CAPITOLO 19
Un'ora,
un giorno o poco più,
dicevi
sempre e per sempre, si però,
guarda
cosa è rimasto adesso che niente è lo
stesso.
Gli incubi
mi perseguitavano, ancora.
Ancora
venivano a torturarmi nelle poche ore che mi concedevo per riposarmi.
Ancora mi
riportavano ad un passato che volevo dimenticare.
Ancora, dopo
anni, mi facevano tremare.
Ancora mi
ricordavano i miei errori e la mia fiducia andata in pezzi.
Ancora ed
ancora, una tortura che non finiva mai.
Ed io ancora
una volta mi svegliai di soprassalto.
Mentre la
lieve luce del mattino entrava dalle persiane abbassate aprii gli
occhi,
stancamente, come se qualcosa mi avesse rubato energie durante il
sonno. Ed
erano sempre loro, gli incubi, a farlo.
Come lievi
gocce che scavano la roccia, deturpavano il mio animo. Lentamente, con
la calma
di chi sa che vincerà.
Provai ad
alzarmi ma sentii un peso all’altezza del ventre, abbassai lo
sguardo e vidi un
braccio lievemente abbronzato con i peli biondi che si intrecciavano
come fili
d’oro.
Sospirai.
Jason mi aveva visto in un momento di debolezza e non riuscivo ad
accettarlo, a
perdonarmelo.
Gli spostai
il braccio delicatamente per non svegliarlo e lo poggiai sul letto
mentre mi
mettevo seduta.
<<
Dove vai? >> la sua voce era roca ed ancora assonnata.
<<
A
farmi una doccia >> dissi alzandomi. Lui si
voltò verso il comodino e
guardò il cellulare.
<<
Ma
sono ancora le sette, torna a letto >> si
stiracchiò allungando le braccia
fino a toccare la spalliera del letto.
<<
Non
ho più sonno, ma tu continua a dormire >> gli
sorrisi e gli aggiustai le
coperte.
<<
Mmh.. – mugugnò – ma se hai bisogno di
me sono proprio qui, nel tuo letto.
>> disse sorridente richiudendo gli occhi.
<<
Un
abusivo nel mio letto >>
<<
Un
abusivo dannatamente sexy >> mormorò ricadendo
nella trappola del sonno.
Scossi la testa e mi avviai verso il bagno.
Mi richiusi
la porta alle spalle e sospirai aprendo l’acqua.
Mi guardai
allo specchio. Sembravo spenta, lo spettro di me stessa.
La pelle di
solito olivastra, ora aveva un colore malsano per via degli effetti del
veleno.
I capelli
sembravano più scuri ed appesantiti, le occhiaie formavano
due piccole
mezzelune violacee sotto gli occhi castano scuro.
Le labbra
solitamente quasi rosse, ora erano di un rosa sbiadito. Sospirai di
nuovo
togliendomi il pantalone senza forze.
“Una
volta
finito questo lavoro mi prenderò una bella
vacanza… me ne vado tipo alle Hawaii
a prendere il sole oppure a farmi un bel viaggio culturale. Anzi,
ancora
meglio. Giro il mappamondo e ci punto il dito” pensai tra me
e me.
Vorrei non
aver mai fatto quel pensiero, perché i ricordi tornarono ad
azzannarmi la mente
come cani feroci.
Flashback.
<<
Allora dolcezza, quando
abbiamo finito qui dove vogliamo andare? Da bravo gentiluomo faccio
scegliere
te >>
Seduta con le gambe incrociate sotto di me, sul divanetto rosso di
quella
lussuosa e luminosa camera d’albergo, al centro di Parigi, lo
guardai.
Era
bello da mozzare il fiato. Con
raggi di sole setosi al posto dei capelli, i lineamenti del viso appena
squadrati,
quelle labbra perfette che ti facevano impazzire e quegli occhi rosso
sangue
dannatamente, ed era la parola più adatta per descriverli,
provocanti.
<<
Non lo so Asher, decidi tu.
Per me è indifferente >>
Mi
sorrise ed il mio cuore mancò un
battito.
<<
Allora facciamo così.. –
prese il mappamondo da sopra al tavolo in legno scuro al centro della
stanza e
si accovacciò vicino a me – io lo giro e tu lo
fermi. Così sceglieremo insieme
ma in realtà non sceglierà nessuno.
>>
Risi
annuendo e lui diede un colpo al
mappamondo dorato che iniziò a roteare su sé
stesso velocemente.
<<
Quando vuoi dolcezza
>> e così misi l’indice sul piccolo
mondo tra le sue mani che si fermò al
mio tocco.
