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Autore: kymyit    13/01/2013    2 recensioni
Un anno dopo la sconfitta dell'Endless giungono a Garage Island due vecchie conoscenze di Shuda e Haru.
-Cosa ti porta su quest’isola sperduta, membro sostituto degli Oracion Seis Deep Snow?- lo apostrofò senza reale malizia. Quello si voltò verso di lui, teso. Fu allora che Shuda vide che fra le braccia teneva qualcosa. Un fagotto azzurro da cui sbucavano ciuffi di capelli biondi.
-Ex membro degli Oracion Seis Shuda, potrei rivolgerti la stessa domanda.- rispose quello, con un sorriso tirato. [...] -Mi sono accasato.- disse, sorvolando sul fatto che scroccava vitto e alloggio a casa Glory in qualità di compagno di Cattleya Glory. Dettagli, insomma. -Si potrebbe dire lo stesso di te.- indicò il fagotto con un gesto del capo.
Deep Snow tacque per qualche secondo.
-Non è proprio così.- disse serio.
Shuda allora guardò bene il bambino. Aveva anche lui un’aria familiare… dannatamente familiare. Ricordava una vecchia foto che King gli aveva mostrato. Era una sorta di demone in terra, ma a volte era così sentimentale quell’uomo....
-Non sarà… - indietreggiò, gli occhi spalancati per lo stupore -Lusha?!-
Deep Snow annuì.

[Haru/Elie][Shuda/Cattleya]
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ho una ricaduta con RAVE *^*Era da molto che volevo scrivere questa one shot, ma ho trovato solo ora la volontà di buttarla giù. Il personaggio di Deep Snow mi aveva colpito tantissimo e poi Lusha... mi sembrava giusto scrivere anche di un loro possibile futuro. E poi c'è Shuda. Lui e Cattleya sono bellissimi!! Perciò ecco sta cosetta. Shuda è così sdolcinato... ma suppongo che il re del balletto abbia una certa sensibilità di fondo u.u



