Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |      
Autore: Milletrecento    28/07/2007    1 recensioni
Dervi va sposa. Dervi è un ragazzo, ma la cosa è complicata e "sposa" è la parola giusta.
Dervi ha una paura bestia, a dirla tutta.
Genere: Generale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ONE- SAND


Dalle tende chiuse del carro filtravano i rumori della carovana.Il nitrito occasionali dei cavalli, il canto delle donne della guardia- un unico tappeto di suoni liquidi, le parole fuse le une nelle altre e quasi indistinguibili, che sembravano avere lo stesso ritmo del succedersi delle dune. Di quando in quando qualche risata durante quelle che probabilmente erano strofe oscene.L’ atmosfera di un viaggio noioso ma senza pericoli, di un viaggio verso casa.

Dervi morse la mela e sentì cricchiare sotto i denti granelli di sabbia-la maledetta sabbia rossa che da qualche giorno sembrava infilarsi ovunque…così affascinante, quando l’aveva vista la prima volta, iniziato il deserto. Sputò con discrezione il boccone sul palmo della mano, pulendosi la bocca sulla manica- sentì anche lì il sapore della sabbia, e il graffiare dei ricami rigidi che ancora non si era abituato a portare. In ogni caso-pensò- faceva decisamente troppo caldo per portare tutta quella roba addosso, per tutti quegli strati di perline e gioielli. Faceva decisamente troppo caldo punto e basta, abbastanza da sentirsi sporco, sudato e perpetuamente nervoso.
Nonostante i suoi quattordici anni percepì improvvisamente lo stomaco annodarsi in una fitta di nostalgia e le lacrime pizzicare al bordo delle ciglia. Per l’ennesima volta da quando erano partiti desiderò intensamente mollare tutto e tornarsene a casa.
Abbassò lo sguardo sui cuscini e sui drappi che avrebbero dovuto rendere regale e confortevole il retro del carro, una mano alzata a parare la prima lacrima che scendeva lungo il naso e le labbra piegate in un broncio contrariato. Non era giusto. Non era giusto per niente.

Deglutì saliva ( e sabbia…altra sabbia tra i denti), cercando di concentrarsi sui lati positivi, le braccia intrecciate attorno alle ginocchia.
Poteva avere tutto quello che voleva, ora, e veder esaudito ogni suo capriccio- ma era più o meno così anche a casa, e poi qui aveva troppa paura di chiedere.
Tutti gli uomini e le donne della carovana erano gentili, e si inchinavano quando passava…altro che le cuoche o i falconieri su a palazzo, che l’avevano visto nascere e non si facevano scrupoli ad allungargli l’occasionale stecca sulle mani se dava troppo fastidio in momenti inappropriati.
Però a casa sapevano chi era e come si chiamava.
Avrebbe visto posti nuovi. Di cui non gli importava un fico secco e che sembravano consistere per la maggior parte di sabbia, sabbia, ancora un po’ di sabbia, oro e pietre preziose.
Avrebbe unito il regno di suo padre-poco più di un’appendice di province sulle montagne che, con le espansioni si era trovato ad assumere improvvisamente una notevole importanza strategica- con uno dei regni del deserto, il più ricco e potente.

Lottò disperatamente per farsi venire in mente altri punti positivi, ma tutto quello che riusciva a farsi venire in mente era la lunga parte cerimoniale con cui era stato investito del ruolo di Sposa. In piedi in mezzo alla sala del trono, spogliato di tutti gli abiti della “Vecchia Via” e rivestito di seta colorata.

