RUN AWAY
Ogni sguardo è
un pugno che
ti colpisce dritto allo stomaco.
Ogni parola è una freccia che
ti trafigge.
Ogni carezza uno schiaffo,
ogni bacio una spada che ti trapassa da parte a parte.
Per quanto riuscirai a
sopportare tutto questo?
Fino
a quando continuerai a tormentare la tua anima?
Cosa ci fai ancora
qui,
Lancillotto?
Perché non stai scappando
via, lontano da tutto?
La puoi già
sentire – non è vero?
– la tua anima che cade, che
sprofonda in un baratro di disperazione e di agonia, fatto di antichi
rimpianti
e ricordi sbiaditi dal tempo e dalla tua memoria che, lo sai, non
è mai stata
molto affidabile.
Quando
smetterai di precipitare, Lancillotto?
Ma una cosa la
ricordi, o
meglio, non l’hai mai dimenticata.
Ed è proprio quella la
ragione per la quale sei qui, adesso; probabilmente l’ultimo
posto in cui
avresti mai pensato di ritornare.
E no, non è a causa della
lettera che Merlino ti ha spedito qualche giorno fa, o
dell’amicizia che provi
nei suoi confronti, come hai detto a Parsifal durante il vostro lungo
viaggio.
Non è neanche la fedeltà
verso il tuo sovrano, come invece ti sarebbe piaciuto credere.
Quando
la smetterai di nasconderti, Lancillotto?
È lei la
ragione.
Lo è sempre stata.
Non cercare di mentire a te
stesso, cavaliere.
Non sei mai stato bravo a
farlo.
Sapevi che il vostro
non era
un amore destinato a continuare.
L’hai capito dalla prima
volta che l’hai vista.
Eppure hai voluto provarci lo
stesso, testardo.
Volevi sapere come ci si
sentiva ad essere amato, per una volta.
Ma non sei stato abbastanza
furbo.
Perché quello stesso amore
che hai desiderato per tanto tempo, ora ti sta consumando
dall’interno,
lentamente, come in una spirale di tremendo dolore.
Come
ti senti adesso, Lancillotto?
Alla fine, il tuo
onore di
cavaliere – quello stesso onore che ti ha sempre
contraddistinto – ha prevalso
sul tuo cuore e sui tuoi desideri; e te ne sei andato.
L’hai lasciata sola,
abbandonata nella notte come il più vile dei criminali.
Ti sei illuso che lei ti
avrebbe aspettato, anche dopo tutto ciò che le hai fatto,
nonostante la tua
ragione ti abbia più volte detto che no, lei era andata
avanti.
Come era giusto che fosse.
E come tu hai permesso che
accadesse.
Ti
senti in colpa, non è vero, Lancillotto?
Eppure sei tornato,
sperando
che finalmente avreste potuto stare insieme; come vi eravate promessi
tempo fa.
Ma non sarà così.
Non lo sarà mai.
Ne hai avuto il
sospetto
quando hai notato i loro sguardi, le loro parole dolci e confortanti.
E, infine, la tremenda e
dolorosa conferma.
Quelle forti braccia che le
sorreggevano delicatamente la vita non erano le tue.
Né tanto meno avresti potuto
fare finta che appartenessero a te le labbra che hanno sfiorato le sue.
Dunque, è così che finisce.
Lei avrà il suo principe, un
uomo che la ama e che non la lascerà come hai fatto tu.
E proprio tu, piccolo
cavaliere, tu farai da spettatore alla loro gioia; il matrimonio,
l’incoronazione, i figli che prima a poi avranno.
Che
ne sarà della tua povera anima, Lancillotto?
Sai che non potresti
sopportarlo a lungo.
Continueresti ad amarla da
lontano e, parallelamente, il saperla così vicina ma allo
stesso tempo così
lontana da te, non farebbe che aumentare l’odio che nutri nei
confronti della
persona che più di tutte dovresti rispettare, come cavaliere.
Ti consumeresti d’amore e
d’odio.
Finiresti per impazzire, alla
fine.
Nessun uomo potrebbe riuscire
in quest’intento.
Perché,
nonostante tutto,
nonostante quello che hai detto a Merlino poco fa e quello che continui
a
ripeterti ogni giorno da quando sei andato via da Camelot, per cercare
di non
impazzire, tu sai che, in realtà, Artù non la
merita.
