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Autore: Melanto    13/08/2007    17 recensioni
"...Quando si accusava Yuzo di codardia, il cervello del portiere si spegneva ed andava in loop su un unico comando: dimostrare il contrario. A costo di ammazzarsi, ma doveva dimostrarlo.
E stavolta ci stava quasi riuscendo.
Ad ammazzarsi!"
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Alan Croker/Yuzo Morisaki, Hajime Taki/Ted Carter, Mamoru Izawa/Paul Diamond, Teppei Kisugi/Johnny Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Love&Life' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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PreNota: Questa è la terza storia della serie "Love&Life".
“Love&Life” è una raccolta di fanfiction attraverso le quali si snodano le tappe fondamentali della storia d’ammmmmore di Yuzo&Mamoru. Di seguito, potrete trovare l’elenco delle storie in ordine di lettura (che non è affatto l’ordine in cui sono state scritte XD!)
:


- 12 Marzo
- 20 Dicembre (l'avete appena aperta!)
- Jump
- Family Affair
- Libertango (in lavorazione)
- Violator #6: Enjoy the silence
- Sarà per i capelli!
- Forever mine, forever yours (in ideazione)

Jump!

“Are you ready to jump?
Get ready to jump
Don't ever look back, oh baby
Yes, I'm ready to jump
Just take my hands
Get ready to... are you ready?”


