Fandom: Il diario del vampiro
Notes:
Buonasera,
gentili personcine che si metteranno a leggere questo parto mentale, o,
meglio,
prima prova per me in questo fandom. (Ho rotto le palle nel telefilm,
ma non mi
sono spinta ai libri…fino ad ora).
Avviso
che sono le 21.50 e che dovrei ripassare le guerre mondiali –
e quindi? :’) –,
ma sorvoliamo. Quindi fate i buoni **. *pubblicità
della Bauli style*
Avviso
che, oltre ad eventuali errori che non mi risparmio perché
sono una mezza
merda, mi piace tanto tanto tanto usare il corsivo, e per questo
c’è chi vorrà uccidermi.
O
tirarmi fuori la milza –
sorry, ma ho
amato Damon nella 4x11.
(Quand’è che
non lo faccio?!)
Okay,
ci vediamo sotto. :3
Bonnie
osservò con sdegno come Elena si accoccolò contro
il petto di Stefan,
strusciando il naso contro la sua clavicola.
Come,
oh, come…può?!,
pensò.
Come
riusciva a nascondere così prontamente i suoi sentimenti?
Come
poteva aver dimenticato che lui era
morto – per salvarmi,
specificò nella
sua testa per l’ennesima volta – da così
poco tempo?
Ricordava
perfettamente come si era piegata su di lui, come l’aveva
baciato, come aveva
pianto.
E
rimembrava anche quanta gelosia le avesse riempito i polmoni,
sgombrandoli d’aria
come se non fossero già vuoti.
Eppure,
sembrava tutto sparito in un battito di ciglia. Tutto
quell’amore – amore!
– che Elena provava verso Damon
era stato spazzato via da una folata di vento, visto il tempo che ci
aveva
messo la sua bionda amica a riavvicinarsi a Stefan.
Certo,
Elena amava Stefan. Forse anche più di Damon.
Però aveva ammesso di amare anche Damon,
e per coerenza si sarebbe
dovuta allontanare da Stefan.
Ma
non era successo.
Elena
aveva avuto tutto, come sempre: la compassione degli altri, le parole
dolci e
gli abbracci e le carezze. Ma, soprattutto, aveva avuto
l’amore. Di Stefan,
ora, e di Damon, sempre. Nonostante Damon avesse baciato lei
– Bonnie ancora ricordava la gioia che l’aveva
avvolta
completamente, dalla punta dei capelli a quella delle dita dei piedi,
ricoprendo il suo corpo di piccoli brividi –, non
l’amava. E probabilmente non l’avrebbe
fatto nemmeno se fosse stato ancora vivo.
Era
consapevole che avesse un piccolo – o forse non così piccolo, se voleva
abbandonare la modestia – spazio nel cuore
pieno di rappezzature e lucchetti di Damon. Uno spazio modesto,
sì, ma poteva
trarne un vanto, sempre che l’avesse voluto: essere nella
lista delle persone a
cui Damon Salvatore teneva non era semplice e per nulla scontato.
Non
capiva come Elena riuscisse ad accettare di essere guardata da limpidi
occhi
verdi invece che da penetranti pozzi neri, o essere abbracciata da mani
gentili
e presenti invece che da dita di velluto che creavano passione solo
aspettando
quel tocco vellutato.
Bonnie
non l’aveva provato molte volte, tutto questo. Eppure era
riuscita a registrare
ogni singolo frammento di secondo, ogni espressione ed ogni
modo con il quale
Damon si muoveva o parlava.
Anche
se la scuola non era di certo il suo personale Eden, aveva memoria per
le cose
importanti.
E
Damon era così importante, per lei!
Sapeva
che non era stata – o meglio non era
–
una semplice cotta adolescenziale. No, quelle cose erano diverse.
Quello
era amore. Forse un amore diverso
da
quello che Elena provava per Damon e da quello che Damon e Stefan
provavano per
Elena.
Perché,
pensava, se non lo è, non so cosa
sia.
Si
era sentita così al sicuro tra le sue braccia, nella
Dimensione Oscura. Così bella,
importante e, perché no, desiderata,
quando le labbra del vampiro avevano catturato le sue.
Forse
Bonnie era egoista e sbagliava a pensare certe cose, ma,
d’altronde, Damon era
morto per salvare lei, lei e solo lei.
Non
che non l’avrebbe fatto con
Elena, Bonnie,
le disse una voce stridula nella sua testa.
Lei
decise di ignorarla.
Oh,
Damon le mancava così tanto. Faticava ad addormentarsi,
tormentata dal pensiero
che, nonostante il gesto del vampiro fosse stato nobile ed impulsivo,
se lei
avesse pensato prima di lanciarsi contro quel maledetto albero per
prendere
quell’altrettanto maledetta sfera stellata, Damon non sarebbe
morto.
Il
pensiero che fosse stata tutta colpa sua, che avesse perso Damon, la
persona
che, nonostante tutto, amava, per un suo stupido errore, la
destabilizzava. Si sentiva
trafitta dai rami di quell’albero che aveva pugnalato Damon.
Pensava che quel
dolore che provava anche in quel preciso istante, che
l’accompagnava da quando
si svegliava a quando tentava disperatamente di dormire, era perfino
peggiore
della morte.
E,
se fosse morta, l’avrebbero ricordata come l’eroina
che cercava a tutti i costi
di essere.
Sì,
sarebbe dovuta andare così.
Strinse
forte il bracciolo della poltrona sulla quale stava seduta ritta con
fare
guardingo.
Si
chiese improvvisamente, con un piccolo gemito strozzato, se anche lei
sarebbe
riuscita a fare come Elena.
Avrebbe
dimenticato Damon?
Gli
altri due se ne accorsero.
«Bonnie?»
la chiamò Elena, raddrizzandosi anche lei.
«Va
tutto bene?» chiese Stefan con voce leggera, dando man forte
alla sua amica.
Lei
sembrò ripiombare dallo stato di catalessi in cui era
caduta, e mosse
lievemente la testa. «Sì.»
esordì dubbiosa distogliendo lo sguardo da Stefan ed
Elena, senza sapere esattamente a che domanda stesse acconsentendo.
No,
in
realtà.
No,
non avrebbe mai dimenticato
Damon.
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Okay,
che
cos’è questo schifo?
Alzi
la mano chi se lo sta chiedendo!
Sinceramente,
non lo so.
Un
macello di parole messe insieme che tentavano di approfondire
– e rovinare – la
reazione di Bonnie alla morte di Damon.
Dico
che io sono Delena nel telefilm, e
pure nei libri sinceramente, ma non
disprezzo nemmeno il pairing Bamon.
Spero,
infatti, visto che l’endgame Delena
non
lo vedrò nemmeno col binocolo, che Damon sia felice con
Bonnie, alla fine.
Vabbé,
non rompo più.
Siate
carini e commentate il macello, su! O anche no, fate come vi
pare.
With
much love,
xAlly.