Non è abbastanza per lei,
nessuno potrebbe mai esserlo.
Anche
te stesso, Lancillotto?
Sai che la ama con
tutto sé
stesso – e chi non lo farebbe? – ma non regge il
confronto con lei;
paradossalmente, non è alla sua altezza.
Eppure un tempo, nella tua
infinita ingenuità, avevi creduto di poter essere tu quello più adatto a
renderla felice, davvero.
L’avresti amata e venerata
come se non esistesse altro al mondo che lei, avresti vissuto solo per
sentirti
ripagato da un suo sorriso, avresti combattuto fino alla morte per un
suo
semplice cenno.
Ma sai che, tutto questo, non
è ciò che permette alla gente di vivere.
Tu eri solo un umile ragazzo
bravo con la spada, ecco tutto; lui è il Principe, e
farà di lei la sua regina.
Cosa
avresti potuto offrirle di meglio, Lancillotto?
E ti odi per questo.
Ti odi per non essere stato
abbastanza per lei.
Ti odi per essere stato così
codardo e vile, mentre ti nascondevi dietro una maschera di finto
altruismo e
generosità.
Odi lui, perché potrà avere
ciò che a te è stato negato.
Perché potrà svegliarsi con
lei al suo fianco ogni mattina, perché potrà
godere delle sue risate e imparare
dalla sua saggezza.
E, infondo, senti di odiare un
po’ anche lei.
La odi perché sai che mai,
nella tua misera vita, riuscirai a trascorrere anche un secondo
dimenticandoti
di amarla.
È
un cerchio infinito, te ne accorgi, Lancillotto?
Perciò,
l’unica cosa che ti
rimane da fare oramai, è fuggire.
Scappa Lancillotto, scappa
più veloce che puoi.
Inizia a correre, e non
fermarti.
Non voltarti indietro, mai; o
potresti rimpiangere ciò che lasci.
Guarda sempre dritto davanti
a te e cammina a testa alta, verso una nuova vita.
Scappa,
finché sarai abbastanza lontano da non
riconoscere il cammino che percorri.
Scappa, finché avrai conosciuto abbastanza da
dimenticare le cose che già sai.
Scappa, finché avrai combattuto tanto che le
ferite
del tuo corpo avranno rimpiazzato quelle della tua anima.
Scappa Lancillotto, e
non
voltarti fino a quando non sarai così lontano da non
percepire più il suo
sguardo amorevole sulle tue ossa stanche.
E, quando finalmente
ti sarai
voltato, vedrai che la tua vita sarà già finita.
Cercherai di tornare da lei,
ma ti accorgerai che non ti è rimasto abbastanza tempo.
E ti renderai conto che,
nonostante tu possa essere arrivato anche dall’altra parte
del mondo con i tuoi
viaggi, nessun luogo potrà essere mai abbastanza lontano da
farti dimenticare
di lei.
Perciò
va’ via adesso, Lancillotto.
Adesso che
ancora è
possibile.
Probabilmente nessuno capirà
il motivo della tua scomparsa; l’importante è che
lei capisca.
Ma quando se ne accorgeranno,
tu sarai comunque già troppo lontano per temere che possano
venire a cercarti.
Ci vuole solo un po’ di
egoismo, infondo.
E a te, nonostante tutto,
quella è forse l’unica cosa che non è
mai mancata.
La strada è
libera,
cavaliere.
Non ti è mai sembrata così
invitante.
Percorrila, e lasciati alle
spalle un’esistenza fatta di dolore.
Le parole non dette che
marciscono dentro di te e il rimpianto delle immagini di ciò
che avresti potuto
avere, se solo fossi stato un po’ più uomo e un
po’ meno cavaliere, ti
tormentano ogni qual volta credi di aver trovato un attimo di pace.
Che
vita potrebbe mai essere la tua in questo luogo,
Lancillotto?
Scappa
finché sei in tempo.
-
Lancillotto, i cavalli sono pronti e
stiamo per partire.
Dobbiamo
sbrigarci se vogliamo prendere
Morgana di sorpresa.-
Non cedere alla
tentazione.
Nel mondo che stanno per
costruire non ci sarà mai posto per te.
- Io…
Scappa
Lancillotto, scappa…
- Eccomi.