Madonna Jump

Era sull’orlo dell’infarto.
Infarto secco!
Ed era un coglione.
Un coglione insensibile che se c’avesse rimesso le penne, beh, se lo sarebbe meritato eccome.
Ma come aveva potuto dirgli che era un ‘vigliacco’?! Come?!
Perché non imparava a pensare prima di dire stronzate, sapendo soprattutto quanto fosse sensibile su quel tasto?!
Oddio.
E si era ritrovato addosso quello sguardo raggelante che gli aveva fatto andare di traverso l’acqua che stava bevendo, tanto irati erano stati i suoi occhi.
“Ah, sì?” lo aveva sentito sibilare “Io sarei un vigliacco?” mentre lui si stava ancora riprendendo dal quasi soffocamento, tossendo talmente forte da farsi cascare gli occhi, per poter essere in grado di rispondere.
“Molto bene. Molto. Bene.”
Incapace di muoversi, lo aveva visto prendere la giacca e dirigersi alla porta di ingresso. “Vedremo chi sarà il vigliacco.”. Ed era uscito sbattendo l’uscio con forza.
Cazzo!
E lui aveva provato a chiamarlo per tutta la mattina e metà pomeriggio, ma non gli aveva mai risposto. Ed era stato allora che aveva cominciato a preoccuparsi. A dirla tutta, si era preoccupato già da prima. Quando si accusava Yuzo di codardia, il cervello del portiere si spegneva ed andava in loop su un unico comando: dimostrare il contrario. A costo di ammazzarsi, ma doveva dimostrarlo.
E stavolta ci stava quasi riuscendo.
Ad ammazzarsi!
E stava per far crepare di infarto anche lui, che restava a braccia conserte, sguardo allucinato e piede tamburellante nell’abitacolo della sua macchina guidata da Hajime, visto che lui, in quel momento, non sarebbe stato in grado di portare nemmeno un triciclo.
“Quanto manca?! Eh?! Quanto manca?!” gridò le ultime parole con tono semi-isterico.
Taki alzò gli occhi al cielo, sospirando. “Non molto ormai. A breve dovremmo vedere il ponte.”
“Oddio!” sibilò, girando a scatti la testa come fosse una bambola rotta. “Il ponte!” gracchiò ancora, prima di cominciare ad urlare preda di un nuovo attacco di isteria acuta, affondando le mani nei capelli spettinati. “Ma come gli è venuto in mente?! Eh?!
Takeshi Kishida si affacciò dal sedile posteriore, con tono di rimprovero. “Così la prossima volta impari a dire scemenze!”
Ed intanto Teppei, di fianco al difensore della Shimizu, se la rideva filmando l’intera scena con la mini-videocamera.
“Eddai che sarà mai?” intervenne Hajime “Il bunjee-jumping lo fanno tutti…”
NO!” gridò Mamoru, raggiungendo toni ultrasonici “LUI, NO!”. Si mordicchiò le unghie “E se si dovesse rompere l’elastico?! Ommioddioh! Chefaròchefaròchefarò?!” e si spettinò i capelli, intricandoli ancora di più.
Teppei zoomò sulla sua espressione: nemmeno un padre davanti la sala parto era così disperato. E quei capelli sconvolti, che sembravano un covo di serpi, lo rendevano ancora più comico. Ridacchiò senza ritegno, attirandosi un’occhiataccia da mastino ed un ringhio.
Poi, Mamoru tornò a guardare la strada e l’asfalto davanti a loro. “Io non raccoglierò le sue ossa se si dovesse spiaccicare!” inveì furente, per poi riflettere un attimo su quelle parole ed incurvare pericolosamente le labbra verso il basso. “E se si spiaccica?!”
“Non si spiaccica…” tentò di rassicurarlo Hajime, ma lui cominciò a piangere come un disperato.
ODDIOH! SI SPIACCICAH! ED E’ SOLO COLPA MIAH!
“Eccolo che ricomincia…” sospirò Takeshi, prima di allungare una mano alla sua sinistra. “Kleenex.”. Teppei gli passò la confezione. Kishida ne estrasse un paio, dandoli al difensore dei Marinos che continuava a piangere.
“Sono un coglione!”
“Amen.” accordarono in coro gli altri tre derelitti che Mamoru si era letteralmente trascinato dietro.
Volenti o nolenti non avrebbero potuto di certo lasciarlo solo in quelle condizioni.
