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Autore: kiyomizu    06/01/2013    3 recensioni
One shot sulla mia OTP di SLH: Kito x Asukai.
Asukai, in preda alla rabbia, rimprovera come ogni volta Kito per il suo atteggiamento nei confronti delle ragazze. Possibile però che i sentimenti a lungo repressi, nati nell'infanzia, riaffiorino sul dolce Asukai travolgendolo completamente? Kito come risponderà alle reazioni impacciate del suo Asuka?
Se la coppia vi piace, sentitevi liberi di leggere la storia!
Genere: Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I hate you...maybe.

Kito Ninomiya se ne stava lì, ad adulare la fanciulla di turno che, coinvolta ma posata, rimaneva ad ascoltare le lodi sulla propria bellezza. A quanto pare aveva fatto colpo sul ragazzo e la cosa, a dirla tutta, non poteva in alcun modo infastidirla. In fondo, si sa, le ragazze tendono ad apprezzare molto i complimenti sul proprio aspetto fisico, soprattutto se fatti da qualcuno dell'altro sesso.

Come si può accettare tante adulazioni da quell'importunista.
Era questo il pensiero ricorrente del piccolo ma tenace Hijiri Asukai: tutta quell'attenzione dedicata a qualsiasi ragazza gli passasse a fianco, lo innervosiva. E ancora, ancora, quel fastidio non tendeva a diminuire. L'espressione a prima vista ingenua che era costantemente dipinta sul volto del ragazzino, tese a corrugarsi, portandolo a mordersi il labbro inferiore dalla rabbia. Una rabbia difficilmente reprimibile tanto che, a sua insaputa, l'aveva portato ad allungare il passo nella direzione dei due piccioncini, in procinto di interrompere la bella conversazione. Sapeva che il suo era un comportamento da bambini, da sciocchi, da immaturi. Tuttavia, era peggiore la sensazione che avrebbe provato chiudendo gli occhi e andandosene nella direzione opposta come se non fosse successo nulla.

Ed ecco che da una camminata spedita, la sua, si trasformò in una corsa, sbattendo i piedi sull'erba ancora umida dalla rugiada di quel mattino.

"Kito!!"
Asukai prese posizione tra i due, facendo da terzo incomodo alla romantica discussione. Portò le mani ai fianchi, con fare brusco. Non consueto per un ragazzino tanto docile e posato come lui.
"Smettila di perdere tempo con qualsiasi ragazza ti capiti a tiro. Tra poco cominciano le lezioni, vedi di sbrigarti nullafacente!"

Il ragazzo alto e slanciato di fronte, con un'espressione non molto sorpresa – del resto, c'era da aspettarselo – fece un lungo sospiro, ormai rassegnato. La bella conversazione era irrimediabilmente rovinata, era inutile prendersela. La ragazza, indecisa sul da farsi, fece un piccolo cenno a Kito, facendogli intendere di dover andare. Le lezioni, del resto, attendevano anche lei.
La decisione di quest'ultimo, al contrario fu diversa.

"Asuka, che materia abbiamo adesso?" Chiede con tono distaccato, guardandosi intorno come se stesse cercando di nascondere qualcosa.

"Che intenzioni hai, non vorrai marinare l'ora di chimica." Asukai ci mise poco ad andare su tutte le furie, prima quei comportamenti sporadici, ora questo improvviso menefreghismo. Aveva intenzione di farsi un pisolino o, ancora peggio, di andare a caccia di ragazze? I suoi pensieri però furono interrotti dalla presa tenace ma delicata di Kito. Afferrò il ragazzo sull'avambraccio, trascinandolo con sè, in un posto tranquillo dietro l'istituto. Asukai ovviamente tentò in ogni modo di liberarsi dalla presa, dimenandosi e dicendogliene di tutti i colori, ma lo sforzo fu invano.

"Vuoi spiegarmi che diamine ti prende?! Non ho nessuna intenzione di marinare la prima ora, e per giunta con te!"

Kito, tuttavia, non sembrava turbato dai rimproveri continui del ragazzino...ah, l'abitudine!


Una volta essersi guardato bene intorno si fermò. Afferrò anche l'altro braccio di Asukai, tenendolo ben stretto, stabilendo un contatto visivo che difficilmente si sarebbe interrotto. Era giunta l'ora. L'ora di farsi dare qualche spiegazione.
Asukai, che dapprima continuava a dimenarsi a destra e a manca, raccolse il fiato per un momento, rimanendo a vedere che aveva intenzione di fare o dire il compagno. Quello sguardo penetrante e, incredibilmente serio, gli mise ad ogni modo un po' di soggezione.

"Ora dimmi. Perchè sei sempre così scorbutico e te ne vai su tutte le furie appena attacco bottone con una ragazza? Devi darmi una spiegazione valida, ormai sono stufo delle tue scenate. Non sei più un bambino."

