Delfina:
Spiegami immediatamente che ci fai tu qui! – Pensavo
di essermi liberata di lui, di averlo lasciato nel
dimenticatoio per sempre, di averlo sepolto in un passato colmo di cose
bruttissime, che al solo pensiero mi terrorizzano, ed ecco che me lo
ritrovo di
fronte a me, con i suoi occhi grigio-azzurro, lo stesso colore del mare
d’inverno, lo stesso colore che vidi e mi rimase impresso
nella memoria perché
era identico al suo, quando proprio lui mi portò a
vederlo… -
Pedro:
Volevo salutare la padrona di casa: sono il tuo nuovo, o meglio,
vecchio,
personale autista – scruta attentamente ogni singolo
centimetro del corpo di
Delfina, così perfetto, così aggraziato e divino,
gli ricorda tanto tutte le
notti clandestine che hanno passato insieme, tutti i loro baci, i loro
fugaci
incontri in quella casa galeotta per l’amore; gli ricorda un
passato
immensamente pieno sia d’amore, di rancore, rabbia, ma anche
qualcosa che
andava oltre quello; e, forse, quel qualcosa li ha fatto rincontrare
ancora, ma
questa volta non solo per poco tempo… -
Delfina: Io
dovrei passare più o meno tutte le mie giornate insieme a
te, visto che non
guido?! Io non… - …non
riuscirei a non
baciarti ogni volta, ad accarezzarti, a guardarti languidamente,
chiedendoti
perdono per tutte le menzogne, le carognate che ti ho fatto per tanto;
trascorrerei le mie giornate domandandoti scusa ogni volta,
dimostrandoti
quanto ti amo ancora e sperando e pregando che tu possa perdonarmi,
lasciare
che io ripari ai miei errori standoti accanto come meriti; ma io non
posso… -
Pedro: Che
c’è, Delfina, hai paura a rimanere da sola con un
tuo ex? Non penso che questa
volta ti lasceresti trasportare da me, guardando questo palazzo, questa
camera,
me ne sono reso conto immediatamente: questa volta presteresti
più attenzione e
sceglieresti con più cura i tuoi amanti – Delfina
rimane colpita dalle parole
di Pedro, parole dure, penetranti, dettate da una rabbia talmente
grande nei
suoi confronti, che quasi le mette paura, la lascia senza parole: si
è resa
conto in un secondo di quanto dolore abbia provocato in lui, quanta
rabbia,
quanto odio nutra verso di lei; sentiva le lacrime arrivarle in gola,
un magone
si fa spazio nel suo stomaco, l’espressione diventa seria,
triste, abbattuta, e
anche iraconda: gli da uno schiaffo –
Delfina:
Vattene, esci di qui! Nessuno mi da della sgualdrina a casa mia, nella
mia
stanza! Mi fai schifo! – lo guarda negli occhi, lo fissa in
quei suoi occhi
così belli e riconoscibili tra migliaia e migliaia di
persone, cerca una sua
reazione, uno stato d’animo, cerca una risposta nei suoi
occhi, una minima
reazione che le faccia comprendere che piega prenderanno le cose:
è sicura che
litigheranno, che si faranno ancora del male a vicenda, che
continueranno
sempre e comunque a rivangare il passato e a rinfacciarsi che sono
stati dei
falsi ipocriti l’una dei confronti dell’altro;
invece, entrambi vorrebbero
sistemare tutto, ma c’è ancora troppa rabbia, un
muro che li separa, non li
rende capaci di lasciarsi tutto alle spalle, voltare pagina e amarsi
come
vogliono, essere felici e vivere la loro vita insieme –
Pedro: Se
qualcun altro ti avesse detto questo, di certo avresti riso; ma con me,
no, con
me è tutto sempre diverso, hai sempre avuto dei
comportamenti che non ti
rispecchiano per niente, non sembri te stessa: tu sei te stessa,
dicendo queste
parole, perché sai che dentro di te, questa volta, esiste un
sentimento vero,
oltre i soldi, oltre tutto; tu provi amore, finalmente lo provi,
finalmente, ma
