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Autore: Har Le Queen    01/02/2013    4 recensioni
C’era una volta…si, vi piacerebbe che questa storia cominciasse così e invece no. L’affermazione con cui tutto ebbe inizio è molto diversa e non vi catapulterà in una favola piena di uccellini svolazzanti e principesse in pericolo, per alcuni potrebbe essere un incubo, per altri solo qualcosa di altamente improbabile, ma credetemi quando vi dico che non è affatto impossibile. È successo proprio a me e tutto quando ho pronunciato quella maledettissima frase.
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Aoi, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui n_n sono ritornata ( °o°)/ questa shot non ha nessunissima pretesa, anzi, è nata in un momento di delirio e nulla di più xD è ispirata al manga "Un cucciolo in amore" e se lo avete letto sapete, più o meno, cosa aspettarvi u_u non mi resta che augurarvi buona lettura *^* ammetto di essermi divertita a scriverla, quindi spero che vi farò sorridere almeno un po' >___< in fondo lo scopo è quello xD
BEBE~ ♥





Say you woof me!

 
 
Oggi sarebbe meglio sparire dalla faccia della terra.
Non sto scherzando, né sono un ingrato irriconoscente, ma dopo un'ora passata ad ascoltare Kouyou vantarsi della sua baldanzosa performance della notte scorsa, sfiderei chiunque a mantenere la calma. Non che sia la prima volta, puntualmente quella scimmia di Akira ritiene di dover conoscere ogni minimo dettaglio, persino quanti peli aveva sul petto quel povero stronzo che non è altro; lo so che non ce l’ho veramente con quel bastardo, a parlare è la mia gelosia perché in quel letto a rotolarmi tra le coperte con LUI vorrei tanto esserci io. E invece me ne sto seduto proprio accanto alle due amorevoli pettegole, facendo amabilmente finta di strimpellare qualche accordo con la mia acustica che, in realtà, stasera non ha emesso neanche una nota. Certo che sono proprio stupido. Un masochista da manuale. 
«Ma no, ovviamente l'ho cacciato prima che si addormentasse.» eccolo qui, questo è il Signor mi-scopo-tutto-quello-che-mi-va.
«E scommetto che prima l'hai rimontato!» loro ridono e io vorrei piangere. Sarà meglio spegnere tutto e andare a casa prima che faccia saltare qualche corda e mi faccia veramente del male, ho proprio voglia di una bella doccia e del mio pigiama, oh e anche della mia meravigliosa copertina azzurra. Sembro una donna in crisi depressiva dite? Non è affatto vero, io non trangugio chili di gelato davanti ad un drama strappalacrime. Ci tengo troppo alla mia linea. Il tempo di riporre tutto al suo posto e sono già pronto per augurare la buonanotte a tutti, ma ovviamente i miei piani non vanno mai come desidero. «Yuu aspetta, vai già a casa? Dovevamo andare a bere insieme!» e ora mi piacerebbe tanto sapere quando cazzo mai siamo andati a bere insieme! Oh già, a mezzanotte scatterà il suo compleanno, stavo quasi per dimenticarlo. 
«Magari facciamo domani eh? Non mi sento troppo bene, il mal di testa mi sta uccidendo. Scusami Aki.» povero, sembra esserci rimasto male, in fondo ha anche lasciato il magico mondo dei gossip solo per dirmi di non andare via, ma se ne farà una ragione prima o poi; non riuscirei a continuare la mia farsa un minuto di più, figuriamoci tutta la notte. Con lo sguardo cerco l'aiuto del riida, come al solito a lui non sfugge mai nulla, sa bene che amo Kouyou e ha sempre protetto il mio segreto convenendo con me che rivelare i miei sentimenti sarebbe come piazzare una bomba nel bel mezzo di un live. Ci sarebbero morti e feriti. Rettifico: ce ne sarebbe uno solo e, per mia sfortuna, sarei io.
«Festeggeremo domani, vai pure Yuu e prendi qualcosa per il mal di testa, domani ti voglio in forma!» grazie Yutaka, non ti ringrazierò mai abbastanza.
«Allora buonanotte.» a rispondermi è solo il riida che mi dona uno sguardo che si riserverebbe ad un cerbiatto ferito nella neve, quei due sono ritornati a conversare amabilmente e non voglio saperne di più al riguardo, mentre Takanori è immerso nella scrittura di qualche testo che non lo convince troppo, non vorrei essere qui quando ne avrà abbastanza e comincerà a strappare tutti i fogli in sua presenza mentre cerca di distruggere tutta la città sputando fuoco dalla torre di Tokyo. E poi il matto sono io.
 

