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Autore: roxyed    08/01/2013    1 recensioni
Sospira, e il suo sospiro si perde nell'aria immobile senza condensarsi in nuvolette di vapore. Jack sorride tristemente: capitava sempre, quando era umano, ne è assolutamente certo. Da quando ha sbirciato i ricordi conservati nell'archivio di Tooth, il ragazzo riesce infatti a ricordare molti più particolari della sua vita precedente.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Jack Frost
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Frozen Whisper Goodbye

 

La giovane, sospirando, pone le mani a coppa intorno alla candela accesa. La cera ha già cominciato a colare lungo il fusto, mescolandosi alla neve fresca caduta durante la notte. La neve che ha sorpreso tutti quella mattina, perché è fine marzo, e a fine marzo è difficile nevichi in Pennsylvania. Un inaspettato regalo di compleanno.
Rialzando lo sguardo color cioccolato, la neo-diciottenne sorride tristemente alla volta del lago scuro che si apre nella radura poco lontano da casa sua. Le sue acque giacciono immobili e silenziose, in attesa del prossimo inverno, quando torneranno a tramutarsi in spesso ghiaccio.
Gli alberi, neri e scheletrici nella luce lunare, sono la sola presenza visibile e tangibile, i soli a farle compagnia, ma la ragazza è sicura che Jack, suo fratello Jack, sia qui con lei.
Jack, che è morto dieci anni fa, in questo stesso giorno, alla sua stessa età. Jack che è morto per esaudire il suo desiderio di pattinare sul lago ghiacciato ancora una volta, prima dell'arrivo della bella stagione.
Gli occhi ora bagnati di lacrime tornano nuovamente al cero che va consumandosi nell'aria frizzante della notte. Alle sue spalle, Burgess si sta addormentando dopo un'estenuante giornata lavorativa.
Il vento si fa più forte, e fa traballare la fiamma della candela, accarezzando nel contempo il viso della giovane, ed insinuandosi tra i lunghi capelli castani. Quando la candela si spegne, l'adolescente alza gli occhi al cielo trapunto di stelle e si abbandona ad un nuovo sorriso. "Questa notte è per te, Jack" mormora. Un sospiro, il suo, catturato dal vento che spira da nord, prima che la ragazza compia qualche determinato passo verso il lago.

 
 
Circa duecentonovant'anni dopo.

 
Jack Frost siede su un cumulo di neve ai piedi di un albero nella radura del lago di Burgess. Ha speso tutto il pomeriggio giocando con Jamie e i suoi amici, ed è quasi ora, per lui, di raggiungere gli altri Guardiani al palazzo di North, dove é già in corso l'ennesimo party. Il lago ghiacciato si stende davanti a lui, la vivacità dell'acqua stritolata dalla morsa del gelo da lui stesso portato. Jack si sente improvvisamente colpevole di annientare la vita ovunque vada, ma sa che senza Inverno non potrebbe esserci Primavera, una nuova rinascita, e che sarà così sino alla fine dei tempi. Sospira, e il suo sospiro si perde nell'aria immobile senza condensarsi in nuvolette di vapore.
Jack sorride tristemente: capitava sempre, quando era umano, ne è assolutamente certo. Da quando ha sbirciato i ricordi conservati nell'archivio di Tooth, il ragazzo riesce infatti a ricordare molti più particolari della sua vita precedente: Burgess, come si presentava più di trecento anni fa; sua sorella, il suo viso dolce, le parole che si scambiavano ridacchiando prima di dormire, naso contro naso; le battaglie a palle di neve che ingaggiavano al mattino, subito dopo aver fatto colazione, e quelle a cuscinate in faccia che si concedevano dopo cena; I complimenti di cui lei lo infarciva sempre, lodandolo come nessun altro e parlandone come del suo personalissimo eroe. Un eroe incapace di mantere una singola promessa, certo, ma pur sempre un eroe.
Jack la adorava a sua volta, se lo ricorda bene, e avrebbe dato senza indugi la vita per lei, cosa che poi era veramente accaduta, proprio qui, in questo luogo.
Guardando il sole abbassarsi sulla linea dell'orizzonte, Jack recupera il bastone ricurvo che aveva depositato accanto a sè e si alza, muovendo qualche incerto passo verso la polla; i piedi nudi calpestano la neve tinta ora di un tenue colore aranciato.
E' strano, tutte le volte. E' strano avvertire quello strato di ghiaccio sotto i piedi. E' strano percepire la coscienza dell'acqua al di sotto. La sua storia. Per Jack è incredibilmente strano, perché é qui che lui ha smesso di vivere. Un sorrisetto amaro gli fa incurvare le labbra mentre si inginocchia, il bastone in una mano e l'altra ad accarezzare la superficie ghiacciata del lago sotto di lui. Come a voler dire definitivamente addio al suo io mortale. A Jackson Overland.
"Jack" lo chiama una voce femminile a all'improvviso, e lui rialza precipitosamente lo sguardo, il cuore in gola, per incontrare soltanto...il nulla. Non c'é nessuno...nessuno, oltre a lui e al suo doppio sul ghiaccio. Jack rimane immobile ancora per qualche minuto, in attesa che la voce si ripresenti, ma non accade nulla.
Con un'ultima carezza al proprio riflesso, invoca il vento e si lascia trasportare lontano dalla propria vita passata, dalla propria umanità.
Dal basso, una giovane pallida dai lunghi capelli bianchi lo guarda allontanarsi, i chiari occhi accesi dai colori del tramonto.
"Arrivederci, Jack" mormora.
  
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