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Autore: itgivesyouhell    25/01/2013    1 recensioni
-Sono innamorato di te, Georgie, lo sono davvero, e non posso più cercare di nasconderlo.-
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: George Shelley, JJ Hamblett
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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JJ si alzò dal letto, attento a non svegliare il ragazzo che dormiva accanto a lui. Girò per la camera, cercando un borsone, e quando finalmente lo trovò, iniziò a metterci dentro tutte le sue cose. Fece tutto velocemente, perché se avesse rallentato si sarebbe messo a pensare a ciò che stava facendo per poi posare tutto e stendersi di nuovo accanto a George.
 
-Mmmh, JJ?- disse George, con la voce impastata di sonno, facendo sussultare JJ.
 
-Torna a dormire, Georgie.- gli rispose, senza degnarlo di uno sguardo.
 
-Che stai facendo?-
 
-Nulla. Torna a dormire, George.- gli ripeté.
 
George, ignorando le parole di JJ, si alzò, avvicinandosi al suo compagno di band. Vide il borsone con tutti i suoi vestiti e si girò verso di lui, con aria interrogativa.
 
-JJ?- provò a chiedere, non ricevendo alcuna risposta.
 
-JJ, perché te ne stai andando?- gli chiese, dolcemente.
 
-George, forse è meglio se stiamo lontani per un po’.- gli rispose, senza però riuscire a guardarlo negli occhi.
 
-C-Cosa? Perché?-
 
-Perché è meglio così. Per me, e anche per te.-
 
-Ho fatto qualcosa di sbagliato? Possiamo parlarne, non c’è bisogno che tu vada via!- tentò di rassicurarlo George.
 
-George..- iniziò a dire, un po’ brusco, tanto che George fece un passo indietro, spaventato.
 
-Georgie,- riprovò, più dolcemente –tu non hai fatto assolutamente niente di sbagliato. Sono io che ho bisogno di allontanarmi un po’, scusami. Ci vediamo alle prove.-
 
JJ prese la sua borsa e si avviò verso l’uscita, lanciando un’ultima occhiata a quel ragazzo che conosceva ormai da qualche mese, con cui aveva passato dei momenti indimenticabili, quel ragazzo sempre sorridente, che però in quel momento era impietrito al centro della stanza, con gli occhi lucidi.
 
 
 
 

*

 
 
 
 
 
Quel giorno, stranamente, JJ arrivò puntuale alle prove. Non aveva dormito, non ci era riuscito. Forse perché la stanza dell’albergo non aveva lo stesso profumo della casa che condivideva con lui, forse perché l’altra parte del letto troppo fredda, forse perché si sentiva in colpa. Ma per quanto si sentisse in colpa per aver fatto soffrire George, pensò che quella era la cosa giusta da fare. Non poteva continuare a guardarlo, non poteva continuare a stargli accanto, non con tutto quello che provava.
Non sapeva bene quando – e se – si era innamorato di lui. Sapeva solo che tutto quello che provava era estremamente sbagliato. Erano compagni di band, amici, fratelli; non poteva scombussolare tutto, non poteva creare casini con la band.
Appena arrivò, vide Jaymi e Josh andargli incontro.
 
-Hey JJ!- lo salutarono, sorridenti.
 
-Ciao, ragazzi.- disse, ricambiando il loro saluto.
 
–Non posso credere che tu sia puntuale.– disse Jaymi, prendendolo in giro.
 
JJ gli fece una smorfia, divertito da quell’affermazione.
 
-Dov’è George?- gli chiese Josh, perplesso. George non saltava mai le prove, né tantomeno veniva in ritardo.
 
-Non lo so.- rispose JJ, sincero.
 
-Ma non eri con lui fino a mezz’ora fa?-
 
-No. Josh, io… Me ne sono andato, stanotte. E no, non mi va di parlarne, perciò adesso iniziamo con le prove, sopravvivremo anche senza George.- disse, chiudendo il discorso e avviandosi verso la sala prove, lasciando Josh e Jaymi a metà tra il sorpreso e lo sconvolto.
 
