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Autore: artemisia reight    23/01/2013    9 recensioni
Forse sono stata un pò troppo cattiva con Alex, ma era uno sfigato, ed io ho fatto solo ciò che andava fatto...Non avrei mai immaginato che a distanza di un anno si sarebbe trasformato in un bullo convinto a vendicarsi.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so come ho fatto a trovarmi in questo guaio. So solo che quando Alex  mi ha chiesto di venire a casa sua, anche se Amber non era d'accordo, io ho annuito e mi sono fatta guidare nella sua macchina, poi sul vialetto e infine dentro casa. Tremo, rendendomi conto solo adesso del grande errore che ho fatto. Era abbastanza dolce fino a pochi minuti fa. Ci eravamo baciati e tutto era andato per il meglio. Poi il suo telefono ha squillato... Ho capito in un attimo che si trattava di Christabel, perché la sua voce guizzava fuori dalla cornetta come lo stridio delle gomme sulla strada. Non capisco cosa gli stia dicendo, ma di sicuro non sta parlando di sé stessa. "E perché ti avrebbe minacciata?" domanda Lui, aggrottando la fronte. La risposta arriva subito dall'altro capo del telefono, e posso quasi immaginare Christabel che sorride soddisfatta. L'umore di Alex si fa sempre più nero e lo vedo stringere i pugni mentre lei gli spiega la situazione. Situazione di cui io non sono minimamente a conoscenza. E' ormai ovvio che stanno parlando di me,  le occhiate di fuoco che Lui mi sta lanciando ne sono una conferma. "Sì, è qui vicino a me" afferma infine, togliendo ogni dubbio. L'ansia si impossessa di me. E' arrabbiato, ed io sono sola, chiusa in casa, con Lui. Vorrei scappare, ma so che non me lo permetterebbe. All'improvviso attacca, sbattendo il cellulare sul tavolo così forte che temo si frantumi in mille pezzi. Incredibilmente rimane integro ed io mi soffermo così tanto su di esso da non accorgermi che Alex si sta dirigendo a grandi passi verso di me. "Era Christabel" dice, distogliendomi dal telefono "Ha detto che l'hai minacciata perché non volevi che si mettesse con Jeremy". Sbarro gli occhi. "Non è vero!" nego, scuotendo la testa. Come ha potuto Christabel inventarsi una cosa del genere? "Perché ti interessa quello?" chiede, triste. Sbatte il pugno sul tavolo e mi si avvicina, inchiodandomi con le braccia al divano su cui sono seduta. "Io ho tutto ciò che tu possa desiderare" sibila, con il volto attaccato al mio "sono ricco, bello, popolare... non è ciò che ti interessa?". "Certo che no!" sbraito, incredula "Non è questo ciò che voglio!" "E allora cosa vuoi!" grida stancamente, come se avesse provato di tutto, ma non avesse mai funzionato nulla. E forse è proprio così... "Voglio dolcezza!" urlo "amore, tenerezza, conforto!". Mi abbraccia all'improvviso e lo sento singhiozzare sulla mia spalla. Sta piangendo?! E chi se lo aspettava! Lasciando le mie braccia, mi prende il viso tra le mani e punta gli occhi azzurro cielo nei miei del medesimo colore. "Mi dispiace" sussurra, mentre una lacrima gli riga il volto. "Lo so..." mormoro, asciugandogli la guancia. Il suo pianto è così sincero che non posso fare a meno di credergli. "Il mio comportamento nei tuoi confronti negli anni precedenti è imperdonabile" dico. "No!" scuote la testa "certo che no! Tu non hai fatto nulla! Ho fatto tutto io, è tutta colpa mia! Sono una persona orribile...". Anche dopo tutto quello che mi ha fatto, non posso non provare compassione per Lui. Mi ha chiesto scusa, e non è proprio il tipo da cui ci si può aspettare una cosa del genere. Mi bacia dolcemente, esprimendo con quel bacio ciò che non è riuscito a dire a parole. Improvvisamente scoppio a piangere anch'io, sopraffatta dalle emozioni. Eppure non è ciò che voglio. Non è chi voglio. Ma non è proprio il momento giusto per dirlo... "Ti amo" sussurra, accarezzandomi i capelli. Attende invano una mia risposta, ma io abbasso lo sguardo. "Non posso. Non sarebbe sincero..." dico. "Perché?" mormora, mentre una lacrima scende repentina sul suo zigomo accentuato. "PERCHE'?" inizia a gridare, prendendo a calci il tavolo che ha davanti e gettando un vaso di fiori per terra. "Io non voglio nient'altro!" sbraita "Nient'altro che te! Perché non posso averti? Perché non mi vuoi?". "Il mio cuore appartiene ad un altro..." bisbiglio, rendendomene conto io stessa solo in quel momento "non posso farci niente.". Il suo schiaffo mi coglie alla sprovvista. Mi colpisce in piena faccia, facendomi cadere dal divano. "Tu sei mia, hai capito?" urla "MIA!". "Non puoi!" sbraito con tutto il coraggio che ho in corpo "non puoi decidere per me!". "Vuoi vedere?" domanda, con un sorriso che mi terrorizza. Si avvicina lentamente, stringendo i pugni così forte che le nocche gli diventano bianche. Il suo sguardo mi provoca una paura incontrollata e dei brividi alla schiena. "Alex ti prego!" lo supplico, piangendo "Non farmi del male, ti prego! Non risolveresti niente...". "Non supplicare!" mi ordina, scuotendo la testa "Non mi farai cambiare idea, così". Quest'ultima frase accende una lampadina nel mio cervello. Ha ragione, non è così che gli farò cambiare idea, devo trovare un'altra tattica. Mi alzo e corro in cucina, stupendomi io stessa di essere riuscita a sfuggirgli. Evidentemente non si aspettava che io reagissi, quindi l'ho colto di sorpresa. Apro un cassetto qualsiasi, mentre sento i suoi passi farsi sempre più vicini. Quando mi volto me lo ritrovo davanti, ma ora mi sento molto più sicura di me stessa. "Posa quel coltello" dice tranquillo, come se si aspettasse che io non riesca neanche a tenerlo in mano. Scuoto la testa e riesco quasi a vedere i suoi pensieri mentre li formula. Si ricorda la ragazza che ero prima che Lui mi rendesse 'docile'. La ragazza degli anni precedenti è più che capace di utilizzare un coltello, anzi, ha la situazione totalmente sotto controllo. "Ti conviene allontanarti..." mormoro, senza un minimo di esitazione nella voce. Lui fa invece un passo in avanti "Non oseresti...". "Vuoi vedere?" domando, per fargli capire che ormai la situazione si è capovolta e sono io a comandare. Esita un attimo e un guizzo di paura gli attraversa il volto. Poi, però, sorride, sfidandomi con lo sguardo. Quell'espressione provoca in me una rabbia che mi ribolle dentro. Non se ne andrà finché non la sfogo, quindi l'unica scelta che ho è togliergli quel sorriso idiota dalla faccia. Mi avvento contro di Lui, facendo un taglio profondo sul suo braccio. Grida di dolore, tentando inutilmente di fermare il sangue che sgorga in modo incontrollato. Vorrei fare uno di quei monologhi da cattivo dei cartoni, ma l'unica cosa a cui penso in questo momento è scappare da lì e non tornarci mai più. Corro verso la porta d'ingresso, ma la trovo bloccata. Oh, cavolo... Grido e spingo con forza la maniglia ma è ovvio che Lui mi ha chiuso dentro a chiave. Se fossi dall'altra parte sarebbe facile buttarla giù, ma visto che si apre dall'interno, non ho speranze. Cerco qualche altra via di uscita, ma non faccio in tempo a voltare lo sguardo che Lui mi ha già raggiunto. Ha attorcigliato un tovagliolo sull'avambraccio e purtroppo per me sembra che il metodo funzioni, perché ora di sangue non ce n'è neanche l'ombra. Mi colpisce ed io mi butto a terra, proteggendomi il corpo con le braccia. "Me la pagherai!" dice, con gli occhi in fiamme. Proprio in quel momento la porta si apre ed entra qualcuno. E' evidente che questo qualcuno è più forte di me ed è riuscito a prenderla a spallate. "Amore!" grida 'qualcuno'. "Taylor!" urlo io, incredula. Non posso crederci. Taylor è qui. TAYLOR E' QUI! Sono salva. Mi avvicino per abbracciarlo ma lui si avventa su Alex. Per un pò si prendono a cazzotti e non riesco a capire chi ha la meglio, ma non ho la forza di intervenire. Alla fine Taylor colpisce il braccio di Alex e quello comincia a sanguinare. Il sangue esce a fiotti e non c'è bisogno che Taylor continui. Alex si sdraia a terra, sopraffatto da un dolore tremendo. Non so quale parte remota di me stessa mi convinca a farlo, fatto sta che faccio il numero del pronto soccorso e gli do l'indirizzo, prima di andarmene insieme a Taylor.