*

 
Finalmente dopo più di un'ora mi ritrovo a passeggiare nei vicoli del mio quartiere, pur di fare due passi sono andato a buttare la spazzatura e ora cammino lentamente verso casa; per fortuna stasera la temperatura è gradevole, ma in giro non c'è nessuno e si odono solo i miei passi sotto il chiaro di luna abbagliante. 
«Giovanotto!» ma chi è? Dice a me? «Giovanotto.» mi volto per trovarmi davanti ad una vecchina ricurva su se stessa che mi sorride in maniera inquietante. Ma da dove è sbucata? «Mi aiuteresti con queste?» ci mancava solo la vecchia matta stasera, ma tanto che può mai farmi? Prendermi a bastonate e mordermi a morte con la dentiera? Un giorno quando sarò vecchio e decrepito potrei aver bisogno anch'io di un aiuto.
«Certo.» sollevo le buste della spesa che non mi aspettavo così pesanti, già rimpiango la mia eccessiva bontà.  «Dove abita?»
«In fondo alla strada.» almeno non è dall'altra parte della città.
Ci incamminiamo in silenzio finché non è lei a parlare di nuovo. «Alla tua età non si dovrebbe essere tristi.»
«Come?» 
«Sembri triste ragazzo, sei troppo giovane per esserlo. Come mai?»
«Non lo so.»
«Oh potremmo non sapere perché siamo felici, ma sappiamo sempre perché siamo tristi. Cosa fai nella vita?» a quanto pare è in vena di chiacchiere.
«Sono un musicista.»
«Oh, ti godi la vita allora!»
«Diciamo di si.»
«Dunque sono gli affari di cuore a toglierti il sorriso.»
Sarà l'esperienza della vecchiaia, ma ci ha preso in pieno. «Già.» nel frattempo siamo arrivati a destinazione. «È sicura che vada bene qui?» ho fatto trenta, non mi costa nulla fare trentuno.
«Oh si, grazie mille bel giovanotto.»
«Di nulla.» in fondo ha ritardato la mia serata deprimente solo di qualche minuto.
«Visto che mi hai aiutato, ora io aiuterò te.» all'improvviso un alone incandescente l'avvolge rischiarando la strada.
«Oddio!» sono così impaurito che non riesco neanche a scappare.
«Con il potere degli astri, con l'accordo della luna e l'aiuto delle stelle io ti darò ciò che più desideri, muterai la tua forma finché non riceverai il bacio del vero amore.» la luce troppo accecante mi costringe a chiudere gli occhi e cercare di proteggere il viso. «Solo allora ritornerai alle tue vere fattezze, ma lui dovrà amarti con il cuore!»
E poi, all’improvviso, tutto diventa nero.
 