Seconde Chances





-Haru! Un cane!-
-No, è un gatto… -
-E quello?-
-Quello è un cane… -
Cattleya ridacchiò divertita al battibecco fra il suo adorato fratellino e la sua dolce cognatina. Dal primo momento in cui l’aveva vista, si era accorta di quanto Elie fosse unica. Era dolce, ingenua, solare, ma sprizzava forza di vivere e coraggio da tutti i pori. Perciò i racconti della guerra non le erano parsi assurde fantasie e l’aveva detto più di una volta: stimava Elie dal profondo del cuore. Sapeva che, se Haru aveva trionfato contro Dark Bring e l’Endless, tutto era dovuto a quella dolce e fragile fanciulla. La stessa che aveva sacrificato i suoi anni di giovinezza, la sua vita felice per un mondo futuro e ignoto oltre che per il suo stesso tempo. Erano davvero belli, loro due, colonna portante l’uno dell’altro.
Sospirando appoggiò il capo sulla spalla di Shuda, che si godeva la tranquillità di Garage e i battibecchi fra i due sposini al suo fianco.
-Sono adorabili, eh?- gli disse.
-Già.- rispose lui con un sorrisino a fior di labbra -Forse un po’ sdolcinati per i miei gusti.-
-Sai… - iniziò lei -Quando si sono sposati ho invidiato un po’ Elie. L’abito bianco è il sogno di tutte le ragazze romantiche… -
Shuda la fissò sottecchi per qualche secondo, intuendo la pericolosità dell’argomento. A guardare il viso imbarazzato di Cattleya, i suoi occhi sognanti, i suoi gesti, mille pensieri contraddittori scatenarono il panico nella sua mente.
Non riuscì a risponderle.
Rimase in silenzio col cervello annientato, senza riuscire a mettere insieme una frase decente da dirle. Qualsiasi cosa sarebbe andata bene! Una frase spiritosa, una promessa per un futuro prossimo, un’elegante glissata su un altro argomento, ma nulla.
Optò per quest’ultima scelta senza sapere bene cosa dire, quando scorse sulla spiaggia sotto la scogliera una figura familiare.
-Scusa.- disse alzandosi dall’erba. -Devo andare.-
-Shuda… - Cattleya s’intristì -Stavo scherzando, dai.-
L’uomo si fermò -Non è per quello, ho ricordato di avere una cosa da fare, torno fra poco.-
Sperò di poterla rassicurare a quel modo, ma conosceva Cattleya come le sue tasche e avrebbe dovuto affrontare quell’argomento nuovamente.
Matrimonio?
Lui?
Non era sicuro.
Era un bell’uomo nonostante le cicatrici e il braccio artificiale, per non parlare della trascuratezza post guerra, sapeva ballare ed eccelleva nell’arte della spada. Amava Cattleya dal profondo dell'anima, aveva fantasticato sulla loro vita insieme, si era divertito a infastidire Haru con la cosa del “potremmo diventare parenti” ma, modestia a parte, si riteneva tutto tranne che un buon marito.
Discese a passo svelto la scogliera e raggiunse la figura familiare.
-Cosa ti porta su quest’isola sperduta, membro sostituto degli Oracion Seis Deep Snow?- lo apostrofò senza reale malizia. Quello si voltò verso di lui, teso. Fu allora che Shuda vide che fra le braccia teneva qualcosa. Un fagotto azzurro da cui sbucavano ciuffi di capelli biondi.
-Ex membro degli Oracion Seis Shuda, potrei rivolgerti la stessa domanda.- rispose quello, con un sorriso tirato. Shuda lo squadrò da capo a piedi.
Non indossava l’abbinamento pomposo che lo caratterizzava, ma una semplice maglia a righe verticali beige e dei jeans.
-Mi sono accasato.- disse, sorvolando sul fatto che scroccava vitto e alloggio a casa Glory in qualità di compagno di Cattleya Glory. Dettagli, insomma. -Si potrebbe dire lo stesso di te.- indicò il fagotto con un gesto del capo.
Deep Snow tacque per qualche secondo.
-Non è proprio così.- disse serio.
Shuda allora guardò bene il bambino. Aveva anche lui un’aria familiare… dannatamente familiare. Ricordava una vecchia foto che King gli aveva mostrato. Era una sorta di demone in terra, ma a volte era così sentimentale quell’uomo....
-Non sarà… - indietreggiò, gli occhi spalancati per lo stupore -Lusha?!-
Deep Snow annuì.
-Il mondo è stato salvato, Demon Card è stata debellata del tutto e la maggior parte dei suoi membri sono stati arrestati. Sono costretto a nascondermi, ma non mi lamento però… - guardò il piccolo che dormiva beatamente fra le sue braccia -Ho promesso a mio padre che sarei sempre stato al fianco di Lusha, se si sapesse che cos’ha fatto questo bambino, temo lo rinchiuderebbero di nuovo.-
Shuda era sconvolto. E non solo per quanto l’altro gli diceva ma perché da quanto potevano saperne Lusha doveva essere morto, scomparso nel nulla, nell’oblio e non…
-Cos’è successo?- chiese.
Deep Snow scosse la testa.
-Credo sia per lo stesso motivo per cui anche voi tutti e il RAVE Master siete ancora vivi.-
-La Memoria della Stella… - disse lo spadaccino, improvvisamente consapevole.
-Penso la Stella abbia percepito forte e chiara la sofferenza di Lusha. Chissà che adesso non possa vivere una vita diversa e felice.-
Lo sguardo di Shuda scorreva alternativamente da Deep Snow a Lusha, che si era portato il dito alla boccuccia e ciucciava incurante di ciò che gli accadeva intorno.
-Non dev’essere semplice crescere un bambino quando si è ricercati, suppongo.-
-Infatti.- rispose Deep Snow annuendo -Vorrei lasciare Lusha in buone mani prima di sparire completamente.-
Colta la scintilla di speranza negli occhi dell’altro Shuda gli volse le spalle camminando verso la stradina in salita che collegava l’altopiano sulla scogliera alla spiaggia. Deep Snow lo fissò interdetto per qualche secondo.
-Haru sarà felice di questo.- asserì Shuda -Ma ti consiglio di prepararti alla salita, i turisti svengono a metà strada.-


