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Autore: J85    22/01/2013    0 recensioni
Torna lo strambo gruppo del Monster Commando, questa volta in una one shot con tante novità e, ovviamente, omaggi al cinema horror.
Genere: Commedia, Horror, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MONSTER COMMANDO 2

“Una specie di sequel”

 

 

 

“Sono passati ormai tre mesi da quando il Voltar è comparso nelle nostre vite…” seguiva i suoi pensieri un misterioso ragazzo tutto imbacuccato, nonostante la presenza di temperature primaverili in tutta Faring Town “Con la comparsa di quei mostri…poi Morty che viene ucciso…dopo tutto questo non me l’aspettavo proprio che sarei riuscito anch’io a trovare l’amore, come è capitato a Benji…”.

Preso da tutti questi ragionamenti, mentre proseguiva nella sua marcia attraverso il parco cittadino, il giovane non si accorse della bambina di colore che gli stava attraversando la strada. La travolse in pieno.

“Ahi!” protestò la ragazzina mentre finiva con il sedere per terra.

“Scusa piccola ti sei fatta…” ma mentre il giovane si accertava dello stato di salute della bimba, la sciarpa che aveva attorno alla bocca scivolò via, rivelando un volto mostruoso sotto il cappuccio della felpa.

“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! UN MOSTRO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” fu l’urlo disperato della vittima.

A pochi metri dall’accaduto, seduta tranquilla sopra una bianca panchina, vi era la nonna della suddetta bambina. Alla richiesta d’aiuto della nipote, la vecchia scattò all’attacco, gettando da parte il lavoro a maglia che stava ultimando.

“Maniaco schifoso tieni lontane le mani dalla mia nipotina! Qualcuno ci aiuti! Aiuto!” gridava l’anziana mentre, nel frattempo, colpiva ripetutamente il presunto malintenzionato con la sua borsetta da passeggio.

“Si Fermi ahi! Si fermi signora ahi! Ci deve essere stato un malinteso ahi!” tentò di spiegarsi la vera vittima di un’aggressione.

Fortuna, o sfortuna, volle che, proprio in quel momento, passasse di lì un auto della polizia. Gli agenti presenti al suo interno si accorsero subito della situazione di crisi e, in un instante, scesero dalla vettura per bloccare il delinquente.

Quest’ultimo, accortosi dell’accaduto, esclamò “Oh cazzo! Ma proprio oggi doveva accadermi tutto questo!?” e si diede alla fuga disperata.

 

A pochi metri di distanza, sempre nel medesimo parco, una ragazza dai capelli castano scuri, con occhiali da sole a coprirgli gli occhi dello stesso colore, una maglietta scura ma scollata ed una gonna lunga fino a poco sotto il ginocchio, si accorse di quel curioso siparietto.

“Ma quello non era Kaufman?” si domandò fra sé e sé Laura.

“Scusami…hai detto per caso Kaufman?”.

Colei che, mentre indossava i suoi abiti da battaglia, era stata nominata dai suoi compagni Witch Girl diresse il suo sguardo verso chi gliel’aveva posta. La voce era decisamente maschile, forse appartenente a qualcuno più grande di lei, ma non certo alla creatura che la giovane donna si trovò davanti. La fisionomia di quell’essere era decisamente umana, ma allo stesso tempo presentava delle grottesche malformazioni in tutto il corpo. In particolare, quella che colpì maggiormente la MacBean, era l’enorme gobba che spuntava da dietro il suo viso altrettanto deforme.

“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” Fu l’unica cosa che emise la ragazza mentre fuggiva terrorizzata.

 

Dall’altro lato della strada, sempre nello stesso parco, vi era uno dei più tipici laghi presenti in questi ambienti, comprese simpatiche anatre e barche a noleggio. Ma l’inaspettato provenne da dentro il lago. Dalla superficie liquida spuntò una verdastra mano palmata. Dopo di essa emerse un inquietante ibrido ittico-umano che, come se niente fosse, sì avvicinò verso la già terrorizzata fanciulla.

“Ciao bella come va?” domandò la creatura.

“Oh ciao Bill…” rispose ancora ansimante ma con tutta calma lei “beh… anf… potrebbe andare meglio…”.

“Come mai? Che ti è successo?” chiese preoccupato lui.

“Hai visto prima Kaufman?”.

“Eccome se l’ho visto! Quel Bob è straordinario! Se non le cerca lui le sfighe, sono loro che trovano direttamente lui!” disse divertito, facendo vibrare i suoi labbroni da pesce.

“Sì beh, a parte quello, mentre ero lì che guardavo cosa stava succedendo, mi è comparso alle spalle un mostro!”.

“Come un mostro?”.

“Sì un mostro… proprio come te!”

“Cioè un altro Mostro della Laguna Nera?”.

“Ma no! Non in quel senso lì” la giovane spazientita si passò la mano sul viso “Era un uomo tutto deformato e con una grande gobba. Il fatto è che non mi ha dato l’impressione di essere semplicemente mascherato…”.

Vedendo il suo interlocutore alquanto perplesso decise di andare direttamente al punto “Bill, secondo me si tratta di un’altra vittima del Voltar”.

Dopo qualche secondo in cui il mutante sembrava ponderare un pensiero, egli concluse “Oh cazzo!”.

La ragazza lo fissò rassegnata “Bill, dov’è ora il Voltar?”.

L’altro riprese a pensare silenziosamente. Poi diede una risposta “Se non ricordo male dovrebbe essere a casa di Benji”.

