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Autore: milichituli    29/01/2013    6 recensioni
Risa pensava che Otani fosse acido: non c'era umorismo o sarcasmo perchè le sue erano affermazioni.
Otani aveva la stessa idea su Risa: sempre pronta ad attaccare briga su tutto.
Ed ora si trovavano per l'ennesima volta al centro della classe e del dibattito, per niente amichevole.
«Sai che ti dico? Che sei un limone!»
«Mi staresti dicendo che sono acido?» Otani s'accigliò, portandosi le braccia al petto.
Risa sbuffò e posò le mani sui fianchi, voltando il capo. «Osi negarlo?»
«Miss aceto, lo sanno tutti che quando sei mestruata diventi irascibile!»
Risa sbarrò gli occhi esterrefatta: era la prima volta che Otani le rispondeva in quel modo. Il ragazzo non si accorse di nulla, ma l'impatto fu doloroso: il bernoccolo, provocato dal lancio del telecomando da parte di Koizumi, era piuttosto evidente.

Cinque diverse situazioni, cinque attimi vissuti e immortalati in cinque foto.
Risa e Atsushi alle prese con un album fotografico e con il passato.
Attenzione: gli eventi sono collegati fra loro! | All Hanshin Kyojin | pastpresentfuture
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender
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Limoni sottaceto
 

 

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Senti ma, quando parlavi dei limoni, eri seria?

 

 

 

