FARAMIR
E IL DOTTOR F.
-E’ permesso?
-Prego, entri pure. La stavo
aspettando.
-Spero di non essere in ritardo…
-Ma no, si figuri. E’ in
perfetto orario.
-Sa, è la prima volta che…
-Capisco. La prima volta è
difficile per tutti. Venga, si accomodi qui.
-Sul lettino?
-Sul lettino.
-Ma…
-Io sarò seduto qui, accanto a
lei. Su questa sedia, vede?
-Ma così le volterò le spalle…
-Non sarà lei a voltare le
spalle a me, ma io a voltare le spalle a lei. Fa parte della seduta. I pazienti
si sentono più liberi di parlare, senza sguardi indagatori puntati addosso.
-E…quel taccuino?
-Mi serve per annotare i punti
salienti del suo racconto. Anche questo fa parte della seduta.
-Aha…allora io mi siedo qui…
-Veramente si dovrebbe sdraiare.
-Sdraiarmi…?
-Si fidi, la aiuterà a
rilassarsi.
-Ah. Fa parte…
-…della seduta, esatto.
-In effetti mi sento
più…disteso, se mi passa la battuta.
-Lo sarebbe molto di più se
smettesse di stringere quel corno.
-Scusi. E’ che…mi sento perso,
senza. Come se mi mancasse qualcosa. Credo sia uno dei tanti motivi per cui mia
moglie mi ha convinto a venire da lei, dottore…
-Mi parlerà anche di questo.
Allora, signor Faramir…posso chiamarla Faramir?
-E’ il mio nome, direi di sì.
Anche se ormai per tutti sono “Il Sovrintendente”, “Il Figlio Di Denethor” e
cose simili…nemmeno mia moglie mi chiama più Faramir, ormai. “Caro”, “Tesoro”,
“Amore”…ma Faramir no, quello proprio non le va giù. Crede che sia un brutto
nome?
-No, affatto. E’ un nome
importante, dev’esserne orgoglioso.
-Sempre meglio di “Lo Sfigato”.
-Cose da ragazzi, immagino…chi
la chiamava in questo modo, i suoi compagni di gioco?
-I miei soldati.
-Uhm…con notevole risentimento
della sua autostima, deduco…
-Abbastanza.
-Comunque tutto questo fa parte
del passato. Adesso è il Sovrintendente; alla fine ha avuto ragione di loro,
vede? Cosa dicono di lei, ora?
-Niente, sono morti tutti!
-Ehm… mi dispiace. Vuole una
sigaretta?
-Grazie, non fumo. E…per favore,
metta via i cerini. Ho un pessimo rapporto con il fuoco, da quando mio padre ha
cercato di bruciarmi vivo.
-Uh, scusi…immagino che il
vostro fosse un rapporto piuttosto conflittuale.
-Dica pure pessimo. Soprattutto
dopo la morte di mio fratello. Io cercavo di fare qualcosa di buono per
dimostrare che non ero del tutto incapace e lui mi smontava come un pupazzo.
Come quella volta che ho lasciato andare quell’Hobbit con l’anello del potere,
come si chiamava… Frodo Baggins, sì. Mi dicevo, accidenti Faramir, se Boromir è
morto per quell’oggettino forse non vale la pena di darsi tante preoccupazioni per
averlo, no? E ho provato a spiegarglielo, a papà, che quell’affare ci avrebbe
portato solo grane, visto quello che era successo a Boromir, che era un
brav’uomo, certo, ma non tanto sveglio... Dammi retta, papà, gli dico, lascia
che se ne occupi Frodo, noi abbiamo altro a cui pensare…e lui niente, come se
fossi invisibile. Per ripicca mi dice che sarebbe stato meglio se fossi crepato
io al posto di mio fratello, e mi manda a vendere la pelle a Osgiliath. Io
torno quasi morto (badi, ho detto “quasi”) e lui cosa fa? Per alleviare le mie
sofferenze decide di darmi fuoco insieme a lui. Bruci Sansone con tutto il
casermone, come direste voi. Non mi fraintenda, dottore, io volevo bene a mio
padre…però non credo che immolarsi su una pira insieme al proprio figlio sia
una manifestazione d’affetto, no?
-Mah, un po’ estrema, forse.
-Estrema? Mio padre era fuori di
testa!
-Fuori di testa. Uhm…dica,
Faramir, non ha mai notato quando suo padre ha cominciato a dare segni di
squilibrio mentale?
-Mah, forse dopo la morte della
mamma. Io avevo cinque anni, me la ricordo appena. Ma per lui fu un duro colpo.