-Aaaaah! Che carino!- esclamò Cattleya prendendo il piccolo fra le braccia. Lusha la fissava con gli occhioni dorati spalancati e curiosi. Alle spalle della mora, Elie lanciava occhiate dubbiose sul piccolo.
Era carino, non c’erano dubbi su ciò, né sul fatto che fosse un pargolo indifeso, ma quello era Lusha! Leggesi: capo indiscusso di Demon Card e psicotico aspirante alla distruzione del mondo parallelo. Haru e Shuda sedevano allo stesso tavolo con Deep Snow e discutevano animatamente della situazione.
-Tenerlo io?!- esclamò il Rave Master, gli occhi spalancati comicamente -Sono troppo giovane per fare il padre!- esclamò con aria tragica, imbarazzato.
Shuda avrebbe voluto dissentire, visto che il ragazzo sarebbe stato genitore di lì a poco, ma tacque, sentendosi pericolosamente osservato dai due.
-No!- esclamò arrossendo. -Non se ne parla!-
Non era pronto per il matrimonio, figurarsi per un “figlio”. Deep Snow chinò il capo.
-Vi prego, so che è chiedere molto, ma non posso permettere che lo rinchiudano nuovamente in quelle prigioni. Vi scongiuro!-
-Aspetta! Aspetta! Aspetta!- esclamò Haru quando lo vide inchinarsi ai suoi piedi -Non ho mica detto che non ti aiuteremo. No?-
Elie, Shuda e Cattleya rimasero immobili, quasi trattenendo il respiro, il responso finale di Haru. Anche Lusha aveva smesso di ridacchiare per il solletico che la mora gli stava facendo. Come se capisse quanto quel momento fosse importante per il suo futuro.
-Garage Island è un posto sperduto, sarà molto difficile che vengano a cercarvi fin qui. Poi nessuno, eccetto noi, sa che questo bambino è Lusha perciò perché non restate qui?-
-Ma… - era basito. Completamente basito. -Ma io… -
-Per Lusha sarebbe molto più facile crescere con suo fratello.- continuò Haru con un’espressione tenera e un po’ triste in volto -Quello che desiderava di più in fondo al cuore era riavere indietro la sua infanzia, i suoi cari. Forse non potrà riavere i genitori, ma ha comunque un fratello su cui contare.- e nel dire ciò lanciò un’occhiata a sua sorella -Sono sicuro che King vorrebbe questo per entrambi.-
L’ex generale dell’Impero si sorprese di quanto quelle parole l’avessero colpito nel profondo del cuore. Avrebbe voluto non piangere e dire qualcosa con maggior contegno, ma i singhiozzi ebbero il sopravvento e riuscì a mormorare solo un -Grazie… - appena percettibile.
Nessuno obbiettò, persino Elie, che si carezzò il ventre con dolcezza e sorrise, per poi prendere il piccolo Lusha fra le braccia. Lo cullò amorevolmente, con allegria. Era difficile ma quel bambino aveva il diritto di sentirsi amato.
-Sei contento, Lusha?- gli chiese sorridendo -Sarai al sicuro qui!-
Haru sorrise a sua volta, sapeva che Elie avrebbe accettato coraggiosamente quella scelta. Sapeva di aver fatto la cosa giusta, eppure iniziava a temere per la sua vita.
-Sono sicuro che Julia e Musica mi prenderanno a calci… - mormorò disperato mostrando a Shuda una faccia da cucciolo bastonato.
-Forse avresti dovuto interpellarli prima di prendere questa decisione.-
L’espressione da cucciolo degenerò e lo spadaccino inorridì.
-Credo che alla fine non ci saranno problemi.- concesse alzando le mani a scudo contro quella pericolosa visione dall’enorme potere persuasivo.
Deep Snow si era ricomposto e sedeva sulla sedia in silenzio, ma non riusciva a smettere di piangere e sorridere.
E sperare.
“Padre… ”
Sperare nel profondo del cuore che King, ovunque si trovasse, fosse fiero di lui e li proteggesse. Non aveva mai pensato all’idea di essere il fratello di Lusha, eppure, Haru Glory aveva fatto quell'associazione senza esitazioni, come se fosse la cosa più naturale del mondo. La prospettiva gli scaldava il cuore sciogliendo il gelo della solitudine che l’aveva accompagnato per anni fin dalla sua nascita.