Hajime se l’era visto piombare davanti casa, guidando come un ubriaco ed investendo il bidone dell’immondizia.
Lui, Teppei e Takeshi erano nel giardino a giocare a carte ed erano rimasti in silenzio tombale quando i freni dell’auto di Mamoru avevano cominciato a stridere per il troppo sforzo e si era caricata il bidone, fermando la sua corsa semi-posteggiandosi sul marciapiede.
Lentamente ne era uscito il Numero Otto della Nazionale che a stento si reggeva sulle gambe, il respiro affannato ed i capelli sconvolti; li aveva guardati con occhi spiritati.
“Ho fatto un guaio!” aveva esordito, trascinandosi come uno zombie nel vialetto per poi accasciarsi al suolo, affondando le ginocchia nell’erbetta rada del prato e cominciando a piangere.
Teppei aveva sospirato “Hanno litigato.”
Mentre Takeshi aveva scosso il capo con rimprovero “Che gli hai detto, Mamoru?”
“Avrà parlato a sproposito, come al solito.” aveva affermato Hajime con nonchalance, pescando un’altra carta dal mazzo.
“Non lo trovo più! Enonmirispondealtelefono!” aveva risposto lui sempre più disperatamente, parlando a raffica.
“Senti, ti dispiacerebbe piangere anche di là? Così mi annaffi il giardino!” l’aveva preso in giro l’attaccante dei Verdy, ridacchiando.
Poi, finalmente, il cellulare di Mamoru aveva cominciato a squillare, facendogli illuminare gli occhi. Con foga lo aveva estratto dalla tasca, rischiando di farselo cadere dalle mani un paio di volte prima di leggere il display.
Yuzo.
E si era alzato subito, balzellando come una cavalletta, mentre gli altri avevano scosso il capo e ripreso a giocare.
“Pronto?Amoredovesei?!Tiggiurochenonlodiròmaipiù!Maoradimmidovecazzoseimaledettobastardo!” aveva inveito, passando da un tono di supplica disperata ad uno furente.
La voce all’altro capo aveva risposto quasi gridando, cercando di sovrastare un forte fruscio simile ad un sibilo acuto.
“Mi dispiace, ma sono deciso ad andare fino in fondo.”
“Fino in fondo a cosa?! Ma dove accidenti sei?! Cos’è questo vento?!” aveva replicato.
“Sono sul ponte della strada per il Monte Fuji e sono pronto a saltare. Vuoi venire a goderti lo spettacolo?!”. Glielo aveva detto con un tono quasi divertito, mentre lui aveva cercato di realizzare le sue parole.
“Salt… saltare?! IO TI AMMAZZO! NON MUOVERE UN MUSCOLO FINO A CHE NON ARRIVO! HAI CAPITO?!” ed aveva chiuso la comunicazione, sotto lo sguardo perplesso degli altri tre che se l’erano visto ripiombare verso di loro, sbattendo le mani sul tavolino. Le carte erano volate, disseminandosi sul prato e concludendo forzatamente la loro partita.
“Hajime!” aveva tuonato Mamoru, facendolo sobbalzare “Quale cazzo è la strada che porta al Fuji?! Tu la conosci?!". L’altro aveva annuito lentamente. “Ok! Guida!”
“Guida?!”
GUIDA!
“Sì, sì, stai calmo!” si era alzato di corsa l'attaccante dei Verdy “Ma si può sapere che diamine sta succedendo?!”
“Quello si vuole ammazzare!” aveva risposto Mamoru tra le lacrime.
“Cosa?! Yuzo?! Ma smettila!” l'altro era salito sulla vettura “Non ci credo nemmeno se lo vedo!”
“Ha detto che si butta dal ponte che porta al Fuji!”
Hajime ci aveva pensato un po’, prima di esclamare “Ma che suicidio!”. Poi aveva cominciato a ridere “Su quel ponte fanno il bunjee-jumping!”
Mamoru lo aveva guardato, sgranando gli occhi. “Il… che?!”
“Massì, il salto con l’elastico. Non si ammazza, stai tranquillo.”
“Questo lo vedremo! E muoviti a partire!”
Taki aveva sospirato, lanciando un’occhiata agli altri due. “E voi che fate?! Non vorrete lasciarmi da solo con questo esagitato, vero?!” li aveva guardati quasi supplichevole.
Takeshi e Teppei si erano scambiati uno sguardo di intesa ed erano balzati in piedi, mentre l’attaccante del Cerezo Osaka aveva esclamato “E chi se la perde questa scena!”