 
 
 
 
 

*

 
 
 
 
 
George non aveva chiuso occhio. Era rimasto lì tutta la notte, su quel letto, abbracciando quel cuscino che profumava ancora di lui.
Era innamorato di JJ. L’aveva capito da come il suo cuore sembrava volesse uscire fuori dal petto ogni volta che erano vicini, che si guardavano, che ridevano, che scherzavano e che dormivano insieme. L’aveva capito dalle farfalle nello stomaco, dal modo in cui non riusciva a smettere di pensare a lui, dal modo in cui le sue guance si colorassero di rosso e da come abbassava la testa imbarazzato ogni volta che i loro occhi si incrociavano. Era innamorato di lui, di tutte le sue piccole cose, di tutti quei piccoli gesti, di tutto quello che condivideva con lui, del modo in cui lo faceva sentire. Era innamorato e basta.
Non ne aveva mai parlato con lui, non voleva rovinare il loro rapporto, e inoltre non era nemmeno sicuro che lui ricambiasse. Non ne aveva parlato nemmeno a Josh o a Jaymi, sebbene quest’ultimo potesse aiutarlo più di tutti.
Il suo cellulare squillò, interrompendo i suoi pensieri.
 
-Pronto?- rispose.
 
-George, sono Josh. Dove sei? Dovevi essere qui mezz’ora fa per le prove!-
 
-Oh, già, le prove. Sarò li fra poco, ciao.- disse, chiudendo la chiamata.
 
Nonostante avesse voluto rimanere là per sempre, si costrinse ad alzarsi, si preparò e uscì di casa, per niente pronto a rivedere JJ.
 
 
 
 
 
 

*

 
 
 
 
 
 
 
JJ si era sdraiato su quel letto da qualche minuto, ed aveva cominciato a pensare. Ormai era una settimana che aveva lasciato la casa che divideva con George, ed era stata la settimana peggiore della sua vita. Si vedevano solo alle prove, non si salutavano nemmeno. George sembrava davvero triste, e quando si girava a guardarlo, lo sorprendeva sempre mentre si girava da un altro lato, facendo finta di niente. Sapeva che Josh e Jaymi avevano capito che qualcosa non andava, ma non avevano chiesto nulla, forse sperando che loro prendessero l’iniziativa e iniziassero a parlare. Ma JJ non voleva dire nulla. Non poteva, non voleva ammettere di provare qualcosa per George, perché se l’avesse fatto, non sarebbe più riuscito a tornare indietro. JJ sapeva che George provava qualcosa per lui, l’aveva capito, ma non voleva affrontare i suoi sentimenti.
Dopo molto tempo, JJ non seppe dire quanto, qualcuno bussò alla porta. Si alzò ed andò ad aprire, trovandosi Jaymi di fronte.
 
-Hey.- lo salutò Jaymi.
 
-Jaymi.. Entra. Cosa ci fai qui?- gli disse, spostandosi per lasciarlo entrare e richiudendo la porta.
 
-Sono qui per parlare con te.-
 
-Dimmi, allora.- rispose, immaginando già l’argomento della loro conversazione.
 
-Che vi sta succedendo? A te e George, intendo.-
 
-Non lo so Jaymi. So solo che non posso più stare accanto a lui come prima.-
 
-JJ, non sono stupido. Anche Josh si è accorto che ti piace George, perciò perché non glielo dici?-
 
-Perché non posso!- gli rispose, alzando la voce.
 
-Non puoi? Nessuno ti sta fermando, JJ. Va’ da lui e diglielo. Stai male tu e sta male lui, che senso ha tutto questo?-
 
JJ tentò di replicare, ma scoppiò a piangere, finendo tra le braccia di Jaymi, che lo accolse dolcemente.
 
