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Autore: telesette    26/01/2013    5 recensioni
Marika esitò.
Sapeva che non avrebbe convinto Satomi con qualche storiella ( tipo "un incidente", o cose simili ), ma aveva ancora nelle orecchie il tono con cui l'uomo di Kanizawa minacciava di rovinargli le mani o peggio.
Dirgli la verità significava metterlo in pericolo.
Satomi si sarebbe messo senz'altro nei guai, mettendosi contro quella gente senza scrupoli, e lei non poteva permetterlo.
Non poteva.
Satomi era tutto per lei, era la sua vita... la sola, unica ed importante ragione della sua esistenza.
Il suo silenzio era tutto ciò con cui poteva sperare di proteggerlo.
Il silenzio ed un bacio...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Meiko/Marika, Nuovo personaggio, Satomi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Marika x Satomi'
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Il Silenzio di Marika

Nel momento in cui il vaso di fiori andò in pezzi sul pavimento del salotto, proprio davanti ai suoi occhi, Marika rabbrividì di paura.
L'uomo che aveva davanti non stava scherzando assolutamente.
Si era presentato a casa sua come un "segretario" di Mr. Kanizawa, noto proprietario di una casa discografica con una gran brutta reputazione, e non certo per una visita di cortesia. Dal momento che Marika si stava occupando di organizzare il prossimo concerto dei Bee Hive, Mr. Kanizawa sembrava preoccupato che ciò potesse nuocere ai suoi piani per lanciare sul piano discografico una band concorrente. Se il concerto avesse avuto luogo infatti, la popolarità dei Bee Hive sarebbe andata senza dubbio in forte ascesa. Perciò Kanizawa aveva inviato quell'uomo a casa di Marika, per "consigliarle gentilmente" di annullare tutto, senza troppa pubblicità.
Ovviamente Marika si alterò.
Non era abituata a sentirsi dire certe cose in casa sua tuttavia, nel constatare il suo bel caratterino, lo scagnozzo di Kanizawa capì immediatamente di dover passare ad altri argomenti molto più convincenti.

- Questo è solo un avvertimento, signorina - esclamò l'uomo, calpestando con noncuranza i cocci del vaso da lui appena rotto con un manrovescio. - Mr. Kanizawa non ama essere ignorato e, se lei ha a cuore la salute dei suoi musicisti, pensi bene a quello che le ho detto!

Marika sbarrò gli occhi.
Quell'uomo era un autentico gangster, non un personaggio televisivo, e minacciava ritorsioni gravissime.
Costui si fece avanti con fare minaccioso, costringendola ad arretrare con la schiena addosso alla parete, ed osservò con un sorriso malevolo la foto del gruppo alle spalle della ragazza. In quella foto, Marika aveva evidenziato Satomi con un cerchio di rossetto. Il gangster non fece certo fatica ad immaginare che ciò che la legava verso il bel tastierista non era solo un interesse professionale, cosicché pensò bene di fare leva su quel tasto per ridurla a più miti consigli.

- E' veramente un gran bel ragazzo - osservò il gangster, alludendo a Satomi. - Sarebbe un vero peccato se, per qualche motivo, non fosse più in grado di suonare una tastiera in vita sua... Con entrambe le mani rotte, per esempio, non avrebbe una gran carriera!

Marika sussultò.
Il pensiero che costui potesse davvero fare del male a Satomi, mettendo seriamente in pratica le sue minacce, le fece perdere completamente il lume della ragione. Subito si avventò sul petto dell'uomo, in preda alla rabbia dell'amore e dell'incoscienza, e prese a colpirlo disperatamente con tutta la forza che aveva nelle mani.

- Maledetto - urlò. - Se solo vi azzardate, se solo vi azzardate a toccarlo, giuro che la pagherete cara! Maledetti, maledetti... Ah!
- Zitta, stupida!

La povera ragazza si ritrovò scaraventata a terra da un manrovescio poderoso, proprio sotto l'occhio sinistro, e così rimase a gemere e singhiozzare sotto le minacce dell'individuo sopra di lei. Costui non aveva altro da aggiungere, era stato fin troppo esplicito, e tutto dipendeva da lei adesso.

- Invece di frignare, rammenta bene una cosa: i Bee Hive non devono esibirsi in concerto e, se provi ad avvertire la polizia, il primo a farne le spese sarà proprio il tuo bel capellone viola... Mr. Kanizawa ha una parola sola, niente concerto!

Ciò detto, il gangster se ne andò senza aggiungere altro.
Marika si sollevò in lacrime, con l'occhio gonfio e livido che le faceva un male cane, ma più del dolore era il pensiero di Satomi a preoccuparla.
Annullare il concerto, così senza una spiegazione, significava domande alle quali lei non poteva assolutamente rispondere.
Doveva proteggere Satomi e gli altri, a qualunque costo, e doveva farlo in modo che nessuno di loro corresse rischi.

