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Autore: _Lolita    04/01/2013    4 recensioni
Inghilterra 2005.
Sullo sfondo di una Londra divisa fra quartieri alti e periferia si incrociano le vite di Christian e Gloria.
Due adolescenti che non potrebbero essere più simili nella loro diversità.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sera :D

Questa storia mi venne in mente la bellezza di due anni fa.

Allora è prevalentemente incentrata su Christian e Gloria, i Green Day avranno un ruolo importante verso la fine essendo che gli avvenimenti narrati ruoteranno intorno anche al live al National Bowl.

E' ambientata a Londra poiché l'idea nacque mentre camminavo per Camden Town e notai un graffito che era la copia esatta della copertina di 21st Century Breackdown.

L'ho pubblicata principalmente perché volevo scrivere una storia su due adolescenti legati dalla loro musica senza mettere i Green Day come personaggi principali.

Inutile dire da dove ho preso il titolo XD

Questa storia non mi impedirà di continuare "I found my way" dato che questa è praticamente finita, è solo da ricontrollare.

Fatemi sapere cosa ne pensate, le vostre opinioni sono importanti :D

L'avevo pubblicata qualche giorno fa ma l'ho rimossa per ricontrollarla, non ero sicura che fosse tutto corretto.

 

P.S:

Se qualcuno di voi avesse già letto questo capitolo, non vi preoccupate, l'avevo già pubblicato con il mio vecchio account per poi cancellarlo in seguito senza una valida ragione XD

 

_Lolita

 

 

 

London Calling

 

 

 

 

Gloria se ne stava lì, seduta nell'ultimo vagone della metropolitana che l'avrebbe riportata a casa.

Sotto il sedile c'era il suo skate che non accennava il minimo spostamento.

Teneva le gambe strette al petto fissando la punta delle sue converse mal ridotte come se realmente avessero avuto qualcosa di interessante.

Nelle orecchie le risuonavano le note di Noveber Rain dei Guns N Roses

-'Cause nothin' lasts forever even cold november rain-

Come si rese conto di aver cantato alzò al massimo il volume per coprire qualsiasi pensiero, qualsiasi altra voce se non quella di Axl Rose.

La musica era alta, decisamente troppo alta, si riusciva a sentire benissimo anche a un metro di distanza.

All'improvviso si sentì tamburellare su una spalla, si levò un auricolare e si voltò scazzata, ritrovandosi a pochi centimetri da un bellissimo paio di occhi castani

-Abbassa quel rumore- disse lo sconosciuto dagli occhi nocciola quasi come se fosse un ordine, al suono di quelle parole Gloria si riscosse immediatamente

-No!- gli disse secca girandosi nuovamente

"Rumore, quello stupido e insolente ha osato definire i Guns N Roses rumore" pensò Gloria

Un altra volta lo sconosciuto stava picchiettando sulla sua spalla, si girò per la seconda volta ancora più scazzata di prima

-Si può sapere che cazzo vuoi?!- gli chiese

-Senti, prima sono stato sgarbato, potresti gentilmente abbass... ma Gloria non lo fece nemmeno finire, si voltò nuovamente

"Questa smorfiosa mi sta prendendo per il culo, ora le faccio vedere io." Pensò il ragazzo alzandosi e strappando via a Gloria gli auricolari

-Che cazzo fai?- gli gridò la ragazza balzando in piedi permettendo allo sconosciuto di squadrarla da capo a piedi.

Era alta, snella, non doveva avere più di 17 anni. Aveva i capelli lunghi, che le arrivavano sotto i seni, rossi come il fuoco, che creavano un contrasto davvero meraviglioso con la pelle chiara come l'alabastro. Il ragazzo si soffermò a guardarle gli occhi rimanendo incantato da quel colore, azzurri, no verdi, no grigi, tempesta...

Portava dei jeans chiari stracciati e una felpa nera, aveva tutta l'aria di essere una di quelle punk che giravano per Camden Town, e mentre lo sconosciuto arrivava a quella conclusione anche Gloria lo stava "analizzando".

Capelli castani, quasi neri, tirati indietro col gel, portava un uniforme tirata a lucido della Oxford High, il liceo più prestigioso di tutta Londra, era il prototipo di figlio di papà.

Gloria lo fissava con rabbia e odio, tese la mano in avanti per farsi ridare gli auricolari, lo sconosciuto, quasi spaventato da quello sguardo lo fece senza replicare.

La metropolitana stava per fermarsi e la ragazza realizzò che doveva scendere; prese lo skate da sotto il sedile e si avvicinò all'uscita del vagone

-Scusami- Gloria si girò nuovamente di mala voglia e lo fissò per almeno 5 secondi senza dire nulla specchiandosi in quelle iridi scure

La metrò si fermò

-Io mi chiamo Christian, tu?- chiese il ragazzo educatamente porgendole la mano; Gloria scese dalla metro, si voltò un ultimo istante e gli mostrò il dito medio, per poi girare i tacchi non appena le porte si richiusero, lasciando Christian a fissarle come un perfetto idiota.

   
 
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