompagnando la ragazza alla sua lezione.
<< Allora, dimmi un po' come te la passi dolcezza! >> chiese Rick, il cantante del gruppo. La sua voce non era bella solo quando cantava, ma anche quando parlava, aveva un timbro così profondo, tranquillizzante.
<< Come sempre, e voi invece? >>
<< Noi, beh, abbiamo appena finito il tour e siamo tornati a casa per un paio di giorni. >>
<< Solo un paio? Quando avete intenzione di ripartire, e poi per dove? >>
<< Andiamo un anno negli Stati Uniti. Mio zio mi ha detto che là cercano un po' di band innovative e che amano lo stile giapponese. Vogliamo provare, anche se ci manchi tantissimo. >>
<< Siete così coraggiosi. Io coglierò l'opportunità di imparare qualcosa dalla capitale, mentre voi sarete dall'altra parte del mondo. >>
<< Capitale eh, mi raccomando di fare a modo >> le disse Joy, guardandola con quell'ammirazione con cui la guardava sempre. Quasi fosse innamorato.
<< Sarò bravissima, giuro. >>
Gli amici si salutarono proprio di fronte alla solita scuola di danza, poi fu il turno di Kiori di darsi da fare, con l'ultima prova dell'anno di danza classica. Dopo due ore di intensa fatica Kiori uscì con un sorriso meraviglioso che illuminava ogni angolo della città. Le sue due amiche l'aspettavano chiacchierando amabilmente. Sashi sorseggiava una bibita fresca, mentre Nya giocava con il telefono. Si salutarono con un abbraccio, poi si diressero verso il solito posto, il loro parco.
Quello era il luogo della memoria per Kiori, lì aveva suonato per la prima volta la chitarra, lì aveva perso la voce per cantare con Rick, lì aveva ballato in pubblico per la prima volta, con i suoi compagni di band come spettatori, e quante risate per quella esibizione così goffa.
<< Questo posto mi conosce meglio di quanto non faccia io. >> disse Kiori, prima di dover rispondere al telefono.
<< Pronto? >>
<< Buongiorno, parlo con la signorina Mihozume? >> una voce femminile squillò all'altro capo della linea.
<< Sì, come posso aiutarla? >>
<< Io sono Sakushi, la preside della scuola in cui verrà a studiare l'anno prossimo. >>
<< Bene, è un piacere conoscerla. >>
<< Anche per me lo è. Sono felice che finalmente mia zia abbia trovato qualcuno all'altezza della nostra scuola. Volevo infatti chiamare per avvertirti che per entrare nella nostra scuola dovrai prima affrontare dei duri esami di ammissione. Mi piacerebbe invitarla a visitare la struttura la seconda settimana di luglio se è disponibile. >>
<< Certo, mi piacerebbe molto. >>
<< Bene, la richiamerò per organizzare un appuntamento. >>
<< Perfetto. >>

A Kiori sarebbe piaciuto che le sue amiche l'accompagnassero, ma era una cosa che doveva fare da sola, se lo sentiva. Comunque si sarebbero viste ancora l'indomani sera, era arrivato a tutte e tre, nello stesso esatto momento, un messaggio da Coito, il capo classe, in cui avvertiva che si sarebbe fatta una cena di fine anno. All'improvviso Kiori si sentì curiosa per la notizia che aveva saputo la sera prima.
<< Ehi, Sashi, come avete saputo che Jori era incinta? >>
<< Me l'ha detto lei, con uno strano sorrisino arrogante in volto, come sempre naturalmente. >>
<< E Coito, sapete come l'ha presa? >>
<< Come doveva prenderla? Ha detto che per lui è una responsabilità troppo grande, che non è pronto a prendersela. >>
<< Secondo me vorrebbe che lei abortisse, ma è impossibile che qualsiasi dottore glielo permetta.>> aggiunse Nya.
Le ragazze continuarono a parlare ancora per un po', poi si divisero. Quando Kiori tornò a casa i suoi genitori si stavano preparando per uscire.
<< Andiamo a mangiare un pizza con gli altri del gruppo di terapia. Ti dispiace? >>
<< Certo che no. E' così bello vedervi uscire di nuovo. >> disse prima di salutarlli e andare a farsi una doccia.
Aveva bisogno di relax. Con il suo vestitino leggero si distese sul divano e decise di guardare un po' di televisione, magari avrebbe ascoltato un po' di musica, magari sarebbe stata ispirata a scrivere qualche testo o..
"Magari sarò impegnata ad aprire a qualche rompi scatole che suona a quest'ora della sera a casa mia" pensò lei.
<< Chi è? >>
<< Coito. >>
Kira non se lo sarebbe mai aspettato, per questo impiegò qualche minuto prima di riuscire ad aprire la porta. Le tremavano le mani. Il suo ex-migliore amico stava lì di fronte a lei, con un sorriso e una bottiglia di liquore.
<< Ciao. >> fece lui << Disturbo? >>
<< Ehm, no. Entra. >>