I due si fissarono in silenzio per qualche attimo.

“Ok, senti… io vado là per vedere se sta succedendo qualcosa. Vuoi venire con me?” propose il mutante.

“Sì certo. Dammi solo un po’ di tempo per sistemare delle cose e ti raggiungo subito là”.

La giovane si stava già avviando verso la sua nuova meta, quando si bloccò di colpo “Aspetta un attimo… ma sbaglio o ora non c’è nessuno a casa Luhan?”.

“Beh in effetti no. Benji è in Transilvania per il suo “corso di formazione” ed i suoi sono in gita da qualche parte”.

“E allora mi spieghi come faccio ad entrare? Ora poi che i miei magici poteri sono “magicamente” scomparsi?”.

“Tranquilla qualcuno ti aprirà” e, pronunciata quest’ultima frase sibillina, Bill si rituffò nel lago da cui era emerso poco prima.

Laura MacBean era sempre più perplessa.

 

DDDDDDDDDDDDDDDRRRRRRRRRRRRRRRIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINNNNNNNNNNNNNNN

Il campanello di casa Luhan suonava sempre più insistentemente.

“E dai apri Johnny! Cosa cazzo aspetti?!” bisbigliava tra sé e sé uno spazientito Bob Kaufman.

Finalmente il meccanismo della serratura cominciò a far rumore. Poi la porta iniziò a scivolare verso l’interno dell’abitazione, quel tanto che bastava per far spuntare un teschio umano dallo spiraglio.

Il teschio umano parlò “Parola d’ordine?”.

“Fanculo Johnny vedi che sono nei casini e, non solo te la prendi comoda ad aprire, ma fai anche dell’ironia?!” protestò la giovane creatura mentre rapidamente entrava dentro l’uscio.

“Parola d’ordine corretta” proseguì quello che poi si rivelò essere un intero bianco scheletro umano.

Bob, una volta al sicuro, si appoggiò violentemente ad un muro dell’ingresso, rischiando anche di ammaccarlo, cercando di riprendere il fiato perduto.

Il suo singolare ospite lo scrutava incuriosito con le sue vuote orbite oculari. Alla fine si decise a domandare “Vecchio trapanatore! Sei ancora in debito d’ossigeno per la tua precedente prestazione?”

“Ma stai zitto Johnny! Una volta che mi ero davvero deciso ad incontrarla, anche se ancora non mi fido totalmente, dato che me l’ha consigliata Bill… comunque invece sono finito inseguito dalla polizia”.

“Wow!” esclamò lo scheletro sorpreso “Oh mio dio Bob! Ma cos’hai fatto a quella povera fanciulla?”.

“Piantala Johnny! Non le ho fatto proprio nulla, purtroppo” quest’ultima parola detta sottovoce “il fatto è che, con questa faccia che mi ritrovo, non ispiro particolare simpatia alla gente che incontro”.

“Eh a chi lo dici amico… figurati che se avevo ancora il mio corpo ne avrei cambiata una ogni sera di conigliette…”.

 

Poco più in là dell’ormai famigerato parco, seduti su di una panchina vi erano tre loschi individui.

“Non posso credere di aver rinunciato ad una bella vacanza a Malibù per ritrovarmi in questa “comunità rurale” della Pennsylvania” protestava il primo, caratterizzato da occhiali tondi poggiati sul naso piuttosto pronunciato e baffi che gli ricoprivano, come una sorta di tappeto, tutto il labbro superiore. Proteste che gli uscivano dalla bocca come il fumo del sigaro che aveva consumato per più di metà.

“Capo non ti lamentare. Secondo me è stato davvero un grande affare venire qui: dove la trovi tanta serenità a così poco prezzo?” a controbattere fu il secondo della combriccola che aveva in testa, appoggiato alla sua folta chioma di capelli mossi e scuri, un largo cappello nero.

L’ultimo membro del trio sembrò essere pienamente d’accordo con queste ultime parole ma, a parte scuotere vistosamente la testa, sulla cui cima dominavano una cascata di riccioli rosa che fuoriuscivano da un logoro cilindro, non pronunciò nemmeno una sillaba. L’unica sua azione degna di nota fu far suonare una curiosa trombetta che aveva con sé.

Di colpo l’attenzione di questi tre venne totalmente catturata da una ambigua apparizione. La ragazza in questione si presentava coperta da un lungo abito bianco, con guanti di pelle nera che gli si arrampicavano sul braccio fino poco sopra il gomito, una cintura del medesimo colore che richiamava nella sua forma una ragnatela, trucco nero pesante sugli occhi e nel rossetto sulle labbra ma, soprattutto, ciò che colpiva di più era la capigliatura che sfoggiava con tanta noncuranza. La sua forma ricordava molto la pettinatura del personaggio animato di Marge Simpson, la differenza era che i suo capelli non erano blu ma totalmente neri, tranne che per tre strisce bianche la cui forma ricordava quella stereotipata di un fulmine.

“Non credevo che qui a Faring Town halloween si festeggiasse prima” esclamò ancora sorpreso l’uomo con gli occhiali, i baffi ed il sigaro.

“Dì quello che vuoi capo, ma io una così non me la lascerei scappare! Sarà il mio sangue italiano…” replicò il tizio con il cappello.

Ad entrambe le battute fece eco il fastidioso suono della trombetta suonata dal terzo della compagnia, che la fissava con gli occhi spalancati.

