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Autore: lafatablu    25/01/2013    1 recensioni
Timeline: 4 anni dopo Not Fade Away
Pairing: Angel & Buffy (ovviamente)
Summary: Né la neve, né la pioggia, né il caldo, né le tenebre della notte, possono fermare i corrieri sulla via reale. (Erodoto – V secolo a.C.) Ci sono angeli e demoni che camminano sulla terra. Alcuni di loro lavorano per l'ufficio postale. Gli Oracoli vivevano sotto l'ufficio postale. Vi ricordate? Si, centra anche questo.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allen Francis Doyle, Angel, Buffy Anne Summers, Connor, Cordelia Chase
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'A N G E L ~ Soul & Love ~'
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Parte 28

 

Angel sentì quel pensiero scoppiargli nel cuore. Connor. Il suo sorriso si spense. Perché lui non era lì? Se nessuno di loro aveva vissuto quella vita, se tutto era stato solo un sogno, allora Connor non era mai nato. Per questo al campus nessuno sapeva di lui. Suo figlio non era mai esistito. Perché non l’aveva capito prima? Si alzò e camminò come un automa verso la hall.

C’è sempre un pezzo da pagare, pensò. Ma questo era un prezzo troppo alto. Non poteva accettarlo. Riuscì ad arrivare alla reception e chinando la testa, si appoggiò al bancone.

“No.. per favore no.. ti prego.. no.. Buffy.. non può essere vero..” Mormorò. Furono subito tutti intorno a lui. Buffy lo fece sedere sul divano e lo abbracciò con tutto l’amore di cui era capace. “Sono qui.. va tutto bene..” Ma il suo reale pensiero fu. No, così non va bene. Non va affatto bene.. troppe emozioni.. troppe e tutte insieme. “È meglio se lo aiuti a tornare su.. deve risposare..” disse Doyle

“No.. non è niente.. sto bene..” disse Angel, conscio di mentire.

“Non stai affatto bene” disse Buffy, “Sei pallidissimo e stai tremando”

“Io.. Buffy c’è qualcosa che devo dirti.. Io.. ti ho accennato qualcosa prima.. ”

“Quel tuo mondo.. in cui hai creduto di vivere?”

“Si, loro sono tutti qui e non so dirti quanto sono felice di questo. Sono tutti qui, tranne uno. Manca qualcuno.. qualcuno che era con me in quella mia vita. Qualcuno che amo moltissimo. Lui è..”

“..è la persona che volevi farmi conoscere, non è vero?”

“Si.. è lui, ma non è qui. Lui non può essere qui, perché qui.. lui non è mai esistito..”

Abbassò lo sguardo, sconfitto. Ancora una volta, il mondo gli crollava addosso e ancora una volta sentì il peso della colpa. “Avrei dovuto saperlo.. c’è sempre un pezzo da pagare”

“No, Angel.. non dire così, mi spaventi..”

Doyle fece un cenno con la mano, per indicare agli altri che era meglio lasciarli soli. Tornarono in cucina e Lorne li rassicurò dicendo che non c’era nulla di cui preoccuparsi “Fra pochi minuti, a quel ragazzo gli scoppierà il cuore” Cordelia lo batté su un braccio “Ma che dici?” Lui sorrise “Dico in senso figurato, tranquilla pasticcino.. a quel ragazzo gli scoppierà il cuore.. ma tutto è bene quel che finisce bene..”

Intanto Angel stava in silenzio, a capo chino. Non riusciva a guardare Buffy negli occhi. Poi ruppe il silenzio e con un filo di voce, forse più a sé stesso che a lei, disse.

Io avevo un figlio

Buffy chiuse gli occhi come a trattenere il dolore. Lui aveva creduto di vivere una vita intera, un vita dove era diventato padre, era riuscito a crearsi una famiglia, e sebbene non fosse reale, ciò non significava che fosse meno doloroso. Pensare di aver perso qualcuno che si ama, perdere un figlio, era la cosa più dolorosa che lei potesse immaginare. Ma pensò anche che col tempo, il loro bambino, il loro figlio reale, lo avrebbe aiutato a superare il dolore.

“Angel.. c’è una cosa che devo dirti..”

“Io avevo un figlio, Buffy.. l’ho perduto un infinità di volte.. e ora l‘ho perso di nuovo.. ”

Come spesso accadeva, era sempre durante i momenti più duri, che lei riusciva ad attingere forza dall’intuizione ..e si affidò al suo istinto. Già da un po’, lei aveva intuito che durante il coma, Angel aveva creato un mondo di fantasia, ma per farlo aveva attinto dalla realtà circostante. Ecco perché pensava di conoscere già Lorne e gli altri. Loro andavano spesso a parlare con lui, e Angel, in base a ciò che percepiva dal mondo reale, aveva creato delle storie su loro, che per lui rappresentavano le esperienze di una vita vissuta. Doveva essere così anche per quel figlio immaginario. Era certa che se gli avesse chiesto il suo nome, lui avrebbe pronunciato il nome di loro figlio. Forte di questa nuova consapevolezza, decise di dirgli tutto. Non poteva aspettare oltre.

“No.. non è così, tu non l’hai perduto. Tuo figlio, nostro figlio è qui, Angel. Lui è qui e sta bene”

“Tu.. sai di Connor? Tu l’hai già incontrato? Lo conosci? hai parlato con lui?” Chiuse gli occhi solo un momento, e poi realizzò cosa avesse appena detto Buffy “Nostro.. Figlio?”