*

 
Sono morto? Non dicevano che prima di morire rivedevi tutta la tua vita in un flash? Beh, io non ho visto un bel nulla e se lo fossi credo non avrei questo dolore lancinante alle ossa, ma per sicurezza apro piano un occhio e, solo quando vedo la luce di un lampione su di me, apro anche l’altro. Direi che sono vivo e vegeto per ora. Devo rialzarmi e capire assolutamente cosa diavolo è successo, mi muovo lentamente finché non sono…fermi tutti! C’è qualcosa che non va. Questa è una zampa. Ed eccone un’altra e, ommioddio, ne sono addirittura quattro! Cosa diavolo mi è successo?! Calmo, devo stare calmo, respirare e riflettere, ci sarà sicuramente una spiegazione logica. Un sogno, ecco cos’è, devo solo cercare di svegliarmi.
Muovo qualche passo incerto solo per bloccarmi subito dopo, quando mi accorgo che c’è qualcosa che mi segue. Mi volto lentamente ed eccola lì, morbida e invitante, pronta per essere addentata con una sola mossa: una bellissima coda tutta per me. Sento che non riesco a resistere, ci provo con tutte le mie forze, ma è un richiamo troppo forte e comincio a rincorrerla in tutte le direzioni, se solo riuscissi a prenderla so che mi sentirei così felice! Ah, ma che sto facendo?! Per un attimo ho perso il lume della ragione, devo ritornare in me, sono Yuu Shiroyama e non uno stupido cane! Yuu Shiroyama. Come ci sono finito così? E, soprattutto, perché non mi sveglio? Ma certo! Quella vecchia, è stata lei, ne sono sicuro! Devo fare qualcosa, devo trovare qualcuno.
Comincio ad aggirarmi per le strade in cerca di una povera anima che mi aiuti, non riesco ad orientarmi non riconoscendo la strada in cui mi trovo finché non sbuco davanti ad una villetta a due piani che riconoscerei tra mille. È casa di Kouyou! Quante volte, in preda all’insonnia, sono venuto fin qui solo per osservarla da lontano, sperando di vedere qualche luce accesa e la sua silhouette passare davanti ad una finestra; una cosa alquanto patetica, devo ammetterlo, ma riusciva a darmi un po’ di pace in quei momenti di follia. Chissà che ore sono e cosa starà facendo ora, la luna è ancora alta e luminosa e dubito che Kouyou uscirà di casa prima di domani mattina, questo vuol dire che dovrò restare in strada; ho una paura fottuta per ciò che mi è appena successo, ma non so proprio cosa fare, forse è meglio restare qui e cercare un riparo per la notte perciò mi acciambello sotto un cespuglio che sbuca dal cancello. E se dovessi restare così per sempre? No, è meglio non pensarci ora e arrendersi alla stanchezza che colpisce i miei occhi non appena mi fermo, ma un ultimo interrogativo mi frulla in testa prima di scivolare nel sonno: Kou non avrà mica paura dei cani?
Perché, ormai, l’ho capito: sono stato trasformato in un cane.
 

*

 
È la luce a riportarmi alla realtà, oltre alle automobili che cominciano a passare una dopo l'altra man mano che la città si sveglia. È tutto così strano, credo di non aver neanche sognato. 
Dopo essermi stiracchiato come si deve mi piazzo seduto davanti al cancello principale aspettando di udire i suoi passi, di vederlo sbucare come un'apparizione celeste nonché mia unica salvezza in questo incubo di pazzia; ho bisogno di un volto amico e, ora che ci penso, non credo che sia un caso che mi sia risvegliato qui nei dintorni, quella vecchia deve aver fatto le cose per bene. Ricordo vagamente tutto ciò che abbiamo detto, ma sono sicuro c’entri Kou. E non devo neanche aspettare troppo per vederlo perché, mattiniero com'è, mi si presenta in tenuta sportiva sexy come non mai. Cosa gli farei con quella canotta nera addosso, aderente e che presto sarà solo uno straccetto da togliere. Non mi sono mosso di un millimetro e lui non ha potuto fare un passo di più. 
«Hei, e tu chi sei?» wow, visto da quaggiù è ancora più bello, ora lo so: più grande uguale più bello. 
«Woof» oh santo monte Fuji, ho appena abbaiato e, senza accorgermene, quella traditrice della mia coda ha cominciato a muoversi da sola. Ci manca solo la lingua penzoloni. «Woof» e non tarda ad arrivare. Povero me, che vergogna. 
«Che ci fai qui? Ti sei perso?» no, ma mi perderei volentieri solo per farmi ritrovare da te. 
Mi si avvicina per controllare se ho un collare. «Sei un randagio allora. Aspetta.» lo vedo tornare indietro lasciandomi qui, no Kou dovevi portarmi con te! Piangerei per l'abbandono se non lo vedessi ricomparire con un piatto usa e getta pieno d'acqua. «Ecco tieni, bevi, comincerà a fare caldo fra un po'.» oh Kou, lo sapevo che eri buono, sei un angelo e io ti amo così tanto! Non pensavo che un po' d'acqua mi avrebbe fatto tanto felice un giorno, ma mentre bevo con ingordigia lo vedo allontanarsi a passo di jogging e questo fa scemare tutta la mia euforia. Ma vai pure, mio caro, tanto prima o poi dovrai tornare a casa e io sarò qui ad aspettarti, a costo di restare sotto il sole cocente e attirare tutto il calore del Sahara col mio pelo nero. Resisterò. Ce la farò. Mi ritroverai esattamente qui. Ok, no, forse è meglio aspettarlo sotto quel cespuglio che mi ha offerto riparo questa notte. 
Ora che ci faccio caso devo far pipì, oh la mia prima pipì da cane, mi sento emozionato. E non guardatemi così, tanto uomo non ci posso tornare da solo quindi tanto vale godersi il momento. Però ora mi sento sporco e di conseguenza dovrei lavarmi, ma come? Dovrei leccare?! Non se ne parla proprio, preferisco diventare un cane barbone! E non fate la battuta del barboncino, abbiate pazienza. 
E nel frattempo Kou sta anche tornando, già lo vedo alla fine della strada e la mia coda è partita in automatico ovviamente. «E tu che ci fai ancora qui?» 
«Woof» adottami, sono bravissimo. 
«Non dirmi che mi stavi aspettando?»
«Woof woof!» ora che è tutto sudato è ancora più sexy, le ciocche di capelli incollate al collo potrebbero mandarmi in delirio, devo distogliere lo sguardo o potrei fare danni.
«E ora che faccio?»
«Mhm» ah, un guaito, allora è così che funziona. «Mhm» continuerò finché non mi porterai con te, te lo dico in caso tu non lo sappia.
«Non posso mica lasciarti qui in questo modo, ma dove potresti stare?» nei suoi occhi leggo quel momento d'indecisione a lui fatale. 
«Mhm» sono un cane attore professionista ormai. Nessuna battuta neanche questa volta, prego.
«E va bene, hai vinto tu, ti porto a casa!» le sue carezze sono come una coperta d'inverno ed il gelato d'estate, mi sento rinato. «Ma ad una condizione, farai un bel bagno!» si! Farò il bagno con il mio Kouyou, quasi non ci credo, sono così felice che quasi quasi resterei cane per sempre. 
Beh, magari non proprio per sempre, ma per i prossimi giorni andrà più che bene. 
 

