Serie TV > Glee
Segui la storia  |       
Autore: Najara    31/01/2013    3 recensioni
Santana Lopez in completo scuro, cravatta nera e occhiali da sole... così vi avevo promesso nella prima storia ebbene ora aggiungeteci Brittany anche se forse a lei la cravatta tutta nera non piace...
Il sequel della mia storia Men In Black.
Genere: Avventura, Romantico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez | Coppie: Brittany/Santana
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ultimo capitolo… vi avviso così magari reggete fino alla fine! ;-)

Buona lettura!

 

 

Tredicesimo capitolo: Gioco di ruolo

 

Le strade di New York sfrecciavano sotto di loro mentre S guidava, il più rapidamente possibile, verso l’edificio in costruzione che conteneva gli specchi. Dietro di lei numerose macchine nere identiche alla sua la tallonavano.

“Idee?” Chiese senza distogliere gli occhi dalla guida,

“Arriviamo agli specchi e ci asserragliamo sperando che la Sy trovi un modo per farci arrivare il congegno e l’Octanium.” Disse la sua copia che era stata informata dei dettagli. Brittany non disse niente era rimasta sconvolta dall’aggressione di Q, non riusciva a vedere la malvagità nelle persone, figurarsi in quelli che considerava suoi amici.

Avrebbero potuto nascondersi, ma poi sarebbe stato loro impossibile raggiungere gli specchi e la Sy, se volevano passare dovevano farlo ora.

Raggiunsero l’edificio e vi entrarono correndo, i primi colpi degli inseguitori che si infrangevano sui muri,

“Quella doveva essere R, spara male anche in questa realtà per fortuna…” Ebbe il tempo di dire S prima che il fragore dei colpi coprisse la sua voce.

Durò una decina di minuti, poi si fermarono,

“Molto bene, hanno capito che non possono entrare.”

L’edificio non aveva particolari sistemi di sicurezza ma la presenza degli specchi aveva fatto installare al MIB alcuni accorgimenti, per cui le entrate erano state sigillate e l’unica porta usufruibile era ben sorvegliata dalle armi delle due S.

“Potremmo usare gli specchi…” Suggerì Brittany ma S scosse la testa,

“Non possiamo riiniziare da capo, ogni salto è pericoloso e chissà dove potremmo ritrovare una Beiste viva assieme ad un congegno e a dell’Octanium, no, questa è la nostra migliore occasione.” Brittany aprì la bocca ma la sua voce provenne dall’esterno,

“Cosa ne dite di uscire con le mani alzate?” Brittany si morse un labbro e fu S a rispondere,

“Andate a quel paese!” Una risata seguì quelle parole,

“Molto bene allora veniamo a prendervi noi e non vi piacerà”

“Ci avete già provato, continuate pure”. Dall’esterno non giunse risposta per alcuni minuti poi si udì la voce di Q,

“Possiamo trovare un accordo”

“Per esempio?” S scosse la testa verso Brittany che l’aveva guardata spaventata, no, non aveva nessuna intenzione di fare accordi con loro, ma doveva prendere tempo, volgere quella situazione di stallo a loro favore.

“Potremmo lasciare andare B. Voi due venite con noi e B torna a casa” Suggerì la voce di Q dall’esterno, S sgranò gli occhi ma la mano di Brittany si chiuse con forza sul suo braccio,

“No” Disse con fermezza. S non distolse lo sguardo dai suoi occhi azzurri, la fuori c’era qualcuno che la conosceva alla perfezione, si chiese se fosse stata un’idea della sua copia o della copia di Brittany.

“S, questa era la risposta della tua B, ma io voglio la tua” A parlare questa volta era la sua copia di quel mondo, come a voler rispondere al suo pensiero.

“No” Disse allora lei mentre la mano di Brittany la teneva ancora con la stessa forza,

“Avevi detto di amarla, così la condanni” Le ricordò la sua copia all’esterno dell’edificio, non fu lei a rispondere, ma l’S che difendeva la porta con lei,

“Verrò io, loro lasciatele andare”

“No” Protestarono in coro loro due ma S sorrise amaramente,

“Non ho niente per cui lottare, non ho niente da cui ritornare”

“Non è vero!” Tutte e due le S guardarono Brittany,

“Noi abbiamo incontrato la tua Brittany, ti aspetta ancora, ti aspetterà sempre!”