Buffy scoppiò in un pianto liberatorio, erano lacrime di gioia. Connor. Angel aveva usato il nome del loro bambino e questo confermava che la sua intuizione era giusta. “Si Angel.. nostro figlio. Lui è nato dal nostro amore. Quel giorno di sei anni fa, la vita ci ha allontanato nel modo più orribile che potesse fare, ma abbiamo ricevuto un grande dono in cambio. Un figlio. Lui è nato cinque anni fa. È nato il 21 Luglio di cinque anni fa. È un bambino bellissimo.. era con lui che volevo andare a pranzo con te.. in quel laghetto di cui hai parlato, e tu volevi che conoscessi lì, quel figlio che credevi perduto.” Sorrise e gli accarezzò il viso “Ancora non sapevamo che stavamo parlando della stessa persona.. e questo deve avere un suo senso. Non può solo essere una coincidenza.”

Angel non riusciva a credere a ciò che sentiva. Era anche consapevole di non avere il controllo completo dei suoi ricordi. C’erano delle zone d’ombre e molte riguardavano Connor. Era certo che lui gli avesse detto molto di più di quella visione, ma non ricordava cosa. Sperò solo che questa sorta di amnesia, fosse una fase transitoria, perché non voleva dimenticare niente della sua vita passata. Ricordò frammenti dei suoi ultimi momenti con Connor, e ricordò di avergli promesso che non lo avrebbe mai dimenticato. E come avrebbe potuto? Come si poteva dimenticare un figlio? In quel momento aveva sentimenti contrastanti e si sentì ancora confuso e disorientato, ma ciò che diceva Buffy, era una cosa così bella e inaspettata, che pensò che il cuore stesse per scoppiargli in petto.

“Lui.. lui dove è adesso? Voglio vederlo subito..” disse sottovoce.

“Fra un po’ sarà qui.. è a scuola, cioè.. non proprio scuola.. va alla scuola materna.. insomma una specie di.. asilo infantile..”

Angel rise, sapeva che cercava di aiutarlo, lei non voleva che avesse paura, e l’assecondò. “Buffy, so cosa è una scuola materna.. avevo un figlio.. e..”

Poi abbassò ancora gli occhi, ricordando i progetti futuri che aveva sognato per Connor, ma lui non andò mai alla scuola materna, né tanto meno al liceo. La sua scuola fu una dimensione demoniaca e il suo unico insegnante, fu uno folle psicopatico assettato di vendetta, ma preferì non dirlo a lei. Invece parlò delle lettere, sperando che lei lo aiutasse a ricordare.

“In quella lettera hai scritto qualcosa..” disse Angel ancora visibilmente turbato, “..qualcosa che non riesco a ricordare bene. Parlavi di una cosa bella, ma volevi aspettare che io tornassi per parlarmene.. era questo che volevi dirmi? Volevi dirmi di nostro figlio?” Lei annuì, pensando che doveva abituarsi ad ascoltare i suoi strani discorsi. Lui parlava di un'altra vita e lei non vedeva alcun motivo per non accettarla come reale. Per Angel lo era stata, e lo sarebbe stata anche per lei. “Se avessi potuto inviarti una lettera, ti avrei certamente parlato di lui. L’ho scritto sul mio diario però, ho scritto tutto.”

“Lui.. ha già cinque anni.. voglio vederlo Buffy.. voglio vederlo subito. Ho.. ho perso ancora parte della sua vita.. non l’ho visto nascere.. non l’ho visto crescere.. la storia si ripete ancora, è come una.. maledizione..”

Buffy lo abbracciò, avrebbe fatto di tutto per eliminare quel dolore dai suoi occhi. “Lo conoscerai adesso. Lo so che non l’hai visto nascere, ma lo vedrai crescere da oggi in poi..”

“Come.. come si chiama?” Chiese ancora Angel con un filo di voce “Che nome hai scelto per il nostro bambino?”

“Connor” urlò Willow, entrando trafelata nella hall dell’Hotel Hyperion 

“Non correre così” Alzò le spalle, quasi a volersi scusare con Buffy, “È sgusciato via dalla macchina, tuo figlio è più veloce di una lepre. Scusami, ma non sono riuscita a fermarlo” disse ancora Willow.

“Mamma..”

Angel scattò in piedi e ciò che vide e udì, lo lasciò senza fiato. Connor. Fu quello il suo unico pensiero. Buffy aveva scelto quel nome? Lo stesso che aveva scelto lui? Il cuore, per un momento smise di battere, per riprendere subito dopo, ad un ritmo vertiginoso. Era Gioia. Seppe che era lui, ancor prima di vedere bene il suo viso. Era Connor. Il suo Connor.

Il piccolo corse verso la madre, e lei si precipitò da lui, chinandosi per abbracciarlo. “Va tutto bene, Willow. Aveva solo fretta di abbracciare la sua mamma..” disse Buffy. Con un sorriso, mascherò l’ansia, per ciò che sapeva sarebbe accaduto da lì a breve. Cercò di prendere tempo, non voleva che suo figlio fosse turbato, nel vedere all’improvviso suo padre, proprio davanti a lui.

Accidenti, avrei dovuto prepararlo a questo. Avrei dovuto dirgli che oggi poteva accadere che Angel si risvegliasse, pensò.

“Cosa hai fatto oggi? Ti sei divertito a scuola?” Lui annuì e abbracciò ancora la madre, “Ho bevuto tutto il succo.. poi David ha fatto i dispetti e Mark non voleva prestarmi la colla..

Angel riuscì a sentire vagamente un ridacchiare sommesso, e la voce di un bambino che diceva “..poi Connor gli ha picchiati, però non molto..”

