Disclaimer: Trama, personaggi, luoghi e tutti gli elementi che questa storia contiene, sono una mia creazione e appartengono solo a me.
Il mare si arrotolava in onde quiete sulla spiaggia,
strappava granelli
di sabbia e poi li riappoggiava al loro posto, con un lento ed eterno
sciabordio. Il cielo era di un cristallino colore azzurro, solcato da
poche nuvole, il sole era appena sorto e spandeva i suoi raggi tiepidi
sulla terra. L’uomo alzò la testa e sorrise fra
sé: era una giornata perfetta per un combattimento. Si
rimise in cammino per tornare al bivacco, l’acqua fresca del
mare gli lambiva i piedi nudi. Aspirò profondamente e con
gusto l’aria salmastra e frizzante, poi
l’esalò lentamente, chiudendo gli occhi. Avrebbe
voluto che un momento così durasse in eterno. A volte
invidiava l’esistenza tranquilla dei pescatori, ma sapeva che
la sua vita non avrebbe mai raggiunto quello stadio di semplice pace.
Poco lontano scorse la figura del drago, maestosa, che si stagliava
contro l’azzurro del cielo e del mare. Era una vista
mozzafiato e terribile. Scar si avvicinò ulteriormente, il
fuoco ormai covava sotto uno spesso strato di cenere. Scar si sedette
accanto al drago e cominciò a pulire lo spadone da duello.
Il drago dormicchiava bofonchiando tra sé. Scar
lo
guardò con affetto, poi tornò a pulire la sua
spada. Sospirò incurvando un poco le spalle: il peggio
doveva ancora arrivare. Scar era uno dei pochi Padroni dei Draghi
rimasti. Non che questo gli avesse fatto molto comodo, anzi gli aveva
procurato più fastidi che vantaggi! A Golgoth la sua casta
era vista con paura e diffidenza, buona solo per i duelli e le
scommesse. Nessuno si ricordava quando i draghi volavano in formazione
per raggiungere i campi di battaglia. Schiere di draghi rossi, verdi,
bruni, blu, neri, volavano a centinaia stridendo di orgoglio e pronti
al combattimento. I Padroni che cantavano canzoni di guerra ed alzavano
in alto le spade in segno di sfida.
Scar guardò nuovamente
Kylyahn. Le sue scaglie verdi erano impolverate, le ali, ripiegate sul
dorso, erano macchiate, anche il muso del drago era sporco. Inoltre
sembrava un po' troppo magro, insomma non si poteva certo dire che
Kylyahn fosse il drago più bello di Golgoth, eppure Scar non
lo avrebbe scambiato per nulla al mondo! Kylyahn lo aveva visto
praticamente crescere, ed anche se sembrava, a volte, più
cocciuto e brontolone di un oste, Scar sapeva che possedeva una
saggezza antica che più di una volta lo aveva tratto dai
guai. Sempre pulendo la spada Scar esclamò
“Sveglia dormiglione! Oggi è il gran
giorno!”
Kylyahn si svegliò sbadigliando. Scar dovette reggersi con tutte le sue forze alla zampa del drago trattenendo il respiro.
Kylyahn si svegliò sbadigliando. Scar dovette reggersi con tutte le sue forze alla zampa del drago trattenendo il respiro.
“Kylyahn, quante volte ti ho detto di
non sbadigliarmi in faccia!” urlò stizzito.
“Scusa, padroncino” rispose quietamente
il drago,
sbattendo piano le ali, per dissipare l’aria cattiva.
“Sei nervoso, padrone?”
“Non nervoso, preoccupato, Kylyahn; e dovresti
esserlo anche
tu”
Scar riprese a pulire forsennatamente lo spadone. Il drago si alzò e passeggiò un poco per sgranchire le zampe, affondando lievemente nella sabbia morbida.
Scar riprese a pulire forsennatamente lo spadone. Il drago si alzò e passeggiò un poco per sgranchire le zampe, affondando lievemente nella sabbia morbida.
“Calmati, ce la caveremo, come tutte le altre
volte.
Piuttosto hai trovato qualcosa da mangiare per me,
padroncino?” Scar sorrise “Mi dispiace, amico, ma
non c’è niente” disse poi, dispiaciuto.
Il drago arricciò il muso.
“Come al solito.
Guardami, sono ridotto ad un mucchio di pelle ed ossa! Come vuoi che
combatta ridotto così?”
Scar sbuffò ma sapeva che Kylyahn aveva ragione.
Scar sbuffò ma sapeva che Kylyahn aveva ragione.
“Qui a torno ho visto
qualcosa, vattelo a prendere” rispose accarezzando il muso
del drago che arricciò una narice con diffidenza.