All’ilarità dei tre la giovane in questione si bloccò d’un tratto, voltandosi poi infuriata verso di loro “Mi trovate davvero così tanto divertente!?”

“Pre-Prego?” rimase perplesso il fumatore.

“Già che questa giornata è iniziata malissimo perché il ragazzo con cui avevo appuntamento, anche se era una cosa combinata da altri, non si è presentato senza un valido motivo. Poi ora arrivate voi tre, che sembrate usciti da un film degli anni ’30, ed anche voi vi mettete a ridere alle mie spalle”.

Laura MacBean, che nel frattempo stava attraversando un incrocio sulle strisce pedonali, fu attirata dalla voce, che si faceva via via sempre più forte, di questa curiosa ragazza.

“Ci perdoni signorina, io ed i miei fratelli non volevamo assolutamente mancarle di risp…” ma l’uomo con il cappello fu interrotto bruscamente dall’interessata.

“Non m’interessano le vostre scuse, avrete la punizione che meritate!”.

A quest’ultime parole tutti, compresa Laura, rimasero sbalorditi.

“ilamina ni ivetamrofsart” furono le misteriose parole pronunciate dall’offesa, tenendo le braccia puntate in avanti verso il trio.

In un attimo, tutti e tre i colpevoli scomparvero e, al loro posto, comparirono tre animali: una tigre, un cane ed uno struzzo.

Ancora shoccata dall’accaduto, l’ex-Witch Girl esclamò “Ma com’è possibile? Un’altra strega qui a Faring Town!”.

“Perché scusa, te quante streghe conosci?”.

A questo improvviso quesito la castana si voltò. Di fronte a lei si materializzò uno dei volti più inquietanti che avesse mai visto. Pochi sottili capelli pettinati ai lati di una fronte ampia e rugosa, un ghigno malefico disegnato sulla bocca e, a spiccare su tutto, due occhi malvagi cerchiati di nero che fissavano la povera sventurata.

“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” la giovane, per la seconda volta in quella maledetta giornata, scappò via urlando.

 

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Per la seconda volta, sempre nel medesimo pomeriggio, il campanello di casa Luhan risuonò nell’etere.

“Parola d’ordine?”.

“Fanculo!”.

“Oh Bill sei te! Aspetta che ti apro!”.

“Come stai scheletrino?”.

“Bene! Bello, pimpante e morto come sempre! E te come va?”.

“Non mi lamento. Aspetta poi di sentire cosa mi è appena capitato…”.

“Sono tutto orecchi, o meglio, fai conto che ce li abbia ancora attaccati al cranio…”.

“Allora giusto poco fa ho incontrata Laura che, totalmente fuori di testa, mi dice che c’è un altro mostro come noi in giro per la città, penso dipenda dal ciclo…”.

“Sì probabile, capita che la gente sbarelli se gli rubano la bici”.

“Idiota! Comunque ancora prima di questo ti devo raccontare di Bob…”.

“Ciao Bill…”.

L’ibrido ittico-umano si voltò di soprassalto quando sentì nominarsi in questo sommesso saluto. Poi notò subito che si trattava soltanto di Bob Kaufman.

“Oh bene ecco il nostro casanova! Allora dongiovanni dicci com’è andata con lei?”.

“Non mi va di parlarne…”.

“E dai Bob! Io sono rimasto a te che scappavi inseguito dalla polizia e…” Bill si accorse troppo tardi di aver parlato troppo.

“Cosa?!”.

“Cioè intendevo che ho sentito dire che…” ma ormai nessuna scusa avrebbe retto.

“Quindi tu mi hai visto che ero in netta difficoltà e, deliberatamente, non hai mosso neanche un muscolo del tuo corpo squamoso per darmi una mano!” poche volte era stato visto Kaufman incavolato così tanto.

“Beh ma cosa potevo fare scusa? Lo sai che già in passato, quando ancora non ero un mutante acquatico per intenderci, ho avuto i miei piccoli problemi con la legge…”.

“Ma dai gente…” s’intromise, anche fisicamente, tra i due Johnny lo Scheletro “Piuttosto dovreste essere contenti che vi siete ritrovati dopo quasi tre mesi. Peccato che gli altri siano ancora all’estero sennò potevamo fare una bella rimpatriata!”.

“Già… a proposito ma Benji non dovrebbe rientrare domani?” chiese dubbioso Bob.

“Infatti, sperando che gli aerei in Romania riescano comunque a decollare…” rispose ironico Bill.

“Per quanto riguarda gli altri” proseguì Johnny “Louis ha detto che si trova davvero bene in Galles e Kramer, figuratevi, lui dall’Egitto non se ne andrebbe neanche se lo pagassero”.

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“Però, è già la terza volta questo giorno…” constatò lo scheletro vivente, una volta udito nuovamente il trillo del campanello.

“E adesso chi può essere?” domandò preoccupato, forse dalla possibile visita di alcuni tutori dell’ordine, Bob.

“Beh dai se suona un’altra volta è il postino, se ne suona un’altra ancora invece è un poliziotto, quindi è per te cicciobello!”.

Ma, una volta atteso qualche secondo, il silenzio regnò sovrano.

“Bah, io vado a controllare…” informò gli altri Johnny.

“Controlla prima dallo spioncino, mi raccomando!” consigliò sempre più ansioso Kaufman.

Il momentaneo padrone di casa seguì il consiglio e, una volta controllato dal foro, aprì la porta.