Willow e Oz risero e poi spostarono lo sguardo da Buffy ad Angel. Non sapevano se correre da lui ad abbracciarlo o se rimandare a dopo. Forse era meglio lascarli soli. Quella era la prima volta che Angel vedeva suo figlio, e scelsero la seconda opzione. Willow salutò allegramente Angel, agitando la mano velocemente, poi lei e Oz raggiunsero gli altri, che stavano appena fuori la porta della cucina.

Solo allora Angel notò il piccolo dai capelli rossi, che si nascondeva dietro a loro. Sorrise. Tommy, pensò fra sé.

La sua attenzione però, era totalmente focalizzata su Buffy e sul piccolo che rideva con lei. “No mamma, non gli fatto molto male.. ma non voglio più andare a scuola senza la colla..”

La sua voce era limpida e la risata cristallina. Ad Angel venne in mente la vastità dell’oceano e il sole caldo sulla pelle. Avanzò verso loro e rimase un passo dietro a Buffy. Lei stava ancora chinata su suo figlio, ma sapeva che Angel era proprio dietro a lei. “Va bene, Connor.. dopo mi racconti tutto per bene. Ora ascolta la mamma, c’è.. c’è una persona che vuole salutarti.. lui è il tuo..”

“..papà” disse sottovoce Connor, spalancando gli occhi per la sorpresa.

Buffy sapeva che era inutile continuare a parlare. Nell’istante in cui Connor sollevò lo sguardo oltre le sue spalle, lui comprese perché oggi non sarebbe dovuto andare a scuola. Suo padre si era svegliato, e lui non era lì quando era accaduto. Avrei dovuto fare i capricci e piangere più forte, forse la mamma mi avrebbe ascoltato. Lo sapevo che papà sarebbe tornato oggi, io l’ho visto nel mio sogno.

Angel fece ancora un passo in avanti, ora era proprio accanto a lui. Il viso parzialmente coperto dalle spalle di Buffy, non gli permettevano di vedere bene, e per un attimo fu colto dal panico. Forse non era lo stesso Connor, ma per quanto cercasse di razionalizzare, fallì miseramente. Non aveva importanza adesso, lui era suo figlio. Suo e di Buffy. Continuò a guardarlo dall’alto, con lo sguardo smarrito, cercando un qualche segno di riconoscimento. I capelli erano certamente dello stesso colore del suo Connor, ed erano lisci proprio come i suoi. Il piccolo sollevò ancora lo sguardo e vide gli occhi di suo padre brillare.

Perché il suo papà piangeva? Non era contento di vederlo? Era forse arrabbiato con lui?

“..Connor” disse Angel, sorpreso e confuso.

Connor gli sorrise, e per la prima volta in vita sua, vide suo padre rispondere al suo sorriso, con altro caldo e luminoso sorriso. Fu sufficiente questo, fu sufficiente guardare i suoi occhi e sentire la sua voce, e Connor seppe che non era arrabbiato. Lasciò le braccia della madre e corse dal padre, mentre Angel si inginocchiò davanti a lui, pronto ad accoglierlo fra le sue braccia. Connor nascose il viso nell'incavo della spalla di Angel e si aggrappò al suo collo. Il suo papà era tornato ..doveva raccontargli tante cose, doveva dirgli che ora, avrebbero smesso di ridere di lui a scuola ..doveva dirgli che ora sapeva di non essere più solo.. il suo papà lo avrebbe difeso. Ora ci avrebbe pensato lui, a mettere a posto i suoi compagni dispettosi ..ma soprattutto voleva dirgli che gli voleva bene. Invece disse solo.

“Ciao, papà”

“Ciao, piccolo”

Fu tutto quello che Angel riuscì a dire. Lo stringeva forte, poggiando una mano sulla sua nuca, mentre gli baciava i capelli. Lo stringeva e lo baciava e poi lo stringeva ancora, mentre continuava a ripetere il suo nome più e più volte. Il cuore gli scoppiò in petto ancora una volta, non riusciva a trattenere le lacrime, ma non voleva neanche spaventarlo. Dio.. stava abbracciando suo figlio ed era una sensazione bellissima. Era Lui, era il suo Connor, ne era certissimo. Sentì il suo odore, lo avrebbe riconosciuto ovunque, era solo più tenue e ricordò di averlo notato anche al suo risveglio.

Certo, deve essere così, pensò. Il suo odore era più dolce e puro, era ancora solo un bambino e soprattutto non aveva conosciuto l’inferno. Angel aveva sempre saputo, che parte delle energie negative accumulate a Quorthot, avevano avvelenato Connor, impregnando tutto il suo essere, anche molti anni dopo il suo ritorno. Nonostante fossero passati anni, in parte erano ancora presenti in lui.

Questo Connor, invece era libero da tutto quell’orrore.

“Ehi, piccolo.. fatti guardare bene..” disse sollevandolo fra le sue braccia. Connor spostò la testa e sorrise, poi afferrò il viso del padre fra le sue manine e lo guardò negli occhi. In quel momento, Angel seppe con certezza assoluta, che era proprio il suo Connor, era solo piccolo, ma era sicuramente lui. Fissando i suoi occhi, per un istante.. un solo istante, Angel ricordò lo sguardo perduto e confuso che aveva visto in suo figlio così tante volte, quel misto di paura, di coraggio e di rabbia, che sempre lo aveva ferito così in profondità. Il suo bambino era forse triste? Poi lo sentì piangere, “No, amore.. va tutto bene, sono qui adesso, non ti lascerò mai più solo, mai più. Connor? Ehi.. campione.. cosa è quel musetto serio?” Lo baciò più e più volte e lo cullò fra le sue braccia. “Connor, guardami.. sono io, sono il tuo papà..”