“Mamoru, scusa se te lo dico…” esclamò ad un tratto Teppei “…ma se si spiaccica da quell’altezza, col cazzo che ritrovi le ossa!”
Due occhi grondanti lacrime lo guardarono estremamente terrorizzati, mentre il labbro inferiore cominciò a tremare. E giù, di nuovo, un pianto disperato.
“Teppei, cazzo!, tappati quella fogna!” inveì Hajime, mentre Takeshi gli lanciò la scatola di kleenex sulla testa, borbottando.
“Ma allora lo fai apposta?!”
“Ahio!” si lamentò l’altro “Ma io ho solo detto la verità!”
“E TACI!” tuonarono nuovamente in coro.

Lanciò un’occhiata alla sua destra, mentre il tipo gli stava fissando l’imbracatura e controllando i moschettoni. Uno spiffero di vento freddo gli scompose i capelli corti.
“E’ bello alto, vero?”
Yuzo osservò l’uomo dalle spalle larghe e la folta barba scura che gli sorrideva da sotto i baffoni. Lui rispose al suo sorriso, annuendo. “Già.”
“Sei sicuro di volerlo fare?” domandò ancora, portandosi le mani ai fianchi dopo essersi accertato che fosse tutto a posto.
“Sì. Assolutamente.” replicò Yuzo sempre sorridendo ed avvicinandosi al parapetto.
Sì. Era alto. L’acqua sottostante fluiva veloce, sgattaiolando tra alcune rocce in emergenza.
“Il motivo?”
Il suo sorriso divenne una specie di ghignetto malevolo. “Qualcuno mi ha dato del vigliacco…”
L’altro fece schioccare la lingua tra i denti, battendogli una pacca sulla spalla “Naaa! Bad boy! Bad boy!” e lui rise di gusto.

