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Autore: Ian Is A Fucker    28/01/2013    0 recensioni
Provare quelle emozioni non era per me, il grande Ian Somerhalder innamorato? Impossibile. E per di più non del suo collega, non di un uomo! Il mondo stava andando alla rovescia, ma che potevo farci, lo volevo e se volevo qualcosa l'avrei ottenuta, a qualsiasi costo.
(Ian-Paul)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ian Somerhalder, Paul Wesley
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Eravamo arrivati davanti alla casa e anche se la serata era calda, era come se dentro di me ci fosse una tormenta di neve: non l'avrei mai ammesso, ma ero spaventato, non volevo entrare, non volevo congratularmi. 
Una mano stringe la mia ed io mi giro, trovandomi davanti il sorriso divertito di Nina. "Non dirmi che sei spaventato? Dio, non è da te Ian." mi prende in giro ed io mi sottraggo dalla sua presa e la congelo con un'occhiataccia. "Illuminami sul perchè sei venuta Dobrev, da quando in qua sei così amica di Paul?" Lei alza un sopracciglio e scrolla le spalle. "Potrò non essere sua amica, ma sono la tua Ian. Quando ti renderai conto di come tu l'abbia perso per la tua testardaggine io sarò lì a consolarti." "A prendermi in giro vorrai dire. Grazie nana, lo apprezzo" ribatto con un sorriso sghembo che lei ricambia. Quando entriamo troviamo ad accoglierci un sorridente Paul, felice come non l'avevo mai visto prima. "Hey ragazzi siete venuti!!"ci accoglie con esuberanza. "Potevamo perderci quest'evento? Congratulazioni amico." replico dandogli una pacca sulla spalla, trattenendo dentro di me il dolore immenso che stavo provando. "Grazie Ian, significa davvero molto per me." dice con dolcezza, rivolgendomi uno sguardo che si imprime nel mio cuore e che lo fa sanguinare sempre di più. "Hey, ed io? Non sei felice che anche io sia venuta?" si mette in mezzo Nina con un broncio e il ragazzo ride, spostando il suo sguardo verde su di lei, permettendomi di riprendere fiato. "Certo che sì, era sottinteso!!" scherza ed io chiudo per un momento gli occhi: faceva male, ma potevo sopportarlo, avrei sfruttato ogni occasione per stargli vicino, avrei vinto io. Ian 1, dolore 0. Approfitto dell'intervento di Nina per dargli le spalle e adocchiando una bottiglia aperta di quello che assomigliava a Brandy, mi dirigo verso il tavolino e mi verso un bicchiere. "Non avevo dubbi che ti avrei trovato qui." mi apostrofa una voce familiare ed io mi giro con aria seccata. "Sparisci Candice, i tuoi capelli tinti mi danno sui nervi." bofonchio, senza degnarla più di uno sguardo e tracannando in un sorso il mio bicchiere. "Di' un po' Ian, che ne dici di passare un po' di tempo insieme, come ai vecchi tempi?" propone, arricciandosi i capelli con aria civettuola. "Che ne dici di tapparti quella bocca e lasciarmi in pace?? Solo perchè sono andato a letto con te una volta non vuol dire che puoi pretendere qualcosa da me. Ero ubriaco e tu eri ciò che c'era di più simile ad una donna intorno, tutto qui." taglio corto con aria indifferente, dandole le spalle e mettendomi seduto vicino a diverse altre persone, senza davvero rendermi conto di chi fossero. Tutto quello che volevo era farla finita velocemente e andare a dormire: qualche anno fa avrei sperato che fosse tutto un brutto sogno e forse avrei tentato di confessarmi, ma avevo capito che non serviva a niente, così mi limitavo a vivere in grigio, niente luce. Avrei dovuto ricordarmi di quanto fosse bastarda la vita, ma ci ero cascato di nuovo, mi ero lasciato ingannare da un bel sorriso e da un paio di occhi verdi e ci ero rimasto fregato: il dolore stava rimontando, ora eravamo pari.
"Cos'è questo mortorio?? Coraggio, è o non è una festa??" esclama Nina, con la sua irritantissima voce squillante. "Il nostro Paul si è fregato da solo decidendo di sposarsi, quindi facciamolo divertire per l'ultima volta." propone mostrando una bottiglia e tutti acclamano e lei la appoggia in mezzo al nostro cerchio, sedendosi vicino a me e facendomi l'occhiolino. "Che cosa hai intenzione di fare??" sussurro a mezza voce. "Ti sto dando l'opportunità di confessarti. Sii uomo almeno una volta nella tua vita Ian." spiega ed io la guardo sorpreso, lanciando un'occhiata di sottecchi a Paul che rideva con qualcuno. "Bene, ma lo farò a modo mio." acconsento con una luce disperata negl occhi. Mi sarei fidato un'ultima volta dell'amore, e se non avesse funzionato avrei lasciato stare: non avevo nulla da perdere e forse un'opportuntà su mille di vincere. "Il festeggiato per primo" proclamo dando la bottiglia a Paul che l'accetta divertito. La appoggia a terra e gira: per tutta la durata di quel giro avevo pregato tutti gli Dei possibili ed immaginabili che fosse toccato a me, altrimenti sarei salito lassù in cielo e avrei fatto il culo a tutti. 
