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Autore: Shining soul91    27/01/2013    1 recensioni
Dopo il caso "Il segno dei quattro", John Watson decide di sposarsi con Mary Morstan. E così, i due inseparabili compagni di avventure sono costretti a separarsi....
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il matrimonio di John Watson
“A quanto pare questa sarà l’ultima volta che vedrò le vostre enormi capacità investigative in azione. Miss Morstan ha accettato di essere mia moglie.”
Holmes fece un mugolio di disappunto.
Rimasi piuttosto deluso.
“Avete qualche ragione per essere in disaccordo con questa scelta?”
“Niente affatto. Miss Morstan è una delle donne più gradevoli che abbia mai incontrato. Ma l’amore è solamente un’emozione e io non approvo ciò che distoglie l’attenzione dalla ragione.”
Immaginavo che Holmes non avrebbe reagito bene, ma in cuor mio speravo che si sarebbe comunque congratulato con me per il lieto evento.


I giorni passavano veloci e il giorno del mio matrimonio si avvicinava sempre di più. Io e Mary avevamo trovato una villetta poco lontana dalla città che faceva al caso nostro. Guardando la facciata della casa immaginavo già i momenti di gioia che ci attendevano: la vita insieme, i figli che avremmo avuto e tutte quelle piccole cose che un uomo e una donna innamorati vicino alle nozze sognavano.
L’unica pecca in tutto ciò era la malinconia di lasciare la casa di Baker street e il mio affezionato compagno di avventure: Sherlock Holmes.
La sua reazione non migliorò il mio stato d’animo, poiché Holmes evitava volutamente l’argomento e non esprimeva mai i suoi sentimenti riguardo alla separazione.
Avevo sempre ammirato la sua capacità di mantenere la calma e di contenere le emozioni, ma in quella situazione avrei preferito un atteggiamento differente. Mi bastava un gesto, uno sguardo o un segno che dimostrasse che avrebbe sentito la mia mancanza. Purtroppo, però, Holmes mantenne sempre il suo atteggiamento distaccato, quasi privo di emozioni. Chiacchieravamo tranquillamente su argomenti vari: sui casi risolti, sul tempo, sulle notizie del giornale, ma mai riguardo al mio matrimonio.


Un giorno, finalmente, presi coraggio e lo invitai alle nozze, ma rifiutò.
“Dovresti sapere che non amo questo tipo di festeggiamenti, Watson. Ti ringrazio dell’invito, ma sono costretto a rifiutare.”
Il suo rifiuto mi rattristò molto, anche se cercai di non darlo a vedere.


Il giorno seguente fu il momento della separazione. Holmes era intento in uno dei suoi soliti esperimenti chimici e sembrò non notare che mi stavo preparando per andarmene.
Mi avvicinai a lui e gli tesi la mano.
“Allora, arrivederci.”
Holmes sembrò accorgersi per la prima volta della mia presenza e fece un vago sorriso, ma non strinse la mia mano.
“Non c’è bisogno di tutta questa formalità. Questo non è un addio.”
Ritirai la mano.
“Avete ragione. Allora, a presto.”
“A presto.”
Ci fu un breve momento di silenzio, poi presi i miei bagagli e me ne andai.


Fu il giorno più bello di tutta la mia vita. Mary indossava un vestito bianco molto semplice, ma ai miei occhi sembrava un angelo. Il suo viso radioso risplendeva come il sole e non riuscivo a distogliere gli occhi da lei, tanto che riuscii a malapena a seguire la celebrazione. Quando finalmente dissi le fatidiche parole “lo voglio”, il mio cuore era leggero e mi sembrava di volare in una nuvola. Finita la celebrazione, la presi per mano. Lei mi sorrise. E fu in quel momento sentii che lei era il mio destino, il mio futuro e la mia vita.
Durante il banchetto nuziale ero così in estasi che non riuscii quasi ad aprire bocca. Mary, invece, mantenne una certa compostezza, ma il suo sorriso esprimeva tutta la gioia che provava in quel momento.
Era tutto perfetto. O quasi.
Per un attimo pensai che sarebbe stato bello se anche Holmes avesse condiviso con me questa grande gioia. Ma come poteva condividere la mia gioia se considerava l’amore come una mera distrazione dalla fredda ragione che tanto lo caratterizzava?
Poi, d’un tratto, apparve un vecchio uomo dalla lunga barba grigia che non conoscevo, ma che allo stesso tempo mi pareva familiare. Si avvicinò a me, mi strinse la mano e con un gran sorriso mi disse: “Tantissime congratulazioni, Signor Watson! Le auguro tutta la felicità di questo mondo!”
Dopo averlo ringraziato goffamente, lo strano uomo si congedò con un sorriso e si allontanò velocemente. Chiesi a Mary se conosceva quell’uomo, ma lei rispose che non l’aveva mai visto in vita sua.


Solo dopo molto tempo, durante una delle visite a Baker Street, tra uno dei tanti travestimenti di Holmes, riconobbi la stessa barba grigia e i vestiti di quella persona che incontrai al mio matrimonio.
“E questi vestiti?” domandai a Holmes, fingendo indifferenza.
Holmes li fissò per un momento, perplesso.
“Quello è un travestimento che uso poco … Lo utilizzo solo in occasioni, diciamo … Particolari.”
Poi mi guardò per un breve istante e distolse lo sguardo, fissando nuovamente l’attenzione sul giornale che stava leggendo.
Sorrisi. Ancora una volta Holmes era riuscito a stupirmi, anche se per motivi completamente diversi dal solito.
  
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