*

 
«Ora stai fermo, così ti insapono.» si, starò fermissimo, sarò una statua e soprattutto perché ha deciso di restare in boxer per minare la mia già precaria sanità mentale. Non devo guardare, non devo assolutamente guardare.
Però non immaginavo che sentire le sue mani su di me sarebbe stato tanto rilassante, mi sento a casa, a discapito di qualche ora fa in cui mi sentivo perso ed impaurito; si, Kouyou potrebbe proprio essere la mia casa. «Bravissimo!» lo so, sto cercando di resistere con tutto me stesso all'impellente bisogno di sgrullarmi l'acqua di dosso. «E ora qui, fermo eh.» no. Kou, fermo, non andare lì o potrei non rispondere di me stesso. Fermo! Sento che potrei morire dalla vergogna, che succederebbe se notasse il mio piccolo problemino? Mi caccerebbe di casa, sono sicuro. Incurante delle mie preghiere lui arriva ad insaponarmi dove non batte il sole, o forse a me batte ora che sono senza vestiti, non saprei, fatto sta che per salvare il salvabile mi lancio in una corsa disperata fuori dal bagno in preda ad un ululato acuto. «Auuuh!»
«Fermo! Dove vai?! Torna qui!» mai! Devo salvare il salvabile e nascondere questo evidente stato di agitazione che si è impossessato di me. E per colpa sua. Quasi scivola sul parquet, ma alla fine riesce ad agguantarmi e sollevarmi quel tanto che basta per riportarmi in bagno lasciandomi penzolare quasi fossi un sacco di patate. «Non farlo più, non si fa! Sta fermo lì!» oh no, mi ha sgridato, che sensazione orribile, voglio piangere. «Non riuscirai ad intenerirmi con quello sguardo!» continua ad insaponare e risciacquare finché non sono pulito a sufficienza, stavolta proprio non riesco a trattenermi e strizzo abbondantemente il mio pelo schizzando acqua ovunque, anche su Kou che cerca di proteggersi ridendo come un matto. «Fermo!» che bella la sua risata, quella vera e spensierata che raramente mostra a qualcuno, credo di essermi innamorato di lui la prima volta che l'ho visto sorridere. In quel momento ho saputo con certezza che era con quel sorriso che volevo addormentarmi e svegliarmi il giorno dopo, era quel sorriso contornato da quelle labbra dal taglio così particolare che avrei ricercato ogni istante della mia vita. Quante volte facevo lo stupido solo per vederlo, ma tu lo hai sempre custodito troppo gelosamente. Almeno per te stesso sorridi Kou? 
Se non sei mai riuscito ad accettarmi da umano, almeno accettami così, te ne prego.
 