“Sono qui quegli stronzi?” chiese Emily Lambert, la ragazza spettrale di poco prima.

“Beh di stronzi qua dentro ce ne sono, bisogna vedere se sono quelli che cerca lei…” rispose alla meglio alla sconosciuta Johnny.

“Ora mi sentano quegli…” iniziò la giovane donna mentre entrava dentro l’abitazione.

“Stronzi!” concluse il morto vivente, che rimase bloccato a squadrare ciò che ella aveva dietro di sé “Non ricordavo che lo zoo si fosse trasferito qui di fronte…”.

La ragazza, o presunta tale, di Frankestein Boy si bloccò un attimo nel sentire quella frase sibillina.  Poi fece mente locale e rispose “Ah sì quella è gente che ho incontrato per strada”.

“Perfetto è proprio quello di cui avevamo bisogno: un cane, una tigre ed uno struzzo” lo scheletro catalogò minuziosamente i tre animali mentre quest’ultimi entravano in casa.

“Allora sei qui bastardo!” esordì la femmina tradita.

“Amore ti posso spiegare…” farfugliò il maschio traditore.

“Oh bene ora ci si diverte!” esclamò il mutante rufiano.

“Sì Bill, aspetta di vedere il resto della compagnia!” e detto questo gliela indicò con il dito canuto.

 

L’oscurità stava scendendo su Faring Town. Tenebre nere come il vestito di un nuovo inquietante figuro. Il suo cranio, completamente privo di capelli, riluceva in maniera sinistra sotto l’effetto della luce lunare. Ma ciò che inquietava di più erano i suoi orecchi, caratterizzati da un padiglione auricolare estremamente appuntito, ed i suoi incisivi, altrettanto acuminati. La creatura muoveva rapidamente i suoi grandi occhi spalancati, mentre timidamente si affacciava da una stradina laterale in una ben più affollata di veicoli. Fino a che non ci si trovò praticamente in mezzo.

“Togliti dalle palle drogato di merda!”gli inveì contro un automobilista, che, per fortuna, ebbe anche i riflessi pronti per frenare all’ultimo minuto ed evitare così d’investirlo.

Mentre i fasci luminosi dei fari lo illuminavano, l’essere si strinse sempre di più la testa fra le mani, che presentavano lunghe ed affilate unghie simili a letali coltelli.

“Sei un attimo in mezzo alla strada idiota!” proseguiva il guidatore.

“NNNNNNNNNNNNNNNNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò disperato il mostro, prima di defilarsi in un altro vicolo periferico.

“Sì Charlie ci sei ancora? Scusami se ho staccato un attimo ma una merda mi ha attraversato d’improvviso la strada…” riprese la sua conversazione telefonica il giovane yuppie in auto “Lo so che certa gente è meglio metterla sotto, ma non volevo rovinare il mio ferrarino nuovo di zecca, mi capisci vero?”. Poi la sua attenzione passò a ben altro “Oh-oh! Scusami un attimo bello ma ora ti devo lasciare, ho trovato una preda troppo giusta! Cia-Ciao”.

Di colpo, la Ferrari Testarossa rallentò nelle vicinanze di una splendida donna, tutta vestita in nero e con un corto taglio di capelli scuri sulla testa.

“Ehi bellezza! Che fai tutta sola in questa triste città? Io mi chiamo Craig Cross. Ti va di andare a mangiare qualcosa in un ristorante di lusso di cui sono socio?”

“No grazie, non ho fame” Rispose rapida con un particolare accento lei che, per difendersi dal freddo di quella strana notte, aveva indosso un giubbotto di jeans.

“Ma sei straniera? Russa, magari?” insistette l’uomo ”Magari allora preferisci un pub?”.

“Non ho nemmeno sete, grazie.” Tagliò corto nuovamente lei.

“Oh bella, non te la tirare troppo! Perché invece non vieni un attimo con me che…” ma il bellimbusto dovette bloccare i suoi vaneggiamenti dato che, nello stesso corpo sensuale che ammirava qualche secondo prima, stava ora avvenendo una preoccupante metamorfosi: la pelle chiara della donna si stava via via scurendosi sempre di più, e ciò era dovuto alla comparsa di numerosi peli scuri su tutta la sua cute, la sua altezza stava calando vistosamente, mentre ella stessa si acquattava al suolo, le sue unghie aumentarono la propria lunghezza e dal suo ipnotico fondoschiena spuntò, tutto d’un tratto, una lunga coda nera.

Gli occhi completamente sbarrati dell’uomo potevano ora ammirare, proprio di fronte a loro, un’autentica pantera nera che, a sua volta, li fissava sempre più minacciosa.

“Oh cazzo!” imprecò il bamboccione mentre, con la mano tremante, tentava di avviare il motore della fuoriserie.

Il felino, di tutta risposta, ruggì selvaggiamente, mentre scattava verso la sua preda. Era giunto soltanto a pochi centimetri da lui quando, per fortuna dell’umano, l’auto partì, sgommando sull’asfalto. Il predatore si dovette accontentare, soltanto, di una profonda unghiata su tutto la fiancata sinistra del veicolo.

“Oddio! Per un attimo ho vista tutta la mia vita passarmi davanti…” esclamò il fortunato mentre riprendeva fiato e, nello stesso tempo, ripensava a tutto ciò che gli era accaduto.

Mentre tutta questa terrificante situazione prendeva atto, una giovane donna la osservava sorpresa e, al tempo stesso, seccata da qualcosa.