Accorgendosene Scar lasciò cadere la mano e riprese a
lucidare lo spadone. Dopo una pausa riprese:
“Il Padrone che
dovremo combattere oggi: mi hanno detto che è molto forte ed
ha un drago rosso”
Kylyahn sbuffò
Kylyahn sbuffò
“Abbiamo vinto anche draghi peggiori. Ti ricordi
quel drago
nero?”
Scar annuì massaggiandosi la coscia. Un pomeriggio, nella città di Soryan, Scar aveva avuto un brutto combattimento con un drago nero. Il Padrone di quel drago era forte e le sue braccia erano lunghe. Lo aveva riempito di piccoli tagli sulle mani in segno di spregio, poi gli aveva fatto volare la spade ed infine gli aveva inferto una brutta ferita ad una coscia. Il Padrone scosse la testa.
Scar annuì massaggiandosi la coscia. Un pomeriggio, nella città di Soryan, Scar aveva avuto un brutto combattimento con un drago nero. Il Padrone di quel drago era forte e le sue braccia erano lunghe. Lo aveva riempito di piccoli tagli sulle mani in segno di spregio, poi gli aveva fatto volare la spade ed infine gli aveva inferto una brutta ferita ad una coscia. Il Padrone scosse la testa.
“In ogni modo, anche questo padrone
è potente. Adesso lasciami solo”
Il drago verde guardò il cielo e decise di andare a caccia.
Il drago verde guardò il cielo e decise di andare a caccia.
“Non
fare male a nessuno, non distruggere campi, non reclamare vergini e non
terrorizzare i contadini” lo redarguì
scherzosamente il Padrone. Kylyahn aprì le grandi ali e
spiccò il volo. Era una vista magnifica vederlo volteggiare
sfruttando le correnti ascensionali: pur non essendo in perfetta forma
era comunque un drago di notevole forza e dimensioni. Scar questo lo
sapeva bene, inoltre il suo drago era anche particolarmente abile, cosa
insolita per un drago della sua stazza. A vederlo per aria
così, sembrava fragile e leggero come un uccellino, ma in
combattimento era temibile. Scar lo guardò ancora un po',
poi cominciò ad allenarsi.
Uomo e drago erano una coppia ben
affiatata, agili e forti, temibili in combattimento come pochi a
Golgoth. A differenza del suo animale, Scar era perfettamente in forma.
Era rimasto solo con un perizoma di cuoio, per avere movimenti
più liberi. Il petto e le braccia erano solcati dai muscoli,
le gambe, un po' tozze, erano ben piantate sulla sabbia. Il volto di
Scar era concentrato, gli occhi bruni ridotti in fessure, le labbra ben
disegnate aperte in una smorfia. L’allenamento
cominciò, l’uomo si muoveva con grazia assestando
e parando colpi, i muscoli guizzavano sotto la pelle in un movimento
fluido. Affondo, stoccata, affondo, parata…era una danza di
morte, affascinante come la morte stessa. Scar fece un ampia giravolta
e affondò nuovamente la spada contro il suo avversario
invisibile. I capelli rossicci gli svolazzavano intorno al viso mentre
si muoveva. Ben presto il corpo dell’uomo si coprì
di una patina brillante di sudore e Scar si fermò ansando.
Scansò un ciuffo ribelle dalla fronte e con un laccio si
legò i capelli sulla nuca. Poi ricominciò.
Intanto Kylyahn compiva le sue manovre, virava cambiando spesso
direzione, picchiava fino a sfiorare le onde e poi risaliva in alto. Le
sue grida stridule erano musica per le orecchie del Padrone. Il sole si
era arrampicato ancora sul cielo ed il vento aveva preso a soffiare
più forte. Kylyahn si posò sulla spiaggia con la
grazia di un gabbiano. Scar si rivestì della sua armatura,
prese la spada e montò in sella al drago. Urlando si
alzarono in volo. Il vento tiepido sferzava il volto del Padrone
eccitato e il drago planava con le sue larghe ali assaporando
l’aria salmastra.
Guardavano
allenarsi
uomo e drago. Uno disse “Sembrano molto
forti” e l’altra “Sei preoccupato? Mi
sorprende” in tono sarcastico.
“Non
sono
preoccupato” rispose il primo
“Fai
bene a
non esserlo, non vinceranno”
“Ne
sei tanto
sicura, eh?”
“Dove
sarei se
non lo fossi? E dove saresti tu?”
“Sono
tuo, e
lo sarò sempre” rispose lui
in tono adorante.
“Lo
so” disse lei dolcemente. Poi se ne andarono
per la loro strada.
Arrivarono in città volando, naturalmente.
