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Autore: MusaTalia    04/01/2013    3 recensioni
100. Until that day [100/100]
«Non è mai stata mia intenzione rimanere tutta la vita nell'esercito. Volevo solo stare al tuo fianco. Supportarti. Proteggerti fino a quando non avresti ottenuto ciò per cui hai sempre lavorato tanto duramente. Ed ora ce l'hai. E sono così orgogliosa di te».
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'RoyAi Collection'
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049 Cold hands

049. Cold hands

Mani fredde

“Che gelida manina! 
Se la lasci riscaldar.
 
Cercar che giova? Al buio non si trova.
 
Ma per fortuna è una notte di luna,
 e qui la luna l'abbiamo vicina.”

La Bohème, Giacomo Puccini

 

Dicembre. Fuori faceva freddo. Non abbastanza perché nevicasse. Pioveva, forte, con tuoni e fulmini. Riza e Roy se ne stavano nel piccolo salotto di casa Hawkeye. Fuori il vento ululava e la pioggia batteva contro i vetri delle finestre. Roy cercava di leggere un noioso e lungo tomo di alchimia mentre Riza ricamava. Fiorellini gialli e rossi. Incredibile come riuscisse a vedere e a infilare un punto dietro l’altro con la scarsa luce della stanza. Aveva davvero una vista fenomenale.

Roy ben presto si stufò del libro; lo chiuse con un tonfo e lo depositò in terra, sopra a fogli sparsi di appunti presi alla rinfusa. Non aveva voglia di mettere ordine. Le giornate di pioggia lo rendevano particolarmente apatico.

Sbuffò, accavallò le gambe e piantò un gomito nel bracciolo della poltrona. Riza non distolse lo sguardo dai suoi punti nemmeno per un secondo. Le sua mano destra si muoveva rapida e aggraziata sopra la tela, sotto la tela, sopra la tela. Sembrava quasi danzasse. L’ago con la punta smussata poteva essere una spada, armeggiata dal più esperto maestro d’armi.

Roy trovava tutto questo molto affascinante. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quel lavoro meccanico e artistico. Chissà da chi aveva imparato. Voleva proprio chiederglielo.

Un fulmine abbagliò i due ragazzi, che non contarono nemmeno un elefante prima di sentire il rombo di un potentissimo tuono abbattersi a poca distanza dalla casa. Entrambi sobbalzarono, la luce del salotto si spense, il ricamo di Riza cadde a terra e Roy tirò un calcio al suo libro, spargendo appunti per tutto il pavimento.

Solo il fuoco del camino era rimasto quieto, indifferente alla tempesta che si stava scatenando fuori. La debole luce che proveniva da esso era sufficiente a Roy e Riza per raccogliere i fogli a terra e riassettarli in un pila, questa volta sul tavolo.

Riza recuperò il suo lavoro di ricamo, ma, ahimè, l’ago era scivolato via. L’elettricità era saltata e sembrava poco intenzionata a tornare.

A gattoni, tutti e due, alla cieca cercavano l’ago, battendo i palmi sul pavimento. Fu Roy a trovarlo. O meglio, l’ago trovò Roy, che imprecò per poi ficcarsi il medio della mano destra in bocca e succhiare il sangue. Con l’altra mano raccolse l’arma dal pavimento per porgerla a Riza. Lei infilò l’ago nella tela, abbandonando il ricamo sulla poltrona su cui prima era seduta.

«Fammi vedere» ordinò perentoria a Roy, che continuava a succhiarsi il buchetto lasciatogli dall’ago sul dito.

Gli prese la mano tra le sue, avvicinandosi al fuoco per vedere meglio.

Com’erano fredde la mani di Riza! Due sculture di ghiaccio.

Ma erano anche gentili e delicate. In fondo a Roy non dispiaceva quel contatto, per quanto freddo.

«Buone notizie! Non perderai il dito!» disse con un sorriso bello caldo.

«Bene, perché ci sono parecchio affezionato».

Entrambi risero e Riza lasciò andare la mano ferita di Roy, che decise di ricambiare quella gentilezza. Prese le mani della ragazzina, ci soffiò sopra per riscaldarle e infine se le portò sotto le ascelle. «Sono affezionato anche alle tue mani. Non vorrei ti cadessero per il freddo!» scherzò.

Riza arrossì. E per fortuna che la luce era saltata!


 



NOTE FINALI:
Liberamente ispirata a "La Bohème" del grande maestro Puccini. (qui il link che rimanda all'interpretazione di Pavarotti del brano 

Luciano Pavarotti sings "Che gelida manina"). Che volete farci, la lirica ha sempre un posticino speciale nel mio cuore!

So che è un theme breve, ma è pieno di fluff, perciò dovrebbe andare bene comunque. Che altro dire...  non mi ricordo! La cara Teresa  è venuta a farmi visita...
Perciò non mi resta che ringraziarvi e a risentirci al prossimo theme!
   
 
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