Un discreto colpo di tosse dall’angolo più lontano lo interruppe prima che il piagnucolio sommesso potesse esplodere in singhiozzi veri e propri, e una sagoma scura si allungò verso di lui, in un frusciare di veli: Terzo Figlio, il dignitario ( compagno? ambasciatore? maestro? ) che aveva concluso il contratto a nome dello Splendente. Per quasi un mese l’uomo alto e scuro venuto da oltre il deserto lo aveva indottrinato con una specie di corso intensivo sulle tradizioni del paese in cui avrebbe vissuto. Gli aveva insegnato una quantità assurda di litanie mnemoniche relative al galateo, a mangiare con una specie di assurdo piccolo forcone dorato e a comportarsi come si doveva.
“Piccolo Signore, sorridete. Siete quasi una sposa ora.” sussurrò Terzo Figlio, reggendo uno specchio tra le dita tinte da ragnatele di hennè per mostrare al ragazzo le strisce di kajal colate sul volto con il pianto: più che una sposa sembrava uno sparuto procione che qualcuno si fosse preso la briga di vestire da essere umano.
Dervi accennò un sorriso poco convinto verso il suo riflesso e tirò su con il naso annuendo, cercando di sembrare più felice possibile della prospettiva. Almeno- si consolò quando riuscì ad aprire bocca- il suo accento del Nord si era drasticamente ridotto.
“Sì, lo so…è solo che-“
“Che siete teso. E’ comprensibile” La voce dell’uomo lo interruppe, arrivò gentile e distaccata insieme ad un soffio di spezie e ad una pacca leggera sulla mano “Dovete essere onorato di essere stato scelto per legare due famiglie prestigiose come la vostra e quella del mio-e ora vostro-signore, magnanimo quanto splendente. Siete stato un allievo eccellente e sono sicuro che vi dimostrerete degno sotto ogni aspetto. Non avete ragione di preoccuparvi” “Un indegno allievo rende grazie ad un degno maestro.” Le parole uscirono prima ancora del pensiero- da allievo a insegnante nel caso in cui l’insegnante fosse più anziano e di rango non inferiore né superiore a due passi gerarchici, formula generica e nonspecifica. Applicabile in quanto fino alla conclusione della cerimonia una sposa è da considerarsi alla stregua di una Persona di Palazzo, primo grado.
Un peccato che dopo non fosse riuscito a dire più nient’altro.

“Pulitevi il viso, Piccolo Signore.” Il pat pat sulla mano cessò, sostituito da un nuovo frusciare di veli. Le dita ossute di Terzo Figlio si strinsero delicatamente sul mento di Dervi a sollevargli il viso, mentre un fazzoletto nella mano libera poneva rimedio alla devastazione causata dalla combinazione di pianto, sudore e cosmetici “ Non sappiamo se il vostro signore deciderà di venirci incontro lungo il cammino, ed è nel vostro interesse mostrarvi al meglio”
Un veloce sorriso, e la sagoma scura di Terzo Figlio si ritirò di nuovo nel silenzio.

Dervi sospirò, tornando a giocherellare con la mela morsicata, mentre guardava le dune rosse sfilare oltre lo spiraglio tra i cortinaggi di velluto.Era quello, il problema. Terzo Figlio non era proprio la persona più adatta per fare certi discorsi- sembrava tutto facile, riducibile ad un semplice schema di regole e cavilli di galateo esatto. Partiva sempre con le migliori intenzioni di confessargli che gli veniva da vomitare per la paura ogni volta che pensava alla cerimonia, o che nessuno si era premurato di spiegargli se con lo Splendente ci doveva anche andare a letto- e nel caso la risposta fosse stata “sì”, come funzionavano esattamente le meccaniche e soprattutto se faceva davvero così male. Partiva sul serio con ogni buon proposito di scoprire se avrebbe rivisto i suoi, o cosa comportava l’essere ripudiati. Cosa sarebbe successo se il Nord e quelli del deserto fossero entrati in guerra, dove finisse il suo ruolo di sposa e iniziasse quello di “ostaggio di garanzia”. E ogni volta finiva per annuire, sorridere e ripetere pari pari una frase di cortesia come risposta, convincendosi ( per dieci minuti, fino al prossimo dubbio) che non era poi il caso di fare tante storie per una cosa del genere.

Convincendosi che anche se nel regno del deserto preferivano la via delle nozze-senza particolare distinzione di sesso-al posto della più diffusa adozione per stringere i legami, non voleva dire per forza che le cose sarebbero andate catastroficamente male.

Tirò più vicino a sé un cuscino-quello meno incrostato di ricami, come l’esperienza gli aveva insegnato- e chiuse gli occhi, cercando di non pensare ai passi della cerimonia che gli ronzavano in testa, ripetuti ad alta voce ogni mattino e ogni sera durante il viaggio in modo da saperli ripetere con sicurezza quando fosse stato il momento.

Sperando di sognare casa.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: Milletrecento