Kylyahn si era
ripulito ed ora le sue scaglie rilucevano al sole come smeraldi, Scar
era superbo nella sua armatura di cuoio verde. Aveva i capelli legati e
un mantello rutilante di lana bianca. La gente di Kush guardava in su
con un misto di eccitazione e paura. Quello era il gran giorno del
combattimento tra i draghi, da giorni ormai se ne parlava. La piccola
città era stata invasa da pescatori e contadini dei villaggi
vicini, il mercato era stato più animato del solito.
C’erano anche parecchi stranieri, appassionati di
combattimenti o Padroni di Draghi (che restavano accuratamente celati
lontano dalla città) venuti per vedere la forza dei
possibili futuri avversari. La vita dei Padroni era così: un
lungo girovagare per tutta Golgoth per combattere o vedere qualcuno
combattere.
Molte volte capitava che due Padroni combattessero uno
contro l’altro più volte ed alcuni erano perfino
amici. Non molti si ricordavano quando la casta dei Padroni dominava,
quando i draghi erano molti e si combatteva in lunghe e sanguinose
guerre. Ormai i duelli erano poco più che combattimenti
rituali, raramente uomini o draghi morivano uccisi, molto
più spesso per le ferite riportate. Ma ormai erano talmente
pochi che anche questa eventualità si era molto ridotta.
Il
popolo di Golgoth si ricordava solo delle devastazioni della guerra,
causate molto spesso proprio dai draghi, e fu per questo che si era
ribellato ed aveva ucciso molti Padroni. Morti i propri Padroni i
draghi si rifugiarono in luoghi nascosti, aspettando che qualcuno
tornasse a loro. Molti erano morti durante quella attesa. Altri erano
riusciti a trovare un Padrone come Kylyahn aveva trovato Scar.
C’era un largo piazzale di terra battuta, preparato dagli
abitanti di Kush.
Kylyahn atterrò lì. Scar
balzò dalla sella con agilità. La folla smise di
urlare e darsi spintoni e rimase in silenzio, mentre il Padrone del
Drago, ben piazzato davanti all’ animale,
pronunciò la formula di sfida:
“Scar, padrone di
Kylyan, è giunto a Kush: chi osa sfidarlo?”.
La sua voce era alta e profonda, sollevò la spada in alto e la lama luccicò al sole. Era sicuro che presto lo sfidante gli avrebbe risposto, ma non aveva mai combattuto con quel Padrone. I duelli erano organizzati da allibratori che mettevano insieme due combattenti e si prendevano una quota delle scommesse. Gli allibratori sapevano dove si trovavano tutti i Padroni dei Draghi, avevano una vasta rete d’informatori e una Gilda alle spalle molto potente. I Padroni, invece, erano dei solitari ed ognuno agiva per conto suo. Dopo qualche secondo di silenzio qualcuno si fece largo tra la folla e rispose:
La sua voce era alta e profonda, sollevò la spada in alto e la lama luccicò al sole. Era sicuro che presto lo sfidante gli avrebbe risposto, ma non aveva mai combattuto con quel Padrone. I duelli erano organizzati da allibratori che mettevano insieme due combattenti e si prendevano una quota delle scommesse. Gli allibratori sapevano dove si trovavano tutti i Padroni dei Draghi, avevano una vasta rete d’informatori e una Gilda alle spalle molto potente. I Padroni, invece, erano dei solitari ed ognuno agiva per conto suo. Dopo qualche secondo di silenzio qualcuno si fece largo tra la folla e rispose:
“Io, rispondo alla tua sfida! Il mio nome
è Eriandra, padrona di Vakash”
Scar rimase leggermente sorpreso, non aveva mai sentito dire di un Padrone femmina. Cercò con gli occhi Marku, l’allibratore che l’aveva chiamato e Marku rispose con una alzata di spalle. La Padrona era vestita di una cotta di cuoio rosso, sopra a morbide brache di lana nera e stivali bordati di pelliccia. Anche il suo mantello era nero. Il suo volto era coperto da una maschera di oro rosso che ricordava molto le fattezze di un drago. Gli occhi, l’unica parte visibile della ragazza, erano del colore del ghiaccio ed avevano lo stesso calore. I suoi capelli erano così neri che si confondevano col mantello. Eriandra fece un fischio acuto e modulato e dal cielo, stridendo, piombò sulla piazza un drago rosso. Kylyan lo valutò e quel che vide non gli piacque. Vakash era ben nutrito, più giovane e più arrogante. I due draghi si guardavano in silenzio negli occhi ambrati e si lanciarono la loro silenziosa sfida. Scar percepì la tensione del momento, ma non l’eccitazione, e questo lo preoccupò perché non era questo quello che avrebbe dovuto sentire.