non è per me… - abbassa lo sguardo, per un attimo
si ferma a guardare il
pavimento e sospira, come per prendere forza, continuare ad essere
forte
nonostante tutte le avversità della vita, nonostante la
sofferenza e le
sconfitte che riceve il cuore, che oramai è dolorante,
tanto… -
Delfina: Non
dirmi queste cose, ti prego… - ha sempre proferito queste
parole per le recite
con Federico, parole false, macchiate solo d’interesse e di
vendetta contro
Florencia, ma, stavolta, sono parole vere, macchiate solo della
sincerità del
cuore, dell’anima pura e ingenua, che ha sempre voluto
nascondere agli occhi di
tutti per timore che gliela potessero distruggere; le parole di Pedro
la fanno
piangere, le scende una lacrima sul viso, una lacrima che lascia
trasparire
quanto sia addolorata e quanto abbia bisogno di essere amata davvero da
qualcuno, che ricambi del tutto i suoi sentimenti e non la butti via;
l’unico
problema è che quella persona, forse, vuole solo vendicarsi,
vuole solo cercare
di trovare pace facendogliela pagare per quello che ha fatto: la sua
paura più
grande è che questa sia la verità… -
Pedro:
Delfina… - sorpreso, basito dalla reazione così
inaspettata di Delfina, la
guarda con affetto, con un grande affetto verso quella reazione
così sincera,
così onesta, priva di qualsiasi recita: finalmente, lui e
lei, loro, insieme
all’interno di quattro mura, senza barriere, solo loro e
ciò che sentono;
questo rende Pedro così felice, così gioioso per
quel traguardo, quel trionfo
per il quale ha dovuto patire anni e anni di rifiuti da parte di
Delfina, ma
alla fine, l’amore prevale su qualsiasi barriera; Pedro
inizia ad accarezzarle
il viso, le sorride dolcemente –
Delfina: Non
ti ho mai usato, mai, non ne avevo il coraggio né adesso
né allora, quando
attorno a me c’era solo un castello di menzogne, che io ho
costruito per
difendermi da tutto e tutti; ho sbagliato a mettere una barriera anche
con te,
che mi amavi così tanto… - in quel momento, dopo
aver pronunciato quelle parole
così importanti, Pedro inizia a sentirsi un mostro: vuole
vendicarsi di lei,
una persona che ha così tanto da dare, che vorrebbe tanto
amare qualcuno che la
ricambi allo stesso modo, con gli stessi sentimenti, vorrebbe soltanto
ottenere
quella felicità che le è stata negata dalla vita
tante volte, fino a renderla
la persona così apparentemente malvagia; la bacia,
consapevole che quel bacio
potrebbe significare un nuovo inizio, una nuova vita insieme, qualcosa
di molto
importante per entrambi; Delfina si lascia andare, lo bacia, si rifugia
tra le
sue braccia, nel calore del suo petto, che è
l’unica cosa le fa intendere che
non è sola, e non lo sarà finché ci
sarà Pedro al suo fianco –
All’ospedale:
Federico:
Matias, basta, lascialo!! – trattiene Matias, che sta quasi
per ammazzare
Lorenzo per tutto quello che ha fatto a Maia, anche se vorrebbe tanto
che la
pagasse cara per aver spaventato tutti, per averli impauriti
avvelenando la sua
povera piccola sorellina –
Lorenzo: Ma
si può sapere che vi prende?!! Io non capisco! – O qui sono diventati tutti dei pazzi stravolti,
oppure io mi sono perso
un evento davvero sconvolgente: perché Federico e Matias mi
hanno attaccato in
quel modo, soprattutto Matias? Li vedo così decisi a volermi
distruggere, mi
odiano a morte, lo vedo dai loro occhi agguerriti, ma quello che dovrei
sapere
è perché: sicuramente, si tratta di Maia
–
Flor: Basta,
smettetela tutti quanti! Federico, porta Matias via di qui; io devo
parlare con
Lorenzo – Dobbiamo finirla con
tutti