“Aspetta Brit… non siamo sicure che…” Mentre lo diceva vide lo sguardo della sua copia cambiare, c’era la speranza e la gioia oltre che delle lacrime nei suoi occhi,

“E se non fosse lei… le possibilità sono infinite…”

“Era lei” Disse con sicurezza Brittany.

La conversazione era avvenuta a bassa voce e dall’esterno si udì di nuovo la voce forte di B,

“Va bene, vi mandiamo dentro qualcuno con il congegno e l’Octanium che vi consegnerà mentre S esce allo scoperto”.

“Non ci daranno mai il congegno…” Disse piano S mentre si guardava attorno, gli specchi che la riflettevano. Sorrise mentre notava la cravatta con gli usignoli che Brittany aveva lasciato appesa agli specchi qualche tempo prima. Avevano quell’unica possibilità,

“Vieni tu B” Disse forte, Brittany e la sua copia la guardarono perplesse ma lei sorrise.

 

B entrò lentamente nell’edificio, le mani alzate il congegno ben in vista.

“S!” Chiamò e dalla porta si stagliò la donna, era strano vederla così uguale eppure così diversa. Era debole, lo si poteva vedere anche da lì, non era la sua S.

“Ti stanno aspettando.” Le disse facendo un sorriso, vide la smorfia sul volto della donna e sorrise di nuovo.

Quando le passò accanto non la guardò neppure invece camminò decisa verso la porta. Doveva consegnare un falso congegno e mentre le due tonte si fossero distratte lei avrebbe agito, era veloce, molto veloce, probabilmente nel richiedere lei avevano pensato di avere a che fare con la più debole, avrebbero presto capito quanto si erano sbagliate.

“Eccovi il congegno…” Non ebbe il tempo di finire, il buio si chiuse su di lei.

 

“Sei pronta?”

“Non lo so…”

“Sì che lo sei, ti amo e andrà tutto bene” Brittany annuì poi sorrise,

“Anche io ti amo, sono contenta che tu abbia fiducia in me” Disse poi irrigidì le spalle, “Vado”. S la osservò mentre si dirigeva verso l’esterno dell’edificio, rigida e sicura. Tremava all’idea del pericolo in cui la stava spingendo ma non poteva proteggerla sempre, non poteva vivere nel terrore di perderla, doveva smettere di crederla incapace di difendersi. L’amava e doveva fidarsi di lei, doveva credere in lei. Prese un profondo respiro poi osservò B stesa a terra, gli occhi gelidi che la fissavano con rabbia.

“Buona notte” Le disse mentre la colpiva una seconda volta.

 

Brittany uscì all’esterno e si guardò attorno cercando S, sapeva in maniera istintiva che era da lei che doveva andare, la vide e le fece un cenno di assenso.

“Fatta, sono stese tutte e due all’interno, voi avete la terza?”

“Hanno abboccato?”

“Più facile che prendere un Hew nel periodo dell’accoppiamento” disse lei mantenendo un tono beffardo. Fece ruotare lo sguardo e notò S legata e trattenuta da due agenti MIB, uno di loro era F. Il ragazzone non le aveva mai provocato il benché minimo brivido di paura, invece ora la intimorì decisamente. Non si permise di lasciar trapelare nessuna emozione invece tornò a guardare S.

“Dopo le voglio io, tutte e tre” Intervenne Q,

“No!” Disse subito lei ottenendo l’attenzione degli agenti MIB, ricordò il suo ruolo e fissò gli occhi in quelli gelidi di Q, “No, sono mie, tutte e tre”.

“Mi hanno sparato, le voglio!” Insistette lei, prima che avesse il tempo di replicare, S era già scattata, ora puntava la pistola direttamente sotto al mento di Q,

“Ha detto che sono nostre, non ti è chiaro il concetto?” Chiese in un sibilo,

“Va bene, va bene, sono vostre” Q alzò le mani allontanandosi con una smorfia, Brittany non si mosse, incapace di decidere cosa fare. S si voltò e le sorrise,

“Sono nostre, ti piacerà…” Le disse. Quel sorriso, quel tono era così pieno di sottintesi fece accapponare la pelle a Brittany, come poteva essere così simile eppure così diversa dalla sua San?