Connor annuì, prendendosi tutte le coccole. Aveva sognato di lui così tante volte, e ora qui. Adesso a lui poteva dire tutto. Con la sua mamma, non voleva mostrarsi debole, non voleva che lei piangesse per lui. Connor aveva sempre cercato di proteggere Buffy dal dolore e così fingeva di essere forte, fingeva di essere un ometto, perché voleva difenderla da tutto e tutti, ma con suo padre, sapeva di poter mostrare la sua vulnerabilità. Con lui poteva essere finalmente un bambino. Il suo papà avrebbe protetto la mamma, e lui adesso poteva essere piccolo. Poteva finalmente essere figlio. Angel avrebbe protetto entrambi.

“È David che fa i dispetti, non sono io.. e anche Mark, lui mi tira i capelli. Papà, puoi dirgli di smettere, per favore?

“Oh” Angel aveva l’anima in subbuglio. Il suo bambino gli stava chiedendo aiuto e lui avrebbe fatto di tutto per lui. Avrebbe fatto di tutto per proteggere la sua famiglia. “Certo. Lo farò sicuramente.”

Il sorriso che ora splendeva sul volto di suo figlio, era stupefacente. Lo baciò sulla fronte. “Per prima cosa, devi dire a questi due, che ora il tuo papà è tornato. Domani ti accompagno io a scuola, va bene? così me li fai conoscere. Voglio conoscere anche la maestra e il preside” Il sorriso di Connor divenne risata “Si dice ‘Direttore’, papà, ma lei è femmina, quindi si dice ‘Direttrice’, però è molto severa e anche antipatica.. sembra una stregaccia, non come zia Willow” Connor fece una smorfia, imitando le streghe cattive e Angel e Buffy risero, mentre lei accarezzò il viso di Angel. Vedeva l’emozione nei suoi occhi ed era tutto ciò che voleva vedere.

Impazzì di gioia. In quel momento, Angel impazzì di gioia. Quando incontrò ancora gli occhi di suo figlio, quel blu limpido e pieno di casta innocenza, improvvisamente ricordò tutto. Ricordò gli ultimi mesi, fin nei minimi particolari. Ricordò che Connor era certissimo che Buffy fosse sua madre, ricordò i discorsi su Tommy, ricordò il contenuto delle lettere e soprattutto ricordò gli ultimi momenti con suo figlio. Ricordò, con limpida chiarezza le sue ultime parole. Noi non svaniremo. Connor aveva sempre avuto ragione. Questa realtà, era mille volte più luminosa delle loro solitudini e dei loro inferni personali.

Buffy si avvicinò di più a loro, e con movimenti leggeri e rassicuranti, accarezzò ripetutamente la schiena di suo figlio, mentre con l’altra mano, stringeva il braccio di Angel. “Ti avevo promesso che avresti trovato una sorpresa al rientro da scuola, ed era proprio questa..” Connor scosse la testa, sollevando lo sguardo verso la madre “No, mamma.. è stato nonno Doyle che mi ha detto così..”

“Nonno Doyle?” Chiese Angel e Buffy rise “Oh.. è una lunga storia, ma te la racconterà Connor.. Ora andiamo a pranzo? Che ne dite?”

Si alzarono tutti e tre. Videro gli altri che aspettavano davanti alla porta della cucina. Erano tutti lì in silenzio, ognuno di loro aveva guardato la scena, proprio quella che avevano sperato di vedere in tutti quegli anni. Il loro silenzio andava di pari passo con la commozione. Avevano tutti occhi umidi. Nessuno escluso, compreso Nonno Doyle. Angel abbracciò Willow e Oz e si chinò a baciare il piccolo Tommy.

“Io so chi sei” disse il piccolo, con un sorriso furbetto. “Anche io so chi sei” Rispose Angel ridendo.

Cordelia intervenne per spiegare ad Angel, “Li vedi questi due? ..sono due piccole pesti. Sempre insieme, sempre a combinare guai, sono proprio culo e camicia. Tuo figlio e il nostro piccolo Ron Weasley, sono praticamente inseparabili.. dovresti vederli a scuola poi.. mi sorprende che la maestra non abbia ancora chiesto il trasferimento.. perché c’è da impazzire. Non oso immaginare cosa accadrà qua dentro, quando crescerà la bambina di Fred e Wesley” Tutti risero e Oz intervenne in difesa di Connor e Tommy “Sono ragazzi svegli” disse laconicamente.

Angel sorrise a Fred “Hai una bambina? Sono contento” poi rise con Wesley “Ti sei dato da fare, eh?” Fred rispose subito, felice di vedere che Angel era sereno, prima si era spaventata molto nel vedere la sua reazione. “Si, Angel. Ha appena un anno, adesso dorme.. più tardi la vedrai” Intanto, mentre Buffy rispondeva al telefono, Doyle scherzò con Connor, e fece per prenderlo in braccio, ma lui scosse la testa in segno di diniego. Nessuno, neppure Doyle, avrebbe potuto far scendere Connor dalle braccia di suo padre. Non sarebbe sceso facilmente da lì, come scoprirono poi nei giorni seguenti.

Connor stava benissimo la su in alto, e Angel non si faceva certo pregare. Ogni occasione era buona per tenerlo in braccio o per farlo sedere sulle sue ginocchia.

