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Autore: Pitch Black    11/01/2013    7 recensioni
Lui era lo scricchiolio di un armadio che si apre. Il Signore delle Tenebre, lo sposo della Notte. L’Uomo Nero. Lui era più di un Incubo… lui era Pitch Black!
Genere: Fantasy, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Pitch
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma perché le idee migliori mi vengono sempre sotto la doccia? E’ la mia prima fanfiction, quindi, vi prego siate clementi e ditemi onestamente che ve ne pare. Il tema del tradimento è stato preso direttamente da una mia esperienza personale. Sedetevi comodi, mangiucchiatevi qualcosa e godetevi lo spettacolo….
Pitch Black
(Come ho fatto a trovare il tempo di scriverla non lo so nemmeno io… ok, ve lo dico… sono costretto sotto il letto a scrivere con il PC per via di una storta alla caviglia. Avete presente le zampone di Calmoniglio? Ecco, non fa molto piacere riceverne una su un piede…)
 
 
Un passato sbiadito
 
Ah, notte. Dolce, splendida notte. Colei che tutto avvolge con il suo manto oscuro di ombre e suoni ovattati. Inspirai a fondo la brezza leggera che soffiava tra le case della piccola cittadina. Finalmente le tenebre erano discese ed il mio atteso momento era arrivato. Alzai la testa, distratto da fili di sabbia oro che si intrecciavano nel cielo ed entravano nelle abitazioni, e poi la vidi. Quella maledetta Luna che mi aveva accompagnato per anni nelle notti di “lavoro”, se così lo si può chiamare il mio. Non mi considerava da decenni, perché avrei dovuto farlo io? L’Uomo nella Luna era sempre stato un tipo di poche parole.
Incurante di tutto ciò che mi circondava, mi infilai in una finestra socchiusa, seguendo quei fili di sabbia, così tanto guizzanti e sprizzanti di felicità, che con gli anni avevo imparato a classificare come disgustosi. Mi acquattai in un angolo in attesa del momento migliore per attaccare. Una bambina era rannicchiata nel letto e dormiva placidamente succhiandosi un dito. Bambini! Marmocchi insignificanti! Così fragili e facili prede di paure e allo stesso tempo così potenti da mettere in discussione la tua esistenza stessa. La sabbia sopra la sua testa vorticava formando l’immagine di una famiglia felice, una madre che abbracciava la propria figlia, un padre che le cingeva le spalle… una famiglia… Nella mia testa cominciarono a farsi strada delle immagini, immagini di un passato lontano che non credevo neppure di avere. Una donna… c’era una donna. I lineamenti del viso erano appena distinguibili, ma la folta chioma arrivava fino al capo di una piccola bambina che l’abbracciava stretta… erano così surreali ma così… familiari. Un uomo, no, un cavaliere si avvicina a loro… un amico, non un semplice uomo. Prende in braccio la bambina e la fa ridere di gioia, la donna lo guarda sorridendo. Evidentemente non era il padre, essendo castano chiaro, mentre la piccola aveva gli occhi dello stesso colore dell’ambra e i capelli come le ali di un corvo. Nessun nome, ma solo volti conosciuti. La scena cambiò all’improvviso. Fiamme, fuoco…tradimento. La donna urlava e piangeva dal dolore, sbattuta per terra e depredata nel corpo, mentre il cadavere della bimba giaceva tra le sue braccia, pallido e freddo. L’uomo rideva e si avvicinava alla donna per finirla…
Con un brusco ritorno alla realtà mi accorsi che anche il sogno della bambina nel letto era mutato: la sabbia ora si tingeva di nero. Solo qualche manciata di sabbia oro era rimasta a vorticare, soffocata dalla mia. Quei volti, pensai. Quei volti così familiari li avevo già incontrati, li avevo conosciuti e amati un tempo… Un amico sul quale avevo fatto completo affidamento, offrendo la miglior generosità, come un fratello. La donna… una moglie. La bimba… una figlia. Tradimento! Solo rabbia e rancore per l’offesa subita, talmente tanta che non era stata possibile da contenere in una sola vita. Odio, paura da dispensare… ecco cosa c’era nel mio passato! Un tempo anch’io fui cavaliere, ma quel cavaliere non esiste più. Logorato dal rimorso e dal disprezzo si è trasformato nella sua stessa ombra. Incubi, la mia mente era stata invasa da Incubi che ora potevo e sapevo comandare. 
Mi avvicinai al letto e colmo di avversione afferrai l’ultima manciata di sabbia oro rimasta nel sogno della bambina, che ora si scuoteva nel letto tremante dalla paura. Cenere alla cenere, polvere alla polvere, pensai. Non esisteva più nessun cavaliere, ora c’era solo colui che tramutava i più bei sogni nei peggiori e più raccapriccianti incubi. Colui che strisciava la notte nelle stanze di bambini addormentati. Colui che dominava gli Incubi e faceva raggelare il sangue nelle vene quando i mocciosi cercavano l’interruttore della luce a tentoni nel buio. Lui era la Paura. Lui era lo scricchiolio di un armadio che si apre. Il Signore delle Tenebre, lo sposo della Notte. L’Uomo Nero. Lui era più di un Incubo… lui era Pitch Black!
  
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