questi dubbi, con queste domande senza risposta: io devo avere una
conversazione privata con Lorenzo per provare almeno a capire se
potrebbe
essere stato in grado di commettere un atto del genere, e scoprire, o
almeno
intuire il motivo per cui avrebbe fatto una cosa simile –
Federico: Io
non ti lascio qui con questo tizio!! – Flor lo guarda decisa,
molto determinata
a voler rimanere sola con Lorenzo per scoprire un minimo: questo lo
deve alla
sua migliore amica, cognata e presto anche zia; Federico capisce che
Flor vuole
a tutti i costi parlare con Lorenzo, così la lascia sola con
lui –
Lorenzo:
Flor, io non riesco a capacitarmene, è così
strano! Ti giuro che io ieri volevo
solo che Maia stesse bene, che ridesse, si sentisse apprezzata, amata
per ciò
che è da me, che non avrei mai il coraggio di farle del
male; voglio solo che
siamo felici insieme, così da dimenticare tutto quello che
ci fa soffrire,
soprattutto a lei; ho fatto tanti errori nella mia vita, ho tante colpe
da
espiare, e, forse, non ho neanche il tempo per poter riparare tutte le
mie
colpe; ma ti giuro che questa volta ho solo la colpa di amarla
tanto… - E’ la
verità, senza maschere, travestimenti
e piani malvagi dietro, è la pura verità del mio
cuore, della mia anima, è ciò
che provo per quella ragazza, per quell’angelo, che mi ha
salvato da un destino
immerso nell’oscurità, nella malvagità,
nella tristezza e nell’angoscia; mi ha
salvato da una vita piena di dolore, piena solo di piani di vendetta e
senza
amore: come potrei far del male ad una persona così
importante per me? –
Flor: Mi
sono accorta dal primo giorno, in Canada, che tu tenevi particolarmente
a Maia
da quando l’hai incontrata nella hall dell’albergo;
e Maia è fortunata ad
averti, è davvero tanto fortunata ad avere accanto qualcuno
come te, che cerca
sempre di amarla e proteggerla ad ogni costo, pur sapendo che lei nel
suo cuore
ha qualcun altro; questo ti fa davvero onore, ed è per
questo che non credo che
tu sia stato ad avvelenarla, non lo riesco a credere… - E’ come pensavo: Lorenzo è
più innocente di un bambino appena nato, non
avrebbe mai il coraggio che ridurre Maia in quel letto
d’ospedale, mai, perché
l’ama tanto, farebbe qualsiasi cosa per lei, darebbe la sua
vita per proteggere
Maia; io gli credo, voglio credergli, perché
quell’espressione, quegli occhi
così abbattuti, ma allo stesso tempo con una luce dentro
così intensa è tipica delle
persone innamorate, prese dai sentimenti così imponenti per
qualcuno… -
Lorenzo: Non
le farei mai una cosa del genere, mai… - Federico ascolta
ogni singola parola,
ogni secondo di quella conversazione, e giunge anche lui alle stesse
conclusioni di Flor: non è stato lui, non è
proprio possibile che Lorenzo le
abbia potuto somministrare del veleno per ucciderla, perché
è troppo coinvolto
nella loro relazione; bisogna cercare qualcun altro, qualcuno che fa
parte
della vita di Maia, della sua quotidianità; ma è
anche possibile che potrebbe
trattarsi di qualcuno che fa parte del passato di Maia, un passato
oscuro, che
nessuno conosce… -
Intanto, in
camera di Maia all’ospedale:
Matias:
Amore, come ti senti? Va tutto bene? – si avvicina verso il
letto su cui Maia è
sdraiata, le sorride dolcemente, accarezzandole teneramente la fronte e
chinandosi verso di lei per darle un bacio; nota che Maia è
totalmente assorta
nei suoi pensieri, quasi preoccupata: si morde il labbro, rannicchiata
su se
stessa, fissa la parete della camera, come se migliaia di ricordi, di
immagini,
di scene del suo passato fossero proiettate su quel muro –
Ehi, a cosa pensi?