“Ma com’è possibile? Un’altra ancora?! Ora basta, devo raggiungere il prima possibile casa di Benji e…” ma Laura MacBean non riuscì a terminare in tempo il suo ragionamento ad alta voce.

“Beh sì, certe gente si meriterebbe anche di peggio…”.

Ormai rassegnata al peggio, la ragazza si voltò. Questa volta si trovò davanti un losco signore dagli ispidi capelli biondi, che sputavano da sotto un lungo cilindro malconcio, occhi iniettati della più totale follia e, a far bella mostra di loro nel suo sorriso satanico, denti acuminati come coltelli.

“BBBBBBBBBBAAAAAAAAAAAASSSSSSSSSSSSSSSTTTTTTTTTTTTAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!” urlò disperata Laura, mentre riprendeva la sua fuga dall’assurdo.

L’essere, dal cui impermeabile che indossava s’intuiva essere in possesso anche di una vistosa gobba, si trovò nuovamente solo. Fatta eccezione per la pantera nera che lo fissava mansueta.

“Sei tu Irene, vero?” domandò sibillino.

L’animale sembrò quasi rispondergli, emettendo un lieve sbuffo.

Poi, ancora più misteriosamente, canticchiò “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”.

Magicamente, nel giro di pochi istanti, la bestia scomparve lasciando il proprio posto alla bella. Purtroppo di nuovo vestita.

L’uomo, per niente sorpreso, aveva ora rivolto la propria attenzione verso un anonimo angolo urbano.

“Maxwell, sei lì dietro?”.

Quello che poteva essere una vittima della precedente Ferrari, fece capolino da dietro il muro “Oh Lucas! Sei davvero tu allora! Aiutami ti prego, la città mi sta scoppiando in testa!”.

“Stai tranquillo, quello che ha appena detto quella sventola mi ha fatto venire in mente qualcosa…”.

“Sventola?” sottolineò sorpresa la donna pantera.

 

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“Chi è questa volta?” ad aprire nuovamente la porta fu lo scheletro dagli occhi fiammeggianti.

“Salve, è questa l’abitazione di Benjamin Luhan?” domando il losco figuro col cilindro in testa.

Il teschio rimase per qualche secondo a squadrare colui che aveva parlato e le due persone che lo accompagnavano, poi rispose “Ma allora è proprio vero che oggi è arrivato il circo in città?”.

“Senti mucchietto d’ossa…” gli rispose a tono Lucas “È meglio che ci fai entrare che qua fuori è tutto un gran casino!”.

D’un tratto Johnny, come folgorato, pose maggiormente la sua attenzione sulla ragazza in completo nero, con sulle spalle un corto giubbetto di jeans.

“Prego madame, questa dimora è a sua disposizione” invitò a entrare con un inchino servile.

“Grazie” rispose timidamente la donna.

“S-Sì grazie” si aggiunse il terzo essere.

A questo punto, lo scheletro tentò subito di fare conoscenza con la figura femminile appena entrata, cingendole una spalla con le sue dita ossute.

“Sai tesoro, per un attimo vi avevo scambiato per dei malfattori e quindi…” purtroppo il morto vivente non riuscì a concludere la sua frase. La causa di ciò fu la nuova metamorfosi che coinvolse la moretta la quale, nel giro di qualche secondo, si tramutò nuovamente in pantera nera.

Appena stabilita la forma animale, essa balzò addosso al suo benefattore, facendolo cadere rovinosamente a terra.

“Oddio la mia cassa toracica!” si lamentò Johnny.

“Ma perché continuate tutti a dire quella maledetta parola…” si lamentò Lucas.

“Che parola?” chiese curioso lo scheletro, con ancora l’enorme felino sopra di lui.

“Uff!” sbuffò l’interessato “Se dite la parola “attimo”, Irene si trasforma in pantera. Mentre, per farla tornare normale, basta semplicemente dire che tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino, tutto qua!”.

La previsione si avverò e così Johnny si trovò sopra di lui la tanto agognata forma umana.

“Perfetto! È proprio quello che speravo! Peccato che abbia di nuovo i vestiti addosso…”.

“Mi dispiace tesoro ma noi stiamo cercando Benjamin…” lo frenò immediatamente la ragazza.

“Purtroppo Benji è in gita di piacere in Transilvania” l’informò il momentaneo padrone di casa, mentre si rialzava insieme a lei “Però, se mi seguite, troverete altri mostri interessanti!” invitò i tre a seguirlo.

E così, nientemeno che nel salotto di casa Luhan, era presente una variegata selezione di creature ed animali, neanche fosse la notte di Halloween.

“Ciao bellezza! Vuoi qualcosa da bere?” partì immediatamente all’attacco Bill, puntando ovviamente alla stangona.

“Mi chiamo Irene Simms e no, grazie, non ho sete”.

Mentre il mutante acquatico non demordeva nel suo intento, un’altra coppia, presente nella stanza, stava avendo una discussione piuttosto accesa. Poi l’uomo ebbe come un’illuminazione.

“Ehi, ma tu sei Lucas!?” urlò improvvisamente Bob.

“Può darsi…” rimase guardingo il tizio col cilindro.

“Ma sì!” proseguì Kaufman “Tu sei Lucas Chambers, il fratello maggiore di Louis!”.

Lo stupore pervase tutta la stanza.

“In effetti mi ricordava qualcuno…” bisbigliò Johnny, mentre con le dita si strusciava la sua bianca mascella.

