I Fantastici 9
Capitolo 1
Sette giorni
Era una notte buia e tempestosa(quanto mi piace
iniziare così).
In un paesino del centro della Sardegna un uomo stava guardando una
videocassetta. Vi comparve una donna, poi altre immagini molto stupide. Di colpo
la videocassetta s’interruppe. “Aiò! Non ho capito un c***o di questo film!”.
Squillò il telefono, “Ma che rompi palle ‘sti qua, non ti fanno vedere neanche i
film in pace...Aiò chi è?”. Gli rispose una voce roca con uno strano accento
americano “Tra sette giorni morirai”. L’uomo, che sapeva come evitare la
sfortuna, si mise la mano in mezzo ai pantaloni gridando “Ma porca pu****a!!! Ma
ti sembra questo il modo di rispondere al telefono!?!? Guarda che se succede
qualcosa ti spacco!” “No deficiente, io sono Samara, un fantasma, hai visto il
mio film?” “Ah si, ieri con Bacchisio...era Samara la pu****a, vero?” “No!”
Samara stava pensando perché a lei capitavano sempre le vittime più stupide
“Quel video che hai visto tre secondi fa!” “Ma tre secondi fa ero al telefono
con te, non ho visto nessun filmato” “Si fa per dire tre secondi, per essere
precisi ventiquattro, virgola tre periodico secondi fa” “Ah si, il video
incomprensibile?” “Si, se hai visto quello, tra sette giorni uscirò dalla
televisione e ti ucciderò, chiaro?!?!?” “Si, si, va bene ti aspetto, ciao”.
Samara riattaccò. Era veramente scocciata, la sua amica Sakano(la versione
giapponese) non aveva problemi di questo tipo. Poi lei era americana, perché
doveva uccidere in Italia? Gli costava un patrimonio in interurbane, ma la cosa
che la scocciava più di tutte era che quello stupido non aveva per niente paura,
addirittura gli aveva detto che l’aspettava! Che faccia tosta.
Intanto Bainzu(l’uomo che aveva appena ricevuto la chiamata da Samara), si stava
preparando. Era l’unico in tutto il paesello ad avere una televisione, poi il
paese più vicino era a più di cinquanta chilometri. Nella sua testa iniziava a
comparire un piano.
Una settimana e tredici ore dopo, Bainzu sentì bussare alla porta. L’aprì, stava
piovendo, sulla soglia si trovava una ragazza tutta bagnata, con i capelli neri
che le coprivano il viso. “Aiò entra, come mai tutto questo ritardo?” “Lo sai
benissimo bastardo!!! Hai distrutto il televisore, sono dovuta uscire da quello
della città più vicina, mi sono fatta cinquantaquattro chilometri a piedi sotto
la pioggia, sei proprio un maledetto ba...” “Calma, calma, mica l’ho fatto
apposta, è che un mio amico mi ha rotto la TV. Purtroppo per te però mi sono
incasinato con l’assassino di ‘Non ho sonno’, il quale dovrebbe essere qui tra
tre, due, uno...”.
Povera Samara, era li seduta in una strada piangendo, non era riuscita ancora ad
uccidere nessuno, una volta si ammazzano tra amiche, uno si fa uccidere da quel
demente di “Non ho sonno”. Quante altre cose gli sarebbero dovute capitare? Di
colpo gli squillò il cellulare “Pronto?” disse lei “Ciao Samara, sono Sakano,
come vanno gli omicidi? Io già trentadue persone tu?” “Oh anche io” “Trentadue?”
“No io sessantaquattro” “Il doppio esatto, esatto?” “Eh si, guarda il caso!” “Ah
scusa ma adesso devo andare ad uccidere un elettricista, ciao!” “Ciao”. Era
disperata, ogni due, tre giorni si doveva confrontare con la sua migliore amica
che uccideva a raffica, lei invece non era riuscita neanche in un omicidio. Ora
era su un ponte, voleva suicidarsi, poi si ricordò di essere già morta. Era in
mezzo ad una strada quando qualcuno guardò la sua videocassetta...
*
Il signor Luigi Rossi stava guardando una
videocassetta che gli aveva donato un suo amico. Ne aveva capito ben poco,
c’erano delle immagini sconnesse. Appena finì la videocassetta squillò il
telefono. Si alzò dal divano, si diresse verso il tavolo del salotto e alzò il
ricevitore “Pronto?” disse lui molto tranquillo “Sette giorni” disse una voce
roca al telefono “Sette giorni che?” “Tra sette giorni morirai” “Ancora
minacce?!? Se non la finite chiamo la polizia e vi faccio denunciare, basta!”