*

 
Kouyou mi sta fissando da minuti interminabili e non ho la più pallida idea di cosa voglia da me. Ogni tanto mi guardo intorno, ma poi il mio sguardo torna a lui calamitato dalla sua bellezza; oggi non è andato a lavoro, ha chiamato il riida che gli ha dato via libera. Ora che ci penso oggi è il compleanno di Akira, ma possibile che non mi abbiano già dato per disperso? Che alta considerazione che hanno di me! 
«Devo trovarti un nome.» ecco a cosa stava pensando. «Che ne dici di Fuji?»
«Woof!» abbaio entusiasta, sono felice che anche da cane Kou abbia intuito le doti di cui madre natura mi ha fatto dono. Il mio Mister Fuji colpisce ancora, sono fiero di me.
«Ti piace? È un nome importante, ma qualcosa mi dice che sei vivace come un vulcano.»
«Woof» 
«Aggiudicato allora, Fuji-chan!» e mi lascio coccolare con un trasporto tale da farlo quasi cadere a terra, proprio come se ne dipendesse la mia stessa vita e in fondo è così. «Vuoi uscire un po' Fuji?» ovviamente scodinzolo per comunicargli la mia gioia. «Aspetta allora, ti metto il collare e il guinzaglio.» allora prima non è uscito soltanto per fare la spesa! Ed eccolo qui, un collare rosso solo per me ed è bellissimo questo senso di appartenenza che provo non appena lo allaccia al mio collo. Voglio restare sempre con te Kou, dimmi che mi terrai con te. «Andiamo?» dopo pochi minuti siamo già fuori e io mi sono già lanciato alla ricerca del giusto odore che mi permetterà di far pipì, i cani lo fanno sempre no? E ora capisco perché, l'olfatto è così sensibile da sentire ogni sorta di odore a metri di distanza, non vi dico neanche quanto è avvolgente il suo profumo.
Finalmente riesco ad individuare il punto giusto e mi libero, vedo passare altri cani che si agitano vedendomi a loro volta. «Woofwoofwoofwowowoof!» ora so che anche i cani hanno un linguaggio e quando abbaiano tra di loro è per comunicare e io sto comunicando una cosa ben precisa: state lontani dal mio Kou altrimenti vi faccio la pipì addosso, altro che tra i cespugli!
«Fuji, calmo! Pensa a te e non dar retta agli altri, su.» il nostro giretto non dura molto e rincasiamo poco prima dell'ora di pranzo.
«Hai fame Fuji? Ti ho comprato qualcosa da mangiare, chissà se ti piace.» mi aspetto una raffinata prelibatezza ed invece dal frigo vedo spuntare mangime per cani. Sto per svenire. Mi butto a terra restando rigido come un tronco, va bene tutto, ma non il cibo per cani, non potrei farcela. Kou, guardandomi inscenare il mio teatrino, resta allibito. «Ok, ho capito, non ti piace. Direi che sai come farti capire.» si mette subito all'opera in cucina e non mi perdo neanche un suo movimento, che profumino, mi sta venendo una fame da lupi. «Vuoi assaggiare?» prendo delicatamente ciò che mi porge ed è buonissimo, non sapevo sapesse cucinare così bene, anzi ora che ci penso sono davvero molte le cose che non so di lui. Non so come gli piace dormire, quale stanza della casa preferisce, se canta sotto la doccia, anche se stamattina non l'ho sentito. «Su, mangiamo, devo riposare prima di uscire stasera.» questo vuol dire che resterò solo, lo so che prima o poi tornerà, ma so anche che stasera si vedranno tutti per festeggiare Akira, nonostante la giornata sia andata alla grande questo pensiero mi riempie di malinconia. 
Mangiamo in silenzio, lui al tavolo in cucina ed io accanto a lui trangugiando ciò che ha lasciato nella mia bellissima ciotola blu; ogni tanto mi guarda come se non credesse ancora alla mia presenza e poi riprende a mangiare finché non si alza diretto in camera da letto, io mi sbrigo a finire la mia porzione per raggiungerlo e fermarmi sulla porta. «Cosa c'è, mhm?» non mi va di restare solo di là. «Perché non vai a riposare anche tu in salotto, ti ho dato un cuscino enorme ed è solo tuo.» lentamente arrivo in salotto e mi accuccio sul cuscino, ma non mi piace proprio stare da solo perciò ritorno in camera da letto per vederlo già sul letto pronto a dormire. «Fuji! Non eri andato a dormire anche tu?» mi ha scoperto, come avrà fatto? «Avanti vieni qui, ma resta al tuo posto.» non me lo faccio ripetere due volte e con un salto atletico sono sul suo letto. Santi croccantini, qui tutto sa di lui, le coperte sono un concentrato di profumo e non resisto a non rotolarmici sopra per imprimerlo sul mio pelo. Kou ride sconsolato. «Ma sei proprio tremendo!» adoro quando mi accarezza e, con la sua mano che lentamente mi liscia la testa, mi lascio andare ad un sonno profondo.
 