Scar rimase leggermente sorpreso, non aveva mai sentito dire di un Padrone femmina. Cercò con gli occhi Marku, l’allibratore che l’aveva chiamato e Marku rispose con una alzata di spalle. La Padrona era vestita di una cotta di cuoio rosso, sopra a morbide brache di lana nera e stivali bordati di pelliccia. Anche il suo mantello era nero. Il suo volto era coperto da una maschera di oro rosso che ricordava molto le fattezze di un drago. Gli occhi, l’unica parte visibile della ragazza, erano del colore del ghiaccio ed avevano lo stesso calore. I suoi capelli erano così neri che si confondevano col mantello. Eriandra fece un fischio acuto e modulato e dal cielo, stridendo, piombò sulla piazza un drago rosso. Kylyan lo valutò e quel che vide non gli piacque. Vakash era ben nutrito, più giovane e più arrogante. I due draghi si guardavano in silenzio negli occhi ambrati e si lanciarono la loro silenziosa sfida. Scar percepì la tensione del momento, ma non l’eccitazione, e questo lo preoccupò perché non era questo quello che avrebbe dovuto sentire.
“Perché non ti levi la maschera,
Signora, il tuo
viso non potrà essere peggiore di quello del tuo
drago!” le risate serpeggiarono tra la folla. Probabilmente
la ragazza avrebbe fatto una battuta salace e ci sarebbe stata una
breve schermaglia verbale per allentare la tensione. Era sempre
così. Eriandra sorrise, anche se nessuno poteva vederla e si
tolse la maschera. Questo fece gelare il sangue alla folla. Eriandra
era di una bellezza arrogante, la sua carnagione era pallida, il naso
affilato, il mento piccolo ma forte, le labbra vermiglie e piene. Tutto
in lei sembrava perfetto, ma la bocca sembrava arricciata da un ghigno
malefico. Era causato una cicatrice da artigli che partiva dalla tempia
destra e finiva sul collo, larga e frastagliata che la deturpava in
maniera inequivocabile.
“Bè, ti è
caduta la lingua, Signore?” chiese con scherno Eriandra. Era
abituata a quella reazione e la rabbia che le provocava ogni volta le
dava la forza per combattere. Scar contrasse i pugni, poi
sospirò.
“Meglio essere tuo avversario che tuo
marito!” rispose infine. La tensione si sciolse e la folla
rise. La donna contrasse le labbra per un secondo, poi si rimise la
maschera e salì sul proprio drago.
“Non mi piace” sussurrò Kylyahn a Scar mentre questi gli montava in groppa.
“Non mi piace” sussurrò Kylyahn a Scar mentre questi gli montava in groppa.
“La sua faccia? Bè neanche a me,
ma ho visto uomini più brutti. Peccato però,
sarebbe stata una bellezza mozzafiato” Kylyahn
arricciò la narice “Non intendevo questo. Non mi
piace il suo drago”
“Questione di gusti, immagino” rispose
Scar,
sentiva il suo drago inquieto e quello era un modo per rilassarlo. Ma
questa volta Kylyahn insisté:
“No padroncino, non
hai capito. Quel drago è molto legato alla
padrona”
“Anche tu sei legato a me, no?”
Kylyahn sbuffò:
Kylyahn sbuffò:
“La ferita della donna secondo te da cosa
è stata provocata? Quelli sono artigli di drago, ed ora la
segue come un cagnolino, non è normale!”.
I due draghi volteggiavano in aria, eseguendo acrobazie per scaldare il pubblico, ed intanto parlavano ai padroni di quello che avevano letto nello sguardo dell’avversario. Scar si mise più comodo sulla sella.
I due draghi volteggiavano in aria, eseguendo acrobazie per scaldare il pubblico, ed intanto parlavano ai padroni di quello che avevano letto nello sguardo dell’avversario. Scar si mise più comodo sulla sella.
“Non capisco, cosa intendi?”
“Voglio dire che quel drago è
innamorato della
padrona. Non chiedermi come faccio a saperlo perché lo so.
Quel drago è capace di tutto. Inoltre è
più giovane e più in forma di me. Padroncino,
sono preoccupato”
Scar era sorpreso, un drago innamorato del padrone? Non l’aveva mai sentito. E Kylyahn in ansia lo preoccupava. Ma doveva mantenere il controllo, un drago mal comandato poteva essere molto pericoloso. L’uomo accarezzò il collo scaglioso del drago e gli disse:
Scar era sorpreso, un drago innamorato del padrone? Non l’aveva mai sentito. E Kylyahn in ansia lo preoccupava. Ma doveva mantenere il controllo, un drago mal comandato poteva essere molto pericoloso. L’uomo accarezzò il collo scaglioso del drago e gli disse:
“Ma tu hai
più esperienza. Se davvero pensi che la situazione possa
diventare pericolosa non ti preoccupare di vincere” e
guardò il cavaliere dell’altro drago. Eriandra
roteava la spada in segno di sfida, ma intanto parlava con Vakash:
“Dimmi cosa hai visto" lo incitò.
