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Autore: hikarufly    12/01/2013    2 recensioni
E se il fratello più grande si fosse dato all'investigazione? Se avesse avuto un carattere accomodante e gentile? E se ci fosse una Miss Watson, infermiera e governante che sa osservare, non solo vedere?
Una versione "diversa" del duo di Doyle, ispirata dalla "cioccolosità" di Mr Hugh Bonneville col deerstalker e dalla spavalderia di Jenna-Louise Coleman in Doctor Who.
Genere: Avventura, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Chiuse la valigia con un piccolo sospiro e il rumore secco della chiusura ermetica del suo bagaglio. Era abituata a viaggiare leggera, almeno in abiti e oggetti. Nel cuore, questa volta, portava un peso ancora maggiore del solito.

Scese le scale, sorprendentemente leggiadra nel suo abito accollato, chiuso e rigido. Nell'ingresso, due ragazzini la osservavano come se stessero aspettando la bara di un qualche parente che stava per essere portato al cimitero. La donna si avvicinò a loro, diede un lieve bacio sulla fronte ad entrambi e se ne andò senza una parola, superando la servitù e il suo sostituto, che a una rapida occhiata sembrava burbero, noioso e grigio. Tutto quello che lei stessa sembrava, questo è vero, a una prima occhiata al suo abbigliamento, al suo portamento: era nei suoi occhi che c'era qualcosa di diverso. Josephine era stata una governante per moltissimi anni, anche se era ancora una donna piuttosto giovane: quarantun anni potevano sembrare tanti, a quell'epoca, ma lei si sentiva ancora in forze, almeno fisicamente. Negli ultimi ventiquattro anni aveva fatto molte esperienze: tre famiglie presso cui aveva cresciuto e accudito otto bambini, di diverse età e sesso, nonché i suoi tre inverni da infermiera nelle Indie orientali. Eppure, il suo aspetto non era logorato o sfiorito: era una donna che dimostrava i suoi anni, ma in maturità e non in fatiche. I suoi capelli più castani che ramati, ricordo di una qualche antica discendenza scozzese, erano appena striati di grigio, e nella pettinatura stretta in cui erano legati era impossibile notarlo. Gli occhi erano vispi e attenti, di un marrone quasi nocciola, e si posarono sull'austera casa che aveva occupato negli ultimi sette anni con un pizzico di nostalgia. Aveva amato molto quei due ragazzini, figli di un padre severo e una madre morta troppo giovane. Pensò a loro per molto del suo viaggio verso Londra: a che pro farsi spezzare il cuore ogni volta che doveva ricordare a se stessa che non erano figli suoi, ma di qualcun altro? Aveva deciso di prendersi del tempo: aveva qualche risparmio e poteva sempre dare lezioni privatamente, qualche ora al giorno, qualche volta a settimana. Tanto per non affezionarsi troppo ai suoi allievi... sì, come se fosse possibile, per una come lei.

Il cocchiere la lasciò presso una piccola locanda, The Fox and The Hound. Decisa a distrarsi, per un pomeriggio, infilò i suoi guanti più austeri ed eleganti e si diresse verso Hyde park. Stava passeggiando, un po' mesta, quando sentì qualcuno chiamarla.

«Miss Watson!»

Josephine si voltò, la fronte aggrottata, non riconoscendo precisamente chi era la donna paffutella, di poco più giovane di lei, che la chiamava a gran voce.

«Sono Minnie... Minnie Stamford!» si presentò questa, quando la raggiunse, con il fiato corto per la corsa.

«Minnie! Certo, mi ricordo...» replicò Josephine, ricordando la giovane.

«Sì, lo so, sono un po' ingrassata» si giustificò l'altra, mentre Josephine le faceva cenno di non farlo.

Passeggiarono per un poco insieme, discutendo dei vecchi tempi alla loro scuola. Era un istituto piuttosto grande, dotato di buone apparecchiature, in cui giovani signorine di medio-buona società potevano trovare una istruzione più che eccellente, sia nel campo delle lettere, per l'insegnamento, sia in quello medico, per una professione di infermiera o levatrice.

«Così sei tornata a Londra» disse Minnie «in cerca di un'altra famiglia con bambini da accudire? O un medico, magari, da assistere? Eri brava in entrambi i campi»

Josephine scosse la testa.

«No, non ora. Dopo così tanti anni presso i Darlington, preferirei prendermi un po' di tempo, capire cosa voglio fare...» spiegò, ricevendo l'occhiata tipica di chi sa di cosa si sta parlando, anche senza dettagli. In fondo, Minnie era una governante quanto lei.

«Dove stai ora quindi? Da tuo fratello?» domandò ancora Minnie.

«Oh, no» replicò immediatamente Josephine. Suo fratello Harry aveva la orribile abitudine a bere e parlare troppo, soprattutto se le due cose venivano fatte insieme «Per il momento alloggio al Fox and Hound, ma dovrei trovarmi una sistemazione, possibilmente senza spendere troppo e con un poco di spazio per delle lezioni private»

Lo sguardo di Minnie si accese immediatamente. Nonostante molti anni fossero passati da quando erano due ragazzine in uniforme, e non fossero state amiche particolarmente strette, Josephine ricordava cosa stava a significare. Lasciò che fosse lei a parlare, comunque, di propria iniziativa.

«Sai, credo di doverti presentare una persona»

   
 
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