Maia: A
nulla, sono solo ancora spaventata per quello che è accaduto
oggi; ma è tutto
finito, va tutto per il meglio adesso – abbraccia Matias con
amore, lasciandosi
circondare da quella sicurezza che solo gli abbracci di chi ama di
più al mondo
riesce a darle, e dimenticando tutto, tutti i pensieri negativi, le
paure, le
angosce e la realtà, che pone sempre avversità al
loro amore –
Matias: Sei
sicura? Io ti vedo così pensierosa, a tratti triste e
sconsolata… - e aveva
ragione: Maia è triste, pensierosa, preoccupata e molto
sconsolata, quasi
arresa per il biglietto che ha ricevuto, così velatamente
minaccioso, ambiguo,
incute terrore, perché lascia chiaramente intendere che
chiunque l’abbia
scritto è intenzionato a provocare tante disgrazie alle
persone che ama, a se
stessa, a Matias; e per questo ha così timore che gli possa
succedere qualcosa,
qualcosa di irreversibile, che lo possa portare a smettere di provare
quell’amore unico che solo loro sentono; o forse potrebbe
portarlo via da lei
per sempre, lasciandola sola al mondo; è cosciente del fatto
che dovrà lottare
ancora, come sempre, insieme a Matias per restare uniti, proteggersi a
vicenda
e non dividersi mai… -
Maia: Va
tutto bene, sta’ tranquillo… - Non
posso,
non posso farlo, non posso addossargli ancora altre preoccupazioni,
altri
timori a causa mia, perché non se lo merita, non posso
continuare a renderlo
così vulnerabile, così abbattuto, angosciato e
stravolto come adesso: lui c’è
sempre stato quando avevo bisogno, quando stavo malissimo, quasi per
morire,
addirittura è arrivato a salvarmi la vita, mi ha consolato
nei momenti peggiori
della mia vita, e ha gioito insieme a me nei momenti migliori; mi ha
sempre
sostenuto e protetto, sempre;
ora, tocca
a me proteggerlo: non gli dirò del biglietto, non voglio,
non se lo merita… -
Matias:
Quando uscirai di qui, e credo proprio che accadrà domani,
staremo insieme
tutto il giorno: voglio stare con te, voglio che siamo felici, come una
volta –
nota come Maia in un attimo cambia totalmente espressione,
un’espressione di
repressione di ogni sentimento che prova, una repressione che ha visto
molto
spesso, quasi sempre, ogni giorno della sua vita sul volto della sua
amata:
purtroppo, sono ritornati di nuovo in una spirale senza fine di litigi
continui, gelosie, paranoie, scenate di gelosia che culminano sempre
con un
fugace bacio o con una nottata clandestina perché non devono
farsi scoprire;
torneranno di nuovo a sfinirsi l’un l’altra con
questo, anche se non vogliono,
ma è inevitabile… -
Maia:
Anch’io vorrei che fossimo felici come tanti mesi
fa… - Era inevitabile che
succedesse una cosa del genere, siamo caduti in
pochi secondi di nuovo nella solita situazione che ci allontana
l’uno
dall’altra continuamente, ci rende nervosi, arrabbiati
l’uno con l’altra perché
cerchiamo sempre di essere disfattisti, continuamente indisponibili
verso
l’altro, per paura che possiamo avvicinarci più
del necessario; io non so se
farlo, non lo so… -
Matías: Non
mi devi dare subito una risposta, però sappi che
sarò qui, qualsiasi cosa tu
abbia bisogno, non me ne andrò – le da un
innocente bacio in fronte, e lascia
quella camera, lascia sola Maia, che non può fare a meno di
lasciarsi andare ad
un pianto struggente, perché soffre, soffre incredibilmente
per tutti i dubbi
che ha, tutte le sue paure e il timore di poter far soffrire gente che
non se
lo merita; avverte che sta sbagliando tutto, completamente… -
Intanto, in
Kricoragan:
Delfina:
Basta, Pedro, basta… - si allontana bruscamente da lui,
dandogli le spalle e
mettendosi le mani nei capelli, in segno
che non sa più che cosa sta combinando: avverte
come stia rovinando
tutto a causa del suo passato, ancora, ancora una volta, tutto sta
andando a
rotoli perché i vecchi sentimenti, quelli che dovrebbe
lasciato alle sue spalle
per sempre, come si era ripromessa di fare, stanno tornando
repentinamente
nella sua vita, e gliela stanno distruggendo, come se questo non
bastasse; ma
lei non vuole, e farà di tutto pur di mantenere in piedi un
rapporto fondato
sulla fiducia, di tutto, perché non vuole farsi scappare
l’opportunità di
essere felice… -
Pedro: Perché,
Delfina, perché vuoi mettere la parola fine a quello che ci
lega da oltre due
anni?! Perché continui a mentire a te stessa?! –
si avvicina pericolosamente a
lei, che indietreggia verso il muro, spaventata e allo stesso tempo
attratta
sempre di più da quelle labbra così rosee, viene
braccata, non ha via di
scampo: ma Delfina non se ne andrebbe mai da quella trappola
così romantica… -
Delfina: Smettila!