***

Foto

- Come sarebbe "annullato" ?!?

Satomi non riusciva a credere alle proprie orecchie.
Toni, Steve e Matt avevano appreso la notizia da Marika, che si era recata appunto in Sala Prove per informarli, e ovviamente erano tutti sorpresi quanto lui. Mirko si era arrabbiato moltissimo, sbattendo a terra il microfono con violenza, ed era corso via chissà dove per sfogare la propria rabbia.
Marika si era detta assai dispiaciuta di questo improvviso annullamento, adducendone il motivo a cause indipendenti dalla sua volontà, ma per motivi di riservatezza non aveva potuto aggiungere altro.

- Ho capito - fece Satomi amareggiato. - Non vi preoccupate, parlerò io con Mirko; so dove trovarlo, quando è di cattivo umore... Piuttosto dite a Marika che non ha motivo di sentirsi in colpa: si è sempre impegnata moltissimo per il nostro gruppo, non è giusto rimproverarle qualcosa!
- Certo, hai ragione - rispose Toni. - Speriamo solo che lo capisca anche Mirko...
- Lo capirà - tagliò corto Satomi tranquillo. - Glielo farò capire io, se necessario... In questo momento sarà sconvolto, e posso immaginare come deve sentirsi, ma lo conosco bene e sono certo che finirà per comprendere!

Finita la conversazione tuttavia, Satomi non poté fare a meno di sospirare tristemente.
Quel concerto era una splendida occasione per loro, poiché da esso dipendeva il lancio pubblicitario del loro gruppo a livello nazionale. Annullarlo così, senza nemmeno una parola di spiegazione, non aveva molto senso. La produzione aveva accolto molto bene l'incisione del loro disco, dunque per quale motivo avrebbero dovuto impedirgli di esibirsi davanti ad ottantamila persone?

- C'è qualcosa di strano - mormorò il giovane tra sé. - Marika non è mai stata così evasiva, dev'essere successo qualcosa di grave... Dopo aver trovato e calmato Mirko, sarà bene che le parli direttamente, per capire meglio questa situazione!

***

Marika non tornò a casa quella sera.
Indubbiamente sapeva che Satomi sarebbe venuto a cercarla, per chiedere spiegazioni, e preferiva non farsi trovare per il momento.
Se il giovane l'avesse guardata negli occhi, non sarebbe certo riuscita a mentirgli.
Mentre guidava così, senza alcuna meta, il sole era ormai calato dietro l'orizzonte.
La strada era troppo buia adesso, cosicché la fanciulla si sfilò gli occhiali scuri e li gettò tristemente sul sedile accanto.
Dal riflesso nello specchietto retrovisore, era possibile vedere chiaramente il grosso livido violaceo che contornava il suo occhio sinistro.
Se Satomi lo avesse visto, non osava neanche immaginare la sua reazione.
Doveva nascondergli la verità a tutti i costi, doveva farlo, per impedirgli di cacciarsi in guai seri con quel verme di Kanizawa.
Forse questo suo silenzio avrebbe compromesso in modo serio il suo rapporto con Satomi: forse lui non le avrebbe mai perdonato un simile voltafaccia improvviso, soprattutto tacendogli ostinatamente il motivo, e non poteva nemmeno escludere che decidesse di non avere più nulla a che fare con lei.
Da che lo conosceva, Marika aveva ormai imparato tutto di lui.
Quello che Satomi non poteva accettare era la mancanza di onestà, indipendentemente dal motivo o dalle ragioni, e nascondergli la verità equivaleva a perderlo per sempre.
Mentre pensava a questo, Marika si asciugò le lacrime col dorso della mano.
Satomi poteva odiarla.
Poteva disprezzarla anche, come già aveva fatto in passato per i suoi errori, ma era un prezzo che Marika sembrava disposta a pagare pur di proteggerlo.
Questo perché lei teneva infinitamente più a Satomi che a sé stessa.
Non era egoismo il suo, né il capriccio di una giovane fanciulla viziata, bensì il sentimento consapevole di una donna matura e sinceramente innamorata... un sentimento che probabilmente Satomi non sarebbe mai stato in grado di comprendere fino in fondo.
Le lacrime le impedivano di vedere chiaramente la strada davanti a sé così, onde evitare di commettere un incidente, Marika si accostò al marciapiede e scese sconvolta dalla vettura. Non sapeva cosa fare, con chi parlare, ed era costretta a tenersi dentro un fardello pesantissimo da sopportare. Non sapeva neppure dove i suoi passi la stessero conducendo, con gli occhi offuscati da un sottile velo umido, e neppure le importava saperlo.
Quella piccola strada illuminata, fredda e silenziosa come la morte, era ciò che l'allontanava sempre di più da Satomi.
Ad ogni passo si sentiva mancare le forze, come se le gambe non volessero più saperne di sorreggerla, e alla fine si appoggiò sfinita contro un palo per riprendere fiato.
La morsa di gelo e di angoscia che le attanagliava il petto, mista al rammarico per ciò che temeva di avere già perduto, scomparve nello stesso momento in cui una mano le cinse dolcemente una spalla.
La sua mano...
Marika avrebbe riconosciuto quel tocco ovunque, non poteva sbagliarsi, perché il calore che solo quella mano sapeva infonderle era inconfondibile.