La maledetta bottiglia aveva finalmente finito ed era in bilico tra me e Nina, ma grazie ad una mia occhiataccia si è fermata su di me: visto?? Non mi servono gli Dei, io basto e avanzo per fare paura ad una stupida bottiglia.
Gli occhi di Paul si sgranano e arrossisce sotto le risate di tutti. "Paura di un bacio Paul?" lo prendo in giro, nonostante volessi anch'io arrossire e ridacchiare innervosito. "C-Certo che no! Dai vieni qui" replica schiarendosi la voce ed io mi sporgo verso di lui, con il cuore in tumulto. 
Avrei voluto dirgli: stai zitto?? Non riesco a sentire il respiro di Paul, ma ero troppo nervoso, troppo emozionato. Le sue labbra erano ad un soffio dalle mie, riuscivo a contare ogni singola ciglia, ogni piccola sfumatura dei suoi occhi di smeraldo e le sue guance arrossivano a vista d'occhio sotto il mio sguardo.
Le mani mi sudavano mentre andavo ad accarezzargli i capelli e lo attiravo di più a me: avrei voluto restare a contemplarlo per un altro po', ma non riuscivo più a resistere, sentivo un desiderio impellente, così rapisco le sue labbra. Erano calde e un po' umide, sapeva di succo di mirtilli: tipico di Paul, non beveva nemmeno alla sua festa. Avrei sorriso se la sua lingua non mi avesse colto di sorpresa sfiorando la mia. Ovviamente non poteva pretendere che io stessi con le mani in mano, così l'ho assecondato e quel piccolo bacio innocente era diventato un qualcosa di proibito ma talmente eccitante che non potevo più fermarmi.
Intorno a noi però era crollato il silenzio e allora ho capito, ho capito che quel bacio di addio in realtà aveva riacceso tutti i miei sentimenti, era da stupidi pensare che avrei annullato tutto ciò che provavo: il bottoncino delle emozioni non esisteva, l'avevo capito ormai da tanto tempo.
Così mi stacco e faccio un sorriso sghembo, dandogli una pacca sulla spalla. "Adesso sei pronto per sposarti Paul" scherzo e mi allontano velocemente, uscendo da quella casa. Mi sentivo soffocare, non riuscivo a togliermi dalla mente il suo bacio, il sapore delle sue labbra, la bellezza del suo viso.... Mi prendo la testa tra le mani ed impreco: perchè a me? Perchè dovevo soffrire di nuovo per amore?? Tutto quello che volevo era essere lasciato in pace, perchè dovevano continuare ad infierire?? Non ero un bersaglio, non meritavo di avere il cuore lacerato e un fottutissimo viso nella mente. 
"Ian!!" urla una voce ed io mi irrigidisco. No, non venire da me, non mi cercare. Hai una moglie, vuoi sposarti, non continuare ad infierire, non starmi vicino, lasciami da solo, come ero sempre stato prima che tu arrivassi.
Mi giro e squadro il viso preoccupato di Paul. "Tutto bene??" esclama con il fiatone e al mio cenno di assenzo si zittisce e si tortura le mani. "Senti...mi dispiace per quel bacio... io davvero non so cosa mi sia preso..." si scusa ed io mi apro in un sorriso amaro. "Non c'è bisogno di scusarsi Paul, è solo un bacio..." borbotto. "Sì ma non avrei dovuto, scusa." "Piantala, ok? Non mi servono le tue scuse, non mi serve la tua gentilezza, non ti voglio vicino a me se non puoi essere mio!! Vai, vai da quella donna e lasciami in pace!! Sii felice Paul, ma vai via dalla mia vista!!" gl urlo contro furioso con me stesso per essermi lasciato fregare, per essere stato felice di quel bacio che per lui non significava niente. 
Il ragazzo mi guarda sbalordito, con la bocca aperta e si limita a guardarmi, senza dire niente per un bel po' di tempo. "Ian io... mi dispiace..." mormora abbassando lo sguardo ed io annuisco. "Lo so...vai, vai da lei." replico e lui si mette sulle punte e mi accarezza le guance. "Sarai felice anche tu, ne sono certo..." dice con sicurezza e se ne va, senza mai girarsi indietro a guardarmi.  Io rimango a guardare la sua schiena girata verso di me e lascio scendere le lacrime che avevo trattenuto per tutta la sera: avevo perso, era ora di arrendersi e di lasciar perdere l'amore, non faceva per me.
  
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