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Autore: CyanideLovers    05/01/2013    6 recensioni
Salve gente! Ebbene si, sono tornata con una nuova, serissima, storia.
Dal testo:
Lei era sulla porta: Un piede sulla terra, con Tom, e uno nel mondo delle ombre con Julian. Il ragazzo dai capelli argentei la strinse per un momento a se. Per un momento pensò che l'avrebbe baciata con uno dei suoi meravigliosi e letali baci ricchi di passione, o sconvolgenti e pieni di sentimento come quello che si erano scambiati nella caverna. Ma lui non fece nulla. Appoggiò la bocca sulla sua fronte, nel più casto dei baci, per poi spingerla via con violenza. Jenny sentì mancare l'aria per la sorpresa. Guardò verso la porta: Julian le lanciò ancora uno sguardo per poi chiudersi la porta alle spalle.
Rimase immobile per un secondo, senza avere il coraggio di muoversi.
Si avete capito benissimo! Qui Julian alla fine de ''L'ultima mossa'' non muore....e mi sono chiesta allora, e se Julian riuscisse a catturare Jenny e a portarla con se nel mondo delle ombre?
Spero che la storia sia di vostro gradimento, fatemi sapere che ne pensate :)
Much love♥
PS: Ho messo il raiting arancione, onestamente non so se potrebbe cambiare, ma non credo.
Genere: Dark, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1-Un piccolo passo indietro

Ghiaccio, paura, tenebre.
Tutto era cominciato all'improvviso, quando gli altri avevano attraversato il pavimento e si erano parati davanti a loro, per non farli passare. Nebbia, ghiacciata e opprimente li aveva avvolti e il suo sguardo era guizzato verso il volto di Julian, cercando la colpevolezza di quel trucco che, però, non aveva trovato in quei  occhi. I suoi antenati stavano andando li per lei, per prendere la sua anima. Julian era d'un passo davanti a loro, aveva una spolverata di brina sulla giacca nera, e i suoi capelli scintillavano come se fossero stati di ghiaccio. Era bello, dio se era bello. Quei mostri crudeli e famelici non avevano nulla in comune con lui. Jenny riconobbe gli occhi, anche se li aveva visti solo due volte in tutta la vita: la prima volta aveva cinque anni, e aveva appena aperto uno sgabuzzino che sarebbe dovuto rimanere chiuso. Un'altra volta nella grotta, quando stava per impazzire per il buio che la opprimeva.
-Chi sono?- domandò a Julian, sperando che la guardasse per un momento.
-I miei antenati.- rispose, asciutto e conciso. Uccidendo ogni sua speranza.
-No, tu...loro non sono come te.-
-E' così che diventiamo. Anche io un giorno sarò così, è inevitabile.-Julian li fissava, senza mostrare emozioni. Sembrava spento. Lui, che era sempre uno specchio di passioni conturbanti.
Jenny scosse la testa, non voleva crederci.
-Quelle non sono le loro vere sembianze, vero?- domandò trattenendo a stento un singhiozzo di paura -E' solo per farci spaventare.-
Julian li osservò con una espressione impassibile, voltando lievemente il volto per guardarla -Noi nasciamo perfetti.- non era stato ne arrogante ne modesto...non sembrava minimamente turbato -Ma invecchiando, con il passare dei secoli, diventiamo deformi. La nostra forma interiore cambia per mostrare l'anima nera che abbiamo.- Alzò le spalle, quasi non fosse un suo problema -Diventiamo dei mostri-
Jenny sentì improvvisamente freddo. Stava congelando da quando era apparsa la nebbia, ma quello era un freddo diverso. Non voleva crederci, non ci riusciva.
-Non so perchè sono qui.- disse a mo' di spiegazione -Questo non è il loro gioco.-
-Ti sbagli- il più alto fece un passo, fronteggiandolo. -Lei è diventata la nostra preda.- Aveva la voce melodiosa come campane tibetane che risuonano nel cielo, ma un corpo orrendo e grottesco. -Lo è da quando ci ha rubato le nostre anime.-
Jenny sentì defluire il sangue dal viso, diventando sempre più pallida. Barcollò per la paura e mosse un passo indietro senza sapere cosa fare. Julian si voltò a guardarla, aveva uno sguardo strano, come una madre che coglie in fragrante il figlio con le mani nella marmellata.  Aveva le mani affondate nelle tasche e li guardava in silenzio, poi inarcò lievemente le sopracciglia e inclinò la testa all'indietro. Aveva capito.
