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Autore: L_Remy    24/01/2013    0 recensioni
La storia è ambientata circa due anni dopo gli avvenimenti del film. Cobb ha deciso di rimanere con i suoi figli mentre Arthur, Eames e Ariadne vengono assunti per un nuovo lavoro, prima però hanno bisogno di un nuovo Estrattore.
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appena entrarono in macchina vennero incappucciati in modo che non vedessero la strada per arrivare alla SafeHouse. Secondo Eames avevano impiegato più di due ore ad arrivare e quando scesero dalla macchina erano indolenziti per non aver fatto neanche una sosta. Una volta entrati in casa gli vennero tolti i cappucci.

L'ambiente era ben illuminato e abbastanza spazioso. La casa era provvista di due piani. Al piano terra, ai lati del corridoio d'ingresso vi erano la cucina e il soggiorno. Sotto le scale vi era una porta che si apriva su dei gradini che portavano nella cantina, situata sotto la casa. Il piano superiore era dedicato alle stanze da letto che erano posizionate tutte sul lato sinistro della casa, i due bagni erano a destra. Le guardie portarono dentro i rifornimenti di cibo e dalla quantità Arthur dedusse che gli avrebbero dato una settimana per sistemare le cose con Lucy. Mentre le guardie se ne andavano, Eames portò al piano superiore i bagagli suoi e di Lucy. Prese l'ultima stanza del corridoio. Notò che tutte le camere erano fondamentalmente spoglie, dotate solo di un letto e di un comodino.

 

Finirono di sistemare i rifornimenti verso l'ora di colazione. Lucy era rimasta in camera sua da quando erano arrivati.

 

<< In fin dei conti, non è male, no? >> disse Ariadne sospirando.

 

<< Beh, poteva andarci peggio >> rispose Arthur mentre cucinava.

 

Eames scese le scale che portavano in cantina, lasciando che gli altri due cucinassero in pace.

La cantina era quasi vuota, come più o meno tutto il resto della casa. Era uno spazio grande che copriva tutto il perimetro dell'edificio. Ad ogni passo che Eames muoveva si sollevavano piccole nuvolette di polvere che lo fecero tossire più di una volta. Sul lato sinistro vi erano accatastate delle sedie di legno, troppo rovinate per poter essere usate. Sul lato destro invece vi era un enorme lavagna appesa al muro, accanto alla quale vi era una scrivania con dei fogli bianchi, ordinatamente impilati al centro. Accanto a questi vi erano quattro pennarelli per scrivere sulla lavagna: uno rosso, uno nero, uno blu e uno verde. La casa, quindi, era stata sistemata prima del loro arrivo e, ora che ci faceva caso, vi erano altre impronte nella polvere che erano poco visibili. Notò anche, in un angolo più buio dell'enorme stanza, che vi erano delle brande chiuse e appoggiate al muro.

 

Quando tornò al piano terra, Ariadne stava apparecchiando e Arthur era seduto sul divano del soggiorno, giocherellando con il suo totem.

 

<< Ragazzi, sono stato giù e ci hanno già preparato tutto. >> esordì Eames, aprendo le braccia e sorridendo, in mezzo al corridoio, spostando lo sguardo da Arthur a Ariadne.

 

<< Che vuoi dire? >> chiese Ariadne, incuriosita.

 

<< Voglio dire che giù abbiamo delle brande dove poterci stendere, una lavagna dove poter scrivere, pennarelli e fogli in abbondanza >> dicendo questo attraversò la sala da pranzo per vedere cosa c'era sul fuoco.

 

<< Perfetto! >> disse Arthur con sorriso << E giù le mani dalla colazione. Appena sarà pronta mangeremo! >>.

 

Eames non lo ascoltò e assaggiò la crema per i pancakes. << Arthur, mi sorprendi! Non credevo tu sapessi cucinare! >>

 

Stizzito Arthur si alzò, raggiungendo Eames e riponendo il coperchio sulla ciotola. << Giù. Le. Mani. Dalla. Colazione. O giuro che te le amputo. >>.

 

Una volta che ebbero finito di mangiare Eames si offrì per portare da mangiare a Lucy che, da quando erano arrivati, non era uscita dalla sua stanza.

Bussò e aprì la porta. Lucy era seduta su una sedia posta difronte alla finestra,non si voltò per salutarlo, probabilmente non si era neanche accorta della sua presenza. A volte, secondo Arthur, Lucy rimaneva rinchiusa da qualche parte, nella propria mente. Vedeva ma non vedeva, ascoltava ma non ascoltava, non reagiva a niente. Non sapeva quale particolare azione le facesse scattare questi episodi, tuttavia le capitavano spesso e raramente Lucy era attiva.

Eames posò il piatto con i pancakes sulla scrivania e si sedette sul letto, in silenzio. L'alba stava spuntando e il cielo cominciava a colorarsi di un arancione intenso. I capelli di Lucy, più chiari rispetto a quelli del fratello, avevano preso un bellissimo colore rossiccio con riflessi dorati e gli occhi, marroni, erano diventati pozzi di oro liquido. La stanza si illuminò, i pancakes divennero freddi e il sonno e la stanchezza cominciavano ad avere la meglio su Eames. Si alzò sospirando e si avvicinò a Lucy. Le posò una mano sulla spalla ed esitò. Non sapeva esattamente come comportarsi con lei, ma si sentiva in dovere di farla riposare, così, come sempre, decise di ascoltare il suo istinto. La prese in braccio e sentì che si aggrappava febbrilmente alla sua maglietta. Prima di dirigersi verso il letto, si prese un istante per guardarla. Ora che ci faceva caso, un po' assomigliava ad Arthur, ma fortunatamente, questo valeva solo per gli occhi, leggermente a mandorla. Per il resto, lei e il Manovratore, potevano benissimo non avere legami di parentela. Per il resto aveva la bocca piccola e le labbra voluminose, il naso dritto e tondo in punta e delle leggere lentiggini che le contornavano gli occhi.

Si avvicinò al letto e, appoggiandosi con un ginocchio sul materasso la coricò sopra le coperte,dopo di che si avvicinò alla finestra e chiuse le tende. Quando tornò nel corridoio del piano superiore, chiudendo la porta di Lucy, notò che Arthur e Ariadne erano andati a dormire, così, lasciando che la stanchezza avesse la meglio su di lui si chiuse in camera, si spogliò e si mise sotto le coperte, sprofondando quasi immediatamente in un sonno profondo.

   
 
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