Io e te siamo solo padrona e domestico! VATTENE! – urla
apparentemente furiosa
con Pedro e cercando di liberarsi dalla vista di quelle labbra
così vicine alle
sue, per fermare una conversazione e azioni indesiderate, che
potrebbero
portarli entrambi a fare cose di cui in un futuro potrebbero pentirsi
amaramente, soprattutto Delfina, che non sopporterebbe più
rimorsi –
Maximo:
Delfina, va tutto bene?! – le domanda, fuori dalla porta,
mentre Delfina
impallidisce vistosamente… -
Il giorno
dopo, Maia viene dimessa dall’ospedale per la gioia di tutti,
viene portata a
casa da Federico e va subito in camera sua per potersi rimettersi in
sesto e
riposarsi ancora un altro po’, visto che durante la notte in
ospedale non ci è
riuscita più di tanto; mentre invece, Matías,
Flor e Federico si riuniscono
nello studio per parlare di quanto accaduto:
Flor: Non è
stato Lorenzo ad aver avvelenato Maia, ve l’assicuro! Ieri ho
parlato con lui:
mi è sembrato così innocente, non era a
conoscenza di nulla, era davvero molto
scosso e sorpreso, e, da quel che ho potuto captare, ama Maia
moltissimo e non
le farebbe questo… - Convincetevene,
non
è stato Lorenzo, non lo farebbe mai! Spero solo di non
sbagliarvi su una
questione così delicata, perché qui ne vale della
vita di Maia, ma io sono
sicura che lui non è stato, non potrebbe mai
essere… -
Matías: Ma
come fai a dirlo? Io non credo a quel tipo, non gli credo per niente!
Voglio
che Maia stia a migliaia di kilometri di distanza da quello
là! – Secondo me
è giusto che Maia rimanga in casa
sotto la protezione e la continua sorveglianza di tutti noi, per
evitare che
qualcuno di estraneo le si avvicini e cerchi di nuovo di mandarla in
ospedale
in condizioni molto critiche, non riuscirei a sopportarlo… -
Federico: Io
sono d’accordo con Flor, perché ieri ho ascoltato
tutto; e penso che tu,
Matías, abbia torto, perché parli da uomo geloso
e sei accecato da una rabbia
personale per Lorenzo, che non ti fa vedere le cose per come sono;
però su una
cosa ti do ragione: Maia dovrebbe stare a centinaia di kilometri di
distanza,
insieme a te… - E’ un
piacere che faccio
ad un amico e ad una sorella che vorrebbero stare insieme, ma non
possono; però
io li aiuto ad esaudire il loro desiderio, anche se non sarà
per sempre, e
oltretutto, mi serve anche per preservare Maia, quindi ho un doppio
vantaggio;
spero solo che non si opponga a stare con Matías in
Germania, da soli… -
Matías: Se
mi vuoi mandare in Germania con Maia, sappi che sono più che
d’accordo, così tu
potrai dirigere le indagini da qui, io, invece, recluterò
persone che possano
sorvegliare per bene la casa dei tuoi genitori in Germania, e ti
aiuterò con le
indagini da lì; tutto mantenendo la massima riservatezza,
chiaramente… - Così
finalmente potremmo trascorrere dei
giorni insieme, io e Maia, senza nessuno che ci possa interrompere,
solo io,
lei e il nostro amore, che potrà essere vissuto alla luce
del sole, senza
paure; potremmo essere davvero felici, anche se non per
molto… -
Flor: Maia
di certo si chiederà il perché di tutto questo,
quindi dovremmo dirle che è
stata avvelenata: chi lo fa? Io sarei disponibile a farlo, anche se
comunque mi
dispiace troppo per la mia piccola cognata… - viene
interrotta –
Matías:
Tranquilla, Flor, lo farò io, non appena arriveremo in
Germania, le dirò tutto,
così potrà sfogarsi serenamente al sicuro e
cercherò di tenerle su il morale… -
Flor e Federico annuiscono, sono d’accordo con le misure di
precauzione prese
finora, la parte più difficile sarà rivelare
tutta la verità a Maia, che ne
resterà sconvolta; ma riuscirà a riprendersi con
Matías al suo fianco… - Ora
scusate, ma vado a casa a riposarmi un po’: sono stanco
morto, e anche voi
dovreste fare lo stesso…
In Kricoragan:
Delfina:
Fate partire le ricerche immediatamente, scoprite tutto dei suoi
movimenti e
rintracciatela; quando ci sarete riusciti, ci sentiremo per chiarire i
pagamenti e le altre cose… - chiude la chiamata – Chissà Catherine dove sarà
andata, non viene neanche a me un’idea! Con
un bambino in grembo di circa tre mesi e con una vendetta da portare