Per i successivi dieci minuti, la calma sembrò nuovamente regnare nella vettura, con buona pace di Taki che, finalmente, riusciva a tenere d’occhio la strada senza dover placare quel salice piangente di Izawa.
D’un tratto, la loro meta entrò nel raggio visivo ed il guidatore tirò un lungo sospiro.
“Ci siamo.” disse, mettendo l’altro sull’attenti “Ecco il ponte.” ed indicò la struttura che diveniva sempre più vicina.
Mamoru la adocchiò, cominciando ad agitarsi sul sedile, mentre Hajime svoltò per una strada secondaria che li avrebbe portati alla base della costruzione affacciante su uno dei corsi d’acqua che scendevano direttamente dal vulcano.
Sulla sommità del ponte si potevano vedere numerose persone radunate ed altrettante attendevano, dabbasso, che gli altri spiccassero il volo.
Il difensore dei Marinos appiccicò la faccia al vetro per vedere se riusciva a scorgere il suo Yuzo tra i folli suicidi. Quando si accorse che sarebbe stato proprio lui il prossimo a saltare, cominciò a grattare sul vetro, urlando “Oddioh! Quello si buttah!
“Accidenti, Mamoru! Ma usa il pulsante, no?!” sbottò Hajime, allungando una mano per abbassargli il finestrino, ma l’altro non lo calcolò nemmeno e, appena ebbe spazio abbastanza, si affacciò di mezzo busto col rischio di cadere dall’auto in corsa.
YUZO MORISAKI! MALEDETTO DISGRAZIATO! TE LO DO IO IL BUNJEE-COSO!” si mise ad urlare, attirandosi l’attenzione di tutti i presenti.
“Oddio, che vergogna…” si mortificò Takeshi, nascondendo il viso in un mano, mentre Teppei non smetteva di riprendere, spanciandosi dalle risate.
Yuzo rimase ad osservare il difensore che gridava come un ossesso, mentre la macchina rallentava lentamente posteggiandosi insieme a quelle degli altri spettatori. Sorrise della sua espressione disperata e furente al contempo, mentre il tizio con i baffi inarcò un sopracciglio.
“Dimmi, ragazzo, è quella la persona di cui mi parlavi?”
“Esattamente.” annuì, continuando a sorridere.
“Ma è un pazzo?!”
“No, è il mio fidanzato.”
L’uomo annuì piano, battendogli un’altra pacca sulla spalla “Condoglianze, figliolo.”
Intanto, Hajime aveva parcheggiato e spento il motore, mentre Mamoru continuava a sbraitare.
“Non ti muovere!” ed aveva i movimenti talmente scoordinati che non sapeva se uscire dal finestrino o rientrare ed usare la portiera. Aprì quest’ultima dalla maniglia esterna, rimanendo incastrato a metà ed oscillante insieme allo sportello.
Cazzarola!Maccheddiamine!” masticò sotto gli sguardi divertiti di tutti i presenti, che ridevano poco rispettosamente, ed Hajime, che avrebbe voluto sprofondare.
Finalmente Mamoru riuscì a liberarsi, sproloquiando improperi, e si fermò nello spiazzo dove il pubblico restava in attesa.
TU! SCENDI IMMEDIATAMENTE DA LI'!” cominciò ad inveire contro il portiere.
“Oh sì, sta’ tranquillo adesso arrivo.” gli fece presente l'altro che scavalcò il parapetto, mentre lui lanciò un urlo alzando le mani.
NOOOOH! FERMATI! NON DA QUELLA PARTE!” specificò, mettendosi le mani nei capelli “CI TIENI COSI’ TANTO A FARMI MORIRE DI INFARTO?!
Yuzo rise. “Ma se sono io a dover saltare!”
NON ME NE FREGA NIENTE! SCENDI DA LI' O VENGO SU A PRENDERTI E SE LO FACCIO… PUOI COMINCIARE A SCAVARTI LA FOSSA!
“Non arriveresti nemmeno a metà, sarei già bello penzolante!”
NOOO!”. Mamoru si buttò in ginocchio con le mani strette avanti a sé ed il tono supplichevole. “TIPPREGO! PARLIAMONE DAVANTI AD UNA TAZZA DI QUELLO SCHIFOSISSIMO TE’ CHE TI PIACE TANTO! NON VOLEVO OFFENDERTI TE LO GIURO!
Ma il portiere della Shimizu scosse il capo con decisione. “Mi dispiace, ma non mi tiro indietro. E che questo ti serva di lezione per la prossima volta!” e, detto ciò, fece un profondo respiro prima di allargare le braccia e lanciarsi nel vuoto.
Mamoru balzò in piedi talmente terrorizzato che non riuscì a dire nemmeno una parola, e rimase con le mani spalancate e le dita contratte  per la tensione, gli occhi che erano divenuti enormi per catturare ogni singolo istante e la bocca aperta che non riusciva ad incamerare aria.
“Wow! Che spettacolo!” esclamò Teppei, riprendendo il volo di Yuzo “Quasi quasi lo provo anche io!”
Mamoru si arpionò al braccio di Hajime di fianco a lui. “Oddios’ammazza!Oddios’ammazza!Oddios’ammazza!” mentre il portiere era ormai a testa in giù e stava per arrivare al massimo punto di tensione dell’elastico, che poi lo avrebbe strattonato nuovamente verso l’altro.
“S’ammazza?!” fece eco Taki “Ma se si sta divertendo come un matto a giudicare da come ride!”. Ed infatti il giocatore della Shimizu mischiava risate a grida di assenso, mentre faceva su e giù per un paio di volte, prima di rimanere ad oscillare nel vuoto.
“Hai visto? È andato tutto bene.” sentenziò Hajime con un tono accondiscendente e Mamoru allentava la morsa con cui gli stringeva il braccio, senza però staccare gli occhi di dosso a Yuzo che veniva lentamente tirato sul ponte.
“Non… si… è… ammazzato…” biascicò come ipnotizzato.
“No, non si è ammazzato.”
“Sta… bene…”
“Sì.” ed Hajime lo guardò inarcando un sopracciglio.
“Ok…”
“Mamoru… ti senti bene? Sei pallido…”
“Sto benissimo…” disse, prima di accasciarsi al suolo come un peso morto.
Hajime rimase a guardarlo con tanto d’occhi per qualche secondo, per poi esclamare “Oh mamma! E’ svenuto!”