Kito aveva centrato il punto. Asukai non era più un bambino e di questo continuava ad autoconvincersi costantemente. Sentendo quelle parole, crudeli ma vere, il ragazzino cercò ben presto una risposta nella sua testa, ora così confusa e priva di ragione. E' vero, vedere Kito pavoneggiarsi tra le ragazze lo metteva su tutte le furie. Ma qual'era la motivazione? Asukai non se l'era mai chiesto prima.
Gelosia.
Sì, era quella la prima parola che gli venne alla mente.
Geloso? Io sono geloso? Perchè dovrei esserlo? Non ne ho motivo.
Il pensiero continuava a rimbombargli nella mente e...nel cuore. Una fitta improvvisa lo percorse come un fulmine, rivelando sentimenti nascosti che dapprima erano sempre stati sconosciuti.
Successivamente però quella gelosia si tramutò in paura: paura che qualcuno potesse portar via il suo amico d'infanzia.
Paura che tutto, un giorno, per colpa di una donna, potesse finire.
Fu il cuore a parlare, diede spazio a quello che sentiva per una volta, invece di mettere sempre da parte quelle sue vere e profonde emozioni.
Scostò lo sguardo da un lato, sentendo il rossore delle guance progredire incessantemente. I battiti aumentarono, le mani cominciarono a sudare, la testa gli faceva male. Che strano tipo di sentimento stava provando in quel momento? Possibile che fosse...

"E' colpa tua."
Furono queste le parole soffocate ma allo stesso tempo sbraitate ad alta voce da Asukai.
"Tua e di quel tuo modo di fare! Tu regali le tue attenzioni a tutte, indistintamente da chi ne è degno o no. Ti basta vedere una bella ragazza per andare di testa!
Io...non voglio, non te lo permetto!"

Kito osservò le varie reazioni goffe e insensate di Asukai, trovandolo...inspiegabilmente dolce. Quel suo modo infantile di scostare lo sguardo, racchiudendosi tra le spalle, parlando mentre si perdeva tra i suoi sussulti: tutto questo gli faceva tornare alla mente tutti i bei momenti trascorsi nella loro infanzia, quel tempo in cui Kito imparò a conoscere ogni lato dell'amico. Ogni singolo, sconosciuto aspetto.

"...Gli altri non meritano le tue attenzioni! Solo io posso..."
Quest'ultima frase, interrotta a metà, sorprese entrambi e non poco.
Asukai portò la mani alla bocca, ormai libero dalla presa di Kito che, scioccato, si ritirò per un momento.
Che diamine sto dicendo?!
Aveva paura di vedere quale sarebbe stata la reazione dell'altro, tanto che si scostò per fare un passo indietro. Kito, però, non avrebbe avuto nessuna intenzione di lasciarlo andare. Non dopo una confessione del genere. La cosa non lo infastidiva, incredibile ma vero. Vedere Asukai sparare ciò che veramente provava in quel modo era una visione fantastica, inimmaginabile.

Ed ecco, senza troppi perchè, che Asukai si ritrovò stretto tra le grandi braccia di Kito, mentre il capo andava ad appoggiarsi sulla spalla del ragazzino.
Il fiato gli mancò per qualche secondo, tanta era la sorpresa.

"Asuka...ripeti quello che hai detto. Per favore."
"Cos-..."
"Per favore. Ho bisogno di sapere cosa stai provando in questo momento."

Asukai pensò e ripensò a quello che stava accadendo, ma non riuscì a trovarne una via d'uscita. Chiuse gli occhi, stringendo le palpebre per non vedere l'enorme figura appoggiata a lui, per non senstire il tepore che stava provando in quel momento. In quel momento così atteso.

"S-Sei pesante..."
"Solo questo?"
Con una mano, Kito, afferrò i soffici capelli di Asukai, massaggiando l'esile capo. Potè sentire un sussulto da parte di quest'ultimo. Ora ogni cosa è chiara. Abbozzò un piccolo sorriso come di sollievo, mentre indietreggiò di qualche centimentro per poter guardare bene in faccia il ragazzo cinto tra le sue braccia, nella sua espressione di terrore misto a imbarazzo.
"Non guardarmi così..."
A queste utime parole prese ad avvicinarsi ancora di più, tanto che le loro labbra finirono quasi per sfiorarsi. Asukai era paralizzato, non sapeva nè cosa dire nè come reagire. Quelle mani grandi gli davano una sensazione di protezione dalla quale non avrebbe mai voluto separarsi.

"Asuka."
"T-Ti prego. Allontanati, stai esagerando."
"Asuka."
Ora quella voce, che prese a pronunciare il suo nome così suadentemente, si insinuò nella sua testa, rendendolo incapace di mantenere il sangue freddo.
"Scemo. Queste cose dovresti farle alle altre ragazze, non a me. Se è una presa in giro, io-"
"Sono serio, Asuka. Serio come quando ti dissi che volevo sposarti."

Lo ricordava.
La frase a cui più teneva Asukai.
Non aveva dimenticato che, nei tempi dell'infanzia, Kito aveva pronunciato quella frase.
E nemmeno Kito stesso se l'era scordato. La felicità improvvisa fece salire le lacrime al ragazzo, incapace ormai di trattenerle.

"Ti odio..."
Le mani di Asuka prima irriggidite lungo i fianchi andarono a cingersi attorno al busto del ragazzo, stringendolo con quanta più forza possibile.
"Stai mentendo Asuka..."
Ora è tutto chiaro.

Kito, con un ghigno di apprensione, posò dolcemente le labbra su quelle del ragazzo, in un lungo e desiderato bacio.
Asuka, prima dimenandosi per trovare una via di fuga da quell'improvvisa azione dell'amico, si lasciò travolgere da quel momento carico di speranza.

Sì, la speranza che quel momento non avesse fine.

  
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