Per fortuna non dovette risponderle, infatti un gruppo di agenti uscì trasportando B e spingendo Santana che tentava di liberarsi e lanciava frequenti occhiate verso B.

“Ci sei andata pesante è?” Le chiese l’S di quel mondo,

“Non voleva smetterla di chiedermi perché” Disse lei facendola ridere.

 

Quando entrò nel MIB per la seconda volta fece attenzione ai dettagli, era effettivamente diverso, non nell’edificio, no, ma nelle persone, c’era un’oscurità in loro, nessun sorriso, nessuna risata e mentre loro passavano c’erano solo teste basse, come se tutti temessero di incrociare il loro sguardo.

“Aspetta” Brittany richiamò S, che la guardò perplessa, era chiaro che avesse solo una cosa in mente, torturare le prigioniere. Brittany alzò la mano mostrandole il congegno,

“Lo sistemiamo dopo”

“No, adesso” Brittany era sicura che avrebbe protestato, ma la ragazza annuì docile e poi con suo grande sollievo la condusse esattamente lì dove voleva andare. Dovette trattenersi dallo spalancare la bocca, all’interno della stanza dove l’aveva condotta S c’erano una decina di armadietti contenenti ognuno almeno cento congegni e poco più in là l’Octanium. Brittany si voltò verso S. Ora dove fare una cosa che aveva fatto storcere il naso a Santana. La afferrò attirandola a sé e la baciò.

 

S ebbe il tempo di sorprendersi poi rise mentre la bocca di B si chiudeva sulla sua, sapeva che non poteva essere solo per riporre il congegno che B l’aveva condotta lì. Poi spalancò gli occhi perché quella non era B. La spinse via ma la ragazza che aveva davanti ora le puntava una pistola, la mano di S corse a prendere la sua che non era più al suo posto, era stata così stupida!

E per la seconda volta in un giorno fu colpita da un violento colpo che annullò il mondo attorno a lei.

 

“Non ci credo che siamo di nuovo qui…” Mormorò S mentre osservava il corpo steso di B. Si sarebbe svegliata presto e Brittany non tornava.

“Andrà bene, vedrai” Cercò di consolarla la sua copia, in gabbia accanto a lei. La porta si spalancò in quel momento e apparve Brittany. Il sorriso sulle sue labbra fu eloquente ma lei aggiunse,

“Fatto, ho preso tutto” Alzò la mano mostrando i congegni che aveva rubato e poi dalla tasca estrasse una manciata di sassolini di Octanium.

“Ora ci serve soltanto qualcuno che sappia calibralo…”

 

Q osservava con rabbia lo schermo del computer, non stava leggendo, non riusciva a leggere, era stufa di quelle due, perché dovevano sempre prendersi loro tutto il divertimento? Alzò lo sguardo osservandole mentre spingevano una copia di S. Il deja vu la colpì e le ritornò in mente un particolare. Perché la Sy era uscita dall’ufficio in cui c’erano le finte S e B? Si alzò in piedi e sorrise, forse non avrebbe avuto il piacere di sentir urlare dalla voce di S e B, ma avrebbe potuto godersi le urla di Sy.

Sy!” Chiamò mentre la vedeva passare, la donna si voltò verso di lei,

“Che c’è?” Le chiese e lei sorrise,

“Dimmi, cosa ci facevi nella stanza con le false S e B?” Non ebbe bisogno di altro, lo sguardo colpevole duella donna era più che evidente. Estrasse la pistola e la puntò, questa volta nessuno le avrebbe sparato, oh no, sarebbe stata lei a fare fuoco.

“Non ti muovere, questa volta non posso sbagliare”. La voce che aveva pronunciato quelle parole era a pochi centimetri dal suo orecchio.

“Che diavolo fai S?” Chiese anche se la sua voce tremò, l’arma era puntata alla sua testa, avrebbe potuto ucciderla.

“Ora noi ce ne andiamo e tu vieni con noi…”, solo allora Q capì che ancora una volta erano stati tutti ingannati. Da quell’edificio in costruzione doveva essere uscita la B sbagliata.