“E questo è il lancio alla Tsubasa!”
“Forza Teppei, ti sto riprendendo!”
IL PALLONE E’ IL MIO MIGLIORE AMICOOOOOUHOHUHOHUHOHUHOH!
Quegli schiamazzi gli fecero arricciare il naso, nel momento in cui riapriva lentamente gli occhi.
Un’immagine fugace, il profilo di Yuzo che guardava altrove e rideva.
Poi, nuovamente un attimo di buio mentre cercava di riprendersi, sbattendo le palpebre.
“Oh, ben svegliato, Raperonzolo.”
Ora il portiere lo stava guardando e lui mise a fuoco il suo viso sorridente, prima di avere come un flash di tutto quello che era successo che lo svegliò del tutto. Come un lampo gli gettò le braccia al collo, stringendolo talmente forte che per poco non lo fece cadere all’indietro da quelle assi di legno sulle quali erano seduti.
“Stronzoidiotadeficientepazzocoglionebestiastupidatestadicazzoimbecillebabbeodecerebrato!”
“Evviva. Qualcos’altro?”
Mamoru gli tappò la bocca con un bacio, tenendogli stretta la testa tra le mani, e non sembrava per nulla intenzionato a fargli riprendere fiato per i prossimi venti minuti.
“Mam… phf! Fon… refpir…” Yuzo fece uno sforzo sovrumano per scrollarselo di dosso e sbottare “Accidenti, Mamoru! Volevi soffocarmi?!”
Il giocatore dei Marinos lo agguantò per il bavero della maglia, aggrottando le sopracciglia. “Pure?! Pure questo devo sentirmi dire?! Dopo che stavo quasi per morire di infarto a causa tua?!”
“Eddai, ora non essere melodrammatico…”
Tsk! Melodrammatico! Io!” cominciò a rimbrottare, agitando minacciosamente l’indice sotto al suo naso, per poi guardarlo fisso negli occhi un paio di secondi, ed abbracciarlo di nuovo a mo’ di cozza allo scoglio. “Io mi sono preoccupato! Non farlo mai più! Hai capito?!”
Yuzo sospirò, mentre Hajime scuoteva il capo rassegnato e lui ricambiava il suo sguardo, stringendosi nelle spalle. “Dai… mi dispiace, va bene?” rispose, stringendolo a sua volta e cercando di rabbonirlo. “Ma non credevo che fossi così apprensivo!”
“Invece, sì!” mugolò Mamoru con piglio infantile.
Yuzo sorrise. “Ma il bunjee non è così pericoloso, sai?” e gli indicò l’alto del ponte dove una metà della Coppia D’argento stava preparandosi a fare l’ennesimo tuffo. “Guarda Teppei! Quello è il quinto salto che fa! Prima ha fatto il ‘tuffo alla Gamo’…” rise “…ed ha cominciato ad urlare ‘Non vincerete mai il mondialeeee’!” facendo sorridere anche Mamoru che sospirò, assumendo una postura più composta, ma senza perdere il piglio offeso.
Rimase per un po’ con le braccia conserte e la punta del piede che smuoveva un sassolino, prima di lanciarlo lontano.
“Scusami anche tu…” disse ad un tratto “…non dovevo darti del vigliacco… ma ti sei più che vendicato!” sbuffò, mettendo il broncio.
“Sai cosa?” rispose Yuzo con sguardo luminoso e un sorriso a trentadue denti “Ho scoperto che questi ‘sport estremi’… non mi dispiacciono per niente! Perché non facciamo qualcosa insieme?!”
CHE COSA?!
“Sì! Che so… un po’ di parapendio…”
“Ma parappenditi fuori dal balcone, va!”
“Eddai!” lo tirò il portiere per una manica “Prima, il responsabile del bunjee-jumping, mi ha parlato di una cosa fighissima che fanno a Gunma! Che ne dici? Ti andrebbe di-…”
NO! Scordatelo! Qualunque cosa sia, la risposta è NO! N. O. Un rifiuto, una negazione! NO!
“Ti prego…” lo supplicò Yuzo “…non ti piacerebbe fare qualcosa insieme?”
“Certo! Ci sono tante cose che possiamo fare insieme! Il sesso, per esempio! Preferirei di gran lunga rotolarmi con te nelle coperte, che rischiare la vita appeso da qualche parte!” e girò il viso altrove, con gesto irritato. Yuzo non rispose, ma Mamoru lo sentì sospirare e lo inquadrò con la coda dell’occhio.
Fece schioccare la lingua tra i denti, sbuffando. “Non provarci, sai?! Non cominciare a guardarmi in quel modo!” prese a sbraitare “Non fare quegli occhioni da cucciolo bastonato, infame, vile carogna!” ma il portiere era deciso a farlo cedere, e sapeva come l’altro fosse arrendevole quando gli vedeva uno sguardo mortificato – se doveva essere bastardo, doveva esserlo fino in fondo! - .
“Dai… solo per questa volta… per favore!”
NO! Ho detto di no e non torno indietro!” tentò di auto-convincersi il difensore, invano “Io non cedo! Io…”
Mamoru sospirò, passandosi una mano sul viso, prima di aggiungere in tono deciso “Sia chiaro: niente bunjee-coso, B.A.S.E.-coso, free-coso! Niente parapendio, deltaplano o tuffo-a-volo-d’angelo! Se devo fare qualcosa di estremo, non voglio farlo a trecento metri di altezza! Ok?!”
Il portiere si illuminò, annuendo. “Ok! Niente altezze folli!”
“Ok.”
“Quindi… è un ‘sì’?!”
“Sì… lo è.”
“Davvero?!”
“Sì.”
“Me lo giuri?!”
Mamoru ruotò gli occhi al cielo. “Sì, te lo giuro!”
L’altro parve improvvisamente titubante. “Ma… non è che poi mi odierai perché ti ho costretto a fare una cosa che non volevi?”
Il difensore sorrise, scoccandogli un’occhiata affettuosa. “No, non ti odierò. Hai detto Gunma?”
“Sì, la Prefettura di Gunma! È vicino, in una giornata andiamo e torniamo! Se vuoi, possiamo anche passare la notte lì…”
Le labbra si incurvarono in un’espressione maliziosa “Vedremo…”
“Ci andiamo domani?!”
“Domani?!” fece eco il giovane “Così presto?!”
“Sì! Tanto, mi ha detto il signore che le attrezzature te le forniscono direttamente loro.” ed il portiere era super-galvanizzato all’idea.
Mamoru ci pensò, per poi stringersi nelle spalle. “Va bene. Prima lo facciamo, prima possiamo tornarcene a casa…”
Yuzo balzò in piedi esultate, alzando le braccia al cielo. “SIII! E DOMANI: RAFTING!
In sottofondo si sentì solo uno smadonnamento confuso.

 

Fine

 

PostNota: Che il Messi-AH! sia sempre con voi! XD Lode al Sommo! XD
Comunque, il rafting lo fanno davvero nella Prefettura di Gunma, lungo il Tone River! XD

   
 
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