“Il drago verde ha paura, ma è pieno di
esperienza. Credi che riusciremo a batterlo?”
La Padrona accarezzò il collo dell’animale.
La Padrona accarezzò il collo dell’animale.
“Abbiamo
mai perso finora? Coraggio ce la faremo anche stavolta!”
Detto questo fece fermare Vakash imitata dall’altro cavaliere. Adesso i due animali erano librati in aria, non troppo in alto per non compromettere la visibilità del duello. La folla sotto mormorava, i due Padroni si guardarono studiandosi. Eriandra cercava di scacciare qualsiasi pensiero dalla sua mente ma non poteva fare a meno di ricordare quando aveva domato quel drago. Il suo avversario sembrava tranquillo e preparato. Eriandra si fece forza e spronò il suo drago per un'altra serie di finte. Chi faceva la prima mossa di solito era svantaggiato, per cui dopo qualche manovra si fermarono cercando di innervosirsi a vicenda. Non potevano farlo troppo a lungo, però. Non solo perché avrebbero rallentato troppo il ritmo del duello, ma perché sentivano la voglia di incrociare le spade. Quindi ripresero la serie di finte, i draghi stridevano.
Detto questo fece fermare Vakash imitata dall’altro cavaliere. Adesso i due animali erano librati in aria, non troppo in alto per non compromettere la visibilità del duello. La folla sotto mormorava, i due Padroni si guardarono studiandosi. Eriandra cercava di scacciare qualsiasi pensiero dalla sua mente ma non poteva fare a meno di ricordare quando aveva domato quel drago. Il suo avversario sembrava tranquillo e preparato. Eriandra si fece forza e spronò il suo drago per un'altra serie di finte. Chi faceva la prima mossa di solito era svantaggiato, per cui dopo qualche manovra si fermarono cercando di innervosirsi a vicenda. Non potevano farlo troppo a lungo, però. Non solo perché avrebbero rallentato troppo il ritmo del duello, ma perché sentivano la voglia di incrociare le spade. Quindi ripresero la serie di finte, i draghi stridevano.
Kylyahn fu il primo ad attaccare, con una mossa
fluida passò sotto l’avversario portandosi dietro
di lui. Mentre Vakash si girava, scoprì il fianco destro che
fu graffiato da Kylyahn. I due Padroni erano alla stessa altezza e
cominciarono una serie di affondi e parate. Scar si sporse dalla sella
per affondare, ma Eriandra schivò abilmente il colpo e
roteando la spada colpì l’armatura
dell’avversario. I draghi sotto di loro ansavano,
cercando di graffiarsi e mordersi a vicenda, poi Vakash si
allontanò. Una pausa, poi una nuova serie di manovre. Questa
volta fu Eriandra a colpire, ma con una stoccata Scar parò
l’affondo. Il duello continuò a lungo, nel
silenzio della piazza si sentiva solo il clangore delle spade e le urla
dei draghi. I due Padroni sembravano avere la stessa forza, ma Kylyahn
cominciava a sentire la stanchezza. Vakash era sicuro di vincere ed
incalzava l’avversario che aveva la pelle del ventre solcata
da lunghi graffi. Sangue scuro sgocciolava sulla folla. In un momento
di pausa Kylyahn esclamò:
“Padroncino, non so se
posso durare a lungo”
Anche Scar era stanco, ma ormai quel duello era diventato qualcosa di più che un semplice combattimento da scommessa. Quella Eriandra era molto forte, molto più forte di quanto si era aspettato, ma Scar non voleva essere battuto da una donna.
Anche Scar era stanco, ma ormai quel duello era diventato qualcosa di più che un semplice combattimento da scommessa. Quella Eriandra era molto forte, molto più forte di quanto si era aspettato, ma Scar non voleva essere battuto da una donna.
“Quanto puoi ancora
continuare?” chiese a Kylyahn.
“Di questo passo non
molto, ma forse possiamo prenderli di sorpresa”
“Dimmi come”
Ma il drago scosse la testa “No, forse è meglio arrenderci, è una mossa troppo azzardata, potresti farti male”
Scar tirò con forza le redini “Credi che sia diventato un rammollito? E poi da quando in qua ti lasci spaventare da un cucciolo?” rispose con impazienza, il drago sbuffò.