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Questo suono, ormai noto, fece voltare di colpo il teschio canuto.

“Si vede che Benji non c’è, guarda quanta gente viene a farci visita!” commentava lo scheletro mentre percorreva nuovamente il corridoio, per andare nuovamente ad aprire il portone.

 

“AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò Laura mentre vide Johnny.

“AAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!” urlò Johnny mentre vide Laura.

“Oddio Johnny sei te…scusami ma sto vivendo una giornata d’inferno! Tutta Faring Town sembra invasa da mostri! Prima al parco, oltre a Kaufman e a Bill, ho visto uno che sembrava Quasimodo, il gobbo di Notre Dame. Poi, poco più in là, ho trovato una strega, ma non come ero io, più brutta! E uno che ricordava il Fantasma dell’Opera. Ed infine stasera c’erano una donna che si trasformava in pantera ed uno strano tizio con mantello e cilindro!”.

Johnny lo Scheletro, che per tutto il tempo di questo dettagliato resoconto aveva tentato, inutilmente, di prendere la parola, aggiunse infine, scortandola verso il salotto “Ce li ho quasi tutti, ma in più ho: Nosferatu il vampiro asburgico e gli animali del circo!”.

Detto questo, MacBean si trovò di fronte tutta la variegata combriccola che si era accampata nella residenza dei Luhan.

“S-scusi signorina il mio vero nome è Maxwell Schwartz…” la sorprese il vampiro.

“Ciao Laura, ti posso presentare la mia ragazza: Emily!” proclamò raggiante Kaufman.

“Guarda che ancora non abbiamo finito tu ed io!” gli ricordò lei, dandogli una gomitata al fianco.

“Ehi bella! Notizie di Benji?” la salutò da lontano Bill.

“Già, ne saremo tutti particolarmente incuriositi” esclamò il più grande dei fratelli Chambers.

La giovane donna, come colpita da tutta questa ondata di novità, sembrò quasi traballare “Scusami Johnny ma mi devo sedere un attimo…”.

“Fai pure tesoro, ma ti avverto che hai parlato un po’ troppo…” le rispose lo scheletro mentre guardava preoccupato verso un’altra direzione.

L’ex-strega, insospettita da quest’ultima frase, si decise a guardare nella stessa direzione in cui stava scrutando l’altro. Uno splendido esemplare femmina di pantera nera stava ringhiando minacciosa nei suoi confronti.

“Oh cazzo… e ora che faccio?” chiese impietrita la giovane.

“Tranquilla Laura, basta che ti ricordi che tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino” risolse tutto il non morto.

“A questo punto” propose Emily “posso far tornare umani questi tre…” indicando con un dito la tigre, lo struzzo ed il cane.

“Perché no! Tanto di animali ce n’è già tanti qua dentro!” le rispose lo scheletro.

La ragazza si concentrò e, successivamente, esclamò “inamu etanrot”.

L’incantesimo funzionò alla perfezione ed altri tre esseri umani si unirono alla baraonda. Ma ancora i conti non tornavano per Laura.

“Aspetta un attimo… ne mancano ancora due…” affermò mentre si concentrava intensamente e, qualche secondo dopo, esultò schioccando le dita “Quasimodo e il Fantasma!”.

“Bene ora è il mio turno!” esordì Lucas “Diciamo, dunque, che anche loro sono presenti, senza però occupare ulteriore spazio…”. Detto questo, il fratello maggiore dei Chambers passò velocemente la mano davanti al suo inquietante volto e, letteralmente in un battito di ciglia, il suo viso ed il suo vestiario mutarono.

“Ecco Quasimodo!” annunciò fiero il suo nuovo raccapricciante aspetto “E poi…” ripeté il singolare gesto di poco prima “Il Fantasma dell’Opera!” concluse con un altro viso spaventoso.

“O mio dio ma è impossibile! A meno che il Voltar non abbia ripreso a funzionare” ipotizzò la ragazza.

“Probabile, comunque devi chiedere a Bill perché ce l’ha lui” la informò lo scheletro.

“Che cazzo dici Johnny? Io l’ho dato a Benji!” si difese immediatamente il mutante marino.

“E allora perché io non sono tornata ad essere una strega?” si lamentò Laura.

“Beh l’unica cosa certa è che non potrai più fare il rito che t’insegnò Mortimer, dopo quello che hai fatto con Benji…” le ricordò Bill.

“Stronzo!” urlò lei, visibilmente arrossita.

Dopo qualche attimo d’imbarazzante silenzio, Bob sentenziò “Quindi non ci resta che aspettare il ritorno di Benjamin!”.

 

Il giorno dopo, un giovane uomo faceva il suo ritorno a casa.

“… Quei bastardi figli di puttana non sono neanche venuti all’aeroporto! Giuro che in un modo o nell’altro gliela farò pagare! Non ho nemmeno le chiavi di casa ma, se non altro, ci dovrebbe essere qualcuno, dato che la luce dentro è accesa…” concluse il ragazzo mentre suonava il campanello della sua abitazione.

In tutta risposta la porta si aprì e, da dietro di essa, spunto un enorme testone “Ehm… Ciao Benji!”

Luhan rimase un attimo perplesso “Come “Ciao Benji”?! Che cazzo ci fai in casa mia e poi, soprattutto, brutti stronzi potevate venirmi a prendere all’aeroporto!”

“Beh vedi, abbiamo avuto qualche contrattempo…” cercò di scusarsi l’amico.