Si sedettero a tavola. “Era mia madre, problemi alla galleria d’arte. C’è anche papà con lei, non possono spostarsi da lì. Nel pomeriggio aprono al pubblico, oggi c’è l’inaugurazione della mostra sugli Egizi. Era molto dispiaciuta, Angel. Credo che abbia detto anche qualche parolaccia, non l’ho sentita così infuriata da quella volta che.. scappai di casa..” Angel la guardò serio “Tua.. madre? Lei è..” Buffy annuì “Si, lei vive da anni a Los Angeles con papà. Hanno deciso così e pare che la cosa funzioni..” Angel voleva dire “Lei è.. viva”, ma scelse il silenzio, limitandosi ad annuire. Ora ricordava bene le lettere, e quindi non fu sorpreso di sapere che i genitori di Buffy stavano di nuovo insieme, fu sorpreso che lei fosse ancora viva. Si rese conto che sapeva ben poco delle loro attuali vite, ma col tempo avrebbe recuperato.

“Possiamo andare noi da loro. Magari nel pomeriggio facciamo una passeggiata e passiamo a salutarli..” Poi guardò Connor “Eh, che ne dici campione? Passiamo a salutare i nonni?”

“Alla galleria? Che noia, papà.. lì non si può correre e poi..” Si avvicinò di più al padre e gli disse qualcosa in un orecchio. Angel rise di cuore. Si, era proprio il suo Connor, sempre con la battuta pronta.

Fingendo serietà, Buffy lo redarguì con sguardo severo “Connor.. ho sentito tutto.. cosa credi? I nonni non sono pallosi ..almeno non sempre.. e loro ti adorano, lo sai.. sei il piccolino di casa. Comunque per oggi, solo per oggi, fingo di non aver sentito e fingo di non vedere che non sei seduto a tavola.. forse però, è anche colpa di papà, non è vero? Va bene, per oggi puoi mangiare seduto sulle sue ginocchia, ma che non diventi un abitudine..” Connor e Angel annuirono seri e lo fecero nello stesso preciso momento. Entrambi sapevano che lei non era davvero arrabbiata. Entrambi la conoscevano bene.

Buffy sorrise, notando quando si somigliassero persino nei gesti. Aveva sempre visto Angel, in certe espressioni di Connor, talvolta anche nelle semplice parole di suo figlio, troppo mature e serie per un bambino così piccolo, ma vedere la loro gestualità adesso, la commosse ancora. Non sarebbe certo stata l’ultima volta ed era felice di questo. Rispose ad Angel “Si, possiamo fare un salto da loro, ma giusto un attimo.. queste cose sugli Egizi ..e Fenici ..e popoli scomparsi da millenni, sono davvero molto noiose.. piacciono molto a Giles, però ..e a Wesley ..e a Fred.. e a Willow. Lorne? A te piacciono?”

La risata di Cordelia la fermò prima che continuasse oltre “Ok, Buffy.. notizia flash, queste cose da museo, piacciono a tutti qua dentro, tranne a me, a te ..e a Connor”

La risata generale coprì le parole di Tommy. “Neanche a me piace la galleria di zia Joyce.. è pallosissimo lì. Non possiamo neanche ridere, non possiamo correre.. poi quelle signore sembrano tutte pallosissime mummie” Connor lo guardò serio. Lui aveva sentito benissimo, lo colpì sul braccio, dicendogli “Smettila di dire parolacce, vuoi che ci puniscano come l’altra volta? Un pomeriggio intero senza TV. Che palle, Tommy.. lo sai che poi fanno quella predica pallos.. noiosa. La conosciamo a memoria..” Anche Angel aveva sentito e ridacchiò in silenzio. Non riusciva ad essere severo con Connor. Non ora.

Poi Buffy sfiorò la sua mano, e poggiò il mento sulle sue spalle. Guardandolo negli occhi, sottovoce chiese “Stai bene?”

Stringendo ancora suo figlio fra le braccia, lui la baciò sulle labbra. Un bacio leggero e delicato ..e il mondo intorno a lui scomparve. Nel suo mondo c’erano solo Buffy e Connor.

“Si, sto bene. Non sono mai stato meglio di così”

Mangiò qualcosa, ma per lo più aiutò Connor. Lo aiutò a mangiare gli spaghetti, gli pulì più volte il musetto sporco di sugo. Lo aiutò a tagliare la carne e gli sbucciò la frutta, portandogli via il coltello dalle mani, “No, questo no, Connor” Lo sbaciucchiò mille volte e Connor fu ben felice di avere tutta l’attenzione del padre. Erano tutti e due al settimo cielo. Buffy si godeva la scena e li lasciava fare, dovevano imparare a conoscersi e pensò che fare una vacanza, lontano da tutti e tutti, poteva essere una bella idea. Solo loro tre, in qualche angolo sperduto del mondo. Sarebbe fantastico. Certo, se solo non ci fossero emergenze e demoni vari, pensò fra sé sospirando. “Che c’è?” chiese Angel. “No, niente.. sognavo ad occhi aperti” rispose lei.

“I sogni sono desideri” disse Lorne “..e per lui, ogni tuo desiderio è un ordine.. penso che l’Europa in questo periodo sia fantastica.. fra un po’ è Natale ..e anche al piccolino di casa, non dispiacerà affatto una vacanza con mamma e papà” Buffy sorrise, Lorne ancora una volta, aveva letto la sua anima, ormai si era abituata a questo. Anche Angel sorrise, intuendo il significato delle parole di Lorne. “Londra. Solo noi tre. Natale a Londra, o anche Roma ..o ovunque tu voglia andare..” disse, baciandole il mento. Poi chiese

“A proposito di piccolino di casa.. Dawn? Anche lei è qui?”

“Chi è Dawn?” chiese Fred.