A distanza di tanti anni dalla dichiarazione, Otani ha un presentimento.
Un dubbio che lo attanaglia e che gli fa salire sempre un groppo alla gola, che gli blocca la mente e lo spaventa. Comunque Otani è sempre indispettito e perennemente in titubanza delle doti culinarie della moglie.
Non che non fosse migliorata negli anni, ma date certe inventive prese in passato, Otani aveva spesso il terrore di ingurgitare qualche cibo non commestibile. Quando si vedeva di fronte un piatto di dubbia provenienza, deglutiva sonoramente e fissava la donna con dissenso.
«Ehm, Risa?» domandava scettico, osservando di sottecchi il piatto. Forse Otani sperava davvero che il cibo prendesse vita solo per poterla accusare e inscenare una delle solite litigate insulse. Ed era proprio quando Risa posava lo sguardo sui suoi occhi con noncuranza che lui aggiungeva: «Sicura che sia commestibile?»
Risa sentiva la mano tremarle e una strana voglia di rovesciare la padella e il suo contenuto in testa al marito. Avrebbe anche tanto voluto prendere la forchetta, o le bacchette, puntarci del cibo e ingozzare il marito fino a farlo scoppiare, magari a forza di insulti.
«Certo che è commestibile: ho seguito il ricettario!»
Otani lo sapeva che Risa si stava trattenendo dall'urlargli in faccia che era uno scemo, un cretino o chissà quali altri insulti. Infondo era meglio che ci fosse Risa ai fornelli che Hikari: lei si che era negata!
«Vabbè, allora buon appetito.»
Risa si sedette di fronte a lui e lo osservava mentre mangiava con gusto ciò che aveva preparato. Se lo chiedeva, di tanto in tanto perchè volgesse sempre tutta quella titubanza a mangiare quello che cucinava, ma si ritrovava sempre a sospirare e a metterci una pietra sopra: bastava l'adolescenza di Kari-chan, non voleva discutere con un altro bambino troppo cresciuto.
Andava bene rodersi, ma per Risa era troppo: adesso era curiosa.
«Senti Otani,» iniziò mentre cercava di puntare una rondella di carota. «Posso sapere perchè, ogni volta che ti cucino qualcosa, fai quella faccia schifata come se da mangiare ti dessi della poltiglia di fango?»
Colpito e affondato.
Atsushi Otani restò alquanto sbalordito, nonché con un'espressione da pesce lesso; e fissò la donna di fronte a sé come se avesse scoperto che gli asini potevano volare tranquillamente nei cieli di Osaka.
«P-Perchè?»
«Non mi è dato saperlo?» Risa assottigliò lo sguardo.
«NO!» esclamò Otani, scattando in piedi e provocando stupore nel viso della donna. «No, cioè sì. No, insomma...»
«Va bene, ho capito,» continuò Risa a capo chino. «credevo che fra noi non ci fossero segreti, sai?»
«Infatti non ce ne sono!»
«E allora dimmelo»
«Non posso...»
«Mi tradisci?»
Otani divenne paonazzo e furioso. «Ma ti pare?»
«Non si sa mai; la prudenza non è mai troppa» Risa alzò le spalle.
«Mi vuoi uccidere, per caso?»
«Credi che io possa avvelenare il cibo?»
«Ho solo fatto un'ipotesi. E poi non si risponde ad una domanda con un'altra domanda!»
Risa sbuffò. «Ma se tu lo fai sempre»
«Avrò i miei buoni motivi»
«Anche io ho i miei, a questo punto!»
«Risa, oggi ho avuto una giornata molto difficile. Mangiamo in pace?»
«Voglio risposte!» Risa incrociò le braccia al petto e fece una smorfia come se fosse una bimba di sette anni. Il suo viso corrucciato era pressoché identico a quello della figlia e, per Otani, rappresentò un segno di dolcezza.
«C-che fai?»
Risa era diventata bordeaux. Otani si era alzato e l'aveva abbracciata da dietro, nascondendo il viso nell'incavo della sua spalla e respirandone il profumo.
«Niente, di speciale»
«Scemo! Non hai proprio un minimo di delicatezza»
Otani ridacchiò: «Certo che sì. E sai una cosa? La mostro solo a te.»
«E quando, di grazia, lo avresti fatto?»
Otani la strinse di più, posandole un bacio sul collo. La donna boccheggiò e sbarrò gli occhi. Non sopportava quegli scherzi.
Le labbra del marito raggiunsero l'orecchio di lei, Risa sentì il corpo fremere. «Se miss gigantessa non dormisse sempre lo saprebbe.»
«Oh, ancora con quella storia? Ma sono passati più di venti anni!»
«Colpa tua che dormivi, dovevi solo sentire la mia dichiarazione,» e posò un altro bacio sul collo per poi finire sulla clavicola. «Sicuramente ti saresti innamorata di me.»
«Impossibile,» mugugno lei, trattenendo a stento un gemito. Otani si voltò per guardarla un po' costernato, ma lei lo guardò dolce e carezzò i suoi capelli. «lo ero già, Otani-sensei.»
Otani divenne completamente rosso e si chinò a baciarle le labbra: non poteva distruggere l'atmosfera che si stava creando. «Hai visto? Otani-sensei colpisce sempre.»
«Stupido. E si è visto come colpisci: ho rischiato di restare incinta già alla prima volta!»
«Se il preservativo si era rotto cosa ci posso fare?»
«Ti è andata bene che non ero in ovulazione.»
«Decisamente un lusso. E ora?» Otani s'impossessò delle labbra di le, iniziando a slacciarle la camicetta.
«Sì, penso proprio di sì, ma devo andare in ufficio.»
«Aspetteranno qualche minuto.»
Lo sguardo di Otani divenne famelico e bramava il corpo della donna, che ai suoi baci bollenti gemeva inclinando il capo.
«Otani?»
«Uhm»
«Me lo dici ora?»
«Ora?» brontolò. Quella frase equivaleva ad un “proprio mentre stiamo per fare sesso”?
«Ora.»
Otani arrossì. «No, non ora. Dopo.»
«Allora niente.»
Risa lo lanciò indietro, ma Otani aveva le mani forti e grandi e se la trascinò dietro facendola cadere sul suo corpo.
«Si può sapere a che gioco stai giocando?»
Risa sorrise. «Dimmelo tu, Ota-nano.»
«No, Ota-nano no.»
«Sì, è eccitante!»
«Per niente.»
«Dimmi un po' allora, o ti chiamerò Ota-nano per il resto dei tuoi giorni!» Risa miagolò soddisfatta nel vedere l'espressione di Otani diventare sconsolata.
«Cosa? È un ricatto?»
«Precisamente!»
Otani si sedette e la donna restò su di lui. Risa inclinò il capo e lo baciò sulla guancia poggiando il capo sul suo petto.«Non è una cosa brutta, vero?»
«Dipende dai punti di vista»
«Sono curiosa.»
«Però dopo andiamo sopra vero?» Risa annuì. Lo sguardo di Otani vagò sul tavolo della cucina e fissò il cibo oramai freddo e, sicuramente, appiccicoso come la colla.
«Allora?»
«Risa, senti ma, quando parlavi dei limoni, eri seria?»
La moglie lo fissò un attimo per poi scoppiare a ridere. Otani inizialmente sorrise, ma il suo sorriso si affievolì velocemente.
«Sciocchino, certo che sì.»
«Eh?»
«Volevo farti impazzire con i limoni sottaceto così poi ti saresti innamorato di me, i miei piani sono andati in fumo, a quanto pare.»
«Tu sei pazza!»
«Hai ragione, per essermi messa con un nanerottolo come te... Dici che mi faranno santa?»
«No, santificheranno me! Volevi uccidermi?»
«No, ma... Ehi, non si risponde ad una domanda con un altra domanda!» Risa ridacchiò sulle sue labbra. «Ti dispiace non averli assaggiati? Se vuoi li preparo, ci impiego pochissimo!»
«No, grazie,» Otani scosse il capo e si lasciò cadere sul pavimento. «al momento ho altri programmi.»

 

 

 

 

 

 

due chiacchiere con milichituli

Ragazzuoli, buondì. Sono di fretta e rischio di perdere il treno: farò veloce.

Ammetto che mi dispiace che la storia sia finita così e per questo ho una proposta: avrei pronto un “Bonus”. Qualcuno lo vuole leggere? Rispondetemi numerosi, grazie!

Sono felice di sapere che la storia piace così tanto, mi regalate così tanta gioia, ragazzuoli miei.

Vi voglio bene, oggi sono affettuosa.

Scappo!, milichituli

  
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