*

 
Quando mi risveglio sono da solo, sento dei rumori provenire dal bagno quindi deduco che Kouyou si stia preparando per la serata ed infatti, poco dopo, lo vedo comparire con un asciugamano legato in vita. Ha deciso di uccidermi e ci sta provando in tutti i modi. «Ti sei svegliato finalmente, certo che sei proprio un cane dormiglione.» certo che lo sono, sono abituato a dormire almeno nove ore per rigenerare la mia pelle ed evitare le occhiaie, se no chi se lo sente il make up artist? E poi non sono mica tutti belli al naturale come lo sei tu. «Mi raccomando a non combinare guai mentre non ci sono, ora ti porto fuori però.»
E questo è successo più di due ore fa, poi siamo tornati a casa e mi ha lasciato qui da solo. Chissà cosa staranno facendo, se si saranno accorti della mia assenza e avranno cominciato a cercarmi? Se solo sapessero la verità farebbero davvero fatica a crederci, faccio fatica io figuriamoci loro. Nel frattempo ho esplorato ogni anfratto della casa e ho scoperto che il mio meraviglioso padrone raccoglie tutte le riviste in cui ci siamo noi, nonché opuscoli, locandine e pamphlet, neanche fosse una fan incallita; ha comprato una nuova chitarra e non me l'ha detto, forse perché è praticamente uguale ad En e, tenetevi forte, dorme con un peluche a forma di volpe. Non lo avevo notato prima, ma quando l'ho visto inerme sulle coperte ho capito che non era lì per caso. Se lo venissero a sapere gli altri so già che lo prenderebbero per il culo a vita, ma io la trovo una cosa così dolce da essere disarmante. Da oggi potrei essere io il suo bel peluche, non credete? Sono anche riuscito a specchiarmi e devo dire che, anche da cane, sono davvero bellissimo.  
Ormai sono le due di notte, ma non sono riuscito a chiudere occhio, finché non torna sono all'erta e devo difendere la casa. Col mio super-udito canino sento i suoi passi prima che arrivi al cancello e, comincio ad abbaiare ancor prima che metta le chiavi nella toppa ed apra la porta, sono così felice di vederlo e di non essere più solo, con lui ora tutto andrà bene. «Fuji! Ti sei comportato bene mentre non c'ero?» si, sono stato un angioletto. «Bravissimo.» sarà che ho una strana percezione del mondo ora, ma mi sembra un tantino brillo; approfitto comunque del suo ritorno per andare a recuperare la mia ciotola dell’acqua ormai vuota e asciutta e trasportarla fino a lui nella speranza che capisca che sono morto di sete. «Oh, vuoi dell’acqua! Vieni, andiamo in cucina.» sbanda leggermente mentre camminiamo per il corridoio, ma la mia ciotola atterra senza incidenti e posso finalmente dissetarmi. «Sei troppo intelligente per essere un cane.» infatti non lo sono, è questo che cerco di dirgli guardandolo negli occhi con il musetto ancora gocciolante, lo vedo abbassarsi e sedersi a terra senza distogliere lo sguardo dal mio. «Non so perché, ma mi ricordi Yuu, lo sai? Si arrabbierebbe da morire se sapesse che l’ho paragonato ad un cane, è così permaloso!» sorride mentre parla di me non sapendo che il diretto interessato lo sta ascoltando senza perdersi una sola parola. «Lui è nella mia band, suona la chitarra come me ed è bravissimo. Più bravo di me, perché io mi sono esercitato davvero tanto per arrivare al mio livello, mentre per lui è una cosa naturale; credo che un po’ mi odi perché mi sono sempre messo ad un gradino superiore rispetto a lui, ma l’ho fatto solo per far ribellare il suo lato combattivo e superarmi. Stasera quello scemo non è neanche venuto, Akira ci è rimasto così male, non lo sopporto quando reagisce in questo modo ma devo