- Satomi - mormorò lei senza voltarsi.
- Ciao, Marika - rispose questi, fugando ogni dubbio. - Ti stavo cercando!
- Ti prego, va via - fece Marika, allontanandosi di qualche passo.
- Aspetta!

Satomi non era certo così stupido da non capire che la ragazza era afflitta da qualcosa e, ignorando il motivo della sua sofferenza, non poteva fare altro che convincerla a confidarsi.

- Ho già parlato io, con Mirko e i ragazzi - spiegò il giovane, cercando di tranquillizzarla. - E' stato un duro colpo per tutti, e non posso certo negare di essere dispiaciuto anch'io, ma quello che voglio sapere è il perché... Perché, Marika? Questo a me puoi dirlo!
- Ti prego, non chiedermi nulla - sussurrò la ragazza.
- Almeno guardami - insistette l'altro. - Qualunque cosa sia successa, penso di avere almeno diritto a questo: guardami negli occhi e dimmi cos'è che ti fa soffrire in questo modo!
- Io... Io non ho niente da dirti - rispose Marika. - Ho commesso un errore, e cercherò di rimediare in qualche modo, ma per quanto riguarda il concerto...
- Al diavolo il concerto - ora Satomi era veramente arrabbiato. - Quello che mi preme adesso sei tu, lo vuoi capire!

Sentendogli pronunciare quelle parole, Marika credette quasi di sognare.
Tale fu lo stupore e la gioia, nel sentirsi dire questo da lui, che la fanciulla non poté fare a meno di voltarsi e guardarlo.
Satomi era preoccupato per lei, non era un sogno questo, era chiaramente e sinceramente preoccupato per lei.
L'istinto le fece dimenticare per un attimo ciò che si era ripromessa di nascondergli, dal momento che non si aspettava una simile dichiarazione da lui, e le sue lacrime erano chiare e limpide gocce di commozione per l'immensa felicità che costui le aveva appena donato in quell'istante.

Foto

- Oh, Satomi...
- Mio Dio, Marika - fece il giovane sconvolto, notando il livido sull'occhio di lei. - Che cosa ti è successo... Chi è stato ?!?
- Satomi, mi dispiace, credimi... Mi dispiace tanto!
- Per l'Amor del Cielo, Marika - esclamò l'altro, incapace di contenersi. - Dimmi chi è stato a farti questo, voglio saperlo!

Marika esitò.
Sapeva che non avrebbe convinto Satomi con qualche storiella ( tipo "un incidente", o cose simili ), ma aveva ancora nelle orecchie il tono con cui l'uomo di Kanizawa minacciava di rovinargli le mani o peggio.
Dirgli la verità significava metterlo in pericolo.
Satomi si sarebbe messo senz'altro nei guai, mettendosi contro quella gente senza scrupoli, e lei non poteva permetterlo.
Non poteva.
Satomi era tutto per lei, era la sua vita... la sola, unica ed importante ragione della sua esistenza.
Il suo silenzio era tutto ciò con cui poteva sperare di proteggerlo.
Il silenzio ed un bacio!
Un bacio lungo.
Intenso.
In quel bacio, Marika riuscì ad infondere tutto quello che centomila parole non sarebbero certo bastate a dire.
Tutto l'amore che lei provava per lui, amore sincero ed innegabile, Satomi lo percepì chiaramente con ogni fibra del suo essere.
L'amore di Marika era nelle sue labbra.
Era nelle sue lacrime.
Ed era soprattutto nel dolce cuore della fanciulla.
Il cuore di Marika non era capace di mentire, così come non mentivano neppure i suoi occhi.
Fu in quel momento che Satomi riuscì a comprendere vagamente il motivo del suo silenzio.
Per il momento, solo per il momento, decise che non le avrebbe fatto altre domande. Avrebbe atteso pazientemente che fosse lei a scegliere, quando e come metterlo a parte di ciò che era successo realmente.
L'unica cosa certa era che Marika aveva bisogno di lui, così come lui aveva bisogno di lei.
E mentre il silenzio regnava quella notte, ad eccezione dei loro cuori che battevano all'unisono, i due innamorati si abbandonarono al chiaro e limpido suono di una melodia dolcissima.

Foto

FINE

clicca qui sotto per ascoltare la canzone:
http://www.youtube.com/watch?v=njlvIJJxPhE 

   
 
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