-E suo fratello?
-Mio fratello prese in mano le
redini della situazione, visto che nostro padre peggiorava giorno per giorno.
Era sempre più cupo e solitario, raramente si mostrava in pubblico, sempre
chiuso nella torre a scrutare in quella dannata pietra, anche se Eru solo sa
cosa potesse vedere in un sasso nero, ma forse era troppo andato per saperlo.
Tra l’altro, dopo la sua morte nessuno mi ha più detto che fine avesse fatto
quell’affare. Bah, meglio così. Forse sarei impazzito anch’io, se fossi rimasto
tutto il giorno a guardare in una stupida pietra, non trova? Ma…mi scusi, sto
divagando. Cosa stavo dicendo?
-Che suo padre era cupo e
solitario.
-Ah, già. E sobbarcava Boromir
di ogni sorta di incombenze. A me manco mezza, ma si sa, io ero il piccoletto,
l’incapace. Povero Boromir. “Povero Faramir”, però, non l’ha mai detto nessuno.
-Immagino che Boromir sia
comunque stato un sostegno importante per lei, vista la mancanza di vostra
madre.
-Sì, certo. Mi ha insegnato un
sacco di cose, mi spronava, voleva che diventassi indipendente, ormai sei un
uomo, Faramir, trovati una ragazza… Non mi fraintenda, dottore, volevo bene a
mio fratello. Ma certe volte era insopportabile. Era esattamente il contrario
di papà, che se ne fregava…lui invece avrebbe fatto meglio a fregarsene un po’
di più, ma d’altronde non posso dargli colpe, lui era il maggiore, dopo la
dipartita della mamma si è trovato più spiazzato di me. A dire la verità mi manca,
sa? Mi sento perso quando nessuno mi dice cosa devo fare.
-Ciò spiega quel corno che ha
tra le mani?
-Beh, direi di sì…mi da’
sicurezza, ecco tutto. Mi sembra di sentire ancora Boromir che ci soffia dentro
e poi lo guarda schifato dicendo “Dannazione! Chi ha sputato di nuovo nel corno
di Gondor?!”. Avrei tanto voluto dirgli che ero stato io…povero, povero
Boromir…
-Si faccia coraggio. Vuole un
fazzoletto?
-No, grazie, ho il mantello.
L’avevo detto, a papà, di mandare me a quel dannato Consiglio, ma lui da
quell’orecchio non ci sentiva. Forse Boromir sarebbe ancora vivo…io non avrei
commesso quella sciocchezza. Insomma, con tutte le rogne che avevamo, che
bisogno c’era di andarsene a cercarne altre? Bah, se ci fosse stata la mamma,
forse sarebbe riuscita a farlo ragionare. Almeno le donne non mandano i loro
figli a crepare in guerra…
-Quindi crede che se sua madre
non fosse morta le cose sarebbero state diverse.
-Sì, credo di sì. Sniff… Mamma…
-Su, non faccia così. Succhiarsi
il pollice e giocherellare con il lobo dell’orecchio è un atteggiamento
piuttosto infantile.
-Lei crede?
-Assolutamente.
-Scusi.
-Ma si figuri. Le capita mai di
vedere sua moglie come una figura materna?
-Intende dire chi porta i
pantaloni in casa, dottore? Sa com’è, da quel poco che mio fratello mi aveva
detto, nostra madre era piuttosto…autoritaria. Non mi fraintenda, dottore, mia
madre mi manca molto, però…
-Non ho detto questo. Vorrei
solo capire se, data la mancanza di una figura femminile di riferimento durante
la sua infanzia, i suoi rapporti con l’altro sesso possono aver risentito in
qualche modo della cosa.
-A questo non avevo mai pensato.
Del resto mi è sempre bastato restare incollato a Boromir per conquistare le
ragazze…anche se, adesso che ci penso meglio, era lui che le conquistava per
me… Non mi fraintenda, dottore; a me sono sempre piaciute le donne. Solo che,
quando si ha un fratello carismatico come Boromir, capita spesso di
rimanere…per così dire “in disparte”. Capisce quello che intendo?
-Suo fratello era molto altruista.
-Moltissimo.
-Però a sua moglie ci ha pensato
da sè.
-Non rida. Quando l’ho
conosciuta, mi ero illuso di aver “domato una selvaggia fanciulla del
Mark”…credevo di averla conquistata con la dolcezza, con le belle parole, le
mie braccia protettive…
-Come l’ha conosciuta?