<<
Cos’è uscito? >> gli
domandai non riuscendo a distogliere lo sguardo dal suo viso.
<<
Romania >> disse
alzando un sopracciglio.
Scoppiai
a ridere.
<<
Dracula torna a casa
>> dissi ridendo ancora più forte. Lui
posò il mappamondo per terra e mi
guardò con aria di sfida.
<<
Che c’è Dracula? Hai perso
il mantello? >> mi
saltò addosso
facendomi stendere.
<<
Dracula ha fame, bambolina.
>> mi iniziò a baciare il collo ed io risi
più forte.
<<
Per carità fermati Asher! –
mi divincolai ridendo – Tutto ma non i baci sul collo!
>> gli diedi dei
piccoli pugni sul petto e lui si issò sulle braccia
guardandomi dritta negli
occhi.
<<
Allora andiamo in Romania?
>> domandò
Annuii
e lui mi bacio sulle labbra
delicatamente.
<<
E che Romania sia allora,
piccola mia. >> Mi issai e lo baciai con più
passione tirandolo giù con
me dalla camicia.
<<
Voglio sposarti >> mi
sussurrò all’orecchio accarezzandomi
distrattamente il braccio poggiato sul suo
petto.
Facendo
l’amore avevamo distrutto il
letto, c’erano cuscini a terra e solo uno, posizionato sotto
la sua testa, era
riuscito a rimanere sul letto.
Con
il viso sul suo petto, ascoltando
il silenzio, sospirai.
<<
Ne abbiamo già parlato
>>
<<
Lo so, Beatrice. Ma io
continuo a dire che la tua visione è ottusa >>
<<
Ed io che la tua è egoista
>>
Mi
misi seduta e cercai con lo
sguardo i miei vestiti. Presi il reggiseno nero buttato in malo modo
sul
comodino in ciliegio e lo indossai.
Si
preannunciava un’altra lite e non
mi piaceva essere nuda davanti alla persona con la quale discutevo.
<<
Non è una visione egoista la
mia, potremmo stare insieme per sempre. >>
<<
Il per sempre, Asher, non
esiste. E poi a quale prezzo? >>
<<
I vampiri vivono per sempre
>> controbatté lui ignorando la domanda.
<<
I vampiri vivono più a
lungo, finché qualcuno non li ammazza. >>
allontanò il discorso con un
gesto non curante della mano. Mi passò le braccia intorno
alla vita mentre mi
infilavo la sua camicia, perché la mia maglia era
nell’altra stanza, ed io
rimanevo intrappolata nel suo profumo.
Chiusi
gli occhi mentre mi tirava a
sé.
<<
Un morso solo. Sarai mia per
sempre ed io sarò tuo per sempre >> mi
baciò il collo ma ero arrabbiata e
stufa di quella discussione, questa volta non avrei ceduto.
<<
Non rinuncerò a me stessa
per un per sempre nel quale non credo Asher. >> posai la
mia mano sulla
sua e gliela spostai.
<<
Se non vuoi stare con me
perché sei qui ora? Perché sei qui con la mia
camicia addosso? >>
Mi
voltai verso di lui e sorrisi, un
sorriso che non arrivava agli occhi, perché anche se aveva
parecchi anni in più
a me, qualche secolo in più a dire la verità, era
ancora un bambino.
<<
Perché ti amo, lo sai.
>> mi abbassai a baciarlo e lui mise il broncio ed
incrociò le braccia
sul petto definito.
<<
Se mi ami resta con me per
sempre, lascia che ti trasformi e sposiamoci >> Scossi la
testa.
<<
Se mi ami, lasciami essere
me stessa. Lasciami crescere e non chiedermi di rinunciare a tutta la
mia vita,
alla mia famiglia, ai miei poteri, per te. >> mi alzai e
mi infilai il
jeans recuperato da terra. Andai vicino al cassettone e presi una
maglia
leggera a maniche lunghe azzurra.
<<
Dove stai andando? >>
mi chiese con tono duro mettendosi seduto, il lenzuolo bianco gli
copriva solo
la parte bassa del ventre e le gambe.
Gli
occhi gli si scurirono, segno che
si stava arrabbiando.
<<
Esco, torno tra qualche ora.
>> spazzolai i capelli e li legai in una coda alta.
<<
Maledizione Beatrice. Non
andartene mentre stiamo parlando. >>
<<
Questa è una discussione
finita prima di iniziare Asher. Se vuoi stare con me, lo farai mentre
il mio
cuore batte. Non intendo più discutere su questo.