avanti, mi
sembra strano che lei sia sparita in questo modo, senza lasciar detto
niente a
nessuno; magari, qualcuno del covo sa… -
Pedro:
Adesso ti dedichi alle attività di spionaggio? – Non cambi mai, sei sempre la stessa
doppiogiochista, falsa, ipocrita,
che mi viene a fare la morale su ciò che è giusto
o sbagliato, che mi dice di
andarmene, di sparire dalla sua vita perché vuole costruire
un rapporto su basi
solide, e alla fine si rivela sempre per ciò che
è; ma io ne sono innamorato
ancora, nonostante tutto –
Delfina: E a
te che importa? – viene interrotta –
Maximo: Vedo
che vi siete già conosciuti! Delfina, lui è il
tuo autista personale – Delfina
stava quasi per scoppiare, non ce la faceva più: aveva i
suoi due pretendenti
che si erano conosciuti, lì, in quella stessa casa, prima
che lei potesse
scoprirlo e cercare di fermare il trambusto che si sarebbe andato a
creare; ma
ormai è troppo tardi: bomba è esplosa, adesso
bisogna solo fare in modo che
faccia meno vittime possibili –
Pedro:
Diciamo che sono diventato anche il suo fabbro personale: ieri la
signorina è
rimasta rinchiusa in camera sua, così io l’ho
aiutata ad uscire di lì… - Voglio
vedere come se la cava adesso, deve
dare assolutamente delle spiegazioni a Maximo, perché ieri
gli ha detto che
andava tutto bene, così l’ha liquidato; ma, in
realtà, stava facendo ben altro!
–
Delfina: Sì,
purtroppo, e siccome non volevo che tu, Maximo, ti preoccupassi, ho
chiamato
Pedro… - Io ti ammazzo!!
Perché doveva
per forza ricapitare nella mia vita e rendermela così
difficile! E’ una bomba
ad orologeria, lui sa tutto di me, tutto, qualsiasi cosa, e, cosa
peggiore, ho
anche avuto una relazione con lui, quindi potrebbe ricattarmi in
qualsiasi
momento! Non so come fare, mi sta mettendo in seria
difficoltà… - Adesso,
scusate, ma devo andare a fare un servizio, a dopo – da un
bacio, un vero bacio
a Maximo, che fa ribollire il sangue nelle vene di Pedro, divenuto
geloso in un
secondo: la piccola vendetta di Delfina ha avuto un effetto rapido e
doloroso,
ha colpito nel segno, e la ex strega se ne va via sorridente e facendo
un
occhiolino a Pedro –
Pedro: Devo
venire con lei, signorina? – Questa
me la
paghi! –
Delfina:
Certamente! – Mi farò
delle risate
sicuramente! –
Al passaggio
dei baci:
Franco: Mia
sorella sta bene, e tu invece mi sembri un cadavere ambulante e
distrattissimo:
Facha, sputa il rospo che ti tieni dentro da mesi! – Una donna, sono più che certo che una
donna c’entra col malessere
interiore di Facha, che è più depresso del
solito: quando, ad esempio, stava
con mia sorella e seppe che lei era innamorata di Matías,
stava male, ma così
distrutto come negli ultimi mesi non l’ho mai
visto… -
Facha:
Catherine, la fidanzata ufficiale di Matías, mi ha lasciato:
entrambi avevamo
una relazione, un’intensa relazione, ci amavamo e ci amiamo
ancora; ma lei mi
ha lasciato, e io sono preoccupato per lei e sconvolto per non averla
più
accanto… - Amore mio, amore mio,
dove
sei? Che fine hai fatto? Perderti è stato come morire, mi
stai uccidendo senza
la tua presenza, sento che non amerò mai
nessun’altra donna come te, nessuna,
vivrò col ricordo di noi, di quello che ci unisce e ci ha
unito nonostante
tutte le avversità; io voglio te, solo te… -
Franco:
Proprio di lei ti dovevi innamorare?!! Ti sei messo in una
trappola… - a Facha
squilla il telefono, lo prende e risponde; non appena la chiamata ha
inizio, il
suo volto sbianca improvvisamente, e lui e Franco corrono via dal
passaggio dei
baci, per andare chissà dove… -
Nel bagno di
casa Fritzenwalden, vicino alla camera di Maia:
Maia: Ma
cosa…? – dopo aver appena terminato di fare la
doccia, Maia sente dei rumori
provenire da camera sua, e, incuriosita, va a vedere che cosa stesse
succedendo;
appena entra, vede un biglietto e un’altra rosa sul suo
letto: la sensazione di
gridare le invade il corpo come non mai, è spaventata, si
sente perseguitata da
qualcuno, che vuole terrorizzarla a morte e non lasciarla mai
tranquilla; ma
quando lo legge, si sente ancora peggio –
Ti avevo
detto che sarei tornato.