“Almeno posso entrare in casa mia?”.

“Oh sì, certo!”.

Frankenstein Boy stava già avviandosi in saluto quando, stranamente, si accorse di non udire i passi del compagno. Quando si voltò lo trovò bloccato sempre all’entrata, come appiattito contro un muro invisibile.

“Ma che?”.

“Ah, giusto! Per favore Bob mi serve il tuo invito ufficiale ad entrate” spiegò il vampiro.

“Cosa?” esclamò stupito l’altro, poi si convinse “Ok… prego puoi accomodarti”.

“Ti ringrazio” ed il giovane entrò come niente fosse.

“Cos’è questa novità?” domandò incuriosito Kaufman.

“Mentre ero via ho visto “Fright night”. Ora, quando entro in un’abitazione e sono in forma vampiresca, devo avere l’invito formale ad accomodarmi”.

“Che stronza…” ma la frase del ragazzo sovrappeso venne stroncata da un urlo.

“AAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”

Lo stesso Benjamin fece un enorme balzo, mentre dirigeva il suo sguardo verso ciò che aveva emanato quel potente grido. Ciò che vide nell’ombra gli sembrò alquanto familiare.

“Cosa ci fa un vampiro nella mia dimora? Cioè intendo un altro vampiro!?”.

“Perdonami ma, qui al buio, è l’unico posto che mi ricorda la mia camera oscura” spiegò l’interessato.

Luhan tornò a fissare minaccioso Bob “Ecco vedi Benji, stavo giusto tentando di spiegarti…” ma Kaufman fu nuovamente interrotto.

“Benji! Vecchia carcassa! Come va la vita?” lo salutò festoso la creatura marina mutante con una pacca palmata sulla spalla.

“Cosa ci fa anche Bill qua dentro?” subito notò la luce accesa in salotto “Ora basta! Chi altro c’è?”.

Come una furia si diresse nella stanza, per poi rimanere pietrificato dal caos che vi si trovava.

Un tipo strano con in testa una parrucca rosa ed un cilindro strombazzava impazzito, mentre altri due sconosciuti discutevano animatamente. Intanto una ragazza con i capelli neri striati di bianco gli si avvicinò di scatto.

“Tu devi essere il mitico Benji? Piacere io sono l’ex-ragazza di Bob!”.

Ma il giovane non le diede peso, avendo già passato la sua preoccupazione verso un altro angolo della stanza.

“Beh non sarà come suonare un organo, ma meglio che niente…” disse un ragazzo, in versione Fantasma dell’Opera, mentre si apprestava a suonare il vecchio pianoforte di casa Luhan.

“Fermo idiota! Non è nemmeno accordato questo coso!” lo bloccò in tempo Benji che, pronto ad infamarlo a più non posso, rimase come ipnotizzato dal rumore di tacchi sul pavimento.

Voltatosi, vide una delle più belle creature femminili avvicinarglisi maliziosa, con il suo bel corpo formoso coperto da un aderente vestito scuro.

“E noi che pensavamo tu potessi darci un mano, mentre invece finora ci hai soltanto offeso” gli parlò, andandogli sempre più vicino.

“Sc-scusatemi è c-che non… insomma io vo…” ma il ragazzo non riusciva a trovare le parole.

“Ti vedo un attimo in difficoltà Benji” lo punzecchiò l’altro, appoggiato al pianoforte.

“Stai zitto tu!” gli sputò contro Vampire Boy, per poi notare una certa somiglianza “Aspetta ma tu non sei…”.

“Benji! Ma cosa stai facendo?!” gli urlò contro Laura, appena sopraggiunta.

“E bravo il mio capo! Fa conquiste anche nel mondo animale!” ironizzò Johnny, arrivato insieme a lei.

“Ma che…” poi Benjamin Luhan si trovò con un enorme felino a leccargli il viso.

Dopo aver assistito per qualche minuto alla scena, lo scheletro decise di porre rimedio a quella complicata situazione “Ok sono contro la violenza sugli animali, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”.

Purtroppo tale scelta non fece che peggiorare la situazione, dato che Benji si trovò bocca a bocca con la stessa splendida ragazza di prima.

“Brutto porco!” gli inveì contro MacBean, che fuggì via irritata.

“Aspetta Laura!” cercò di fermarla lui, una volta liberatosi della sensuale stretta della donna-pantera. D’un tratto, rivolse uno sguardo rosso sangue verso colui che aveva deputato a custode dell’abitazione “Che cazzo hai combinato Johnny?”.

“Ooooooook…” esordì l’interessato, con le ossa che iniziarono a tremare tutte “Penso sia giunto il momento di un piccolo riepilogo… dunque… a quanto c’ho capito, il Voltar sembra aver ripreso a fare qualcuno dei suoi simpaticissimi scherzetti, portando direttamente qui a casa tua qualche piccola novità: Maxwell Schwartz, il nosferatu che hai visto urlare prima in corridoio, Lucas Chambers, fratello maggiore del nostro caro Louis e, soprattutto, la gran sgnaccherona di Irene Simms, che hai già conosciuto piuttosto bene…”

Luhan spostò il suo sguardo che sembrava dire “Ecco chi sei!” dal penultimo ad uno, nettamente più imbarazzato, verso quest’ultima.

“Mentre quest’altra splendida creatura” indicando la ragazza che li squadrava accigliata “È Emily Lambert, l’ex-fidanzata di Kaufman…” proseguì il teschio.