>>
<<
Ma così il nostro tempo
finirà! Perché non lo capisci? >>
<<
Se mi trasformi, il mio
tempo finirà in quell’istante. Ed ho solo
diciannove anni. >> Presi la borsa
dalla scrivania ed aprii la porta.
<<
Non osare uscire da qui.
Prima dobbiamo finire di parlare. >>
<<
Io ho finito di parlare
>>
<<
Non uscire da quella
maledetta porta oppure… >> non lo feci
terminare.
<<
Ci vediamo questa sera >>
chiusi la porta che tremò contro la mia schiena,
probabilmente aveva lanciato
il cuscino. Sospirai e mi diressi verso l’uscita
dell’hotel indossando un’espressione
neutra e sorridendo cordialmente all’addetto alla reception,
m’immersi nel
calore del primo pomeriggio parigino.
**
Non andai
mai in Romania.
Uscii dal
bagno con l’accappatoio arancione troppo grande chiuso in
vita da un nodo ed i
capelli umidi.
<<
Ora
torni a letto? >> la voce di Jason mi fece sussultare.
<<
Perché dovrei tornare a letto? >>
<<
Per
farmi compagnia – aprì gli occhi dello stesso
colore del cielo di Forks e mi
fissò – mi sento tanto solo >>
Presi dal
cassetto l’intimo, una maglia larga grigia e uno short nero.
<<
Vuoi che ti chiamo un cane? Loro sono sempre felici di dormire nel
letto
>> dissi sorridendo ed avviandomi verso il bagno.
<<
Ti
aspetto qui! >> urlò prima che richiudessi la
porta.
Quando
tornai in camera vestita e con i
capelli asciutti, lui era ancora lì.
Sveglio, con
la schiena poggiata contro la spalliera e le mani dietro la testa.
<<
Non
capisco perché voi donne ci mettete tanto ad asciugarvi i
capelli >>
disse sorridendomi.
<<
Perché noi abbiamo più capelli , è
ovvio >> batté una mano sul letto ed
io mi sedetti ubbidiente.
<<
Allora quando hai intenzione di alzarti? >> gli chiesi.
<<
Ho
tutto il tempo che voglio, fino al prossimo turno quindi…
>> si stese ed
io seguii il suo esempio.
Poi mi
passò
un braccio intorno alle spalle e mi tirò a sé.
<<
Hai
avuto una brutta nottata, riposati un po’ >>
poggiai la testa sul suo
petto e quell’azione mi ricordò i momenti con
Asher, stavo quasi per avere un
altro flashback quando mi accorsi di una cosa.
Tum,
tum tum, tum.
Il suo
cuore.
Chiusi gli
occhi. Lui non era Asher.
Anche se si
assomigliavano un po’ il suo cuore batteva e lui non mi
avrebbe mai chiesto di
cambiare, almeno non fisicamente.
Rincuorata
da quel pensiero e coccolata dalle sue mani che mi accarezzavano i
capelli, mi
rilassai al ritmo del suo cuore.
Dovevo stare
attenta, dopo la brutta esperienza, non potevo permettere al mio cuore
di
cedere di nuovo.
<<
A
cosa stai pensando? >> chiese d’un tratto
facendo vibrare il petto.
<<
A
nulla in particolare >> mentii.
<<
Mmh…. >>
Rimanemmo
così per un bel po’.
Forse cedere
non sarebbe stato così male, forse potevo riscattarmi.
Poi una
visione cambiò tutto.
Una visione
agghiacciante.
Il bosco di
Forks ed il mio corpo esanime tra il terreno coperto dalle foglie
gialle.
Tum,
tum tum, tum.
L’ultimo
battito del mio cuore, poi il buio.
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Sì.
Lo so che vorreste uccidermi.. è passato un sacco di tempo
dall’ultimo
aggiornamento ma Hey! C’è un lato positivo! Il
diciottesimo capitolo è arrivato
alle 80 visualizzazioni!!!
Poi
una cosa che mi fa piacierissimo!!
Le
4 recensioni!!
Grazie
mille a:
Alba97, la mia immancabile Alba.
Carlotta
Meuniere, spero tu abbia continuato a leggere
Sky
Curto , fammi sapere!!
Rainbowilliams,
vedi cosa ne pensi anche di questo.
Spero
che vi sia piaciuto!!!
A presto, spero!
Con
il lavoro ed il pc di mia mamma che è andato a farsi
benedire ( e quindi usano
il mio) vedo difficile postare presto ma ci proviamo!
Un bacio a tutti!
P.S.
ho una sorpresa per voi!!
p.p.s. ho ripostato il capitolo di venerdì <3
Rose.