 

 

 

 

 

 

 

Sono passati quasi tre mesi e la mia vita è cambiata radicalmente. Sto con la persona che amo e con cui voglio passare il resto della mia vita. Amber si è finalmente messa con Jeremy. Era lui quello che gli interessava fin dall'inizio. Quest'ultimo mi ha rivelato che era uscito con me solo per conoscere Amber. Siamo grandi amici e, contando il fatto che non era neanche interessato a me, non lo ringrazierò mai abbastanza per avermi protetto da Alex, in un modo o nell'altro. Christabel si è rimessa con il suo ex fidanzato e pare che non abbia intenzione di sabotare la relazione a nessuno, per ora. "Ecco il tuo mega-gelato!" la voce di Taylor mi distoglie dai miei pensieri. E' il nostro anniversario e non c'è nulla di meglio che passarlo in spiaggia a godersi la luna e due mega-gelati alla crema di nocciole. Taylor mi bacia improvvisamente ed io sorrido, soddisfatta della mia vita come mai prima d'ora. Lo guardo negli occhi e penso che non possa esistere nulla di più perfetto. "Ti amo" sussurro. "Anch'io" risponde, prima di riprendere il bacio interrotto. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Al limitare del parcheggio, proprio sul tratto che separa il cemento dalla spiaggia, appoggiato su un piccolo recito di legno, una figura si staglia nel cielo notturno. Ha gli occhi azzurro-verdi che brillano nell'oscurità e guarda fisso la coppietta che si sbaciucchia pochi metri più in là, completamente ignara di essere osservata. Il suo sguardo è impassibile, ma ha la mascella serrata. Reclama vendetta. Si sistema indietro i capelli biondi che gli coprono il viso a causa del vento e scopre una cicatrice che gli attraversa l'intero braccio...

  
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