“Perché ex-fidanzata?” chiese stupito il non morto innamorato.

“Dopo te lo spiego io…” tagliò corto lei, sempre più nervosa.

“Ovviamente poi si sono accodati anche lo stesso Bob ed il fantastico Bill!” aggiunse sempre Johnny.

Ma ancora a Benji i conti non tornavano.

“Ah, giusto!” concluse lo scheletro “Quei tre lì non so nemmeno chi sono, ma di certo sono molto simpatici!”.

 

Dopo qualche minuto, ormai Benjamin si era rassegnato ad avere tutta quella colorita compagnia in casa propria. D’un tratto chiamò a raccolta le persone a lui più fidate: Bill, Bob, Laura e Johnny.

“Ragazzi, tutte queste novità mi hanno fatto tornare in mente che ho qualcosa da mostrarvi…”.

“Non pensare con questo che ti abbia già perdonato, qualsiasi cosa tu ci faccia vedere!” mise in chiaro MacBean.

“APRITI!” urlò il vampiro, con il braccio teso e il palmo della mano aperto verso il centro del corridoio d’ingresso.

Come una porta segreta, un varco si aprì dinnanzi agli altri quattro sbigottiti.

“Ma che cazzo?!” esclamò Bill.

“Questo lo sanno fare tutti in Romania?” s’informò divertito lo scheletro.

“Ok, seguitemi” l’invitò Luhan.

“Ti ringrazio Benji ma preferisco andare a fare uno spuntino” respinse l’invito Kaufman.

Vedendo il quartetto titubante, Vampire Boy provò a spronarli “Dai ragazzi! Fidatevi di me, d’altronde sono o non sono il capo del Monster Commando?”.

Infine si convinsero a seguirlo ed attraversarono l’entrata luminosa. L’ambiente che trovarono dall’altra parte li sorprese alquanto. Apparentemente si trovavano in un’ampia radura, a sua volta tutta circondata da una tetra foresta. Il cielo sopra di loro era nuvoloso e scuro, del tipo minacciante pioggia.

Poi l’attenzione di tutti fu presa da ciò che si ergeva al centro di quello spazio: un’enorme casa coloniale bianca, caratterizzata dalla presenza di una torre centrale con, alla propria sommità, due enormi vetrate simili agli occhi di un gufo notturno.

“Che ne dite?” chiese entusiasta Benji.

“Beh… è l’ideale per passarci i week-end” ironizzò Johnny.

“Eppure mi ricorda qualcosa…” sottolineò Bob, grattandosi il mento voluminoso.

“Ma e la casa di Amityville!” sentenziò Bill.

“Esatto!” confermò Luhan “Infatti lo battezzata Amityville headquartier!”.

Un gelo cade sul gruppo.

Laura decise di rompere il silenzio “Poi mi devi spiegare come mai ora sei te a fare le magie e non più io!”.

“Come ci sei riuscito Benji?” domandò curioso Frankenstein Boy.

“Già! Di certo non è una cosa che capita tutti i giorni…” aggiunse il mutante marino.

“Vi spiegherò tutto a tempo debito. Pensate a quando la vedranno Louis e Kramer!” disse raggiante il ragazzo.

“Piuttosto…” richiamò l’attenzione Johnny “Ma degli altri che ne facciamo?”.

 

 

 

FINE?

 

 

 

GUIDA ALLA LETTURA:

 

per la realizzazione di questo racconto ho preso spunto da un’avventura presente in un albo speciale di Dylan Dog, con protagonista esclusivo il suo assistente Groucho, che s’intitola “Non urlate a quella porta”.

 

Ovviamente per i personaggi di Bob Kaufman, Bill, Laura MacBean e Vampire Boy vi rimando al primo capitolo di questa serie, ossia il racconto di 10 capitoli “Monster Commando”.

 

Dopo la loro suddetta prima avventura, i ragazzi hanno deciso di partire per dei “viaggi di formazione” nei luoghi d’origine delle loro controparti mostruose, quindi per Benji la Transilvania in Romania, per Louis il Galles, per Kramer l’Egitto, per Kaufman dovrebbe essere la Svizzera mentre, per Bill, diciamo che il giovane non abbia granché voglia di spostarsi…

 

Uno dei primi personaggi che si presentano in questo nuovo capitolo è Johnny Lo Scheletro, un non morto che, a dir la verità, aveva fatto la sua prima apparizione in un breve cameo nel capitolo 6 del racconto precedente, dal titolo “Allenamento”.

 

I tre personaggi, che poi in seguito verranno trasformati in animali da Emily Lambert, sono ispirati, dato anche l’origine di questa storia, ai comici classici da me preferiti e cioè i fratelli Marx.

 

Gli incantesimi delle ragazza (o presunta tale) di Bob sono semplicemente scritti all’incontrario, sia per quanto riguarda le lettere che compongono le parole, sia per l’ordine di quest’ultime.

 

Irene, la donna pantera, ha un particolare accento perché sua madre è croata.

 

La terza trasformazione di Lucas Chambers è un personaggio tratto dal film “Il fantasma del castello” (titolo originale “London after midnight”) di Tod Browning, considerato il film più importante tra quelli catalogati ufficialmente come “film perduti”.

 

Dovrebbe essere tutto comunque, in attesa di una nuova avventura dei nostri ragazzi (perché sicuramente ci sarà), se avete ulteriori curiosità da chiedermi, potete contattarmi tramite la mail dell’efp, oppure sul forum.

  
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