L’attimo dopo, Angel si rese conto di avere tutti gli sguardi addosso. “Come chi è Dawn? Lei è la sor..” Buffy notò subito il suo disagio e accorse in suo aiuto, mentendo spudoratamente. “Ho parlato con Angel di alcuni casi che stiamo seguendo e ho accennato anche alla piccola Dawn Reilly. Il suo è un caso difficile. Angel ci darà una mano a capirci qualcosa di più. Ricordate? La ragazza adottata da quella famiglia. I Reilly hanno chiesto il nostro aiuto, perché pare che la ragazza abbia qualche potere mistico.. ma ancora non abbiamo capito molto. Comunque.. pare sia stata investita da un furgone e sia rimasta illesa..”

“Ah, si certo..” disse Wesley “Lei sostiene di essere una chiave mistica.. ma forse sono solo farneticazione di una adolescente in conflitto col mondo. È stata adottata, potrebbe essere questa la fonte del suo disagio.. noi non possiamo aiutarla, qui serve uno psicologo. Pensavo avessimo già archiviato il caso.. se non ricordo male..”

“NO” disse Angel, stringendo la mano di Buffy “Voglio.. voglio seguire io questo caso.. anzi, voglio vedere tutti i casi non ancora risolti ..e anche quelli vecchi ..avete continuato a mantenere un archivio? Perché.. perché voglio darci un occhiata..”

Il silenzio che calò era palpabile, erano tutti a disagio. Buffy non capì il perché delle sue parole, ma annuì “Va bene, Angel.. va bene..” Anche Doyle lo guardò con preoccupazione. Pensò che le sue parole fossero troppo cariche d’ansia e forse non aveva detto tutto, ma pensò che era meglio far cadere la cosa. “Bentornato capo. È bello riaverti con noi, sono felice che vuoi rimetterti subito a lavoro. Si, abbiamo registrato tutto.. ma c’è bene poco in sospeso, Buffy riesce sempre a risolvere. A parte questo di Dawn Reilly, forse ne abbiamo altri due o tre, ancora non completamente chiusi.. ma per il resto..”

“Ok..” rispose Angel “Come avete saputo di Dawn? Una visione o cosa?”

“No, questa volta niente Forze dell’Essere” disse Buffy “Sono stati i genitori a cercare noi. Dopo l’incidente col furgone, erano preoccupati e qualcuno ha dato loro il nostro indirizzo. Sono delle brave persone e dobbiamo aiutarli. Comunque il caso non è chiuso, la ragazza dice che può aprire portali e non voglio trascurare niente, sto continuando ad indagare..” poi sottovoce disse “Con i portali è meglio starci attenti..”

“Lo faremo insieme” disse Angel, sorridendole.

“Si, Buffy.. meglio non sottovalutare i portali” disse Fred “Non sai mai dove possono condurti”

“Per me, è una perdita di tempo” disse Gunn “Io concordo con Wesley.. però questa cosa dei portali non piace neppure a me.. e quell’altro caso che abbiamo in sospeso? Daniel Holtz..”

Buffy, Doyle e Cordelia si guardarono a disagio e Cordelia disse “Non ora, Gunn. Non è il momento di parlare di questo..”

Inconsciamente, Angel sollevò Connor dalle ginocchia in cui era seduto, e appoggiandolo al petto, lo strinse forte fra le sue braccia. Sentì la paura fin dentro l’anima. “Daniel Holtz è qui?” chiese con ansia.

“È sparito” disse Gunn “Un attimo era qui e l’attimo dopo non c’era più. È scomparso senza lasciare alcuna traccia, non sappiamo che fine abbia fatto. Per questo è fra i casi non risolti. Però è ormai storia vecchia, il suo caso risale a cinque anni fa.. abbiamo avuto a che fare con lui per mesi, subito dopo la nascita di Connor..”

Buffy, Doyle e Cordelia continuavano ad essere a disagio e questo non sfuggì ad Angel. Guardò Buffy e lei comprese. Sapeva bene che lui conosceva Holtz, con Wesley avevano fatto delle ricerche, dove emerse che era un vecchio nemico di Angel. Inoltre, Darla aveva informato Buffy di quanto potesse essere tenace e pericoloso. Non voleva parlarne ora, non davanti a tutti, ma voleva assolutamente rassicurarlo “Holtz non è più una minaccia” Buffy guardò Doyle e Cordelia ancora una volta, poi si rivolse di nuovo ad Angel “Posso assicurarti che non sentirai più parlare di lui. Di questo puoi esserne certo..”

Angel annuì con un ampio movimento della testa “Ho capito” disse, guardandola intensamente negli occhi, e lei seppe che lui aveva veramente capito. Infatti era così. Angel pensò che, con l’aiuto di Doyle e Cordelia, Buffy era riuscita ad eliminare Holtz, e per qualche motivo, che ancora non conosceva, avevano deciso di non informare gli altri. Per ora era sufficiente sapere questo. “Ok” disse ancora.

Guardò verso suo figlio e vide che si era addormentato fra le sue braccia. Gli baciò la fronte con dolcezza infinita, si alzò e prese Buffy per mano. “Ragazzi.. siamo un po’ stanchi.. non vi dispiace se..”

“Ma figurati” disse Fred seria, invece Doyle lo prese in giro “Certo. Angel, fai come se fossi a casa tua..” Anche Cordelia rise “Beh, se abbiamo qualche visione.. aspetta un momento.. lo sai che ho le visioni? comunque.. se se abbiamo qualche visione, vengo a buttare giù la porta.. non è quello che hai detto prima? come se io fossi quel genere di persona..”

