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Autore: Zoa    30/07/2007    7 recensioni
e se Shoaran non fosse mai tornato dalla Cina?cosa ne sarebbe stato di Sakura?
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Li Shaoran
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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song

 

Scrivendo il dodicesimo capitolo de “il petalo di ciliegio” mi tornavano in mente le parole di questa canzone…e chissà perché credo che farebbe da colonna sonora alla “loro” vita…ad una vita un po’ tragica…

Se non fossero tornati insieme, cosa avrebbe pensato?

 

 

Era una uggiosa giornata di pioggia… non mi andava di uscire, né di allenarmi. Volevo passare un po’ di tempo al computer. Così infilai un cd a caso tra quelli di Meyling e cominciai a navigare qua e là.

Senza rendermene conto, mi persi tra le note di una canzone e inconsciamente digitai un nome e un cognome che credevo di aver dimenticato per sempre. Credevo che non sarebbe più affiorato dai recessi della mia mente. Avevo fatto di tutto per evitarlo. Da quel giorno, dal giorno della mia partenza. Quando mi staccai dal mio piccolo fiore di ciliegio.

 

 

“…nacque in un piccolo quartiere nella capitale il primo giorno di Aprile. Dopo aver vissuto un’infanzia tranquilla con il padre e il fratello e un’adolescenza serena, iniziò la scalata al successo…”

 

Digitai per caso il tuo nome sulla barra del motore di ricerca. Cosa mi credevo di trovare? Beh di sicuro non mi aspettavo quello che poi avrei letto. E intanto quell’odiosa canzone mi riportava altri tristi e sordidi ricordi…

 

A quel tempo ero solo un ragazzo che stava cambiando la pelle
non ero padrone di niente ero un angelo fragile e ribelle
a scuola me ne fregavo dei voti non volevo essere giudicato
ma quanto entusiasmo che avevo e quanta voglia di imparare a volare

e che voglia di stare ad ascoltare e conoscere tutte le cose
ma i professori non insegnano niente bisogna sempre fare da soli
volevamo imparare a fregare il dolore
essere felici imparare l’amore

 

Ero talmente giovane che quasi non mi sembra vero di aver avuto quell’età e quella spensieratezza. Mi sento il peso degli anni addosso. Mi sento uno stupido per non essere tornato da lei. Ma io ero ribelle. Sono scappato dalla casa di mia madre, sono scappato anche da lei e alla fine tornai da mia madre, ma non da lei. Tornai e il matrimonio mi fece crescere d’un tratto…

Se non avessi accettato sarei stato giudicato come un uomo disonorevole…. E dire che dei giudizi degli altri me n’ero sempre infischiato. Solo di un giudizio m’importava. Solo una persona era più importante di me… il mio petalo di ciliegio.

Ma i professori, è vero… non insegnano a vivere. A scegliere… pensai di scegliere la via indolore… invece portò più sofferenza di quello che avevo creduto. Che egoista….


a quel tempo eri una ragazza nascosta tra i capelli e gli occhiali
un angelo ingenuo e ribelle che provava ad aprire le ali

e chissà se hai imparato a fregare il dolore
se sei felice se hai imparato l’amore

 

Tu eri così bella… innocente….pura…ingenua… e alla fine il mondo ha cambiato anche te. Da quanto leggo ti sei goduta la vita, hai fatto delle scelte che non avrei mai creduto che tu avresti potuto fare.

Quando cercavi di aprire le tue ali indifese, io ero lì a proteggerti, a riportarti sul nido, se necessario. Ma io me ne sono andato e così anche una parte della tua anima, quella parte che io ho lasciato lì, con te in quella stazione.

E così hai anche imparato a ignorare il dolore…

 

“…l’attrice iniziò con brevi cortometraggi della famosa regista di videoclip Tomoyo Daidouji. Da lì a poco divenne l’icona del nostro paese e tra i suoi accompagnatori si possono enumerare alcune star di Hollywood, modelli strapagati e nobili di ogni stato.

Fu a causa di amicizie sbagliate che cominciò a fare uso di stupefacenti. L’unica scusa che presentò ai suoi fan dopo l’ennesimo ricovero per disintossicarsi fu: “A volte si cerca un palliativo per dimenticare quello che una vecchia ferita può causare. I ricordi fanno più male di un tiro di coca…”…”


chissà se tu sei cambiata
chissà dove sei finita
in questo lampo di vita
chissà se sei stata amata

 

Certo che sei cambiata. Certo che non sei più la stessa. Tanti ti amano, tanti ti ammirano, molti ti hanno avuta, ma nessuno ti ha mai posseduta. Nessuno ti ha mai veramente amata come io posso dire di aver amato te. Come io posso dire di amarti ancora. Come io posso dire che ti amerò per sempre, anche se il tempo a nostra disposizione è stato solo un lampo di vita. Ti amerò come quella vita che non vedrò mai… che è stata anche tua per tre lunghi ma brevissimi mesi. Per un lampo di vita, appunto.

 

“…non si sa nulla del periodo antecedente al successo. A volte si è supposta la presenza di una grande storia d’amore, finita male, naturalmente. Alcuni pettegoli hanno finanche ipotizzato la presenza di un…”

chissà se la tua ferita
chissà se poi è guarita
in questo lampo di vita
che ci sembrava infinita

 

No. Non posso continuare a leggere. Questi giornalisti pettegoli non hanno mai saputo niente di te. Non possono neanche immaginare la ferita che ti ho inferto quel giorno, alla stazione, in un lurido bagno… tutto quel sangue… non avrei mai immaginato che una ragazza, una donna, potesse farsi tanto male. Non avrei mai immaginato che sarebbe stato così facile far germogliare qualcosa in te.

Quando Yukito mi raccontò di quel fardello che tu non volevi, impazzì dal dolore. Dalla rabbia. Dall’odio. E da quel momento ti ho odiata profondamente… e sperai che tu non guarissi mai. Quella ferita che io ti ho inferto, ma che tu hai allargato, hai squarciato è ancora là. Anche se ho appena letto che il tuo corpo non può più sentirla…non potrà sentire neanche me…

 

 

 

“…la trovarono morta il 13 luglio. Un placido sorriso aleggiava sul volto bianchissimo. Quegli occhi verdi e cristallini avevano però perso ogni vitalità. Ciò che più stupì fu una foto sbiadita e consumata stretta tra le sue mani: un ragazzino castano e dai tratti orientali e vestito con uno strano abito verde da cerimonia o da carnevale ammiccava con sguardo determinato verso l’obiettivo della macchina che aveva scattato la foto. Ancora oggi, dopo un anno dalla sua scomparsa nessuno è riuscito a sapere chi fosse questo ragazzo e perché prima di suicidarsi Sakura Kinomoto abbia stretto a sé quella foto…”

 

 

 

 

FINE 

 

 

so che è tremendamente triste, e in realtà non doveva esserlo. Ma mentre scrivevo tutto prendeva forma e non mi riuscivo a trattenere…

mi sa che dovrò anche alzare di parecchio la fascia di lettura…è alquanto cruda…

chissà perché quando penso ad una song-fiction per la mia adorata coppia, mi venga sempre qualcosa di così triste…

beh…spero che vi sia piaciuta…

vi prego commentante!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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