Appena entra si getta sul divano, come faceva una volta, e io sento quasi di essere tornata bambina, è così bello riaverlo insieme a me.
<< Ti piace ancora vero? >> dice puntando il dito contro la bottiglia.
<< Sì, mi piace ancora. >> rispondo prendendo due bicchieri.
Beviamo un po', sorvolando sul fatto che è tornato in casa mia dopo un anno e un po' di assenza. << Allora, >> mormoro prendendo coraggio << Come mai sei qui? >>
Lui mi guarda e improvvisamente i suoi fantastici occhi grigi diventano tristi, così tristi che mi fanno venir voglia di piangere. Apre la bocca per parlare, poi scuote la testa, poi mi abbraccia. << Ho bisogno di te. >> sussurra.
Allora io gli accarezzo i ricci ribelli. Tornare come una volta, lui che corre da me per ogni problema, io che lo consolo, trovare insieme una soluzione, e naturalmente conosco il problema molto bene. << Kiori, è successo un casino. >>
<< Lo so. Stai per diventare papà. >>
<< Sì, sempre che lei sia incinta. >>
Lo guardo corrucciata e lui mi spiega che questa storia del bambino l'ha tirata fuori solo dopo che lui le ha detto che voleva lasciarla, i motivi erano tanti, uno dei quali il fatto che lei mentiva su con chi stava e sul fatto della pillola, lei diceva che il preservativo le dava fastidio, quindi aveva iniziato a prendere la pillola anticoncezionale da due anni, lui cercava comunque di evitare di far casini, ma ogni tanto si abbandonava al piacere, Ora non è sicuro che lei menta, ma nemmeno che sia davvero incinta.
<< Sei un cretino! >> gli urlo, ma lui mi prega di non sgridarlo, aggrappandosi a me come se fossi una sorta di salvatrice.
<< Quali erano gli altri motivi? >>
<< Il fatto che mi sono scoperto innamorato di te. >>

Kiori si ritrovò sorpresa da un incontro di labbra con il suo ex migliore amico. Segretamente aveva sperato di baciarlo, ma in passato, prima che litigassero, prima di perdere tutta quella confidenza che ora sembrava tornata più forte di prima, quasi. Ricambiò il bacio, incapace di fare altro. Sarebbe senz'altro stato il primo ragazzo con la testa sulle spalle, il primo ragazzo che non le avrebbe messo le mani addosso.
"Ma quale bravo ragazzo metterebbe una ragazza incita e ne bacerebbe un'altra?"
<< Coito, no. >> si sorprese a dire. Aveva trovato il coraggio che cercava.
Alla fine si addormentò con la testa sulle sue gambe, mentre lei gli accarezzava i capelli, assopendosi sempre più, con la televisione che faceva un mormorio sommesso d'accompagnamento. Fu così che li trovarono i genitori di lei, addormentati sul divano. Li svegliarono per chieder loro di spostarsi nella stanza di Kiori, dove c'era un altro letto sempre pronto perchè ogni tanto Nya si fermava a dormire da loro quando la madre, poliziotta, doveva fare il turno notturno. Si misero nei letti, senza coperte, solo con i vestiti addosso. Provarono a dormire, o almeno ci provò Kiori che dovette sussultare quando lui la strinse con le sue braccia.
<< Giuro che non oso di più, ma ne ho bisogno per dormire finalmente una notte serena. Ti prego.>>
Lei non rispose, ma non si mosse.
Sapeva già che la mattina seguente avrebbe stroncato quella specie di rapporto ancor prima che gli permettesse di nascere. Anche se questo avrebbe significato chiudere un sogno in un cassetto, dopo che questo s'era fatto strada tra gli oggetti della propria stanza.
  
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