-JJ, va tutto bene. So cosa stai passando, è normale, credo. Ci ho messo tempo ad accettarmi così come sono, ad accettare il fatto di me ed Olly, ma ora sto bene. Devi solo lasciare andare tutte le tue paure, andrà bene, ne sono sicuro.- gli disse, rassicurandolo. –Parlerai con George?–
 
JJ annuì, rassicurando Jaymi. Forse aveva ragione, forse parlarne avrebbe risolto tutto. Si addormentò tra le braccia di Jaymi, che non smise di rassicurarlo per tutta la notte.
 
 
 
 
 
 

*

 
 
 
 
 
Quella mattina JJ arrivò in anticipo alla sala prove, sebbene avessero quel giorno libero. Josh e Jaymi non sarebbero venuti, avrebbero concesso loro tutto il tempo di cui avevano bisogno. Nessuno infatti aveva deciso di avvertire George, che dopo venti minuti entrò in quella sala.
Non appena vide JJ, il suo viso si oscurò, mettendo quella faccia indifferente che da qualche giorno usava con tutti.
 
-Possiamo parlare, Georgie?- gli chiese, avvicinandosi a lui.
 
-No, non possiamo. Non puoi non parlarmi più per una settimana senza nemmeno avermi dato una spiegazione valida e presentarti qui all’improvviso chiamandomi “Georgie”. Dove sono Josh e Jaymi? Sono in ritardo per le prove.-
 
-Non abbiamo prove, oggi. Non ti hanno detto nulla perché volevano lasciarci soli, dato che ho bisogno di parlare con te.-
 
-E se io non volessi ascoltarti?-
 
-Dammi solo la possibilità di spiegarti, okay? Ti prego.-
 
-Hai cinque minuti per darmi una valida spiegazione, fatteli bastare.-
 
-Saranno più che sufficienti.- disse, prendendo fiato. – George, per tutta la vita ho sempre pensato che mi sarebbero piaciute sempre e solo le ragazze. E-ed è così, e probabilmente sarà sempre così, è solo che.. Io non so cosa mi sta succedendo. È da un po’ ti guardo in un modo in cui non dovrei affatto guardarti e sono spaventato da tutto questo, ne sono terribilmente spaventato. Io ho cercato in tutti i modi di soffocare questi sentimenti, dapprima continuando a starti vicino, poi, quando ho capito che si stavano solo rafforzando, ho deciso di andarmene e chiudere i rapporti con te per un po’. Pensavo di fare la cosa giusta per me, per te e per la band. Non volevo mettere te e gli altri nei casini, non adesso che abbiamo finalmente realizzato il nostro sogno. Ho cercato di guardare le altre ragazze, ma tutto ciò che mi veniva in mente guardandole era “George”, e mi sembrava così sbagliato. Ho sempre immaginato di stare con mille ragazze, ho sempre pensato questo... Finché non ho incontrato te. Sono innamorato di te, Georgie, lo sono davvero, e non posso più cercare di nasconderlo. Tu sei la mia unica eccezione.-
 
JJ lo disse tutto d’un fiato, senza mai smettere di guardarlo negli occhi. Lo sguardo di George si era addolcito e adesso sorrideva, in un modo che JJ giudicava adorabile.
 
Si buttò tra le sue braccia, George, stringendolo a sé più forte che poteva, inspirando il suo profumo. Gli era mancato, gli era mancato da morire. Aveva sentito la mancanza di ogni singolo aspetto di lui, e adesso che si trovava tra le sue braccia si sentiva finalmente di nuovo a casa.
Alzò lo sguardo verso di lui, che ricambiò, sorridendogli. JJ strofinò la punta del suo naso contro quella del naso di George, prima di lasciargli un tenero bacio sulle labbra.
Le guance di George si colorarono di rosso, sorridendo mentre ricambiava il bacio – quel bacio che aveva aspettato per tanto, troppo tempo–.
 
-Sono innamorato anche io di te, JJ.- gli disse, prima di continuare a baciare il suo ormai ragazzo.
 
Ora che si erano finalmente (ri)trovati non potevano più fare a meno l’uno dell’altro, e continuarono a baciarsi, assaporando quell’attimo che nessuno dei due sarebbe mai riuscito a dimenticare.
  
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