“Dimmi come”
Ma il drago scosse la testa “No, forse è meglio arrenderci, è una mossa troppo azzardata, potresti farti male”
Scar tirò con forza le redini “Credi che sia diventato un rammollito? E poi da quando in qua ti lasci spaventare da un cucciolo?” rispose con impazienza, il drago sbuffò.
“Va bene, Testadura!”
Intanto dall’altra parte Eriandra accarezzava il collo di Vakash.
Intanto dall’altra parte Eriandra accarezzava il collo di Vakash.
“Li stiamo battendo!” esclamò
trionfante.
Il drago, che rabbrividiva al tocco della padrona, rispose con voce adorante:
Il drago, che rabbrividiva al tocco della padrona, rispose con voce adorante:
“Tu credi, padroncina?”
Ma Eriandra guardò i due avversari.
Ma Eriandra guardò i due avversari.
“Si, ma devi stare
attento: stanno organizzando qualcosa” rispose piano. Il
drago verde sembrava stanco, ma il suo Padrone sembrava risoluto.
Eriandra pensò che assomigliava molto a lei. Scosse la testa
e si concentrò sul duello. Finalmente i combattenti si
lanciarono nuovamente uno contro l’altro. Eriandra vide la
smorfia sul volto dell’avversario e strinse più
forte le redini.
“Vai!!” ordinò a Vakash.
Nel duello tra draghi c’erano due regole ferree: gli uomini non potevano ferire il drago dell’avversario e i draghi non dovevano usare il fuoco, mai. Finora i duellanti si erano attenuti alle regole, il duello sarebbe terminato quando il primo sangue umano fosse schizzato abbondantemente sulla folla. Kylyahn raccolse le forze residue.
Nel duello tra draghi c’erano due regole ferree: gli uomini non potevano ferire il drago dell’avversario e i draghi non dovevano usare il fuoco, mai. Finora i duellanti si erano attenuti alle regole, il duello sarebbe terminato quando il primo sangue umano fosse schizzato abbondantemente sulla folla. Kylyahn raccolse le forze residue.
“Sei pronto?” chiese al padrone.
“Pronto” rispose Scar.
“Reggiti forte
allora!”
Il grosso drago verde si slanciò contro Vakash che si buttò in picchiata per sfuggire l’assalto. Kylyahn sbuffò di disprezzo, il drago rosso, allora, si avvicinò pronto a mordere. I due draghi si fronteggiavano e i due Padroni urlavano ordini. Kylyahn si buttò sotto Vakash che s’impennò, ma con sua grande sorpresa trovò sopra di lui la testa del nemico. Scar era tenuto fermo dalle cinghie, ma strinse con forza le gambe intorno alla sella. Il sangue gli stava andando alla testa, doveva sbrigarsi. Vide gli occhi dell’avversario sbarrati dalla sorpresa e colpì il suo braccio alzato. Tutto era durato solo pochi secondi, la folla vide solo il drago verde fare un giro della morte intorno al drago rosso. Eriandra, ferita al braccio, urlò lasciando cadere la spada: gocce di sangue rosso piovvero sulla folla. Il combattimento era terminato, il drago, che era stato incredibilmente a testa in giù, ritornò alla sua posizione naturale. Eriandra si teneva il braccio ferito, imprecando e pronta a dichiararsi battuta, ma Vakash tremava infuriato.
Il grosso drago verde si slanciò contro Vakash che si buttò in picchiata per sfuggire l’assalto. Kylyahn sbuffò di disprezzo, il drago rosso, allora, si avvicinò pronto a mordere. I due draghi si fronteggiavano e i due Padroni urlavano ordini. Kylyahn si buttò sotto Vakash che s’impennò, ma con sua grande sorpresa trovò sopra di lui la testa del nemico. Scar era tenuto fermo dalle cinghie, ma strinse con forza le gambe intorno alla sella. Il sangue gli stava andando alla testa, doveva sbrigarsi. Vide gli occhi dell’avversario sbarrati dalla sorpresa e colpì il suo braccio alzato. Tutto era durato solo pochi secondi, la folla vide solo il drago verde fare un giro della morte intorno al drago rosso. Eriandra, ferita al braccio, urlò lasciando cadere la spada: gocce di sangue rosso piovvero sulla folla. Il combattimento era terminato, il drago, che era stato incredibilmente a testa in giù, ritornò alla sua posizione naturale. Eriandra si teneva il braccio ferito, imprecando e pronta a dichiararsi battuta, ma Vakash tremava infuriato.
“Come osano, come osano” continuava a
mormorare.
La Padrona si accorse troppo tardi di quello che aveva intenzione di fare il drago rosso.
La Padrona si accorse troppo tardi di quello che aveva intenzione di fare il drago rosso.