-Oh, forza. Sono sicuro che avevate finito con loro.-
-Forse con il vecchio, ma non con i due ragazzi!-
-Si... non avevamo ancora finito di goderceli...-
-Erano nostri.-
-Per sempre.-
Ogni parola aveva un suono dolce, perchè le voci erano come seta nera, ma amare perchè quando arrivavano alle loro orecchie sembravano ragni che si arrampicano lungo la schiena. Gli uomini ombra ridevano, ed era terribile guardarli, spaventoso.
L'uomo ombra alto stava avanzando. La guardava dall'alto verso il basso dalla sua statura con i suoi occhi da coccodrillo:occhi spietati, antichi, che riflettevano secoli passati a vivere nel buio.
-Ci ha rubato le nostre anime.- disse formalmente, come li stesse invitando ad un ballo di gala -E ora deve pagare con la sua vita. E' nostra.-
Da ogni angolo si alzarono grida di entusiasmo, assenso. Jenny tremò, facendo saettare lo sguardo verso Julian. Per un momento sperò che potesse fare qualcosa.
Lui era immobile e per un momento la ragazza pensò che fosse diventato una meravigliosa statua di cera. Quando si mosse appena, si accorse che stava trattenendo inutilmente il fiato.
-Lo so.- rispose, chiudendosi di nuovo nel solito mutismo.
Una nebbia nera calò su di lei, imprigionandola. Tossì, chinandosi su se stessa e premendo le mani sullo stomaco. Respirava a fatica, e tremava come una foglia. Era totalmente preda degli uomini ombra, il solo pensiero di cosa avrebbero potuto farle la faceva impazzire di paura.
NO! NO! STOP!
Un urlo, no...pura energia si levò sopra la nebbia, sopra il nero, sopra la sua paura. Julian era davanti a lei, dandole le spalle e fronteggiando gli uomini ombra.
-Esci da quella porta.- disse con voce serie, autoritario.
-No, io non posso...-
-Esci da quella porta!- disse con più forza, facendola trasalire. La sua forma stava mutando in qualcosa di più etereo, era più un disegno che una persona ora. I suoi capelli sfolgorarono, erano cristalli illuminati da una luce azzurrognola, i suoi occhi erano così luminosi da lasciare una scia di luce ogni volta che muoveva il capo. Stava trattenendo gli uomini ombra.
-Presto- la sollecitò Dee, tirandola per un braccio. Tom la imitò, ma Jenny non riusciva muoversi. Non poteva lasciarlo li...
-Esci, Jenny!- la sollecitò lui.
Poi accadde qualcosa. Gli uomini ombra fecero un passo in avanti e Julian barcollò appena. Lei fu vagamente cosciente che non riusciva più a trattenerli. Il ragazzo si alzò con uno scatto fulmineo, li raggiunse e li spinse alla porta, facendoli cadere l'uno sopra l'altro.
-No!- Protestò lei -Cosa ti faranno?-
-Non ha importanza, desidero solo che tu esca da qui.-
Lei era sulla porta: Un piede sulla terra, con Tom, e uno nel mondo delle ombre con Julian. Il ragazzo dai capelli argentei la strinse per un momento a se. Per un momento pensò che l'avrebbe baciata con uno dei suoi meravigliosi e letali baci ricchi di passione, o sconvolgenti e pieni di sentimento come quello che si erano scambiati nella caverna. Ma lui non fece nulla. Appoggiò la bocca sulla sua fronte, nel più casto dei baci, per poi spingerla via con violenza. Jenny sentì mancare l'aria per la sorpresa. Guardò verso la porta: Julian le lanciò ancora uno sguardo per poi chiudersi la porta alle spalle.
Rimase immobile per un secondo, senza avere il coraggio di muoversi.  Tom la strinse a se, facendola sentire protetta.
Poteva fingere che non fosse successo nulla Finchè erano li: ora che la porta si era chiusa tutto sembrava normale e tranquillo.
-E' Finita.- Sussurrò Tom, con il tono sollevato.
-Finita- mormorò Jenny.
   
 
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