Goodbye my love.
Ormai la mia
vita era finita, finita qui. Avevo la possibilità di poter
andare avanti e
invece avevo scelto altro. Fortuna che c’erano loro.
Stancamente mi alzai dal letto e chiamai Brian
“Brian, sei pronto per il colpo alla Morgan
Stanley?”
“Si, domani mattina alle 6.30” chiusi la chiamata
lanciando distrattamente il
telefono sul divano.
Mi appoggiai al letto con il cuore che batteva a mille. Ero stupido.
Non
pensavo alla mia vita, non pensavo al mio futuro.
Ma quale futuro? Il giorno dopo qualcuno avrebbe potuto spararmi e
così, nel
nulla sarei morto.
Anche se non volevo morire. Non senza lei, non senza Lexi.
Presi la sua foto
che avevo sul comodino,
la guardai e la accarezzai speranzoso che lei potesse sentirmi. Lei,
che
sorrideva alla macchina, con la mano sul pancione.
Poco dopo squillò il telefono
Lili. Mia sorella, risposi ansioso.
“Pronto?”
“Ehi, sono arrivata”
“grazie sis.. Ti devo un favore”
“ricordati che è anche la
mia migliore
amica e la mia futura cognata” la sentii ridere
“Ehi, ti voglio bene”
“Anche io bro, ti chiamo per
qualsiasi
cosa, okay?”
“Sono un pessimo uomo”
“Ehi,
lei ti ama. Non farti strane paranoie. Va bene
così”
***
Alle 4.50
ero sveglio, e sudato.
“dannati incubi” dissi fra me e me
Dopo mezz’oretta sentii bussare alla porta, mi avvicinai
stanco e aprii
“Oh, Jimmy, ciao” Il mio migliore amico si
avvicinò e mi strinse forte a se.
“Come sta mia sorella?” lo feci accomodare sulla
sedia nel soggiorno
“Perché non la chiami? Comunque sta bene, credo.
Lili è andata a vedere come
sta”
“Ho paura”
“Si, anche io. Se facciamo questo colpo siamo apposto per un
bel po’ ma
dobbiamo stare attenti.” Andai verso lo scaffale vicino il
tavolo del soggiorno
e presi una mappa.
“dunque, dobbiamo muoverci velocemente. Qui, e qui ci sono i
controlli”
disegnavo velocemente con le dita il tracciato da fare
“quindi l’unico posto libero è questo
qui?” mi indicò un punto sulla mappa.
“Esatto, ma se ci muoviamo velocemente dovremmo farcela per
scampare la
sicurezza” i suoi occhi blu seguivano le mie dita.
“Okay”
Poco dopo arrivarono il resto dei ragazzi.
Brian aveva portato una grossa borsa,
all’interno conteneva armi e qualsiasi genere di
congegno esplosivo.
“Dio Brian, non vorrai ammazzare qualcuno?” Disse
Zacky spaventato
“Se sono costretto, lo farò” rispose con
sguardo glaciale.
La paura si faceva sentire nell’aria.
***
Morgan
Stanley
“Pronto
Lili, volevo dirti che ti amo.” Jimmy tremava di paura
“Anche io ti amo”
rispose lei con
voce morta
“Cazzo ragazzi sto gelando” nessuno di noi ebbe il
coraggio di rispondere a
Johnny. Tremavamo tutti, ma nessuno di noi dal freddo.
Il cielo era buio, Los Angeles alle 6.30 del mattino era fantastica, le
luci
erano spente; tutta la città veniva illuminata dai fanali
delle auto che
sfrecciavano sulla strada. I palazzi erano solenni, non tremavano come
noi. Non
tremavano come stavano facendo 5 ragazzi.
Silenzio.
Ci guardavamo con l’ansia negli occhi mentre indossavamo i
passamontagna.
Ecco le prime luci del mattino.
“Chiamate a casa” dissi freddo. Alle mie parole i
miei compagni presero i
telefoni per chiamare mogli, compagne, famiglia…
Lexi, lo faccio per te. Per noi.
Tornerò
presto.
“Ragazzi,
è
ora.” Disse Brian. Scattammo dalla posizione e con pistole e
mitragliette
entrammo correndo nella banca
“FERMI TUTTI QUESTA è UNA RAPINA”
Urlò Zacky sparando all’impazzata.
Brian si avvicinò e con la pistola puntata in faccia al
banchiere lo esortò con
veemenza a mettere i soldi nel sacco.
“Ragazzi scappiamo” urlò dopo pochi
istanti Jimmy
“Che cazzo succede?” chiese urlando Johnny
“La polizia la polizia!!” tutto era veloce. Poco
dopo i poliziotti entrarono
con le pistole e iniziarono a sparare.
Un colpo, un solo
colpo.
“NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!”
“Cazzo Johnny rispondi. Johnny cazzo, cazzo!!”
Il telefono squillò, un sms.
Brò, è l’ora. Ti aspetto.
Ancora con
il telefono in mano guardai spaventato Brian e Zacky accasciati sul
corpo di
Johnny.
“Vai da lei, vai da lei!!!” Mi disse Brian urlando
all’impazzata.
Guardai piangendo Jimmy, il quale correndo mi accompagnò
verso la macchina.
Corsa all’ospedale.
***
Arrivai correndo
al reparto, Jimmy
era alle mie spalle.
Lili era li che ci aspettava, Jimmy le si avvicinò e le
diede un bacio sulle labbra.
Senza farci tanto caso entrai nella stanza. Eccola, o meglio.. Eccoli
Appoggiai una mano sulla fronte imperlata di sudore di Lexi, si
voltò e
sorridendomi mi disse
“Ehi, amore, saluta il tuo ometto” Presi in mano
questo batuffolo
“Ciao ometto, sai chi sono? Il tuo papà”
gli dissi commosso. Lo vidi sorridere
“Ha i tuoi occhi”
Poco dopo arrivò la polizia, ci avevano seguiti.
Venimmo portati via di peso, fra le urla e le lacrime di Lili e Lexi.
“TORNERO’ AMORE MIO, TORNERO’ PER
NOI”