“Vakash, no!!” urlò.
Ma era troppo tardi, il drago esalò un respiro e poi espirò con forza. Kylyan stava volteggiando in segno di vittoria e Scar sorrideva. Improvvisamente fu attirato dal grido della donna. Ebbe pochi secondi per voltarsi ma quel che vide lo riempì d’orrore.
Ma era troppo tardi, il drago esalò un respiro e poi espirò con forza. Kylyan stava volteggiando in segno di vittoria e Scar sorrideva. Improvvisamente fu attirato dal grido della donna. Ebbe pochi secondi per voltarsi ma quel che vide lo riempì d’orrore.
“Corri corri!”
urlò.
Kylyahn, ormai abituato agli ordini del padrone, senza chiedersi perché, obbedì prontamente e fu così che fu colpito solo di striscio dal fuoco di Vakash. La folla urlò terrorizzata ed ondeggiò pericolosamente e sparpagliandosi in tutte le direzioni. Si udì uno sfrigolio e l’odore orribile della carne bruciata. Kylyahn urlò di dolore quando il fuoco colpì l’ala destra. L’altra ala non poteva sopportare da sola il peso del drago e dell’uomo e Kylyahn cominciò a cadere avvitandosi su se stesso.
Kylyahn, ormai abituato agli ordini del padrone, senza chiedersi perché, obbedì prontamente e fu così che fu colpito solo di striscio dal fuoco di Vakash. La folla urlò terrorizzata ed ondeggiò pericolosamente e sparpagliandosi in tutte le direzioni. Si udì uno sfrigolio e l’odore orribile della carne bruciata. Kylyahn urlò di dolore quando il fuoco colpì l’ala destra. L’altra ala non poteva sopportare da sola il peso del drago e dell’uomo e Kylyahn cominciò a cadere avvitandosi su se stesso.
Scar
sentiva l’aria sferzargli il volto e la terra farsi sempre
più pericolosamente vicina. La sua mente fu presa dal
panico, l’unica cosa che riusciva a pensare fu che sarebbe
morto. Eriandra spronò il suo drago ad avvicinarsi a
Kylyahn. Era furiosa e Vakash, percependo la sua rabbia,
obbedì senza discutere. Senza sapere come Scar si
trovò a bordo dell’altro drago, si
divincolò guardando Kylyahn cadere ma Eriandra gli
ordinò:
“Fermo!” e gli diede un calcio.
L’ uomo si fermò di malagrazia e imprecando. Fortunatamente il drago verde aveva esperienza e per gli ultimi metri riprese a muovere freneticamente l’ala sinistra. Questo rallentò di molto la sua corsa e cadde pesantemente sul terreno morbido dell’arena. Giacque lì lamentandosi. Intanto anche il drago rosso si era posato a terra e Scar si precipitò verso Kylyahn. Tremava ancora per la rabbia e lo spavento, ma adesso ciò che gli premeva era di guarire il suo drago. Sull’ala destra applicò un unguento lenitivo mormorando parole di conforto all’ amico. Lontano da loro Eriandra gridava contro Vakash.
L’ uomo si fermò di malagrazia e imprecando. Fortunatamente il drago verde aveva esperienza e per gli ultimi metri riprese a muovere freneticamente l’ala sinistra. Questo rallentò di molto la sua corsa e cadde pesantemente sul terreno morbido dell’arena. Giacque lì lamentandosi. Intanto anche il drago rosso si era posato a terra e Scar si precipitò verso Kylyahn. Tremava ancora per la rabbia e lo spavento, ma adesso ciò che gli premeva era di guarire il suo drago. Sull’ala destra applicò un unguento lenitivo mormorando parole di conforto all’ amico. Lontano da loro Eriandra gridava contro Vakash.
“Pazzo incosciente, ma
allora non ti ho insegnato niente! Maledetto idiota potevi
ucciderlo!” il drago era a testa china, gli occhi pieni di
vergogna.
“Ma ti avevano fatto male”
piagnucolò. Eriandra fece un gesto d’impazienza.
“Certo, stupido che non sei altro! Ma era un
duello leale e
adesso mi hai rovinato la reputazione!”
A queste parole il
drago sollevò la testa colpito.
“Certo, diranno nel
migliore dei casi che ho un drago pazzo e nel peggiore che non lo so
comandare!” continuò la Padrona urlando. La
ragazza buttò a terra la maschera e si premette forte le
mani sulle tempie. Si lasciò cadere a terra a riflettere.
Era così sconvolta, così infuriata. Non capiva
proprio cosa fosse preso al drago. Eriandra si toccò la
ferita ricordando. Era stato Vakash a procurargliela, non
perché infuriato, ma perché spaventato.
