Serie TV > Castle
Ricorda la storia  |      
Autore: wrtltwtwd    17/01/2013    4 recensioni
Quei secondi avevano tutto il sapore di un addio: amaro, caldo e umido.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
November Nel freddo di un tardo pomeriggio di Novembre se ne stavano rintanati nell Vic nera di Beckett, aspettando un certo Corck, sospettato di un omicidio avvenuto qualche giorno prima.
Per fortuna Castle aveva portato due caffè bollenti, o non sarebbero sopravvissuti a lungo a quelle temperature pericolasamente vicine al polare. Per quanto potesse essere civilizzata, ogni inverno c'era almeno un caso di senzatetto morto assiderato nella Gandemela. L'inverno era alle porte e non sembrava intenzionato a portare nulla di buono: i grattacieli svettavano tristi e magri come totem eretti verso un cielo senza colori, gli alberi di Cental Park allungavano le loro spoglie braccia, e facevano nascere un forte senso di oppressione nei pochi che ancora si avventuravano in brevi passeggiate sfidando il vento gelido e il buio.
Alle 6:00 del pomeriggio i lampioni non illuminavano ancora le arterie newyorkesi; lo scrittore percepiva il disagio della sua compagna con la poca e tenue luce ancora naturale che le illuminava la mascella contratta. Sperava riguardasse esclusivamente il pedinamento e che quel tumulto interiore fosse passeggero come le nuvole in primavera. Iniziò però a dubitarne quando non la vide sciogliersi nemmeno con il caffè caldo: un caffè ristretto, macchiato al latte di soia aromatizzato alla vaniglia (il latte le risultava pesante, ma non le piaceva il sapore della soia)  e un bastoncino di cannella. Era il suo preferito.
Se il caffè non la consolava - era difficile che Kate Beckett si sfogasse sul cibo - avrebbe provato con le parole, del resto se non tentava lui che era uno scrittore...
"Sai - disse prendendole la mano - credo di aver trovato la donna della mia vita."
Lei cercò di sorridere, ma il peso che si portava dietro da gioni, forse settimane ormai, le gravava sul diaframma e le affaticava il respiro. L'aveva sempre stupita l'effetto - persino fisico che Richard aveva su di lei.
"Già, vedo che sei davvero innamorato di... lei." Non sarebbe riuscita a sopportare quel discorso in prima persona, ma se davvero doveva affrontarlo adesso - seppur con la morte nel cuore - non si sarebbe tirata indietro.
Rick non capì immediatamente quel gioco di parlare in terza persona, ma si adeguò, incerto e poco fiducioso in proposito dei lidi sui quali sarebbe approdata quella conversazione.
"L'ho aspettata così a lungo."
"Hai già dato per conclusa una ricerca così importante?" Non era un rimprovero, Dio solo sa quanto la ferisse parlargli così, ma lo stava spingendo avanti, lo esortava a non perdere alto tempo con lei.
"Beckett so quello che voglio, e io voglio questa persona." Lo disse guardandola negli occhi: sei tu questa persona, sei tu che io voglio. Solo tu.
"Hai presente che esiste un mondo che devi quotidianamente condividere con sette miliardi di abitanti? Poi le persone tornano a casa e si creano il loro piccolo mondo, lo spazio tutto loro che condividono solo con chi davverro vogliono. Questa persona è tutto il mio mondo, o meglio ancora ci sono molte persone nel mio mondo privato, c'è Alexis, c'è mia madre, le molte belle esperienze che ho vissuto, gratificazioni come delusioni, l'amore e le paure. Ma poi ogni parete, ogni estensione, ogni gesto che compio in quello spazio, ogni sentimento - persino i ricordi antecedenti all'incontro con questa persona - sono pregni di lei. Della sue presenza, del suo umorismo, del suo sorriso. E non vuoi null'altro che immensamente questa persona."
Nessuno le aveva mai dedicato parole tanto belle prima, ma non poteva tornare sui suoi passi. Si sarebbe odiata per quello che stava facendo: stava lasciando l'uomo che l'amava senza condizioni, senza secondi fini, senza richieste. L'amava e basta, e ora lei lo stava facendo lentamente a pezzi. Ma era meglio così per tutti e due. Un taglio netto evita lunghi e dolorosi periodi di silenzio, di incertezze, travaglio.
"Sicuramente sai quello che vuoi, non intendevo dire questo. Solo questa persona non è abbastanza per te, non ti merita. Ti prego, non devi perdere tempo con lei. She doesn't deserve your love, trust me. I know that." Mentre lo diceva aveva le lacrime agli occhi. Lui la fissò intensamente, cercando, senza risultati, di capire cosa la spingesse a rifiutarlo così. Non gli sembrava di aver fatto nulla per deluderla o irritarla. Per quanto quell'idea lo distruggesse, riteneva realmente plausibile la versione di Beckett. Lei credeva davvero di non meritarlo. Eppure, Castle l'amava ed era fermamente convinto di amarla, a prescindere da qualunque cosa lei avesse detto o fatto.
"We recive the love that we think we deserve. No matter what."
"Non è vero!" rispose con convinzione lui. "Noi riceviamo l'amore che ogni giorno della nostra vita ci siamo prepareti ad accogliere, e a ricambiare."
"Non dovresti uscire con lei e basta. Finirete per farvi male tutti e due. E non lo meritate."
"Ma cosa dici? Stiamo bene insieme... O almeno, ho sempre creduto così, credevo lei stesse bene, io stavo bene..." Iniziò ad essere corroso dal dubbio. Possibile che fosse davvero infelice con Castle, e lui non se ne fosse mai accorto?
"No, non è questo cher intendevo. Lei è davvero felice con te. E' solo che.."
"Che..?" L'ansia lo soffocava. Ti prego Kate, dimmi cos'è che non va, di cosa hai paura. dimmelo e io sarò qui al tuo fianco. Ci sono, ci sarò. Devi capire che per te io ci sarò... Always.
"Nulla dura per sempre. Nessuna felicità dura per sempre, le persone, quello che dicono, non è mai per sempre. Se c'è una cosa che ho imparato nella vita è che proprio quando tutto sembra andare per il verso giusto, devi aspettarti il peggio. Devi allontanarti da lei, per il bene di entrambi."
Come può farmi bene allontanarmi da te, vita mia?
"Anche la mia compagna ogni tanto la pensa così. Quando le noto quello sguardo pensioeroso e doloroso insieme sai cosa le dico?" Nessuno dei due riusciva a piangere.
Si, lo sapeva. Le loro mani si cercarono al buio. E si trovarono. Sussurrarono insieme: "Always!"
Sebbene avesse tutto il sapore di un addio, amaro, caldo e umido, nulla al mondo avrebbe potuto rovinare quei secondi... tranne il gracchiare della radio della polizia.
"Detective lo sa che tutte, e sottolineo tutte, le volanti della polizia di New York sono dotate di microfini direttamente in comunicazione con il distretto di appartenenza? Lo Stato non la paga per parlare dei fatti suoi, tantomeno vi ho affidato questo pedinamenti per sentire i problemi di cuore del signor Castle. Mi sono espressa Detective?"
"Certo Signore."
"Non voglio ripetermi."
Proprio in quel momento il portone del 129 di Herman Street si aprì e ne uscì il sospettato.
Richard avrebbe voluto guardarla ancora negli occhi, supplicarla, ma non ne ebbe il tempo.
"Eccolo è Corck, andiamo a fare il nostro lavoro Castle."
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: wrtltwtwd