E,
invece, Matías se ne andrà.
Maia:
Matías! – quelle poche, semplici parole la
spingono a rivestirsi in fretta e ad
uscire da casa Fritzenwalden senza farsi vedere da nessuno; vaga sola,
perseguitata per le strade di Buenos Aires, correndo, fino a quando non
si
trova davanti al condominio in cui vive Matías; il portone
è aperto, entra e
prosegue velocemente per le scale fino ad arrivare davanti alla porta
giusta;
suona, suona il campanello più volte, e l’ansia
aumenta, aumenta fino quasi a
farle perdere il controllo; ma Matías le apre, guardandola
basito – Oh, amore,
per fortuna stai bene!
Matías:
Maia! Ma che cosa ci fai qui?! Dovresti essere a casa tua, a riposarti!
Vieni
dentro, altrimenti prendi un mucchio di freddo! – la fa
entrare, sdraiare sul
letto; mentre in cuor suo non riesce a capacitarsi di quello che abbia
spaventato talmente Maia da farla venire fino a lì,
piangendo e preoccupata più
del necessario; è da ieri che è strana, troppo:
gli sta nascondendo qualcosa,
ed è intenzionato a sapere di cosa si tratta –
Maia: Vieni
qui, sdraiati accanto a me, voglio averti vicino – Ho avuto così tanto timore di perderlo
per sempre, e invece quel
farabutto che mi sta tormentando, mi ha solo preso in giro, per
rendermi
vulnerabile e fare qualche passo falso per colpirmi in ciò
che più mi fa male!
Perché mi fanno questo, perché?!! –
Matías:
Anche io voglio averti vicino, sempre; ma ancora di più
voglio capire che cosa
mi stai nascondendo: sei strana da ieri, e non capisco il
motivo… - Magari sarà
solo il fatto che finire in
ospedale l’ha fatta divenire un po’ troppo
impaurita, così tanto che ha dovuto
rifugiarsi da me, perché a casa sua si sente troppo sola; o
forse è davvero
successo qualcosa che non mi ha detto… -
Maia: Mentre
ero a casa e mi stavo riposando, ho fatto un bruttissimo sogno: ho
sognato di
perdere te, andavi via, così mi sono spaventata tanto ed
eccomi qua – Spero solo che si
lasci convincere da quel
che ho detto, anche se ne dubito fortemente: nessuno avrebbe una
reazione così
esagerata di fronte ad un sogno, ma considerando le circostanze in cui
mi sono
trovata, dovrebbe credermi: è la prima cosa che mi
è venuta in mente! –
Matías: Non le riesco a credere,
mi sembra fin
troppo esagerata la sua reazione, ma penso che sia meglio evitare che
la metta
sottopressione con un terzo grado, che poi, alla fine, può
risultare inutile;
meglio coccolarla un po’… - Amore io
sono qui per te, e ci sarò per sempre,
non mi perderai mai – inizia a baciarla, per rasserenarla,
per fare in modo che
sfoghi tutta la tensione accumulata, così passano un momento
indimenticabile
insieme –
All’ospedale:
Paloma:
Nonna, come stai? – Non sa ancora
che non
riesco a trovare Catherine da nessuna parte, neanche Segundo, che mi ha
aiutato
questa notte a cercarla, è riuscito a trovarla! E adesso
come farò a dirglielo?
