Scrivendo il dodicesimo capitolo de “il petalo di ciliegio” mi tornavano in mente le parole di questa canzone…e chissà perché credo che farebbe da colonna sonora alla “loro” vita…ad una vita un po’ tragica…
Se non fossero tornati insieme, cosa avrebbe pensato?
Era
una uggiosa giornata di pioggia… non mi andava di uscire, né di allenarmi.
Volevo passare un po’ di tempo al computer. Così infilai un cd a caso tra quelli
di Meyling e cominciai a navigare qua e là.
Senza
rendermene conto, mi persi tra le note di una canzone e inconsciamente digitai
un nome e un cognome che credevo di aver dimenticato per sempre. Credevo che non
sarebbe più affiorato dai recessi della mia mente. Avevo fatto di tutto per
evitarlo. Da quel giorno, dal giorno della mia partenza. Quando mi staccai dal
mio piccolo fiore di ciliegio.
“…nacque in un piccolo quartiere nella capitale il primo giorno di Aprile. Dopo aver vissuto un’infanzia tranquilla con il padre e il fratello e un’adolescenza serena, iniziò la scalata al successo…”
Digitai per caso il tuo nome sulla barra del motore di
ricerca. Cosa mi credevo di trovare? Beh di sicuro non mi aspettavo quello che
poi avrei letto. E intanto quell’odiosa canzone mi riportava altri tristi e
sordidi ricordi…
A
quel tempo ero solo un ragazzo che stava cambiando la pelle
non ero padrone
di niente ero un angelo fragile e ribelle
a scuola me ne fregavo dei voti
non volevo essere giudicato
ma quanto entusiasmo che avevo e quanta voglia
di imparare a volare
e che voglia di stare ad ascoltare e conoscere
tutte le cose
ma i professori non insegnano niente bisogna sempre fare da
soli
volevamo imparare a fregare il dolore
essere felici imparare
l’amore
Ero
talmente giovane che quasi non mi sembra vero di aver avuto quell’età e quella
spensieratezza. Mi sento il peso degli anni addosso. Mi sento uno stupido per
non essere tornato da lei. Ma io ero ribelle. Sono scappato dalla casa di mia
madre, sono scappato anche da lei e alla fine tornai da mia madre, ma non da
lei. Tornai e il matrimonio mi fece crescere d’un tratto…
Se
non avessi accettato sarei stato giudicato come un uomo disonorevole…. E dire
che dei giudizi degli altri me n’ero sempre infischiato. Solo di un giudizio
m’importava. Solo una persona era più importante di me… il mio petalo di
ciliegio.
Ma
i professori, è vero… non insegnano a vivere. A scegliere… pensai di scegliere
la via indolore… invece portò più sofferenza di quello che avevo creduto. Che
egoista….
a
quel tempo eri una ragazza nascosta tra i capelli e gli occhiali
un angelo
ingenuo e ribelle che provava ad aprire le ali
e chissà se hai imparato
a fregare il dolore
se sei felice se hai imparato l’amore
Tu
eri così bella… innocente….pura…ingenua… e alla fine il mondo ha cambiato anche
te. Da quanto leggo ti sei goduta la vita, hai fatto delle scelte che non avrei
mai creduto che tu avresti potuto fare.
Quando
cercavi di aprire le tue ali indifese, io ero lì a proteggerti, a riportarti sul
nido, se necessario. Ma io me ne sono andato e così anche una parte della tua
anima, quella parte che io ho lasciato lì, con te in quella
stazione.
E
così hai anche imparato a ignorare il dolore…
“…l’attrice iniziò con brevi cortometraggi della famosa regista di videoclip Tomoyo Daidouji. Da lì a poco divenne l’icona del nostro paese e tra i suoi accompagnatori si possono enumerare alcune star di Hollywood, modelli strapagati e nobili di ogni stato.
Fu a causa di amicizie sbagliate che cominciò a fare uso di stupefacenti. L’unica scusa che presentò ai suoi fan dopo l’ennesimo ricovero per disintossicarsi fu: “A volte si cerca un palliativo per dimenticare quello che una vecchia ferita può causare. I ricordi fanno più male di un tiro di coca…”…”
chissà
se tu sei cambiata
chissà dove sei finita
in questo lampo di vita
chissà se sei stata amata
Certo
che sei cambiata. Certo che non sei più la stessa. Tanti ti amano, tanti ti
ammirano, molti ti hanno avuta, ma nessuno ti ha mai posseduta. Nessuno ti ha
mai veramente amata come io posso dire di aver amato te. Come io posso dire di
amarti ancora. Come io posso dire che ti amerò per sempre, anche se il tempo a
nostra disposizione è stato solo un lampo di vita. Ti amerò come quella vita che
non vedrò mai… che è stata anche tua per tre lunghi ma brevissimi mesi. Per un
lampo di vita, appunto.
“…non
si sa nulla del periodo antecedente al successo. A volte si è supposta la
presenza di una grande storia d’amore, finita male, naturalmente. Alcuni
pettegoli hanno finanche ipotizzato la presenza di un…”
chissà
se la tua ferita
chissà se poi è guarita
in questo lampo di vita
che
ci sembrava infinita
No.
Non posso continuare a leggere. Questi giornalisti pettegoli non hanno mai
saputo niente di te. Non possono neanche immaginare la ferita che ti ho inferto
quel giorno, alla stazione, in un lurido bagno… tutto quel sangue… non avrei mai
immaginato che una ragazza, una donna, potesse farsi tanto male. Non avrei mai
immaginato che sarebbe stato così facile far germogliare qualcosa in
te.
Quando Yukito mi raccontò di quel fardello che tu non volevi, impazzì dal dolore. Dalla rabbia. Dall’odio. E da quel momento ti ho odiata profondamente… e sperai che tu non guarissi mai. Quella ferita che io ti ho inferto, ma che tu hai allargato, hai squarciato è ancora là. Anche se ho appena letto che il tuo corpo non può più sentirla…non potrà sentire neanche me…
“…la
trovarono morta il 13 luglio. Un placido sorriso aleggiava sul volto
bianchissimo. Quegli occhi verdi e cristallini avevano però perso ogni vitalità.
Ciò che più stupì fu una foto sbiadita e consumata stretta tra le sue mani: un
ragazzino castano e dai tratti orientali e vestito con uno strano abito verde da
cerimonia o da carnevale ammiccava con sguardo determinato verso l’obiettivo
della macchina che aveva scattato la foto. Ancora oggi, dopo un anno dalla sua
scomparsa nessuno è riuscito a sapere chi fosse questo ragazzo e perché prima di
suicidarsi Sakura Kinomoto abbia stretto a sé quella
foto…”
FINE
so
che è tremendamente triste, e in realtà non doveva esserlo. Ma mentre scrivevo
tutto prendeva forma e non mi riuscivo a trattenere…
mi
sa che dovrò anche alzare di parecchio la fascia di lettura…è alquanto
cruda…
chissà
perché quando penso ad una song-fiction per la mia adorata coppia, mi venga
sempre qualcosa di così triste…
beh…spero
che vi sia piaciuta…
vi
prego commentante!
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