-In una casa di guarigione,
durante la Guerra dell’Anello. A cui non ho partecipato, ovviamente, essendo
più di là che di qua…lei aveva combattuto più di me, si era perfino travestita
da uomo pur di scendere in battaglia…e io non l’avevo nemmeno vista, una
battaglia. Detto questo, penso di aver comunque chiarito chi porta i pantaloni
in casa mia, dottore, anche se non era questa la sua domanda. Se mio padre
fosse vivo, si sbellicherebbe dalle risate.
-Capisco.
-Allora capirà anche che, quando
ha cominciato con i “Ciccino, portami questo”, “Tesoro, portami quello”, “E tu
non hai ambizioni, prendi esempio da Aragorn, era un Ramingo selvaggio e guarda
cos’è diventato, tu resterai sempre e solo un semplice Sovrintendente”, e
Aragorn di qua, e Aragorn di là, la cosa ha cominciato a puzzarmi… Non mi
fraintenda, dottore, io amo mia moglie; solo che, a volte, non sono del tutto
sicuro che mi ami anche lei…
-Però l’ha sposata.
-Sì, però sono stato…per così
dire, una “seconda scelta”, se mi passa il termine.
-In che senso?
-Nel senso che lei era
innamorata del Re. Ma il Re non lo era di lei. Ora, faccia pure due conti…
-Più che amore, quella di sua
moglie per questo Re mi sembra una grandissima ammirazione, almeno per quel che
si è saputo…
-Beh, se questo significa che
avrebbe voluto crepare al suo fianco ammazzando orchi a colpi di spadone,
allora posso essere d’accordo con lei. Se invece significa sbavare di fronte
alla vista del regale deretano di Aragorn, invece no.
-Mi scusi se rido, ma credo che
ognuno di noi, per quanto felicemente sposato, non possa rimanere indifferente
di fronte ad un bello spettacolo…non so se capisce cosa intendo…
-Non è questione di spettacolo;
lui è il Re che si è guadagnato il trono dopo mille peripezie, io invece sono
quell’incapace che non è riuscito nemmeno a farsi ammazzare con dignità.
-Io credo che lei non abbia
abbastanza stima di se stesso, Faramir.
-Mi scusi, dottore, ma non avevo
bisogno di venire qui per saperlo.
-Ma sarà un punto su cui dovremo
lavorare a lungo.
-La verità è che sono un
fallito. Se solo mio fratello fosse morto un pochino prima, e mio padre pure, e
se quell’accidenti di Ramingo avesse continuato a ramingare invece che spuntar
fuori come un fungo al momento sbagliato…beh, magari Sauron ci avrebbe
massacrati tutti e Minas Tirith sarebbe un cumulo di macerie, però…io sarei
stato IL Sovrintendente…per poco, magari, però…ne sarebbe valsa la pena…
-Le stanno luccicando gli occhi.
Non credo sia un buon segno.
-Dottore, parli chiaro; sto
diventando pazzo anch’io?
-La completa sanità mentale è
una prerogativa di pochi, Faramir.
-Scherzi parte, qual è il punto?
-Il punto è che ci vorranno
ancora diverse sedute prima di riuscire ad affrontare e risolvere il suo
problema. Diciamo che questo incontro mi è servito per capire qualcosa di più
su di lei. Mi ero fatto un’idea un po’ diversa, sa?
-Anch’io non finisco mai di
sorprendermi. Posso alzarmi, adesso?
-Certo. Per oggi è meglio
concludere qui.
-Allora io vado…
-Ah, Faramir…
-Sì?
-Tre di queste pillole dopo i
pasti. Ci vediamo tra una settimana.
-D’accordo. Grazie, dottore.
-Arrivederci. E, per favore, la
prossima volta lasci la spada in portineria.
-Uh…aha. Arrivederci…
(Faramir esce. Il dottor F.
impugna il telefono)
-Centralino? Il dottor Adler, per favore. Alfred? Sono Sigmund… Molto bene, grazie, e tu? Mi fa piacere… Senti, a che punto sono le tue ricerche sul complesso d’inferiorità? Perché avrei per le mani un soggetto davvero interessante… Chi è? Eh…non ci crederesti mai, amico mio!
FINE
PS: puristi e fans non me ne vogliano se ho distrutto
il loro beniamino! Faramir è anche uno dei miei personaggi preferiti, ma è così
complesso (e complessato!) che mi sono chiesta cosa sarebbe successo se si
fosse trovato sul lettino di uno psicanalista…anche se, ora come ora, credo di
essere io ad aver bisogno di uno psicanalista…UAHAHAHAHAHAHA!