Si mosse lentamente facendo attenzione a non fare movimenti bruschi. Alcuni agenti lanciarono loro degli sguardi, ma nessuno intervenne, era così normale vedere S puntare la pistola contro qualcuno, così normale…

La Sy si affiancò a loro e tutte e tre uscirono dalla sede dei MIB, all’esterno c’era una macchina ad attenderle, alla guida c’era un’altra S e poi c’era B. Ora che non fingeva la differenza era abissale.

“Perché hai preso anche lei?” Chiese subito l’S alla guida,

“Perché aveva capito che sono dalla vostra parte” La anticipò la Sy,

“Come hai osato tradirci?” Le chiese lei ignorando per una volta la pistola contro la sua testa,

“Sono stufa di questo mondo, ne ho visitati molti altri e lì io sono il dannato capo dei MIB!”.

“Questo ha molto più senso” Mormorò S senza abbassare l’arma, poi rivolgendosi alla Sy aggiunse: “Ora che conosciamo le tue motivazione sono più propensa a fidarmi, non c’è dubbio”.

 

Salirono in macchina e si diressero ancora una volta verso l’edificio che conteneva gli specchi. Questa volta nessuno le raggiunse e nessuno le fermò ma era questione di minuti, presto avrebbero scoperto le celle vuote e i corpi svenuti della sua copia e B.

Salirono in fretta fino agli specchi poi guardarono Sy,

“Ora tocca a te” La donna annuì, in pochi minuti calibrò i congegni. S guardò Q che era legata e appoggiata contro il muro,

“Ti spedirei in qualche mondo ma nessuno mondo dovrebbe conoscere una Q come te, inoltre ho come l’impressione che non ti divertirai quando scopriranno che non sei riuscita a fermarci” Negli occhi della donna c’era una rabbia quasi accecante, S si voltò decidendo di non guardarla più,

“Buona fortuna…” Disse dubbiosa alla Sy che teneva tra le mani un congegno che l’avrebbe portata, a suo dire, in un mondo in cui il capo del MIB era morta in azione. Tese la mano a Brittany che le sorrise stringendola mentre la sua copia le appoggiò una mano sulla spalla,

“Andiamo” le disse, nella sua voce c’era una traccia della tensione che S poteva sentire anche nel modo  in cui era aggrappata alla sua spalla. Alzò la mano libera e sfiorò il vetro.

Q e la Sy sparirono il resto rimase uguale.

 

“Sei pronta?”

“Non lo so… sì” Lo disse e poi alzò la mano per bussare alla porta. S e Brittany erano un po’ più indietro. La porta si aprì mostrando loro un’altra Brittany. S e Brittany poterono notare gli occhi di quella Brittany cambiare, come solo i suoi sapevano farlo, questa volta però non si gettò tra le braccia della ragazza che aveva bussato, no, inclinò la testa e chiese piano:

“San?” Videro S sorridere e il viso della ragazza lasciar scivolare lacrime di gioia, “Sei tu? Sei veramente tu?” Non ci furono altre parole, S la attrasse a sé baciandola. Un istante e Brittany si abbandonò al suo bacio.

“Direi che avevi ragione, si sono ritrovate…” disse S mentre osservava le loro due copie baciarsi.

“Non pensavo di rivedervi” La voce proveniva dalle loro spalle, Lord Tubbington passò loro accanto facendo poi quello che avrebbe potuto essere solo un sorriso. “Bene” Aggiunse sedendosi e osservando Brittany che rideva e piangeva stringendo una altrettanto emozionata S.

“Andiamo?” Chiese la sua Brittany stringendole la mano.

“Sì” Disse lei, nella tasca al sicuro c’era il congegno che le avrebbe riportate a casa.

 

 

 

Note

 

Tutto è tornato al suo posto, persino l’S dispersa ha avuto la fortuna di ritrovare la sua Brittany, cosa potevamo sperare di meglio?

Magari la chiarezza… XD Spero che questo capitolo d’azione e di scambio di ruoli non sia stato troppo ostico per voi… comunque era l’ultimo, quindi vi ringrazio moltissimo incrocio le dita e ci vediamo per l’epilogo! ;-)

Ciao ciao

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Najara