Willow ridacchiò “Tu sei quel genere di persona”

Angel e Buffy li lasciarono ai loro eterni e bonari battibecchi e quando arrivarono di sopra, Angel fece per entrare nella loro stanza, ma Buffy indicò la camera di Connor. “Qua, Angel..” bisbigliò “Mettiamolo nel suo lettino.. crolla sempre dopo pranzo..” Poi rise “mai una volta che riesca a mettergli il pigiamino.. si addormenta sempre quando siamo ancora a tavola..” Angel pareva non essere d’accordo. Tutto quel parlare dei Reilly, di Holtz, di portali, lo aveva messo in uno stato d’animo ansioso e percepiva pericoli ovunque. Come sempre, quando si trattava di Connor, entrò in modalità mamma orso, ferocemente protettivo e pronto ad azzannare chiunque si fosse avvicinato a suo figlio. A Buffy parve quasi di sentire l’antico ringhio dell’ormai ex vampiro. Sorrise pensando, che un po’ le sarebbe mancato quel suono.

“Pensavo di farlo dormire con noi.. nel nostro letto..” disse Angel, bisbigliando pianissimo.

“Va bene” Rispose lei, baciando delicatamente il figlio sulla guancia, “Non è certo la prima volta, e sospetto che sicuramente non sarà l’ultima. Lui adora dormire nel lettone con noi..”

“Devi dirmi tutto di lui” disse Angel, mentre lo poggiava nel letto. Poi guardò Buffy “Dove è il pigiamino?” chiese ancora mentre gli sfilava le scarpe e lo spogliava. Lo guardava dormire e si chinò più volte ad accarezzargli il viso e i capelli, mentre le mani tremavano per l’emozione. Buffy sentì un tuffo al cuore. La dolcezza che traspariva da Angel, la commosse ancora. In ogni parola, in ogni gesto di lui, vedeva malinconica tenerezza. Ogni fibra del suo essere vibrava d’amore per il figlio ritrovato. Cordy ha ragione, pensò Buffy. Ci vorrà del tempo prima di riuscire a stare accanto ad Angel, senza piangere per la gioia, se mai ci riuscirò. Pensò anche che fosse sorprendentemente bravo come papà. Porgendogli il pigiama, disse “Ci sai fare con i bambini. Io non riesco a svestirlo mentre dorme.. lui ha il sonno leggero, si sveglia subito ad ogni minimo rumore..” Angel infilò il pigiamino a suo figlio, che si mosse appena, ma continuò a dormire. “Lo so che ha il sonno leggero” disse, poi lo coprì bene e a malincuore si allontanò dal letto, sarebbe rimasto li a guardarlo dormire per tutto il resto dell’eternità. Aveva sempre sognato che accadesse questo con il suo Connor, e ora stava accadendo davvero.

Prese Buffy per mano e andarono a sedersi in soggiorno. “È una questione di respiro.” Disse con naturalezza, “Ho sentito che dormiva profondamente, per questo sapevo che non si sarebbe svegliato. So che di solito non dorme così. Si, lui ha il sonno leggero, come se non si concedesse mai riposo.. è sempre un po’ vigile. Connor è sempre pronto a balzare in piedi ad ogni piccolo rumore.. è una cosa istintiva.. istinto di sopravvivenza..” Buffy comprese che parlava dell’altro Connor e annuì senza dire nulla.

“Devi dirmi tutto di lui” disse Angel, “Voglio sapere tutto..” Buffy si alzò e aprì una porta scorrevole, che nascondeva un armadio a muro, dove vi erano un infinità di ripiani, stracolmi di video, album di foto, alcuni quaderni ..e una scatola di scarpe piene di lettere. Quella scatola di scarpe, piena di quelle lettere, le sue lettere. Quelle che lui aveva scritto per Buffy negli anni in cui era solo.

“Da dove vuoi cominciare?” disse lei ridendo “Qui c’è tutta la nostra vita. Tutto ciò che abbiamo fatto in questi sei anni e ciò che non è in video, lo trovi nelle foto o nei miei diari. C’è anche il primo diario di Connor, scrive già benissimo e sa anche leggere.. legge persino il gaelico, merito di Nonno Doyle..” disse ancora ridendo, poi aggiunse “Anche io voglio sapere tutto del tuo Connor.. a dire il vero, voglio sapere tutto di tutto. Voglio sapere della tua vita.. voglio sapere perché conosci Tommy, perché hai reagito così per mia madre, per Dawn Reilly, per Holtz. Soprattutto, quanto diversi sono i nostri Connor?”

Lui si alzò e raggiungendola, le circondò i fianchi cingendole la schiena da dietro, lei poggiò le spalle al suo petto, stringendo più forte le sue braccia. Sentire il suo fiato caldo sul collo, era una sensazione bellissima. Mentre Angel le baciava la sommità del capo, disse “Ci vorrà un vita per riuscire a vedere tutto. Si, ti parlerò di ciò che ho creduto di vivere, ti racconterò tutto, ma c’è una cosa che devi sapere subito. Non esiste il mio e il tuo Connor. Non ci sono due Connor, loro sono la stessa identica persona, hanno solo vissuto in modo diverso. Certo che ti racconterò tutto, anche di Dawn.. e di Holtz.. e dei Reilly e di tutto ciò che è capitato ai nostri amici ..e a tua madre ..e a te. Però prima dimmi.. quella scatola di scarpe perché è lì? Non dovrebbe esserci.. quella appartiene al mio mondo. Nella mia realtà, quelle lettere hanno avuto un ruolo molto importante. Credo che sia grazie ad esse se oggi sono qui..”