–
Nonna:
Catherine come ha potuto…? – La
mia
piccola nipotina, chissà come starà adesso; spero
solo che non sia distrutta
come sua madre, sull’orlo di una depressione che potrebbe
consumarla fino a
portarla al suicidio… no, non deve succedere! –
Paloma:
Adesso non dobbiamo parlarne, riposati… - Non
so come dirglielo, non lo so… - esce fuori dalla
camera d’ospedale, cui è
ricoverata sua nonna per uno scompenso; fuori dalla porta trova
Segundo, che
non esita a chiederle come sta sua nonna –
Segundo: Va
tutto bene, vero? – Che viso
stravolto
che ha, non l’ho mai vista così provata da un
evento in tutta la mia vita; è
scossa, tanto scossa per quello che è successo a sua nonna,
a Catherine e ha
anche timore di quello che verrà in futuro; per questo devo
fare qualcosa per
rasserenarla un po’, almeno un poco, perché, da
quel che ho capito, le cose
diventeranno insostenibili per Paloma –
Paloma: E’
tanto turbata, e io, io non so come fare per dirle tutta la
verità, non lo so;
ti prego, aiutami, io non so più che fare… -
piange, piange davvero, quelle che
sta vedendo Segundo sono lacrime vere, provenienti dal cuore, dalla
sofferenza
del cuore, che, adesso più che mai, ha bisogno che qualcuno
gli stia accanto,
qualcuno che non gli farebbe mai del male, ma che sia solo in grado di
dargli
la felicità negata
per tanti anni; e
Segundo lo intende subito, così si precipita ad abbracciare
Paloma, che si
sente protetta in quelle braccia –
Segundo:
Andrà tutto bene, tutto bene…
Intanto, nel
reparto di terapia intensiva:
Facha:
Franco, non posso crederci, sto perdendo tutti i miei cari…
- Prima Catherine, ora mio padre: sto per
perdere la persona più importante per me, colui che mi ha
cresciuto, mi ha
stretto tra le sue braccia quando io ne avevo più bisogno,
mi ha insegnato
tante cose sulla vita, sulle scelte da intraprendere, e soprattutto mi
ha
insegnato ad essere felice, sempre; ho ancora bisogno di lui, ho ancora
bisogno
di mio padre… -
Franco: Sta’
calmo… - gli mette una mano sulla spalla in segno di
sostegno, di fiducia per
quella situazione: suo padre si sveglierà, è
certo che si sveglierà e potrà
trascorrere con suo figlio Facha momenti meravigliosi, come solo padre
e figlio
possono trascorrere –
Facha: Non
voglio che mi lasci… - un dottore esce fuori dalla camera di
suo padre, e gli
fa cenno che può entrare a vederlo; Facha entra in camera e
vede suo padre
esanime su quel letto, con tanti tubicini che gli percorrono tutto il
corpo – Papà…
Hernàn :
Figlio mio, mi dispiace tanto che tu debba vedermi in queste
condizioni; sappi
che io ti voglio tanto bene, te ne ho sempre voluto, e
continuerò a volertene
per sempre; ma tu devi sapere la verità, prima che io muoia,
tu devi sapere la
verità, prima che io muoia…
Facha: Che
cosa devo sapere? – fissa il volto di suo padre, esausto,
come se stesse quasi
per andarsene definitivamente; mentre Facha è stravolto,
provatissimo da quella
situazione, e non sa più che fare, che dire… -
Hernàn: Io
non sono tuo padre… - e lì, dopo aver scagliato
Facha contro una dura realtà, i
suoi occhi si chiudono, tutti i macchinari iniziano ad emettere un
suono, che
diventa sordo alla fine: suo padre è morto –
A casa di Matías:
Maia: Meglio
se mi vado a fare un po’ di caffè –
mentre Matías è sotto la doccia, Maia va in
cucina a prepararsi un po’ di caffè; poi si siede
su una poltrona del salone e
vede che c’è un foglio sotto un mobile vicino alla
porta d’entrata; lo prende e
lo legge –
Io non ce
la faccio a vivere così.
Tu non
sei innamorato di me, sei perdutamente innamorato di un’altra
donna.
E io non
posso sopportarlo, né io né tuo figlio.
E’ ora
che le nostre strade si dividano.
Addio per
sempre,
Catherine
Ed eccomi
qui con il cinquantunesimo capitolo! Ringrazio infinitamente chi
continua
assiduamente a seguire questa storia e mi sostiene! Un bacio a tutti!
Ed un
ringraziamento speciale ad Eliessa e a ChocoBomb!
Un saluto a
tutti, alla prossima!