Ricordò il castello dove viveva rifiutandosi di
compiacere
il padre, ma comportandosi come un maschio. Solo per caso era venuta a
scoprire il drago imprigionato e torturato nei sotterranei. La prima
volta che aveva provato a toccarlo Vakash si era ribellato e
l’aveva ferita. Per giorni era stata a letto, sentendo la
pelle rimarginarsi in quella forma orrenda. Quando si era vista la
prima volta senza bende aveva scagliato lo specchio lontano
urlando. Al castello era trattata come un mostro ed Eriandra decise che
presto sarebbe scappata, ma non da sola. Ben presto riuscì a
domare quel drago ferito nel corpo e nell’anima oltre ogni
dire ed adesso era una Padrona del Drago. Eriandra si alzò
di scatto e si allontanò a grandi passi dal drago che chiese
vivacemente:
“Dove vai padroncina?”
“A chiedere scusa” rispose lei senza
voltarsi. Era
l’unica cosa da farsi.
Kylyahn si era addormentato, per fortuna le ferite erano meno gravi di quello che sembravano. Scar sedeva accanto a lui, nella piazza vuota, bollendo di rabbia. Appena la vide scattò in piedi esclamando:
Kylyahn si era addormentato, per fortuna le ferite erano meno gravi di quello che sembravano. Scar sedeva accanto a lui, nella piazza vuota, bollendo di rabbia. Appena la vide scattò in piedi esclamando:
“Tu! Razza di viscida bastarda che non sei altro!
Che diavolo t’è saltato in mente? Volevi
ucciderci?”
Eriandra si massaggiò il braccio dolente.
Eriandra si massaggiò il braccio dolente.
“E’ stato Vakash, si è
infuriato. Io non capisco cosa gli sia preso”
“Me ne sono accorto!” urlò ancora Scar, avrebbe voluto colpirla. La guardò fissamente, Eriandra si accorse di quello sguardo e tremò. Scar continuò incattivito.
“Me ne sono accorto!” urlò ancora Scar, avrebbe voluto colpirla. La guardò fissamente, Eriandra si accorse di quello sguardo e tremò. Scar continuò incattivito.
“Il tuo drago è pazzo, non
è vero? Se no, non ti avrebbe ridotta
così”
Eriandra impallidì, poi con rabbia trattenuta rispose:
Eriandra impallidì, poi con rabbia trattenuta rispose:
“Sono venuta per chiedere scusa,
non per essere insultata”
Questo fece calmare Scar.
Questo fece calmare Scar.
“Mi dispiace, non avevo intenzione di offenderti.
Ero solo
infuriato e…”
Eriandra sorrise, un sorriso che sembrò un ghigno di scherno.
Eriandra sorrise, un sorriso che sembrò un ghigno di scherno.
“Lo so”
rispose.
Scar, ormai calmatosi, osservava la Padrona con un misto di curiosità e rispetto: chissà cosa aveva dovuto passare quella ragazza, sfregiata a quel modo! Ma a parte questo ammirava anche il suo coraggio e la sua bravura. Il Padrone sapeva che i draghi rossi erano i meno numerosi e i più instabili tra tutti i draghi: addestrare quel drago sarebbe stato difficile anche per un uomo, figurarsi per una ragazza! Ma lei c’era riuscita.
Eriandra osservava l’uomo che si era zittito aspettando che parlasse. Poiché il silenzio si prolungava disse:
Scar, ormai calmatosi, osservava la Padrona con un misto di curiosità e rispetto: chissà cosa aveva dovuto passare quella ragazza, sfregiata a quel modo! Ma a parte questo ammirava anche il suo coraggio e la sua bravura. Il Padrone sapeva che i draghi rossi erano i meno numerosi e i più instabili tra tutti i draghi: addestrare quel drago sarebbe stato difficile anche per un uomo, figurarsi per una ragazza! Ma lei c’era riuscita.
Eriandra osservava l’uomo che si era zittito aspettando che parlasse. Poiché il silenzio si prolungava disse:
“E’ stato un bel
combattimento” e fece
per andarsene.
“Aspetta - gli urlò dietro
l’uomo – la vittoria è comunque
mia!”
Eriandra si voltò.
Eriandra si voltò.
“La vittoria
è tua, Padrone del Drago” e se ne andò.
Scar rimase a guardarla finché la ragazza non scomparve dalla sua vista. Che donna strana, pensò scuotendo leggermente la testa. Poi sedette accanto a Kylyahn e si addormentò.
Scar rimase a guardarla finché la ragazza non scomparve dalla sua vista. Che donna strana, pensò scuotendo leggermente la testa. Poi sedette accanto a Kylyahn e si addormentò.