ammettere di aver esagerato anch’io ultimamente. Il nostro rapporto è esattamente come la melodia delle nostre chitarre in ogni canzone: cerchiamo di non suonare all’unisono e allo stesso tempo siamo in armonia e poi comincia una vera e propria battaglia a colpi di assoli in cui sfoderiamo le nostre armi, poi di nuovo in simbiosi a rincorrere l’armonia che ci distingue e ci rende uguali l’uno all’altro. Non so come spiegartelo, il nostro rapporto è come una marea, come le onde, sale e scende in continuazione; un giorno sono in paradiso e quello dopo all’inferno, perché quando non mi rivolge la parola o ignora del tutto la mia presenza io mi sento vuoto dentro. Non riesco a fingere che non sia una parte di me, lui mi completa e non sono musicalmente.» dopo un sospiro riprende a parlare. «Tu me lo ricordi, sei attaccabrighe, puntiglioso, hai lo sguardo profondo come il suo, sei dolce e un buon ascoltatore.» penso di stare per svenire, ormai sono dieci minuti buoni che il mio cuore ha deciso di fare come gli pare e mi ritrovo a fissarlo incapace di muovere un solo muscolo. «Sei così uguale a lui che potrei fingere che tu sia Yuu e, visto che per ora sei Yuu, posso abbracciarti Fuji?» sono i suoi occhi lucidi a convincermi a muovermi verso di lui, perché non mi hai mai detto tutto questo Kou? Le sue braccia mi avvolgono come un mantello. «Non gli ho mai parlato di quello che provo perché se dovesse rifiutarmi credo che mi annienterebbe, ne andrebbe di mezzo il gruppo e non voglio perdere quello che ho. Sembro forte, continuo a portarmi a letto un ragazzo dopo l’altro, ma sai cos’hanno in comune tutti loro Fuji? Capelli neri e lisci come la sera ed occhi profondi e neri come petrolio. Io…» ti prego dimmelo Kou, ho bisogno di sentirtelo dire, dimmi che mi ami. Dopo aver sciolto le sue braccia resta ad osservarmi. «Quindi se tu sei Yuu io ti amo.» non credevo che i cani potessero piangere, ma è una lacrima che lascia il mio occhio e, fortunatamente, muore prima che possa vederla. Mi si avvicina lentamente e posa un candido bacio sulla mia testa, mi sento subito colto da uno strano calore, una vertigine mai provata prima. Non mi sento affatto bene, cerco di aggrapparmi a Kouyou per non ritrovarmi a terra. «Cos’hai Fuji?!» in un attimo una luce abbagliante ci circonda e, come per magia, ritorno ad essere me stesso. «Yuu! Che cazzo è successo?!»
«Woof!» stavolta non è l’abbaiare di un cane, ma la mia voce che credevo non avrei più udito.
«Ma com’è possibile?!»
«Sono sempre stato io Kou, una strega mi ha lanciato un incantesimo che solo il vero amore avrebbe potuto spezzare. Mi hai salvato.» tralasciando il fatto di essere completamente nudo tra le sue braccia, mi lancio al suo collo. «Ti amo Kouyou.» le sue mani sulla mia pelle sono fresche come una brezza leggera che soffia dal mare.
«Hai bisogno di una doccia, sai di Fuji!» scoppiamo a ridere come due scemi, ma in cuor nostro so che stiamo piangendo di gioia.
Ci sarà tempo per spiegare quello che mi è successo, tempo per comprenderlo e tempo per accettarlo, ma dopo tutta questa disavventura devo ringraziare quella vecchia signora con tutto me stesso perché mia ha donato l’unica cosa che ho desiderato fino a star male: il mio Kouyou. Nulla riuscirà a portarmelo via e neanche le sue proteste riusciranno a farmi allontanare da lui ora, lo trascinerò con me sotto la doccia e non toglierò mai più questo collare rosso perché è grazie a lui che, per la prima volta, mi sono sentito suo
 
 
 

The End.

 
 
 
   
 
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