“No, Angel.. tu sei qui grazie a Doyle” disse con fermezza Buffy. “Da tempo sapevano come farti tornare, ma mancava l’ingrediente fondamentale. Il sangue del demone Mohra. Abbiamo cercato ovunque, Wesley e Giles andarono persino in india, Cina e in un sacco di altri posti, ma non riuscirono mai a trovarne uno vivo, parevano ormai estinti, come fossero scomparsi dalla nostra dimensione. Fred tentò anche di ricreare quel sangue in laboratorio, sai lei si è laureata in fisica e riuscì a riprodurre un sangue sintetico. Per un po’ parve funzionare, sembrava che in te vi fosse qualche reazione, ma non era abbastanza. Pensammo fosse una questione di dosi, o così disse Doyle, anche se non ho mai capito cosa intesse dire. Poi alcune settimane fa, grazie ad un suo informatore, Doyle scoprì che in Camerun esisteva un intera colonia di demoni Mohra. Siamo riusciti a catturarne uno e Doyle ti ha dato un intera dose del suo sangue..”

“Camerun?” disse Angel sconcertato. “Oh mio dio.. ho davvero fatto un bel macello.. ho mischiato tutte queste informazioni, trasformandole in altro.” disse ridendo “..e quelle lettere?” chiese ancora “Quella scatola di scarpe mi è molto familiare..”

“Certo che lo è, Angel. È tua.. ho trovato quelle lettere nel tuo vecchio appartamento.. sono le lettere che scrivesti a me, non appena arrivasti a Los Angeles. Non le hai mai spedite, forse le hai scritte pensando che non le avresti mai inviate, ma grazie ad esse, ho saputo come hai vissuto la nostra separazione.. è stata dolorosa per te quanto lo è stata per me. Le ho rilette mille volte e poi.. io e Connor abbiamo creato una specie di rituale. Non l’abbiamo deciso in modo razionale, è solo accaduto. Una volta al mese.. davanti a te, rileggevo a voce alta una di quelle lettere..” Si liberò dall’abbraccio, solo per voltarsi verso lui e guardarlo in viso, per poi riabbracciarlo subito dopo. “Beh, se Connor era presente, omettevo di leggere certi particolari.. e nascondevo certi tuoi disegni.. so che sai a cosa mi riferisco..”

“È vero..” disse Angel. “Scrissi quelle lettere non appena lasciai Sunnydale.. avevo bisogno di mantenere un contatto con te.. era difficile sapere che fra noi era finita. Ogni singolo giorno, dovevo lottare con il desiderio di tornare da te, ma nulla era cambiato.. non fino al giorno in cui non divenni umano.. che però servì a poco.. visto che continuai a non esistere..” Poi rise pensando al rituale di una volta al mese. “Eh si, ho proprio preso lucciole per lanterne”

Entrambi volevano conoscere i particolari delle loro vite, entrambi volevano colmare il divario delle loro separate esistenze. Non sapevano da dove cominciare, c’era così tanto da dire. Buffy voleva sapere soprattutto di Connor, era contenta che Angel pensasse fossero la stessa persona ..e Angel voleva sapere soprattutto di Connor, fin dal suo primo vagito.

“Buffy?” Chiese Angel, baciandola mentre ridacchiava “Mi dici chi sono David e Mark? ..e perché mio figlio va a scuola senza colla?

Buffy rise “Beh, di solito non accade, ma stamattina andavo di fretta, avevo altro in mente. Tu potevi svegliarti da un momento all’altro e non avevo tempo di pensare alla colla, ai pastelli.. insomma non ho controllato lo zaino come faccio di solito. David e Mark sono due compagnetti di tuo figlio.. un po’ monelli. Un po’ troppo monelli.. oserei dire un po’ stronzi..

"David e Mark sono stronzi completi" disse Connor, stropicciandosi gli occhi e saltando in braccio a suo padre.

"Beh, la mamma è d'accordo con te" mormorò Angel. Più forte, però disse "Connor, la lingua" Ma fu difficile rimanere serio. Poi chiese "Ti abbiamo svegliato, vero? Mi dispiace tesoro. Vuoi parlare? Vuoi raccontarmi cosa è successo?"

Connor scosse la testa “Guardiamo Nemo?” Buffy rise “Connor lo conosci a memoria.. l’hai visto mille volte.. con me, con Tommy, con Doyle..”

Connor mise su il broncio “Non l’ho mai visto con papà, lui deve conoscere Nemo”

Angel ascoltava con attenzione, non voleva perdersi niente delle loro interazioni “Chi è Nemo?” Chiese divertito.

Connor saltò giù e corse a prendere un DVD dallo scafale della sua camera. Tornò subito dopo e prendendo suo padre per mano, lo invitò a sedersi con lui sul divano. Salì ancora sulle sue ginocchia e gli disse. “Prima guardiamo ‘Alla ricerca di Nemo’ Lui è un pesciolino che nuota solo con una pinna e si è perduto, ma il suo papà lo ritrova e lo salva. Dopo ti racconto di David e Mark, va bene, papà?

“Va bene” rispose lui con un filo di voce. Buffy non era meno emozionata di lui. Solo ora comprese perché Connor amasse così tanto quel cartone animato. Mise su il DVD nel lettore e si sedette con loro. Angel circondò le sue spalle con un braccio, avvicinandola di più a sé, mentre con l’atro teneva suo figlio stretto al suo petto. Connor poggiava comodamente le spalle su suo padre ed era esattamente dove voleva essere.

Buffy e Angel si scambiarono un delicato e tenero bacio, anche loro erano esattamente dove volevano essere. C’era tempo per parlare, avevano una vita intera davanti. Ora il silenzio, interrotto solo dalle risa di loro figlio, era tutto ciò che volevano sentire.

   
 
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