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Autore: Meggie    23/08/2007    22 recensioni
“Mamma, dov’è Tom?”
Sua madre lo guardò stranita e preoccupata.
“Tesoro, chi è Tom?”
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sleeping with ghosts

Sleeping with ghosts

 

Importante: Tutto ciò che è descritto in questa storia è frutto della mia fantasia, ergo: non c’è niente (o quasi) di reale. Tom e Bill non mi appartengono affatto (peccato...). Questa storia non dovrebbe essere twincestdico dovrebbe perché non si sa mai dove la mia mente potrà andare a parare. Comunque, anche se in futuro ci sarà qualcosa (e sarete avvertiti in quel caso), sarà lieve e sopportabile credo XD.

 

PROLOGO

-Something missing-

 

And barely concious you'll say to no one
”Isn’t something missing?”

(Missing – Evanescence)

 

****

 

Scivolare…

Respiro affannato.

Un tonfo.

E brucia. Dio, brucia troppo. Tanto.

“Tomi…”

E ridere. E piangere. E correre.

E fermarsi.

E di nuovo scivolare.

Sempre più buio. E nero.

 

La solitudine.

 

“Tomi?”

 

Saltare. Giocare. Rincorrersi. Ridere fino a quasi non respirare. Rotolarsi nel prato.

Gelato alla nocciola.

Vestiti sporchi d’erba.

Scivolare.

 

Piangere piano. Cadere. Uno spintone. Una risata –non la sua-

“Tom?”

Aggrapparsi. Rialzarsi. Gridare.

 

La casa. La sua stanza. La mamma. L’abbraccio caldo di chi ama tanto. Senza confini.

Un bacio dolce sulla guancia.

La mamma.

 

Addio papà.

“Vi voglio bene ragazzi…”

Uno sguardo. “Anche noi, papà”

Ciao papà.

 

Avere Tom accanto.

Avere Tom per mano.

Giocare con lui. Scherzare. Ridere. Piangere.

Cadere nel buio.

 

La solitudine.

 

Piangere.

Gridare.

 

La solitudine.

 

*

 

Mosse piano la testa di lato. Si sentiva come imprigionato al letto. Faceva una fatica terribile a muoversi, anche se non ne capiva il motivo.

Gli occhi gli bruciavano tremendamente. Li chiuse di scatto quando incontrò la luce del neon posto sopra di lui.

Cercò di riaprirli. Cercò di abituarsi a quella luce troppo forte. E gli sembrò che la sua testa si spaccasse in due.

“Tesoro!”

La voce calda di sua madre gli riempì le orecchie.

Con gli occhi socchiusi riuscì comunque a percepire sua madre avvicinarsi al letto. Mise a fuoco il suo viso. Aveva gli occhi rossi, come se non avesse mai smesso di piangere. Da tanto –quanto?- tempo. Forse troppo.

Cos’è successo?

Sua madre gli accarezzò i capelli neri. Scoppiò a piangere non appena i suoi occhi incontrarono quelli del figlio.

“Oh… tesoro… stai bene… stai bene!” mormorò tra le lacrime.

Certo che sto bene… perché non dovrei? Gli venne da chiedere. Ma si trattenne.

Fece scorrere lo sguardo attraverso la stanza. Bianca. Spoglia. Con un odioso ornamento verde a metà parete.

Lui odiava il verde.

E odiava quel posto.

Posto…

Mise a fuoco tutto quello che lo circondava. La stanza bianca. E verde. Il mobiletto appoggiato alla parete. E le finestre grandi. Troppo. E un dolore al petto. E la flebo accanto al letto. E le lacrime di sua madre.

E un’asettica camera di ospedale.

Girò di scatto il viso alla ricerca del suo volto. Dov’era Tom? Forse era in corridoio. Forse era andato a prendere da mangiare. Forse…

Comunque sarebbe tornato subito.

Pochi minuti.

Di sicuro.

Ma già lo voleva.

Dov’era?

Dove?

Dio, cosa ci faceva in quel letto? Cosa? Cosa gli era successo? Non si ricordava nulla.

E dove cazzo era Tom?!

La macchina accanto a lui iniziò ad emettere suoni sempre più acuti. Sua madre lo guardò trafelata. “Tesoro, non agitarti!”

Si guardò di nuovo intorno. Tom non c’era. Gli veniva da piangere. E Tom non c’era!

E sempre più bip gli riempivano le orecchie.

Tesoro calmati!” sua madre aveva il viso inondato di lacrime.

Dov’è?” mormorò affannato.

“Chi?”

Dov’è Tom?”

Sua madre lo guardò stranita e preoccupata.

“Tesoro, chi è Tom?”

 

****

 

Sì. Di nuovo io. Con una storia che mi ha letteralmente folgorata. Una storia triste, drammatica. Nulla in confronto a Verbrennen e Protect me. Ma una storia che adoro.

È particolare. E se non avete capito nulla… non preoccupatevi, è assolutamente comprensibile ^_-

Questa storia nasce per caso. Inizialmente doveva essere diversa. Poi mi è tornato in mente un libro. E questa è la versione definitiva. Non vi dirò di che libro si tratta… lo saprete solo alla fine, perché altrimenti potrei rovinarvi il finale. E comunque sarà difficile che voi indoviniate da dove ho preso lo spunto… la storia è talmente diversa che quasi non si nota il parallelismo se non nelle ultime battute della storia.

Un enorme, immenso, gigantesco, GRAZIE alla liz: perché si è premurata di trovare un titolo bellissimo, azzeccatissimo e quant’altro nonostante sapesse giusto due battute di questa storia XD Ringraziatela! >_< Anche perché senza di lei, avrei vagato ancora senza meta per molto tempo, temo XD

Detto questo…  Ci rivediamo col primo capitolo! (ergo: spero presto, ma non assicuro XD).

 

 

 

 

   
 
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