Quella sera stessa, Shuda e Cattleya si ritrovarono nella camera di lui, ad ammirare il mare dalla finestra. La brezza leggera rompeva il silenzio fra loro. Si era deciso di fare una piccola festa per Deep Snow e Lusha, Haru era davvero eccitato all’idea ed Elie lo seguiva a ruota. Plue aveva bevuto come una spugna e poi era arrivato Musica che aveva preteso delle spiegazioni, ma aveva finito per unirsi all’allegria generale. Con calma avrebbero spiegato tutto agli altri ma, come avevano immaginato la reazione di Haru, entrambi sapevano che il resto dei membri del gruppo avrebbe accettato la cosa semplicemente perché era giusto così.
Ma c’era un’ultima questione in sospeso e Shuda voleva davvero fuggire, ma non poteva lasciare le cose come stavano, perciò, con le braccia incrociate al petto sputò un rapido e timido -Scusa per oggi.-
-Scusa tu.- rispose Cattleya -Stavo correndo troppo.-
Lui non pareva convinto.
-Non è che no voglia sposarti… - arrossì violentemente -E’ che non ho la più pallida idea di cosa dovrebbe fare un marito. O un padre… -
-Non avrai temuto che decidessi di adottare Lusha?- domandò la ragazza divertita per poi scoppiare in una risata cristallina.
-Tsk.-
Cattleya continuò a ridere per qualche secondo e quando si fu calmata, scorse lentamente le dita fra le ciocche rosse di lui.
-Forse dedicarsi a un bambino non fa per te, per ora, ma io so quanto tu possa essere dolce.- ricordò quello che le aveva detto Haru, di quando uno Shuda infuriato aveva tentato di infilzare Branci per gelosia, dei suoi perenni tentativi di far saltare i nervi di suo fratello con le sue “romantiche” insinuazioni e poi c’erano i modi amabili con i quali si prendeva cura di lei.
Nonostante fosse un guerriero temibile e fosse stato un Oracion Seis spaccone e malvagio a suo tempo, quando era con lei, non vi era traccia di malvagità. Solo un imbarazzo di fondo, forse il timore di lasciarsi andare del tutto. Cattleya si appoggiò al suo petto e Shuda le carezzò il capo prima di baciarla delicatamente sulla fronte.
-Ho paura di dove potrei arrivare.- disse sogghignando.
-Ti sfido a farlo.- rispose lei sorridendo.
Shuda accolse la sfida, sfilandole di dosso i vestiti, con estrema lentezza, preoccupandosi di rendere quel momento il più passionale possibile. Era difficile reprimere i suoi istinti violenti, non era un santo, ma quando era con lei, non aveva volontà di farle del male in alcun modo. Anche mentre consumavano passionalmente il loro amore, il suo unico pensiero era di donarle solo piacere e calore e sentire sussurrare il suo nome con dolcezza dalle sue labbra rosee era la ricompensa più grande.
Si era sempre chiesto per quale strano scherzo del destino fosse sopravvissuto alla morte più di una volta, la risposta più ovvia che gli si presentò alla mente fu che la vita riserva piacevoli sorprese, offre sempre, in qualche modo, la possibilità di un futuro diverso.


Deep Snow la pensava allo stesso modo, anche se non aveva fra le braccia una donna amorevole, ma un bambino indifeso. Non capiva ancora cosa il suo destino avrebbe avuto in serbo per lui e Lusha, ma la sola idea di avere una famiglia, di proteggere il proprio fratello e fare la volontà di suo padre, accrebbe nel suo cuore una speranza traboccante.





   
 
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