“Ma io...” “Ma io niente, non voglio più sentire cose di questo tipo, punto e
basta” dicendo questo ripose il ricevitore al suo posto e si mise a guardare un
film di spionaggio. Samara era inebetita, mai nessuno si era permesso di parlare
con quel tono. Sentiva la rabbia crescergli dentro, sapeva che avrebbe ucciso
quell’uomo a qualunque costo.
Sette giorni dopo, Mario Rossi combatteva per difendere il titolo italiano di
wrestling. Dall’altra parte sarebbe dovuto salire lo sfidante, invece salì una
ragazza, vestita di bianco con i capelli che le coprivano il viso. Quest’ultima
disse “Il tuo sfidante sono io combatti, o muori!!!” “Ok”. La povera Samara non
sapeva a quello a cui andava incontro. Volò una trentina di volte fuori dal ring
e se non fosse che era già morta, non sarebbe sopravvissuta a lungo.
Aveva perso. Il naso era più che rotto, gli occhi erano neri ed era coperta di
lividi. Se ne andò via con una borsa del ghiaccio sulla testa gridando a ogni
passo “Ahi, ohi!”.
*
Sassari, parco giochi. Dei bambini stavano giocando a calcio. Si ma che c’entra? Niente, però ci sta bene no?
*
Il signor Luigi Verdi era un medico stimato e
rispettato in tutta la città. Conosceva il nome di qualsiasi tipo di medicina,
per questo era diventato ricchissimo. Possedeva una costosissima villa e uno
schermo ultrapiatto che aveva appeso al soffitto. Un giorno decise di guardare
una videocassetta che aveva trovato in un angolo nascosto di casa sua. Appena
finita suonò il telefono al quale rispose “Si?” “Sette giorni” “Vuoi una visita
tra una settimana?” “No tu...” “Oh che voce roca, ci vorrebbe un bello sciroppo,
che ne pensi se ti diamo il...” “Non mi serve nessuno sciroppo!” “E allora cosa
vuoi” “Tra sette giorni morirai” “Grazie altrettanto” “Bastardo, non è una
barzelletta!” “Ah no?” “No è la verità!” “Ti irriti troppo, ti ci vorrebbe un
calmante, forse il...” TU, TU, TU, TU, TU, TU “Beh perché ha messo giù? Questi
pazienti…”
Passati i sette giorni il signor Verdi stava camminando per casa, quando vide
che la tv si era accesa, così si sdraiò sul letto, c’era un pozzo dal quale uscì
una bambina. “Che brutta!”. La bambina alzò la testa e disse “Bello tu!”. Ormai
la sua faccia occupava tutto lo schermo, poi le mani uscirono dalla TV e subito
dopo la testa. “Belli questi effetti speciali” il signor Verdi ammirava la
scena, per migliorare l’effetto si era messo gli occhiali 3D. Quando Samara fu
quasi tutta fuori dal televisore si accorse che quest’ultimo era appeso al
soffitto. Luigi schivò la ragazza per un soffio, la quale cadde a capofitto sul
duro granito che componeva il pavimento. Lo schianto fu seguito da un SCRACH,
SCRACH(Il rumore delle varie ossa che si rompevano). “Oh poverina, ti sei fatta
male?” “Ah!” “Qui ci vuole una bella visita”. Il giorno dopo Samara era come
nuova, a parte per i 1450 euro in meno. In più ora doveva prendere ogni dodici
minuti uno sciroppo schifoso. DRIIIN Squillò il cellulare, “Pronto?”
“Ciao Samara sono Sakano, come vanno gli omi...” TU, TU, TU Samara gettò via il
cellulare, adirata come non mai.
Nei giorni successivi ne capitarono di tutti i colori, trovò occupato(immaginatevi
trovarvi sul cellulare: “Samara, ho chiamato alle...), gli capitò Valentino
Rossi, così lo inseguì in moto, ottenendo una frattura multipla e gli capitarono
due ragazzi che copiavano la cassetta in continuazione per passarla all’altro.
Samara doveva chiamarli in continuazione dicendo “Sette giorni” e sentendosi
rispondere “C’è l’hai già detto due minuti fa”. Infine in preda ad un
esaurimento chiamò una persona dicendo “Watzup!!! Cioè scusa ho sbagliato volevo
dire...”. Così Samara finì il credito, si ritrovò davanti al giudice supremo dei
mostri: Edgar Allan Poe. Quest’ultimo disse “Male Samara, non sei riuscita ad
uccidere nessuno, per questo pagherai” fece un cenno con il dito. Da un angolo
uscì Shang Tsung di “Mortal Kombat” che la mise K.O. con un solo colpo e gridò
“Ora la tua anima è mia!!!”. Samara sentì un dolore lancinante, poi si levò in
aria, vide il suo corpo steso a terra, stava morendo, poi divento tutto scuro.
P.S. Forse l'inizio non è il massimo... ma tra poco prende un bel ritmo! ^__^